Connect with us

Cronaca

TORINO, IL PRIMO NATO DELL'ANNO SI CHIAMA TOMMASO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto Venuto alla luce nell'ospedale Sant'Anna della Citta' della Salute

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Redazione

Torino – Si chiama Tommaso il primo nato del 2016 a Torino. Il bimbo, figlio di una coppia italiana, è venuto al mondo sei minuti dopo la mezzanotte all'ospedale Sant'Anna della Citta' della Salute. L'ospedale torinese si conferma nel 2015 il primo in Italia per numero di nascite che sono state 7.291. L'ultima nata del 2015, invece, e' Lin Angelica, secondogenita di una coppia cinese. Tra i 7.291 neonati sono stati piu' numerosi i maschi (52,3%); mediamente nascono 19 bambini al giorno. Per quanto riguarda i nomi scelti, tra i bambini nati da genitori italiani resiste al primo posto Alessandro (140), in crescita Leonardo (138), in calo il nome Francesco 120 (nel 2014 erano stati 152). Il nome Mohamed rimane al primo posto tra i bambini nati da coppie straniere (37). Tra le femmine, Giulia, Sofia, Alice e Beatrice sono i nomi piu' frequenti; Sofia e' anche il nome scelto piu' frequentemente dalle bambine nate da coppie straniere. I parti nelle donne straniere sono stati il 25,3%, in leggero calo rispetto al 2014 (26,6%): complessivamente sono state 81 le nazionalita' delle donne che hanno partorito al Sant'Anna.

(Fonte foto La Stampa)

