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Hogwarts Legacy, un’avventura magica nel mondo di Harry Potter

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Hogwarts Legacy è il videogioco action Rpg ambientato nel mondo di Harry Potter. Sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment, il titolo è stato distribuito per Pc, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. Inoltre sarà disponibile per PlayStation 4 e Xbox One non prima del 4 aprile 2023 e per Nintendo Switch il 25 luglio 2023. Hogwarts Legacy è un viaggio che porta i giocatori a conoscere i luoghi iconici, le persone e le creature magiche che finora hanno potuto immaginare solo attraverso gli scritti di J.K. Rowling e alla saga cinematografica di Harry Potter. La storia si sviluppa verso la fine del 1800 in Inghilterra, non è ancora scoppiata la guerra tra maghi e babbani, ma un’altra minaccia sta scuotendo il mondo magico: i Goblin. Una rivolta infatti serpeggia fra questa razza, e Ranrok, il capo dei goblin ribelli, il quale sta complottando con alcuni maghi oscuri umani per conquistare un nuovo potere. Questa è la premessa con la quale hanno inizio gli eventi di Hogwarts Legacy. Il gioco molto probabilmente, è bene sottolineare, non farà parte del canone ufficiale del Wizarding World, questo perché l’autrice delle opere non è stata in alcun modo coinvolta nella scrittura e nello sviluppo del gioco. I riferimenti alla saga principale, infatti, sono pochi e più che altro suggeriti piuttosto che espliciti e chiari. E rispetto ai giochi passati, che sono sempre più o meno stati legati a un capitolo del franchise cinematografico (eccezion fatta per il gioco dedicato al Quidditch), Hogwarts Legacy espande finalmente l’esperienza a 360 gradi permettendo di far immergere i giocatori in profondità nel mondo magico. Oltre alla quest principale, della quale non racconteremo nient’altro per evitare ogni tipo di spoiler, sono presenti tutta una serie di attività sia secondarie che centrali allo sviluppo della stessa.

Ma andiamo con ordine: una volta avviato il gioco per la prima volta, sarà necessario creare il proprio alter ego virtuale. Sono presenti una buona varietà di modelli base e quindi si può partire da un personaggio predefinito creato con caratteristiche standard per poi modificare diverse caratteristiche come la forma del viso, il colore dei capelli, degli occhi e della pelle, eventuali cicatrici, lentiggini e nei. La personalizzazione però si ferma al volto del personaggio, mentre la corporatura resta la stessa. Ci sono anche due tipi di voce, maschile e femminile, ulteriormente personalizzabili in quattro tonalità per ciascuna tipologia. Al termine della creazione del proprio aspirante mago o strega e dopo un’introduzione che funge da tutorial molto cinematografica di un’oretta circa, si giunge finalmente al castello di Hogwarts. Si tratta di una riproduzione estremamente convincente e ricreata con dovizia di particolari, al limite della perfezione. Il mondo è vivo, pullulante di interazioni e di persone, inoltre il dettaglio grafico che permette di vivere questa esperienza è davvero a livelli altissimi, con ben tre modalità su Xbox Series X (Qualità, Qualità con Ray Tracing e Performance) e due su Xbox Series S (Qualità e Performance). A completare il quadro è presente un doppiaggio italiano completo di lip sync e una colonna sonora musicale degna dei lungometraggi cinematografici. Appena giunti al castello ci sarà il famoso rito del cappello parlante che, dopo qualche domanda di rito, permette la scelta della casata di riferimento: Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso. La scelta viene fatta dal cappello dopo che si risponde ad