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Cronaca

MARSALA BUFERA NEL PD, POSTI DI LAVORO IN CAMBIO DI VOTI: A PROCESSO IL CONSIGLIERE CIMIOTTA. ECCO L'INTERVISTA

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Tempo di lettura 6 minuti L'osservatore d'Italia affronta la questione chiedendo i dettagli con una intervista al diretto interessato

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di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) –  A Marsala è scoppiata una bufera mediatica e politica, il Sindaco Alberto Di Girolamo, segretario comunale del PD, dovrebbe essere sentito in Commissione Antimafia in merito al caso  Cimiotta, consigliere comunale del PD di Marsala che sarebbe stato  rinviato a giudizio per voto di scambio. Intanto Cimiotta si è  autosospeso dal PD in seguito alla situazione che si è venuta a creare. L’inchiesta che avrebbe portato al rinvio a giudizio del consigliere è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dalla Guardia di Finanza della Procura di Marsala e  avrebbe fatto emergere  un fatto molto grave. Il giovane avvocato penalista , prima delle recenti elezioni amministrative, avrebbe promesso posti di lavoro nel bar dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala a due disoccupati, il tutto in cambio di voti. I voti in questioni sembra che li avrebbe chiesti per se e, sembra anche, per l’allora candidato Sindaco Alberto Di Girolamo. I fatti in questione avrebbero trovato riscontro nel racconto dei soggetti e in altri aspetti investigativi che hanno portato ad ulteriori riscontri oggettivi. Il Sindaco Alberto Di Girolamo non è stato indagato. A livelli di cronaca nazionale,  emerge inoltre un legame con la “Vivenda spa” (Roma), società vincitrice dell’appalto per il bar dell’ospedale. Cosa c’entra tale società? La “Vivenda” appartiene al gruppo “La Cascina”, emersa ai rigori della cronaca in seguito al commissariamento della rete delle società  da parte del Prefetto Gabrielli , poiché quattro dei manager sono coinvolti nella vicenda “Mafia Capitale”.
 
Questo è un frammento della nota di sospensione di Cimiotta: “Per ragioni di correttezza e rispetto del gruppo politico cui appartengo, mi sono determinato ad autosospendermi dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico, in attesa dell’esito del giudizio che con serenità affronterò. Considerata la classificazione del reato contestatemi tra quelli per i quali, dato il modesto indice di offensività, non è prevista dal nostro codice di rito l’udienza preliminare, sarà necessario ed imprescindibile la verifica dibattimentale, nel corso della quale, per la prima volta dall’inizio delle indagini, mi sarà consentita la difesa dinanzi ad un Giudice.
Sono assolutamente fiducioso nella giustizia e ritengo di poter provare in dibattimento la assoluta correttezza e trasparenza del mio operato nel corso della campagna elettorale”. Pd al Marsala è il nome di post scritto da Beppe Grillo sul suo blog in merito alla vicenda, ecco il testo integrale: “Davanti al giudice monocratico, dovrà difendersi dall’accusa di voto di scambio il consigliere comunale del Pd Vito Daniele Cimiotta. Per il giovane esponente politico marsalese la Procura ha, infatti, disposto la citazione diretta a giudizio.
Dalle indagini, svolte dalla sezione di pg della Guardia di Finanza della Procura, è venuto fuori che Cimiotta ( in foto), alla vigilia delle ultime elezioni amministrative, avrebbe promesso un posto di lavoro nel bar dell’ospedale di Marsala a due disoccupati in cambio di voti per se e anche per il candidato sindaco Alberto Di Girolamo.
Quest’ultimo, comunque, è risultato all’oscuro del contestato accordo e per questo non è stato indagato. Inoltre, nell’ambito dell’indagine su Cimiotta (presidente della Commissione consiliare “Bilancio e Finanze – Patrimonio e Contenzioso”) sarebbe anche emerso un singolare legame con la società “Vivenda spa” di Roma, che ha vinto l’appalto indetto dall’Asp per la gestione del bar/punto ristoro dell’ospedale di Marsala (per altro, per un certo periodo chiuso per “certificazione inizio attività incompleta”).
La “Vivenda”, infatti, fa parte del Gruppo “La Cascina” di Roma, venuto alla ribalta in quanto oggetto di un’interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Roma, Gabrielli, che ha deciso il commissariamento della rete di tali società cooperative in quanto quattro manager del Gruppo sono stati coinvolti nel secondo capitolo dell’indagine “Mafia Capitale”. Ma di tutto questo, probabilmente, Vito Cimiotta non sapeva nulla”.
 

Noi de L'Osservatore d'Italia anziché riportare i fatti col "copia e incolla" abbiamo voluto intervistare i diretti interessati. Questo sempre per mantenere quella netta distinzione tra chi opera con l'obiettivo di informare con la maiuscola e chi si allena a fare altro. 
 
