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SVIZZERA. LABORATORI DEGLI ORRORI PER MACACHI: ARRIVA L’AUTORIZZAZIONE ALLA SPERIMENTAZIONE

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Tempo di lettura 4 minuti Saranno impiantati elettrodi nel cervello delle scimmie, alle quali sarà inoltre razionata l'acqua per renderle più docili

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di Cinzia Marchegiani

Zurigo – Non è stato possibile fermare la mattanza e le stanze dell’orrore per i macachi oggetto di crudeli sperimentazioni. Il Consiglio di stato zurighese ha autorizzato la sperimentazione scientifica su alcune scimmie al Politecnico e all'Università di Zurigo. Una decisione fortemente contestata da parte della Protezione animali, che si appellavano al divieto a tali pratiche emanato sei anni fa dal Tribunale federale.

Orribili esperimenti autorizzati sui macachi detenuti nei laboratori svizzeri. E’ arrivata come una pugnalata la decisione di autorizzare la sperimentazione dei macachi in Svizzera. Una scelta che non si riesce a comprendere visto che nel 2009 il Tribunale federale aveva bloccato una precedente serie di esperimenti con gli stessi animali. Lo scorso 1 dicembre 2015, il consiglio di Stato zurighese ha fatto sapere di aver respinto un ricorso di tre membri della competente commissione cantonale, perché ritiene che i nuovi esperimenti dell'istituto di neuroinformatica non provocheranno sofferenze eccessive agli animali. Gli esperimenti vertono sullo studio della schizofrenia e il governo ritiene che la loro importanza per la ricerca psichiatrica abbia un significato preponderante rispetto alla protezione degli animali. 

L'annuncio ha provocato l'immediata reazione di due associazioni animaliste che invitano i membri della Commissione cantonale sugli esperimenti con gli animali a inoltrare un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo cantonale. Per la Fondazione per i diritti degli animali TIR, acronimo di Tiere im Recht, la decisione "contraddice chiaramente" la sentenza del Tribunale federale che nel 2009 aveva decretato lo stop definitivo di altri esperimenti sui macachi previsti nel medesimo istituto. 

Torture con elettrodi e razionalizzazione dell’acqua per addomesticare le scimmie. Le organizzazioni ritengono che i nuovi esperimenti e quelli vietati nel 2009 sono molto simili: entrambi prevedono l'impianto di elettrodi nel cervello delle scimmie, alle quali sarà inoltre razionata l'acqua per renderle più docili. Le scimmie, oggetto di ricerche di base al cervello, subiscono gravi deprivazioni e coercizioni fisiche con impianti nel cranio e immobilizzazioni in strutture di contenzione chiamate “ingenuamente” sedie da primate. Ai macachi inoltre durante l’esperimento viene razionata l'acqua per giorni e sono così assetate da bere l’urina delle altre scimmie, inoltre le strutture di contenzione comportano elevati livelli di dolore dove gli animali terrorizzati rimangono immobilizzati dalla testa in giù con impianti elettrici nel cervello e negli occhi, che registrano le attività mentali con evidenti segni di dolore, con lividi e sanguinamenti che si protraggono per settimane.

Claudia Mertens della Protezione zughirinese degli animali esprime profonda amrezza: "Siamo ovviamente molto delusi. Quella del Governo è una decisione inaccettabile, non è vero che le scimmie patiranno meno. C'è un limite a tutto, e anche se gli scopi della ricerca son sicuramente nobili non sempre giustificano le sofferenze alle quali vengono sottoposti gli animali". I difensori degli animali di Zurigo sono determinati a portare avanti la battaglia contro le sperimentazioni sulle scimmie all’Istituto neuro informatica, del Politecnico e dell'università. Ricorreranno contro la decisione del Consiglio di Stato, e se necessario riporteranno la questione all'attenzione dei giudici della corte di Losanna.