alcune sue domande, ma può comunque essere modificata dal giocatore ed è comunque una scelta indifferente ai fini dello svolgimento della trama principale. Secondo elemento iconico della saga di Harry Potter e ovviamente presente anche in Hogwarts Legacy è la bacchetta magica, reperibile dopo qualche ulteriore ora di gioco da Olivander a Hogsmeade, il villaggio accanto a Hogwarts dove è possibile inoltre trovare tutti i negozi che riforniscono il proprio personaggio nel corso dell’avventura. Qui è possibile trovare negozi di pozioni, di erbe, di piante, di vestiti e via dicendo, oltre a tutta una serie di quest secondarie. E’ bene sottolineare che bisogna prestare attenzione al fatto che bacchetta e casata non saranno più modificabili nel corso di tutto il gioco una volta scelte, perciò prima di confermare entrambe le cose è bene essere sicuri al cento per cento della scelta fatta. In realtà la bacchetta sarà ancora personalizzabile, ma solo a livello cosmetico attraverso le varianti dell’impugnatura che è possibile trovare sparse nei vari bauli o completando alcune missioni secondarie. Essendo Hogwarts legacy un titolo ambientato nell’universo magico di Harry Potter, è ovviamente possibile prendere parte alle lezioni delle varie materie presenti nella saga. Astronomia, Erbologia, Pozioni, Difesa contro le Arti Oscure, Divinazione, Trasfigurazione, Incantesimi e Creature Magiche sono i corsi disponibili, tutti fruibili attraverso a una serie di missioni più o meno obbligatorie al fine di sviluppare il personaggio per permettergli di proseguire nella storia. Sono presenti tre livelli di difficoltà (Facile, Normale e Difficile) più un livello “Storia” che permette di scorrere senza problemi a chi è interessato solo a vivere un’esperienza senza grattacapi nel Mondo Magico. In Hogwarts Legacy è anche possibile apprendere tutti i principali incantesimi della saga di Harry Potter e sono utilizzabili anche le tre maledizioni senza perdono (Crucio, Imperio e la famosissima Avada Kedavra) che si sbloccheranno nel corso del gioco, seguendo le quest secondarie di un determinato personaggio di cui non riveleremo l’identità per non rovinare l’esperienza di gioco a chi ci legge.

La mappa di gioco offerta da Hogwarts Legacy è di dimensioni davvero enormi ed esplorarle a piedi è davvero un’avventura, proprio per questo sarà possibile utilizzare la ben nota scopa volante o cavalcare bestie mitiche. All’interno del castello e tutt’intorno ci sono un gran numero di attività da svolgere, che aiutano a rilassarsi tra una lezione e l’altra. Ci sono le prove di Merlino, che null’altro sono che piccoli puzzle da risolvere con in premio un po’ di esperienza, è possibile vagare alla ricerca dei Fulcri di Magia Antica, anch’essi che, alla stregua di collezionabili, offrono qualche puzzle e una manciata di punti esperienza. E’ possibile (e consigliato se si vuole superare al meglio il G.U.F.O.) raccogliere le pagine della Guida Pratica, oppure scovare e utilizzare i Tavoli di Astronomia, o ancora improvvisarsi cacciatori di taglie uccidendo i Nemici Famigerati. E questi sono solo esempi, ci sono poi altre attività secondarie che non elencheremo per non rovinare l’esperienza, ma è bene tener conto che di cose da fare ce ne sono davvero tantissime. L’attività principale extrascolastica è però la cattura degli animali. A un certo punto viene sbloccata la Stanza delle Necessità, all’interno della quale è possibile svolgere tutta una serie di compiti. E’ possibile infatti creare i tavoli di Pozioni e di Erbologia, con il primo che agevola la produzione di pozioni utilizzando le erbe e gli ingredienti raccolti in giro per il mondo, e il secondo che permette di coltivare le