Castelli Romani

Monte Porzio Catone, elezioni: Massimo Pulcini presenta la sua squadra

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

Non lo nascondo: per fare questo “mestiere” anche la fortuna ha la sua importanza.
Ed è fondamentale quando, un giorno, arrivi a Monte Porzio Catone, fai le tue commissioni e … poi incontri per strada Massimo Pulcini con una nutrita parte della sua squadra intenti a fare campagna elettorale.
Beh! Vi sareste fatti sfuggire l’occasione di un’ intervista corale? Io no.
Dopo qualche tentennamento e, visto il caldo e la stanchezza, ci mettiamo seduti in un bar e da li iniziamo la chiacchierata.
Oltre Massimo Pulcini sono con me al tavolo il “colonnello” Massimo Cosmelli, Roberto Primavera, Giordano Riccardi, Federico Rossetti e, dulcis in fundo, Francesca Valdambrini.
Sindaco, allora con chi inizio? Chi se la sente di rispondere alla prima domanda?
Io – dice con estrema serenità Massimo Cosmelli, il decano del gruppo, l’anima del Cuore di Monte Porzio Catone e proprio da qui nasce la prima domanda.
Su questo progetto ti sei speso in prima persona. Il grande lavoro che hai messo in campo, oltre quello di mettere a disposizione per la città un quantitativo considerevole di defibrillatori, è stata la capacità di organizzare una formazione continua di donne ed uomini: un progetto davvero esemplare. Che bilancio tracci da questa esperienza?
Proprio in questi giorni ci è arrivata la comunicazione che Monte Porzio Catone è uno dei comuni più cardioprotetti d’Italia. Non è di sicuro un punto di arrivo ma è la soddisfazione di poter avere contributo ad una maggiore sicurezza per i monteporziani e da medico non posso che esserne felice.
E ti dirò di più
(e lo dice con la voce strozzata dall’emozione): sapere che, negli ultimi tempi, ben due persone grazie proprio alla presenza dei defibrillatori ed alla prontezza di persone formate al loro utilizzo hanno potuto raccontare serenamente questa, passami il termine, “brutta avventura” riempie il cuore di estrema gioia.
Parlando con amici e conoscenti ho saputo che nei giorni bui del Covid la tua voce, la tua presenza è stata davvero fondamentale per uscire fuori da uno dei momenti più tristi del nostro paese. Che cosa ti resta di quei giorni?
(emozione traspare ancora di più dal suo viso) Mi sono sentito utile. Può sembrare banale come risposta ma ancora oggi il grazie delle persone riesce a darmi forza.
Per molti sei il vero motore di questa squadra: dove trovi l’energia per andare avanti?
(sorride) Sono arrivato 30 anni fa a Monte Porzio Catone, mi sono innamorato di questo luogo ed ho scelto di viverci.
Ed è proprio questo amore la benzina che alimenta ogni mia azione. Non lo nascondo
, aggiunge con un briciolo di commozione, è Monte Porzio Catone stessa che mi da la forza di andare avanti.
Francesca (Francesca Valdambrini nds) sei stata oggetto di una forte campagna denigratoria. Personalmente trovo le offese “ad personam” poco edificanti in un confronto politico. C’è qualcosa che vuoi dire a riguardo?
Ho evitato in ogni modo di alimentare le polemiche. Questi attacchi, questa cattiveria, permettimi di chiamarla così, non ha fatto altro che darmi una ulteriore spinta ad andare avanti. Pensavano di farmi del male ma gli attestati di stima che ho ricevuto in quei giorni sono stati la risposta più vera alle accuse che mi venivano rivolte.
Cinque anni al timone dell’assessorato alla Cultura ed allo Spettacolo. 5 anni, fatta eccezione per la parentesi Covid, in cui Monte Porzio Catone è balzato agli onori della cronaca: festa delle Orchidee, il Carnevale, la nascita del Museo del Vino. Dove vuoi arrivare?
A fare ancora di più, dice con estrema forza. Come diceva prima Massimo (Massimo Cosmelli n.d.s.) questi cinque anni non sono il punto di arrivo ma lo sprone a fare ancora di più e ancora meglio per la nostra città, per i nostri cittadini.
Federico (Federico Rossetti n.d.s.) sei uno dei “nuovi acquisti” di questa squadra. Un professionista affermato nel tuo settore. Ma nessuno ti ha detto: chi te l’ha fatto fare?
Beh in molti, non lo nascondo ma la risposta è semplice: la “colpa” (sorride) è di Massimo Pulcini.
Mi spiego meglio: la sua forza, la sua energia mi hanno convinto a rompere gli indugi e a mettermi a disposizione di una squadra consolidata che, seppure tra mille e mille difficoltà, è riuscita in cinque anni ad uscire da un dissesto economico e a mettere in atto un’opera di riqualificazione dell’intero territorio.
Che valore aggiunto pensi di portare con la tua esperienza professionale?
Guarda io semplicemente mi metto a disposizione della mia città. Sono un monteporziano doc e quindi sento nell’animo di poter dare il mio personale contributo nella città in cui sono nato e vivo da sempre.
Giordano (Giordano Riccardi, consigliere comunale uscente nds) mi è capitato qualche giorno fa di vedere il video nel quale presentavi la tua candidatura. Mi ha profondamente colpito l’uso della parola futuro. Cosa intendi con tale affermazione?
Sappiamo bene come ci sia una forte disaffezione alla politica e questo troppe volte è determinato da situazioni in cui gli esempi che la politica stessa offre di certo non sono positivi.
Io, come tutta la squadra, vogliamo essere figure che possano essere viste come uno sprone ad andare avanti. Ci siamo messi ogni giorno, in questi cinque anni, all’ascolto delle esigenze di tutti, senza preclusione alcuna. Poter esssere lo stimolo, nei confronti degli altri carica certo di responsabilità ma nel contempo responsabilizza tutti alla partecipazione al benessere del proprio Paese.