– Consigliere Cimiotta, Lei è stato rinviato a giudizio per voti di scambio…

No, ecco, un attimo. Io voglio precisare questa cosa, mi è stato notificato un decreto di citazione diretta a giudizio e non si tratta del reato di voto di scambio, ma si tratta di Promessa Elettorale. Questo reato è previsto da un decreto del Presidente Della Repubblica, nello specifico art. 86 dpr n. 570 del 1960. E’ un reato che se ci fosse stata ancora la Pretura sarebbe stato giudicato dal Pretore perché è un reato considerato, rispetto ad altri reati, di scarsa offensività. Quindi non si tratta del voto di scambio previsto dal codice 416 Ter o quello che vogliono fare apparire, non c’è nessuna aggravante di tipo mafioso, si chiama Promessa Elettorale ed è tutto un altro reato. Ed è la promessa di un’utilità in cambio di un voto, alla fine un voto mi contestano.

– Come ha reagito quando le hanno notificato questa accusa?
 
-Quando mi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini non me l’aspettavo assolutamente, però poi coi passare dei giorni ho capito che si tratta di una macchinazione, mi sembra, molto politica più che giudiziaria messa in atto da qualcuno che voleva farmi fuori, perché è una fesseria. Questo soggetto al quale io avrei promesso il posto è un amico d’infanzia, quindi che bisogno avevo io di promettere un favore in cambio del voto ad un soggetto amico? 
 
– Si parla di due soggetti…oppure è uno il soggetto in questione?
 
Sono due, due amici d’infanzia, due frequentatori del mio comitato. Non avevo proprio nessun interesse, è una cosa proprio assurda. A me la cosa che da più fastidio è che stanno cercando di accomunarmi a fatti molto più gravi e con interferenze mafiose. 
 
– Come ha reagito il partito in merito alla vicenda che si è venuta a creare…

Il partito mi è stato sempre vicino, ma secondo un principio costituzionalmente  garantito che è quello della presunzione di innocenza. Ci sono tre gradi di giudizio, qui neanche è iniziato il processo e già qualcuno parla di dimissioni. Il partito mi è stato sin dall’inizio, dal momento della notifica di conclusione delle indagini fino a quello del decreto di citazione, mi è stato sempre molto vicino. Io mi sono autosospeso dal partito per evitare di mettere in imbarazzo un partito che mi era stato vicino, quindi allo stato attuale io faccio parte di un gruppo misto, non ho alcun contatto con il Partito Democratico. Malgrado ciò loro mi sono vicini e continuano a difendermi.  
 
– La decisione di autosospendersi come è maturata…
 
Io mi son detto: nel momento in cui mi viene notificato e se mi viene notificato la citazione in giudizio mi autosospendo così il partito non si trova in difficoltà. 
 
– Il Sindaco verrà sentito in Commissione Antimafia in merito alla questione…
 
Questo non credo, questa è una notizia secondo me errata. E’ stato il senatore, credo, del Movimento Cinque Stelle a chiedere alla Commissione Antimafia di escutere tutti i sindaci che hanno delle criticità all’interno della propria maggioranza. Tra questi loro ritengono che ci sia anche il Sindaco Di Girolamo, se sarà sentito e se questa è la volontà di sentirlo andrà la a dire che qua di mafia non se ne parla, quindi figuriamoci.
 
– E’ stato fatto anche il paragone con Quarto…

Altra assurdità, ho sentito anche qualche esponente di Movimento Cinque Stelle paragonare la mia situazione a quella di Quarto dove effettivamente ci sono delle intercettazioni, c’è un’interferenza della camorra, ora io non so nello specifico ma so che quelli sono fatti in cui c’è l’interferenza di un’organizzazione mafiosa, qui si tratta di fatti e di reati come le ho spiegato, completamente diversi, che non hanno a che vedere l’uno con l’altro. Molti giornali hanno scritto che la procura ha voluto saltare l’udienza preliminare e andare direttamente al giudizio, ma non è così. Per questo reato non è nemmeno prevista l’udienza preliminare, non è prevista perché non c’è nemmeno un controllo delle indagini tanto è poco offensivo considerato. Reati che passano dall’udienza preliminare sono quelli più gravi, quelli che non passano dall’udienza preliminare sono reati meno gravi quindi la mia vicenda con quella di Quarto non c’entra nulla. Ognuno poi può chiedere quello che vuole, il Movimento Cinque Stelle può chiedere le dimissioni, ma io non ho nessuna intenzione di dimettermi perché c’è un principio di garanzia costituzionale che fino al terzo grado di giudizio siamo tutti innocenti, quindi se dobbiamo rispettare la costituzione come dicono loro la rispettiamo in tutti i casi, giusto? Ne stanno facendo più che altro una lotta politica tra PD e Movimento Cinque Stelle, ma io dal PD mi sono autosospeso. 
 
– Come pensa si concluderà questa vicenda?

Io sono assolutamente tranquillo, sereno, so perfettamente che è qualcosa che si risolverà, non dico nel più breve tempo possibile perché i tempi del giudizio sono quelli che sono dovrò aspettare, ma sono tranquillo e fiducioso nella magistratura, anche da Avvocato non potrei fare altrimenti e sono sicuro nell’assoluzione piena perché il fatto non esiste, ne sono convinto.


Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

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“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

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