piante magiche attraverso i semi comprati nei negozi in giro per la mappa del mondo. Dopo qualche altra ora di gioco, all’interno della stanza delle necessità è possibile utilizzare la serra degli animali, un luogo in cui mettere a ricovero gli animali fantastici catturati durante l’esplorazione della mappa. Sono presenti infatti alcune aree contrassegnate da un’icona a forma di orma, in ognuna delle quali è possibile trovare una specie particolare di animale fantastico che può essere catturato con gli incantesimi e un’apposita borsa molto simile alla valigetta utilizzata da Newt Scamander nella saga di Animali Fantastici. Una volta catturati, gli animali possono essere portati all’interno della serra e liberati, oppure venduti in un negozio a Hogsmeade. Dopo essere stati accuditi a dovere, rilasceranno ognuno un ingrediente che può essere utilizzato per migliorare e potenziare il vestiario. Più avanti potranno anche essere fatti riprodurre fra loro, a patto di averne una coppia di sesso opposto. Trattandosi di un action Rpg ovviamente anche gli abiti che il proprio mago o strega indossa rappresenta una componente molto importante e funge da armatura e potenziamento per gli attacchi oltre che da orpello cosmetico per vantarsi con i propri amici e compagni di corso. Fortunatamente è possibile variare lo stile estetico dell’abbigliamento attraverso la pressione del tasto X, quindi anche se realmente si hanno indosso degli abiti esteticamente non in linea col proprio stile ma con caratteristiche utili è possibile utilizzare le “skin” di altri indumenti più belli da vedere ma a patto di averli già sbloccati. Ovviamente anche se si cancella un particolare indumento dalla propria lista la sua “skin” sarà disponibile per essere selezionata e utilizzata a livello visivo, ricordiamo però che non c’è alcun beneficio tangibile oltre a quello estetico. La stanza delle necessità è poi completamente personalizzabile negli stili e nei colori, basta rivolgersi a Tik, l’elfo domestico che funge da custode e da aiutante all’interno della stessa. Come accennavamo qualche riga più in alto, viste le dimensioni della mappa molto generose, circa 7.5 km quadrati, i modi per spostarsi in questo vasto mondo aperto sono diverso. A un certo punto si ha anche la possibilità di cavalcare un Ippogrifo o un Thestral per volare liberi nei cieli, oppure un enorme Graphorn per muoversi cavalcando a terra. E’ possibile anche cavalcare il classico manico di scopa, anch’esso personalizzabile con potenziamenti e skin cosmetiche, ma manca la possibilità di usarla per giocare a Quidditch. Sin dai primi minuti successivi all’arrivo al castello, infatti, il preside Black informa gli studenti che a causa di un non meglio precisato inconveniente il campionato di Quidditch per quest’anno è annullato. Voci di corridoio dicono che presto lo sport ufficiale dei maghi però potrebbe arrivare sotto forma di contenuto extra a pagamento, ma per adesso non c’è nulla di certo.

In Hogwarts Legacy più di una volta bisognerà impugnare la bacchetta magica e intraprendere combattimenti a colpi di incantesimi, quindi il combat system ha un ruolo fondamentale. In base al momento, infatti, potrebbero capitare nemici di diverso tipo e con altrettante magie, scudi o approcci, tutti desiderosi di uccidere il giocatore. Ovviamente parliamo di avversari che non aspetteranno il loro turno per attaccare, lo faranno appena possibile, perciò è necessario essere rapidi a lanciare un “Protego” oppure schivare qualora si tratti di magie impossibili da deviare. Oltre a quanto detto, durante i combattimenti, è possibile usare alcuni elementi sparsi in giro per degli attacchi ambientali che di norma infliggono più danno