Quindi vuoi dirmi che futuro per te è ricreare una fiducia verso le Istituzioni?
Certo che si. Dare l’esempio, metterci la faccia, sporcarsi le mani ma, ti ripeto, avere il coraggio di ascoltare ma soprattutto avere il coraggio di affrontare le questioni con determinazione e sorriso, elementi questa, che fanno di certo la differenza.
Roberto (Roberto Primavera n.d.s.) sei l’assessore ai Lavori Pubblici. Mi spieghi come sei riuscito, in una situazione di dissesto finanziario, a mettere in cantiere così tante opere per la tua città?
Hai detto bene: abbiamo affrontato un dissesto finanziario e ne siamo usciti. Ed in più, con una sinergia con uffici, Regione, Città Metropolitana, siamo riusciti a calamitare un grande quantitativo di risorse tali da poter realizzare una serie. Non è stato facile ma ci siamo messi con la determinazione e la voglia di fare. Ma soprattutto, ci tengo a dire, che fino ad ora quello che abbiamo messo in opera proviene davvero in minima parte dal PNRR.
Se io ti dico Museo del Vino, che mi rispondi?
(c’è emozione sul suo viso) Bella domanda! Sai sono stato per anni nella Banda di Monte Porzio Catone e quello spazio lo usavamo come deposito per il materiale della Festa della Banda. Poi leggo di un bando per la valorizzazione dei Luoghi della Cultura. Tu che avresti fatto? Io mi sono messo subito al lavoro con gli uffici ed ho cercato di far nascere dentro una struttura di proprietà del Comune di Monte Porzio Catone quel Museo del Vino che oggi, lo dico senza fronzoli, è un Valore Aggiunto per la nostra città.
Vuoi sapere una cosa che non ho detto mai a nessuno fino ad oggi? Qualcuno diceva che c’erano ancora i binari della linea del treno. Ho scavato con le mie mani alla ricerca.

Un novello Indiana Jones monteporziano?
(arrossisce ma poi sorride) E si! Qualcuno mi aveva detto che c’erano ma non li abbiamo trovati però posso dirti che ci saranno altre sorprese. Vogliamo valorizzare ogni elemento di questo nostro piccolo ma importante luogo di Cultura.

il sindaco Massimo Pulcini nei giorni di Orchidee dal Mondo 2024

Sindaco, tocca a te, non mi scappare (e nel frattempo sorride e mi guarda attento)
Ti faccio una domanda diretta e so che mi risponderai, prima di tutto, con il Cuore.
Che sensazione hai provato una volta indossata la fascia tricolore dovendoti per questi cinque anni confrontarti con un Dissesto Finanziario?

(il sorriso diventa serio ma poi, senza esitazione mi risponde) Ho scoperto e vissuto sentimenti contrastanti: la paura ed il coraggio, la sofferenza e la determinazione.
Ma uno ha alimentato l’altro e mi hanno consentito di mantenere una lucidità perché il mio ruolo, il mio impegno non poteva e non doveva farsi “afferrare” da sgomento, paure, dubbi.

Hai avuto paura?
(risponde immediatamente, senza indugi) Sarei uno sciocco a dirti di no. Ma ho evitato di trasmetterla perché dovevo essere io il Primo a crederci, il Primo a lottare, il Primo a poter gioire quando questo brutto momento sarebbe passato e sapevo che sarebbe passato in fretta.
Ho qui un “pezzo” della mia squadra ed oggi, glielo dico negli occhi: sono stati loro a darmi questa forza, questa energia, questa voglia di non mollare nemmeno un millimetro.
(i suoi occhi si fanno lucidi e questo è il senso vero della sua risposta)
L’emozione, non lo nascondo, contagia pure me perchè immagino la difficoltà di sedere su di un ruolo di responsabilità e dover, ogni istante, essere l’animo che da coraggio, l’animo che, seppure spaventato, non può darlo a vedere.
Cosa insegna, Sindaco, tutto ciò?
Una domanda con la quale dovrò convivere fino al 10 giugno, giorno in cui ci sarà il risultato delle elezioni.
Ti anticipo io, lo sai che durante le interviste ho i “bottoni” del comando.
Siamo all’11 giugno e sei stato confermato. Cosa ti senti di dire ai tuoi concittadini?

Di sicuro grazie e che hanno compreso il valore e la forza delle nostre scelte.
Hanno avuto una presa di coscienza ed il risultato è il riconoscimento del nostro lavoro.