Esperimenti orribili anche in Italia, la denuncia di D’Agata, presidente dello Sportello dei diritti. Interviene in merito all’autorizzazione della sperimentazione dei macachi il Presidente dello Sportello dei Diritti, Giovanni D’Agata che spiega: “Non illudiamoci che questi esperimenti non avvengano in Italia. Purtroppo molte scimmie trovano la morte nei nostri laboratori: anche qui si effettuano esperimenti che assomigliano alle stanze degli orrori, dove sotto il termine ‘ricerca di base’ vengono inserite delle viti sotto la congiuntiva oculare, fili d’acciaio nei muscoli della nuca e camere di registrazione nel cervello. E’ ora di smettere di giustificare dolore e violenze, in nome di una pseudo-scienza che non cura alcun malato”.

Partita una petizione attiva per tutto aprile 2016. L’autorizzazione a questa sperimentazione, spiega TIR, produce significative preoccupazioni di ordine etico non contribuisce al mandato costituzionale di benessere degli animali e la considerazione della dignità degli animali né la certezza del diritto in debito conto. Il TIR chiede di firmare la petizione "Stop alla sperimentazione sui primati" delle tre organizzazioni promotrici LSCV, ATRA e AG STG. La petizione è accessibile fino ad aprile 2016 che qui alleghiamo: http://www.thepetitionsite.com/de-de/333/154/174/stoppt-primatenversuche-stop-primate-experiments/

Ma il dubbio più importante è quello che ha sollevato D’Agata: "Queste sperimentazioni ancora non hanno permesso di curare alcun malato. Ad oggi c’è da chiedersi la motivazione reale perché questi tipi di sperimentazioni vengono ancora attuate…

Lavori di review della scienza sulle sperimentazioni macachi, un completo fallimento. Per comprendere quanto le sperimentazioni sui primati non umani abbiamo portato importanti conoscenze per migliorare la salute umana, possiamo acquisire un passaggio chiarificatore della lettera indirizzata al nostro Ministero della Salute firmata da 73 scienziati, medici, farmacisti etc, lo scorso ottobre 2014, assieme a “Oltre la Sperimentazione Animale” e il Progetto Penco. Il documento lungo e articolato nato per spiegare con atti documentabili quanto la sperimentazione animale, soprattutto quella indirizzata sui primati non umani, sia orribile e insensata, denuncia: “I Lavori di review (più di 3000 sui primati, dal 1996 al 2006 NdR) che la scienza ha condotto negli ultimi anni circa la sperimentazione sulle scimmie nell’intento di migliorare la salute umana, ne ha dimostrato il fallimento che ha portato, nel migliore dei modi, a rallentare i tempi degli obiettivi prestabiliti, se non a fuorvirli sulla base di modelli errati in partenza. Tutto ciò ha comportato un’incalcolabile sperpero di denaro pubblico, ma soprattutto calpestato quel senso etico di empatia che deve guidare l’uomo sul suo rapporto con gli animali, suoi conviventi in questo pianeta, troppo spesso devastati nello spirito e nella dignità spisichica, orribilmente sacrificati sull’altare di una scienza arrogante quanto mendace”. 

Ma allora a chi servono queste sperimentazioni crudeli? All'articolo, potevamo allegare una foto che testimoniavanp come le scimmie vengono trafitte con degli elettrodi nel cervello, e immobilizzate in posiozni sofferenti. Noi abbiamo deciso di mettere una foto che rappresenta l'unicità di questi primati, la loro dolcezza…che gli umani violano in continuazione con sperimentazioni che ormai hanno dimostrato il completo fallimento. Quanta crudeltà ancora deve essere inflitta?

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Finlandia, Finnair: ecco le novità su frequenze e rotte per la compagnia di bandiera

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La compagnia di bandiera finlandese, Finnair, ha aggiornato il suo programma di traffico per l’estate 2025. In Giappone, Finnair aggiungerà frequenze per Tokyo Narita, offrendo così voli giornalieri sia per Tokyo Haneda che per Tokyo Narita nell’estate 2025. Inoltre, Nagoya otterrà una terza frequenza settimanale.
 
Finnair introduce anche una nuova destinazione nella Norvegia settentrionale, la città di Kirkenes, a partire dalla stagione estiva 2025, volando a Kirkenes da Helsinki via Ivalo, Lapponia finlandese, tre volte a settimana, operando con un aereo ATR da 68 posti. La nuova rotta serve i viaggiatori finlandesi e internazionali che desiderano esplorare sia la Lapponia finlandese che la Norvegia settentrionale e sperimentare, ad esempio, la famosa crociera Hurtigruten che salpa da e per Kirkenes. 
 
“Siamo lieti di presentare una destinazione che rafforza ulteriormente la nostra già estesa rete nella regione artica. La nuova rotta consente un collegamento agevole per i clienti che viaggiano verso la Norvegia settentrionale, rendendo facile e veloce raggiungere la destinazione da Helsinki”, dichiara Ole Orvér, responsabile commerciale di Finnair. 
 
Nei Paesi Baltici, Finnair aggiungerà frequenze a Tallinn, Riga e Vilnius per l’estate 2025 ed ha altresì aggiornato il suo programma di traffico invernale 2024, aggiungendo frequenze per Dallas, rendendolo un servizio giornaliero tutto l’anno. I voli Finnair per Dallas offrono collegamenti fluidi con l’ampia rete di American Airlines dal suo hub di Dallas. 
 
I voli possono ora essere prenotati su Finnair.com. 
 
*Stagione invernale 2024: 27.10.2024-29.3.2025; stagione estiva 2025: 30.3.2025-25.10.2025
 
*Aggiornato il 12.4.2024 sulle frequenze verso i Paesi Baltici.
 
Lapponia e Kirkenes, per una fresca estate ed esperienze artiche
 
La citata Kirkenes, una graziosa cittadina dell’estrema Norvegia nordorientale, affacciata sul mar di Barents,è nota per il suo fascino artico e la natura mozzafiato. Grazie alla sua vicinanza a Russia e Finlandia, la città ha una storia complessa ma affascinante. Qui è possibile ammirare una vista tranquilla di fiordi, montagne e paesaggi di tundra. In inverno è possibile ammirare le magiche aurore boreali, mentre in estate il sole di mezzanotte illumina Kirkenes tutto il giorno. Per quanto piccola, Kirkenes, ca. 3500 abitanti, offre una lunga lista di attività che si possono svolgere. Gli appassionati di storia possono immergersi nel passato di Kirkenes visitando il Borderland Museum. Chi sia alla ricerca di un soggiorno in un hotel unico può visitare il Kirkenes Snowhotel, dove gli interni sono costituiti da ghiaccio e neve tutto l’anno. 
 
Se si è amanti dei frutti di mare, si può provare l’emozionante safari del granchio reale, con la possibilità di pescare personalmente la propria cena. Kirkenes offre anche un’infinità di attività per gli amanti della vita all’aria aperta, dalle slitte trainate da cani e dalle motoslitte in inverno alle escursioni e alla pesca in estate.
 
Kirkenes sarà la terza destinazione di Finnair nel nord della Norvegia: sia Tromsø che Bodø sono collegate con Rovaniemi e Helsinki.
 
Negli ultimi anni la Lapponia finlandese sta registrando un boom del turismo internazionale, soprattutto durante la stagione invernale. Dalla stazione sciistica di Saariselkä, autobus carichi, soprattutto di viaggiatori asiatici, si sono riversati quest’inverno a Kirkenes per sperimentare la costa del Mare di Barents e assaggiare il granchio reale.
 
Negli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70, Finnair aveva una rotta da Helsinki via Ivalo a Kirkenes.
 
Kirkenes dista dall’Italia sui 4000 km.
Privo di virus.www.avast.com

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Israele: imminente l’attacco sull’Iran

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Netanyahu: “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”

A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu sembra aver fatto la sua scelta, mentre Teheran – che ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree – ha ammonito che l’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.

Quattro funzionari statunitensi hanno dichiarato però alla Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro armamenti militari iraniani e agli alleati al di fuori dell’Iran. Poiché l’attacco iraniano non ha provocato morti o distruzioni diffuse, secondo i funzionari americani, Israele potrebbe rispondere con una delle sue opzioni meno aggressive: una di queste potrebbe includere attacchi all’interno della Siria.

I funzionari non si aspettano che la risposta prenda di mira alti funzionari iraniani, ma che colpisca le spedizioni o le strutture di stoccaggio con parti di missili avanzati, armi o componenti che vengono inviati dall’Iran a Hezbollah. L’emittente specifica che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni tra funzionari statunitensi e israeliani avvenute prima che l’Iran lanciasse più di 300 droni e missili contro Israele: mentre Israele si stava preparando per l’attacco iraniano la scorsa settimana, i funzionari israeliani hanno informato gli omologhi Usa sulle possibili opzioni di risposta.

L’operazione verso cui si sta dirigendo Israele si scontra inoltre con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano.

“Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid. “Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.

Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo.

Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.

L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. 

Netanyahu, Iran dovrà aspettare nervosamente nostra risposta

L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu ad una riunione dei ministri del Likud. Poi ha aggiunto – secondo la stesse fonti – “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”.

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Russia, Evgenya Kara-Murza: “Putin va fermato”

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“La Russia ha un unico ed enorme problema interno ed è il regime di Putin.

Tutto il resto proviene a cascata da questo” perciò “Putin va fermato. L’unica garanzia di pace e stabilità per il nostro continente è una Russia democratica”. A parlare, in un’intervista esclusiva al Festival Internazionale del Giornalismo 2024 anticipata all’ANSA, è Evgenya Kara-Murza, moglie di uno dei più noti politici d’opposizione in Russia, Vladimir Kara-Murza, dall’aprile 2022 in carcere dove sta scontando una condanna a 25 anni di reclusione con l’accusa di vilipendio alle forze armate e alto tradimento.“Mio marito è sopravvissuto a ben due agguati, nel 2015 e nel 2017, da parte del gruppo di spionaggio Fsb (i servizi segreti russi, ndr), una banda di criminali al servizio del governo russo, implicati anche nell’avvelenamento con il Novichok”, racconta la moglie dell’oppositore che ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione in presenza al Festival di Perugia, in programma dal 17 al 21 aprile. Nella video intervista, che sarà trasmessa sabato 20 aprile, Kara-Murza racconta di non vedere il marito dal giorno del suo arresto nell’aprile 2022: “Mi è stato concesso di parlargli al telefono solo un paio di volte. L’ultima a dicembre per soli 15 minuti. Abbiamo tre figli e ho lasciato che parlassero con il padre per cinque minuti ciascuno. Non ho scambiato nemmeno una parola con lui perché non volevo togliere tempo prezioso ai suoi figli”. La donna è un fiume in piena e le accuse a Mosca sono dirette e circostanziate.

“Questa è un’autentica tortura psicologica che il regime utilizza nei confronti di chi rifiuta di rimanere in silenzio di fronte alle atrocità del governo russo e denuncia la guerra in Ucraina. Il regime di Putin ha rispolverato tutto l’intero arsenale della macchina repressiva sovietica, incluso l’uso di punizioni psichiatriche. Vuol dire che oppositori e dissidenti possono essere rinchiusi con la forza in cosiddetti ‘ospedali psichiatrici’ ed essere sottoposti a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà”. Evgenya Kara-Murza non nasconde la sua preoccupazione per la salute del marito che ha perso 25 kg da quando è in carcere. Dallo scorso settembre è rinchiuso in una cella di isolamento nota con le sue iniziali russe come EPKT. La cella di sei metri quadrati ha un solo sgabello, una piccola finestra chiusa da sbarre e un letto che si ripiega nel muro durante il giorno. Nessuna possibilità di comunicare con l’esterno, neanche tramite lettere. “L’obiettivo del regime di Putin – spiega Kara-Murza – è quello di isolare gli oppositori dal mondo. Di farli sentire soli e dimenticati. Per questo è importante continuare a parlare di loro, che i nomi dei dissidenti russi e che le loro storie siano conosciuti”.

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