di qualunque altro incantesimo. Infine c’è l’antica magia, che si può definire come la mossa speciale: si può utilizzare solo una volta riempito il relativo indicatore e in genere uccide qualunque nemico sul colpo, ma tale risultato non vale per i boss, i troll o altri nemici molto resistenti. Ogni scontro si trasforma quindi in un tripudio di Protego, Accio, Incendio, Bombarda, Levioso, Arresto Momentum, Confringo eccetera eccetera, in base alla propria strategia o alle necessità dovute agli incantesimi di volta in volta disponibili. Tramite l’albero dei talenti si possono sbloccare ulteriori slot personalizzabili da quattro magie per creare dei set ad hoc ed essere sempre pronti a qualsiasi battaglia. Sono combattimenti dinamici, quelli di Hogwarts Legacy, dove tutto è concesso e tutto può succedere, ma sono anche stati programmati affinché non siano la soluzione unica al progresso del proprio alter ego virtuale, anzi per arrivare al cap sarà necessario affrontare molte delle attività proposte. Lottare non conferisce molti punti esperienza, che invece si ottengono in quantità maggiore completando sfide o missioni: gli sviluppatori hanno voluto assicurarsi di non incappare nella trappola del grinding e hanno demandato la progressione all’esplorazione. Tutto ciò non significa che non si può salire di livello a piacimento, bensì che richiede molto tempo. Dopo quaranta ore nel nostro caso non avevamo ancora raggiunto il cap e fino ad allora avevamo portato a termine quasi ogni sfida e missione secondaria a disposizione, accanto a quelle di storia. L’esperienza è ben dosata nella sua distribuzione ma, soprattutto, salire di livello non influenza direttamente alcuna statistica al di fuori della salute che viene incrementata di volta in volta. Nonostante il titolo abbia una grafica molto bella da vedere, Hogwarts Legacy non è un gioco che punta solo sul fattore visivo né pone l’accento solo ed esclusivamente sul lato tecnico, ma purtroppo per poter godere pienamente di una fluidità di gioco che rende l’esperienza davvero gradevole è necessario scegliere l’impostazione prestazioni e quindi giocare con un dettaglio estetico meno bello ma comunque decoroso. Si notano i compromessi ai quali si è dovuti scendere affinché il gioco giri anche su console old-gen tuttavia, ci teniamo a ribadirlo, il fulcro del gioco per una precisa scelta è il gameplay e non le finiture tecniche , fermo restando che l’impatto visivo è davvero notevole e solo un occhio molto attento potrebbe notare le sopracitate imperfezioni. Parlando dell’interfaccia, invece, possiamo dire che si sarebbe potuto fare un poco di più soprattutto lato equipaggiamento. In generale il menu è facilmente navigabile, la mappa di Hogwarts è disponibile solo in tre dimensioni e non ci sono planimetrie dei singoli piani. Data l’esiguità di spazi nella sezione equipaggiamento, e la facilità con cui si riempiono, non sarebbe stato male avere modo di raggruppare gli oggetti e scartarli tutti assieme. Tirando le somme, Hogwarts Legacy nonostante la sua natura single player e i difettucci sopracitati resta comunque un vero e proprio capolavoro. Un’opera mastodontica che è una vera e propria dichiarazione d’amore per i fan dell’universo di Harry Potter, ma anche un gioco incredibile per chi non ha mai visto un film o letto una riga del mondo inventato da J.K. Rowling. Avalanche Software ha creato, seppur con qualche imperfezione qua e là, il giusto equilibrio tra storia e gameplay, valorizzando l’interazione con il mondo di gioco. L’esplorazione premia molto più di quanto non faccia la forza bruta e questo è un bene perché l’enorme mappa di gioco ha moltissimo da offrire e ogni volta che si scopre un’area c’è sempre una sorpresa nascosta. Insomma, Hogwarts Legacy è un titolo da avere assolutamente, destinato a diventare un punto di riferimento per le produzione future.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 10