Francesca, colonnello, Roberto, Giordano, Federico, faccio a voi una domanda corale: mi risponde chi se la sente. Quale è il miglior pregio ed il peggior difetto di Massimo Pulcini?
C’è un attimo di esitazione, Massimo Pulcini sorride divertito (non se lo sarebbe mai aspettato).
Io – anche stavolta risponde per primo e con forza il colonnello Cosmelli – all’inizio perdeva con facilità le staffe. Ma considerato che ho qualche “capello bianco” in più di esperienza, da padre, ho cercato di fargli capire la necessità di vivere questa situazione in serenità. Massimo (Massimo Pulcini nds) è uomo sanguigno, vive ogni situazione nel profondo dell’animo e quindi era normale che il suo carattere potesse scontarsi con una quotidianità alta di responsabilità e di questioni da affrontare ma debbo dire che è stato davvero superlativo nell’accettare i miei consigli. Oggi comprende la necessità di “respirare” profondamente e lasciare correre affrontando i problemi con la testa … e non lo nascondo un’eccellente testa.
Il pregio è facile: ha tenuto unita la squadra. Non credo ci sia altro da aggiungere.

Stavolta lascio a casa la bacchetta magica perché “la magia” l’ho letta negli occhi di queste persone di fronte a me che sono riuscite a fare squadra. L’hanno fatta nelle difficoltà ed, a mio avviso, è stato il collante vero di questa gruppo; il desiderio l’hanno fatto avverare in questo quinquennio.
Un grazie davvero immenso a Massimo Pulcini ed a tutta la sua squadra per la disponibilità

Continua a leggere

Cronaca

Giornalisti come i narcotrafficanti: Massimo Giannini svegliato alle 4 di notte per notificargli una querela

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Montano le polemiche politiche, dal vicepresidente di Azione, Enrico Costa, al leader di Avs, Nicola Fratoianni, che arriva a chiedere l’intervento del ministro dell’Interno Piantedosi, dopo che l’ex direttore della Stampa ed editorialista di Repubblica Massimo Giannini ha raccontato durante la puntata di ‘Otto e mezzo’ in onda ieri sera su La7 un episodio che lo riguardava, mentre in studio si discuteva delle polemiche sui tre giornalisti fermati a Roma dalla polizia mentre documentavano un blitz di ‘Ultima Generazione’. “Due mesi fa a Milano, reduce da una puntata di Fazio, nella quale avevo dato giudizi critici rispetto a questa maggioranza, sono andato a dormire in hotel – ha raccontato Giannini – e alle 4 di notte mi hanno svegliato 4 agenti di polizia per notificarmi una querela per diffamazione”.

“Alle 4 di notte”, ribadisce il giornalista che poi spiega di aver chiesto ai poliziotti il motivo dell’urgenza di questa notifica. “Si fa, è la prassi”, la risposta degli agenti. “Ma è la prassi quando dovete prendere un narcotrafficante, non quando dovete notificare una querela a un giornalista”, la replica di Giannini che poi si è detto convinto che non ci sia “alcun dubbio” che dietro c’è una regia politica: “Qualcuno ha dato ordine agli agenti di notificare una querela alle 4 di notte in albergo, così come avevano dato ordine alla Digos – ha aggiunto – di identificare il loggionista della Scala che aveva urlato ‘Viva l’Italia antifascista’, cosi’ come hanno dato ordine di prendere e chiudere in cella per un’ora tre giornalisti”. “Con tutto ciò che rappresenta il dissenso rispetto a questa maggioranza, a questa coalizione e al partito che guida il governo – ha concluso – si adotta il manganello, l’intimidazione”.

Cronisti fermati, Piantedosi: “Un equivoco”

E sulla vicenda dei tre giornalisti fermati a Roma durante una manifestazione di Ultima Generazione, interviene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Come spiegato nei comunicati ufficiali della Questura di Roma e del Dipartimento della Pubblica sicurezza si è trattato probabilmente di un equivoco fondato sul fatto che legittimamente le persone che sono state fermate non hanno dichiarato subito le proprie generalità e pertanto la propria condizione di giornalista e altrettanto legittimamente sono state poi assoggettate a procedure di identificazione che hanno fatto un po’ rumore”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto al festival dell’Economia di Trento al tavolo “Criminalità, confisca, gestione e destinazione dei beni”, in merito ai tre cronisti fermati ieri a Roma dalla polizia prima di un’azione di Ultima Generazione a via Veneto.

