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Cronaca

STEFANO CUCCHI: RISCONTRATA FRATTURA LOMBARE RECENTE

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Tempo di lettura 3 minuti In Corte d’Assise si era stabilito che non c’erano fratture recenti ma che c’era soltanto un’ernia e una frattura risalente al 2003

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di Angelo Barraco

Roma – Le novità il merito alla tragica morte del geometra Stefano Cucchi, di 32 anni, morto all’ospedale Sandro Pertini in data 22 ottobre 2009 dopo sei giorno dall’arresto non si fermano. Il professor Carlo Masciocchi, presidente della Società Italiana di Radiologia ha svolto una consulenza sul caso rivelando che la presenza della frattura lombare che aveva Stefano era recente.
 
La consulenza è stata consegnata in procura da Ilaria Cucci e dal legale della famiglia. L’esperto sostiene che oltre alla frattura presente nella schiena e che dimostra l’aggressione subita, tale elemento era stato escluso dalla superperizia che era stata disposta dalla corte d’assise a suo tempo. Il medico ha stabilito che “le fratture riscontrate sembrano essere assolutamente contestuali e possono essere definite, in modo temporale, come 'recenti” e rientrano in un arco temporale “che, dal momento del trauma all'esecuzione dell'indagine radiologica o di diagnostica per immagini, e' compresa entro 7-15 giorni”. In Corte d’Assise si era stabilito che non c’erano fratture recenti ma che c’era soltanto un’ernia e una frattura risalente al 2003 e nella zona sacrale c’era una frattura recente. Lunedì Ilaria Cucchi incontrerà assieme al suo legale il procuratore e faranno il punto della situazione. 

In questi giorni ci sono state anche altre importanti novità sul caso. Il legale della famiglia ha affermato qualche giorno fa: “Prendiamo atto con soddisfazione la notizia che ci sarebbero tre carabinieri sotto inchiesta per la morte di Stefano Cucchi. Credo si tratti solo dell'inizio; la verità sta venendo a galla”. Una notizia determinante per le indagini. L’avvocato ha aggiunto inoltre che sono stati raccolti elementi che –secondo quanto sostiene il legale- sono di grande contributo per far chiarezza sulla vicenda e sono stati portati in procura. Ha aggiunto inoltre: “Sono certo che la procura avrà fatto molto di più. Questi elementi riguardano sia aspetti medico-legali sia la ricostruzione degli eventi dei quali è rimasto vittima Stefano. Lui è stato pestato probabilmente più volte e poi è morto in conseguenza di quei pestaggi”. Per la morte di Stefano Cucchi si è sempre parlato di pestaggio e nelle motivazioni della sentenza con cui il 31 ottobre scorso sono stati assolti dal reato di lesioni tre agenti della polizia penitenziaria e da quello di omicidio colposo nove tra medici e paramedici dell'ospedale Sandro Pertini, dove Cucchi mori' il 22 ottobre del 2009, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga si parla chiaramente del fatto che Cucchi  fu sottoposto senza dubbio "ad una azione di percosse" e "non puo' essere definita una 'astratta congettura' l'ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l'azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che lo hanno avuto in custodia nella fase successiva alla perquisizione domiciliare". 

Per la corte d'appello le lesioni subite da Cucchi "debbono essere necessariamente collegate a un'azione di percosse e, comunque, da un'azione volontaria, che puo' essere consistita anche in una semplice spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento". E agli atti ci sono "concrete circostanze testimoniali" secondo cui "gia' prima di arrivare in tribunale (per l'udienza di convalida dell'arresto, ndr) Cucchi presentava segni e disturbi che facevano pensare a un fatto traumatico avvenuto nel corso della notte". Secondo la corte d'appello Samuura Yaya, il detenuto gambiano cui Cucchi avrebbe confidato di essere stato picchiato mentre si trovavano nelle celle di sicurezza del tribunale, non puo' essere un "teste oculare decisivo" e dal "valore probatorio determinante", come sostenuto dalla procura. Yaya, nel chiuso della sua cella, sente solo trambusto e rumori e non vede con i suoi occhi quello che poi Cucchi gli raccontera' "in maniera piuttosto vaga". Non solo ma, come evidenziato dai difensori degli imputati, lo straniero aveva tutto l'interesse a mostrarsi collaborativo con gli inquirenti al punto da ottenere un patteggiamento a una pena piuttosto mite per droga.

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Ambiente

ANBI, trasparenza e sicurezza lavoratori: Consorzi di Bonifica bresciani primi firmatari protocollo con Prefettura

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Massimo Gargano: “E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano”
 
“E’ un impegno concreto non solo per la trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche, ma anche per il controllo sull’osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene, sicurezza sul lavoro, tutela dei lavoratori sia contrattualmente che sindacalmente: temi di drammatica attualità e su cui ribadiamo la nostra, massima attenzione in tutta Italia.”
 
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), annunciando la  firma del Protocollo di Legalità per la Prevenzione dei Tentativi di Infiltrazione della Criminalità Organizzata negli Appalti Pubblici tra il Prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà ed i Presidenti dei locali Consorzi di bonifica, Luigi Lecchi (Cdb Chiese) e Renato Facchinetti (Cdb Oglio Mella).
 
I due enti consortili sono impegnati nella realizzazione di importanti opere per la gestione dell’acqua, grazie alle risorse pubbliche, stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.), nonchè da fondi nazionali e regionali; da qui l’esigenza di salvaguardare la realizzazione delle opere da possibili tentativi di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche.
 
Come strumento efficace, per conseguire gli obbiettivi di tutelare la trasparenza nelle procedure concorsuali di appalto, è stato esteso l’obbligo di acquisire le informazioni antimafia prima della sottoscrizione dei contratti, che vedranno l’inserimento di precise clausole nel merito.
 
“Mai come ora devono essere rafforzati gli strumenti di prevenzione antimafia ed anticorruzione salvaguardando, al contempo, l’esigenza di assicurare certezza e celerità nell’esecuzione dei lavori pubblici” dichiara il Prefetto, Laganà.
 
La sottoscrizione del Protocollo di Legalità nasce su iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e vede i Consorzi di bonifica bresciani tra i primi firmatari.
 
“L’atto sottoscritto a Brescia conferma l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per la trasparenza e la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata: ora sono ampliate le informazioni antimafia nei bandi di gara e viene rafforzata la vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori. E’ il nostro, fattivo contributo a far sì che il 1 Maggio non sia mera celebrazione della Festa dei Lavoratori, ma impegno quotidiano” dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
 
Con il Prefetto, i Presidenti dei Consorzi di bonifica “Chiese” ed “Oglio Mella” hanno condiviso anche la necessità di proseguire gli investimenti dedicati alle infrastrutture idriche, indispensabili all’intera provincia sia per l’irrigazione, sia per la salvaguardia di un territorio idrogeologicamente fragile.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Cronaca

Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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