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Sand Land. Il videogame ispirato all’opera di Akira Toriyama

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Sand Land è un classico action-RPG in terza persona ispirato al manga del maestro Akira Toriyama, autore di fumetti del calibro di Dragon Ball e Arale, scomparso purtroppo recentemente. Il titolo, disponibile su PC e sulle piattaforme di vecchia e nuova generazione di Microsoft e Sony, è ambientato nel mondo di Sand Land, che come suggerisce il nome è una sconfinata landa desertica devastata da una lontana guerra fra esseri umani e una razza umanoide che ormai si crede estinta. Ed è proprio all’inizio del gioco che Rao, uno sceriffo umano con un passato misterioso, si reca alla città dei demoni in cerca di aiuto per un compito davvero speciale, ovvero: trovare la Sorgente Leggendaria e riportare l’acqua in questo mondo. Tale impresa se portata a termine farebbe nel contempo cadere l’egemonia del Re, arricchitosi vendendo l’acqua alla popolazione assetata. Alla richiesta disperata dell’uomo rispondono due demoni: Beelzebub e Thief, che si uniscono alla carovana. Sono proprio loro i tre protagonisti di Sand Land, in particolare lo è Beelzebub che è il personaggio bisognerà controllare. Nella seconda parte dell’avventura si unirà poi attivamente anche Ann, una ragazza alla ricerca dei suoi familiari. Come dicevamo qualchje riga più in alto, Sand Land è un action in terza persona con alcuni elementi RPG come ad esempio il sistema di livelli e di progressione dei personaggi. I comandi sono i classici: attacco potente, attacco debole, schivata, salto e una mossa speciale in grado di causare un grande ammontare di danni ma che ha bisogno di essere caricata attraverso un’apposita barra che si riempie mettendo a segno colpi o utilizzando un particolare bonus acquistabile dai venditori. Il sistema di progressione è quindi abbastanza classico ed è basato sui punti esperienza: ogni livello raggiunto permette di acquistare un perk nell’albero delle skill. I perk più potenti richiedono la spesa di più di uno skill point. In Sand Land è chiaro fin da subito che i veicoli e le loro personalizzazioni ricoprono un luogo centrale all’interno del gioco. Nel titolo il mondo di gioco è vasto e piuttosto monocolore, quindi spostarsi unicamente a piedi avrebbe fatto rapidamente annoiare anche il giocatore più navigato. Esiste comunque un sistema di viaggio rapido che permette di raggiungere istantaneamente tutti i luoghi già visitati, con tantissimi e punti di “teletrasporto”. Tuttavia, nonostante ciò, i veicoli rappresentano il modo principale con cui ci si sposta per brevi distanze e si combatte contro i nemici. Il tank è il primo mezzo che è possibile ottenere, e fino alla seconda parte del gioco è anche il veicolo più potente e manovrabile fra tutti. In seguito, si può sbloccare il Salta-Bot, una sorta di Metal Gear che permette di saltare e raggiungere piattaforme molto in alto; l’automobile e la moto, ma anche l’hovercraft e la potente armatura da battaglia. Tutti i mezzi possono poi essere personalizzati profondamente, dal cambio di colore, possibile attraverso un venditore apposito più avanti nel gioco, alla modifica dei vari componenti per aumentarne la potenza o la velocità o la difesa. I componenti possono essere trovati come loot del gioco sconfiggendo i nemici, oppure possono essere creati attraverso i materiali ottenuti dalle casse posizionate in tutto il mondo di gioco.

Un altro elemento cardine di Sand Land è rappresentato dalla città di Spino, legata a doppio filo con lo svolgimento della trama. Essa infatti funge da quartier generale per il party. Il centro all’inizio è ridotto a poco più di un cumulo di macerie e si sviluppa nel corso del gioco man mano che vengono completate le quest secondarie. Attraverso queste missioni è possibile, infatti, recuperare vari personaggi che diventeranno i nuovi abitanti della città e apriranno nuove botteghe che incrementano i servizi disponibili. In questo modo è possibile acquistare tutto quanto serve per portare a termine il gioco senza cercarlo nelle città-discarica sparse qua e là. Le missioni secondarie legate a Spino però non sono l’unica cosa che è possibile fare nel mondo di Sand Land. Esistono infatti missioni casuali che si incontrano durante un viaggio a piedi/con un veicolo e possono essere ad esempio il salvataggio di un venditore braccato dai predoni o dai raptor. Sono presenti un gran numero di caverne del tesoro da scoprire e razziare, e alcune strutture speciali come rovine o discariche che contengono i pezzi più potenti per potenziare i veicoli. Nelle rovine, razziando i bauli disseminati al loro interno, si possono recuperare le monete d’oro antiche che possono essere scambiate con il gatto Lassi per ottenere le mappe con la posizione di tutti gli scrigni del tesoro. Menzione d’onore, infine, va fatta ai comparti video e audio di Sand Land. In particolar modo il primo: il gioco è in cel shading come da tradizione dei giochi tratti da anime/manga. In Sand Land però raggiunge un grado di pulizia e di dettaglio che raramente si può ammirare in altre produzioni simili. Il gioco è al 99% in terza persona con visuale alle spalle dall’alto, ma in alcune sezioni di un paio di dungeon, la visuale passa a scorrimento laterale in stile platform. Anche il comparto audio è molto curato, con musiche avvincenti e che ben si adattano alla situazione che intendono accompagnare. L’amore che il team ha riversato nei confronti delle tavole originali di Sand Land è percepibile anche nell’ottima cura delle scenografie: in alcuni frangenti, certi scorci paesaggistici ricordano moltissimo le spigolosissime composizioni rocciose che il buon Toriyama amava disegnare. Il gioco si può infine completare in una trentina di ore circa, senza andare eccessivamente veloce. Il gioco è integralmente doppiato in inglese o giapponese, con sottotitoli in italiano. Tirando le somme, Sand Land è un adattamento videoludico che esprime tantissimo affetto nei confronti dell’opera da cui è tratto. Una gestione divertente e variegata dell’arsenale di veicoli e un cast di personaggi carismatici fanno da contraltare ad un open world un po’ scialbo (a causa della natura del mondo) e a un combat system piuttosto farraginoso. Per tutto il resto c’è la nostalgia a fare da padrona, in un’avventura rivolta principalmente ai fan dell’adorabile Beelzebub. A nostro avviso sia che si sia amanti dell’opera, sia che si sia fan del maestro Toriyama, Sand Land è un titolo che merita di essere giocato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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WhatsApp si rifà il look e aggiorna le sue funzioni

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WhatsApp ha annunciato il rilascio di un aggiornamento che introduce un design rinnovato per l’app iOS e Android. Gli utenti raggiunti dall’update potranno notare una nuova tavolozza di colori e altre modifiche che rendono più fluida l’esperienza di utilizzo su entrambe le piattaforme. “Nel corso degli anni, ci siamo principalmente dedicati all’integrazione di nuovi strumenti all’interno dell’applicazione” spiega Meta in una nota ufficiale. “Con la costante espansione delle funzionalità, abbiamo sentito la necessità di far evolvere anche il design. Il nostro obiettivo era rendere il prodotto più fresco e moderno, senza però stravolgere la sua funzionalità principale”. Con l’aggiornamento, WhatsApp adotta il colore verde come tonalità principale in tutte le applicazioni. Dopo aver esaminato oltre 35 varianti di colore, gli sviluppatori hanno deciso di aderire al verde iconico di WhatsApp, creando una palette che consenta di ottenere abbinamenti cromatici in tutta l’app. Di conseguenza, elementi come badge di avviso e pulsanti di notifica appariranno solo in verde. Su Android, la barra delle schede è stata spostata nella parte inferiore dello schermo, rendendo WhatsApp più simile alla versione per iPhone. Proprio qui, viene introdotta una nuova area per gli allegati, con una visione più chiara delle opzioni disponibili durante l’invio di file. Per la modalità oscura, WhatsApp afferma di aver modificato i colori per fornire un contrasto più elevato e toni atti a “ridurre l’affaticamento degli occhi in ambienti con scarsa illuminazione”. L’app ha anche ricevuto nuove animazioni e sfondi per la chat. Sarà inoltre possibile selezionare i filtri per i messaggi non letti e per i gruppi con un semplice tocco, per recuperare le chat singole e di gruppo preferite.

F.P.L.

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TopSpin 2K25, il tennis videogiocato non è mai stato così realistico

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Con TopSpin 2K25, 2K e Hangar 13 resuscitano quello che è ricordato come il miglior gioco di tennis di tutti i tempi e lo fanno portando su PC e sulle console di nuova generazione un titolo solido, divertente e assolutamente godibile da tutti. Sono passati 11 anni dall’uscita di Top Spin 4 su Xbox 360, un titolo incoronato dagli appassionati come il miglior gioco di tennis mai reso disponibile per una console casalinga e, tra l’altro, mai reso retrocompatibile sulle successive generazioni. In principio fu PAM Entertainment a portare il primo Top Spin sulla grande Xbox nera, e siamo ormai nel quasi “preistorico” 2003. Nonostante il tennis sia uno degli sport più seguiti e ricchi al mondo e, sostanzialmente, il progenitore di tutti i videogiochi moderni ha sempre peccato di una certa continuità in campo videoludico. Serie storiche come Virtua Tennis sono ferme da anni, mentre le produzioni più recenti non sono mai riuscite a rispondere appieno alle aspettative degli appassionati. Alla luce di ciò, è naturale che le speranze dei fan fossero tutte riposte su questo TopSpin 2K25 e fortunatamente possiamo dire che questa volta finalmente è stato fatto centro. Dove TopSpin il titolo brilla è senza dubbio sotto il profilo del gameplay. Lo studio a cui 2K Sports ha affidato il nuovo gioco è ripartito dalle ottime basi di Top Spin 4 e ha provato ad affinare quello che non funzionava nel 2011, spolverando sul tutto un pizzico di ottava e nona generazione. Il risultato è un gioco di tennis facile da imparare, soprattutto da chi ha già esperienza, ma difficile da padroneggiare, visto che contro avversari umani o ai livelli più alti dell’intelligenza artificiale sarà fondamentale non solo conoscere bene le dinamiche di questo sport, ma anche azzeccare tutti i colpi per non essere puniti. Il tempismo, infatti, è la chiave principale dell’esperienza. Colpendo bene o perfettamente la palla, infatti, non solo si diventa più potenti e precisi o, meglio, si possono sfruttare pienamente le potenzialità del proprio tennista, ma si può fare in modo che l’effetto della palla sia quello desiderato. Le risposte scarse, infatti, solitamente rimbalzano in posizione centrale e sono piuttosto alte, due elementi che potrebbero dare all’avversario il tempo per colpire con forza e precisione. Ma non è tutto, infatti in TopSpin 2K25 caricando il movimento e rilasciando il tasto al momento giusto si va a intaccare la resistenza degli avversari. Per evitare gli interminabili scambi che era possibile avere in Top Spin 4, Hangar 13 ha pensato a questo sistema per forzare gli errori: rispondere alle cannonate provenienti dall’altra metà del campo costa fatica e, una volta consumata la resistenza, si alza drasticamente la percentuale di errore. A questo punto concorrono diversi fattori, come la resistenza dell’atleta prescelto o la capacità di indovinare sempre il giusto tempismo, aggiungendo ulteriore tensione a questi frangenti o agli ultimi game di un quinto set a Wimbledon. Interessante anche la differenziazione tra colpo caricato e colpo normale, con il primo che consuma energia, mentre il secondo perde un po’ in efficacia, il fatto che ci si possa posizionare per effettuare un colpo aperto o i tre metodi per la battuta: semplice, caricato o con la leva analogica. Insomma, il gameplay di TopSpin 2K25 è davvero molto profondo.

Una volta lanciato TopSpin 2K25 si nota immediatamente l’esperienza del gruppo 2K Sports in questo genere di videogames. I menù sono chiari e leggibili, l’accompagnamento sonoro di qualità e la struttura è quella classica, tra modalità per giocatore singolo e quelle online. Il pezzo pregiato della modalità in solitaria è senza dubbio MyPlayer, la classica carriera nella quale si crea nei dettagli un alter ego digitale e lo si porta dall’essere un perfetto sconosciuto del circuito maschile o femminile al battagliare contro i più forti al mondo. La progressione è piuttosto semplice, dato che è divisa a tappe, ognuna scandita da tre eventi: un allenamento, un’esibizione e un torneo. Il primo consente di guadagnare un buon quantitativo di esperienza, in modo da salire di livello più velocemente e incrementare le qualità fisiche e tecniche del nostro tennista. Selezionando l’esibizione si possono sperimentare delle stipule piuttosto originali con le quali sbloccare nuovi oggetti per personalizzare l’aspetto estetico del nostro alter ego. Infine il torneo consente di migliorare il posizionamento ATP (o WTA), fondamentale per andare a vincere i trofei più prestigiosi come i quattro Slam presenti o i tanti altri tornei ufficiali sotto licenza. A rallentare questa scalata però, c’è la stanchezza, che va sempre tenuta sotto controllo, non solo perché farà scendere in campo il proprio atleta con meno energie, ma aumenterà il rischio di incorrere in un infortunio, costringendo il giocatore ad un riposo forzato o a scendere in campo con valori decurtati. E poi? Tutto qui, si gioca, si cresce, si rigioca fino a raggiungere il tetto del mondo. In TopSpin 2K25 sono presenti anche altre modalità per giocatore singolo, esistono infatti la classica Esibizione o le sfide del pass stagionale, ovvero il modo per sbloccare ulteriori e sempre nuovi oggetti estetici e oggetti di varia natura che saranno aggiornati con passare del tempo. Tutto quello che bisogna fare per ottenere tali ricompense è affrontare partite tematiche, spesso ispirate allo slam del momento, con stipule varie e originali. Collegandosi online, inoltre, si possono affrontare una modalità torneo nella quale partecipare col proprio MyPlayer, non classificate e classificate. Queste ultime hanno una struttura particolare, dato che mettono in evidenza 4 tennisti e chiedono di portare a termine compiti particolari per ottenere punti esperienza extra. Anche in questo caso tutto funziona bene, durante la nostra prova non abbiamo avuto problemi di connessione di sorta e l’esperienza è stata piacevole. Il titolo, insomma è quasi perfetto, diciamo quasi perché quello che manca in TopSpin 2K25 ha un suo peso. Innanzitutto si nota l’assenza di quasi tutti i top 10 attuali, sia dalla parte maschile che da quella femminile. È vero che le licenze non sono tutto, ma affrontare in una finale Sinner o Djokovic è diverso che trovare Taylor Fritz. Ottima, invece, la scelta di leggende, dalla Williams a Federer, passando dalla Sharapova a Sampras; è un peccato che non ci siano scenari o modalità che sfruttino questi nomi per dare modo di rivivere le loro partite più iconiche. Il vero tallone d’Achille della produzione però è il comparto grafico. Con un’inquadratura televisiva TopSpin 2K25 è anche piacevole da vedere, non fosse per qualche animazione un po’ legnosa, un parco movimenti non vastissimo o la pallina che non tiene conto del corpo dei tennisti. Quando ci sono i primi piani, però, si passa dai volti bruttini e spigolosi dei tennisti, agli spettatori, posticci come quelli dei giochi di 4-5 anni fa. La natura cross-gen del progetto si fa sentire, ma anche in questo caso dopo 10 anni si poteva fare di più. Tirando le somme, possiamo dire che con TopSpin 2K25 tutti gli amanti del tennis potranno finalmente mettere le mani a un titolo che rende onore al tennis. Gli sviluppatori hanno migliorato sensibilmente il sistema di gioco, approfondendo ulteriormente gli aspetti di gameplay cruciali e riportando la serie sul trono che gli spetta di diritto. Un gameplay di primissimo livello, un realismo senza rivali e modalità di gioco decisamente funzionali spiccano su tutto, relegando in secondo piano le poche note negative.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8,5

Gameplay:8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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