“Talvolta può succedere pure che ci siano delle sbavature, non è stato in questo caso ma può succedere – ha spiegato il ministro Piantedosi – non faccio professione di perfezione dell’azione delle forze di polizia, mi dispiace quando viene ricondotta ad un clima generale presunto o dalle direttive perché questo va contro quella che è la professionalità intrinseca delle nostre forze di polizia che prescinde da qualsiasi direttiva politica”. “In Italia non si può dire che ci sia un limitazione del dissenso – ha concluso – e men che meno della libera manifestazione di quella che è una nobile professione come quella del giornalista”.

Continua a leggere

Cronaca

Ardea, Festa della Repubblica: Mostra Espositiva di cimeli dei Parà italiani

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Con il patrocinio del Comune di Ardea, e la fattiva collaborazione dell’assessore alla cultura, dottoressa Barbara Assaiante, e l’organizzazione con la locale sezione d’Arma dei Paracadutisti d’Italia il 2 giugno, Festa della Repubblica, si svolgerà, presso la Sala Consiliare del Comune di Ardea, una Mostra espositiva di cimeli (uniformi, elmetti, paracaduti ed altro) utilizzati dai paracadutisti italiani dal 1939 ai primi anni ’90.
L’iniziativa avrà luogo in ricorrenza dell’80° anniversario della Battaglia di Ardea del 2/3 giugno 1944 che vide coinvolte due compagnie del Battaglione Nembo.

elmetto da paracadutista modello 1942

Nei due giorni di scontri dapprima la 6a compagnia, nella zona del Carroccetto, al comando del tenente De Santis, riuscì a prendere prigionieri i militari di una intera compagnia del 157° reggimento dell’esercito degli Stati Uniti d’America che si meravigliarono della capacità delle truppe italiane.
Il giorno dopo, la 7a compagnia, si sacrificò quasi al completo nel Fosso dell’Acqua Bona per riprendere una posizione abbandonata in precedenza culminando, in un combattimento corpo a corpo che consentì loro di riconquistare tale posizione.

Un esempio tangibile di come i militari italiani avessero ancora una capacità militare sopra le righe.
L’inaugurazione è prevista alle ore 12.00; a seguire, alle ore 17.00 si svolgerà una conferenza sul tema: i Paracadutisti Italiani – dalla Battaglia di Ardea alle prime Missioni di Pace – relatore il dottor Francesco Fagnani, scrittore, storico e giornalista.
L’iniziativa è recensita dall’organo on-line, Congedati Folgore, che riunisce i paracadutisti militari in congedo con informazioni relative alla vita militare ed ai passaggi di consegne dei Comandanti nelle realtà italiane e nei contesti operativi nel mondo. Un modo per essere sempre con il basco amaranto indossato.

divisa paracadutisti italiani impegnati nella missione ITALFOR – IBIS in Somalia 1992/93

La mostra di Ardea riconosce il sacrificio ai caduti in tempo di guerra e l’impegno dei paracadutisti d’Italia in tempo di pace nei contesti stranieri. Un impegno che onora il tricolore e gli italiani.
Questa è una mostra – spiega il dottor Emilio Scalise, coordinatore dei collezionisti espositori – che celebra un’Arma d’élite per il suo impegno, anche oltre confine, per la promozione della pace che oggi stenta ad essere universale, sia in ambito politico che religioso. La scelta del 2 giugno non è casuale e nell’80° anniversario degli eventi bellici del 1944 che sconvolsero il territorio laziale, il ricordo è perenne del dolore e morte di tanti giovani in uniforme tra i vincitori ed i vinti.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti