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Dolcetto o scherzetto? Tra zucche e decorazioni spaventose arriva la notte di Halloween

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Bambini, giovani e anche gli adulti si travestono in costumi spaventosi o fantasiosi, gironzolano per le strade e bussano alle porte delle case vicine…

La tradizione di Halloween in Italia è un fenomeno relativamente recente, ma sta guadagnando popolarità tra i giovani e le famiglie italiane.

Questa festa di origine celtica, che si celebra il 31 ottobre, ha radici antiche legate all’idea di onorare i morti e respingere gli spiriti maligni. Mentre l’origine di Halloween è irlandese, scozzese e britannica, l’adozione di questa tradizione in Italia è stata influenzata dalla cultura popolare americana e dalle serie televisive e i film che hanno reso Halloween famoso in tutto il mondo.

Uno degli elementi chiave di Halloween è la tradizione di intagliare le zucche, un’usanza che ha iniziato a diffondersi in Italia. Le zucche vengono svuotate e intagliate con volti spaventosi, trasformate in lanterne e posizionate fuori dalle case per creare un’atmosfera spettrale. Questa pratica è spesso accompagnata da feste a tema, dove i partecipanti si travestono da streghe, fantasmi, vampiri e altri personaggi dell’orrore.

Un altro elemento importante di Halloween è il dolcetto o scherzetto, una tradizione in cui i bambini bussano alle porte delle case chiedendo dolcetti. Se non vengono accontentati, possono giocare piccoli scherzi. Anche questa usanza sta diventando sempre più popolare in Italia, specialmente tra i più giovani.

Le decorazioni spaventose, come ragnatele finte, teschi, scheletri e fantasmi, adornano sempre di più le case e le vetrine dei negozi italiani durante il periodo di Halloween. Molti negozi offrono costumi e accessori a tema, contribuendo a diffondere la cultura di Halloween nel paese.

Un aspetto importante da considerare è che, mentre Halloween è sempre più apprezzato in Italia, le tradizioni locali di Ognissanti (1 novembre) e il Giorno dei Morti (2 novembre) sono profondamente radicate nella cultura italiana. Durante questi giorni, le persone visitano i cimiteri per onorare i propri defunti e adornano le tombe con fiori e lumini. Queste festività sono più sacre e riflessive rispetto alla spensieratezza di Halloween.

In breve, la tradizione di Halloween in Italia è in crescita, ma coesiste con le festività tradizionali di Ognissanti e il Giorno dei Morti. Questo dimostra la capacità della cultura italiana di abbracciare nuove influenze, pur mantenendo le sue radici e tradizioni secolari. Halloween offre una scusa divertente per i giovani italiani di festeggiare e divertirsi, ma è anche importante non dimenticare le festività più profonde e significative che fanno parte del patrimonio culturale italiano.

Dolcetto o Scherzetto: l’intrigante tradizione di Halloween

Il 31 ottobre, in molti paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti, il Regno Unito e sempre più frequentemente in Italia, c’è una notte in cui i bambini, i giovani e anche gli adulti si travestono in costumi spaventosi o fantasiosi, gironzolano per le strade e bussano alle porte delle case vicine. La richiesta è sempre la stessa: “Dolcetto o scherzetto?” Questa tradizione, conosciuta come “Trick or Treat” in inglese, è un aspetto iconico delle celebrazioni di Halloween ed è ampiamente praticata da generazioni di festaioli.

L’origine di Dolcetto o Scherzetto

L’origine di “Dolcetto o Scherzetto” è un po’ oscura, ma risale a antiche radici celtiche e europee. Inizialmente, la notte di Halloween era considerata una sorta di “zona grigia” tra il mondo dei vivi e dei morti, quando gli spiriti avevano il permesso di vagare sulla Terra. Per tenere lontani gli spiriti malvagi, le persone si travestivano in creature spaventose e si nascondevano dietro maschere.

La tradizione di chiedere cibo o regali durante Halloween ha origine in una pratica chiamata “souling” (dall’inglese “soul,” che significa anima). Nell’Inghilterra medievale, i poveri andavano di casa in casa chiedendo “soul cakes” (dolci speciali), promettendo in cambio di pregare per le anime dei defunti dei donatori. Questo è un chiaro precursore dell’attuale “Dolcetto o Scherzetto.”

Come funziona Dolcetto o Scherzetto

La tradizione di “Dolcetto o Scherzetto” è semplice ma divertente. I partecipanti, di solito bambini o giovani, si travestono con costumi fantasiosi, spaventosi o comici e portano con sé una sacca o una calza per raccogliere i dolcetti. Si dirigono verso le case dei vicini o dei quartieri, bussano alla porta e recitano la famosa domanda: “Dolcetto o Scherzetto?”

Se il proprietario della casa è ben disposto, offre dolcetti o caramelle come dono. Tuttavia, se la richiesta di “Dolcetto o Scherzetto” non viene soddisfatta, i piccoli festeggiatori possono giocare uno scherzo di bassa intensità, come spaventare con un rumore improvviso o fare uno scherzo innocuo.

Il ruolo di Dolcetto o Scherzetto nelle celebrazioni di Halloween

“Dolcetto o Scherzetto” è uno degli aspetti più divertenti e riconoscibili delle celebrazioni di Halloween. Le strade si riempiono di bambini e giovani entusiasti, tutti in cerca di dolcetti e di un po’ di divertimento. Le case sono decorate con zucche intagliate, ragnatele finte, fantasmi e altre decorazioni spaventose per creare l’atmosfera perfetta per questa notte misteriosa.

Questa tradizione offre l’opportunità di stimolare la creatività nei costumi, incoraggiando l’immaginazione e il divertimento. È un momento in cui le comunità si riuniscono, i vicini si conoscono meglio e tutti possono condividere un sorriso, un sorriso spaventoso o un dolcetto.

Conclusione

La tradizione di “Dolcetto o Scherzetto” è un elemento cruciale delle celebrazioni di Halloween in molte parti del mondo, compresa l’Italia. Oltre a rievocare le radici antiche e celtiche di questa festa, offre un’occasione per la gioia e l’interazione tra le persone di tutte le età. Quindi, preparate i vostri costumi spaventosi o creativi, preparate i dolcetti e aspettate con impazienza la prossima notte di Halloween per divertirvi con “Dolcetto o Scherzetto!”

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Roma, una targa in ricordo di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del Roseto

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C’è l’anima dei Castelli Romani nel roseto della città di Roma.
Mary Gayley nata a Birdsboro in Pennsylvania in uno dei viaggi in giro per il mondo incontra e si innamora del conte Giulio Senni di cui divenne moglie nel 1913.
Siamo ai primi del novecento: l’Art Nouveau la fa da padrone, Mascagni e le sue opere sono la colonna sonora e nel mondo letterario Hermann Hesse smuove coscienze e cuori.
La prima guerra mondiale smorza un po’ il sogno di questo inizio secolo ma Mary, ormai la contessa Senni, insieme al marito va a vivere a Grottaferrata, nel cuore dei Castelli Romani.
Nasce qui, nel giardino della sua villa, la passione per il giardinaggio: rose ed iris, in particolare.
La sua biografia ci racconta di un suo viaggio a Parigi e della vista al roseto del Parco di Bagatelle.
Al suo ritorno decide che anche Roma, città di cui è innamorata, debba avere il suo roseto.
Nel 1924 regala al Comune di Roma una prima collezione di rose provenienti dal suo giardino di Grottaferrata ma a causa della poca attenzione dell’allora Commissario Regio le rose vengono piantumate al Pincio: una dimostrazione di scarsa sensibilità che sminuisce il carattere sperimentale dell’iniziativa.
Mary Senni arriva al punto di chiedere la restituzione delle stesse rose talmente è delusa dal fatto.
Proprio a sottolineare la grandezza e l’intuizione di questa donna formidabile va ricordato che Armand Millet, botanico francese, diede il nome “Mary Senni” ad un iris “charmant et femminin” – incantevole e femminile.

l’iris Mary Senni

Dopo la guerra nacque il famoso Roseto di Roma.
Venerdì 17 maggio alle ore 15,00 nel Roseto di Roma Capitale vi sarà una cerimonia di posa della targa in memoria di Mary Gayley Senni, co-fondatrice del roseto ed ideatrice del Premio Roma per le nuove varietà di rose.
Un riconoscimento importante figlio di una sensibilità accresciuta verso l’universo femminile da sempre foriero non solo di idee ma che realizza, da sempre, sogni.

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Sergio Leone: un’icona del “sogno americano” del cinema

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Sergio Leone è stato uno dei più grandi registi italiani del XX secolo, noto soprattutto per aver rivoluzionato il genere western e per aver contribuito a definire il “sogno americano” del cinema. La sua influenza si estende ben oltre i confini nazionali, raggiungendo un pubblico internazionale e influenzando generazioni di cineasti.

Nato a Roma nel 1929, Leone ha trascorso la sua infanzia immerso nel mondo del cinema, grazie al suo rapporto privilegiato con suo padre, il regista Vincenzo Leone. Tuttavia, è stato il suo lavoro come assistente alla regia su film come “Quo Vadis” e “Ben-Hur” a plasmare la sua visione cinematografica e a prepararlo per il successo che lo avrebbe atteso.

Il grande colpo di fortuna per Leone è arrivato con il suo primo film da regista, “Per un pugno di dollari” (1964), il primo della celebre trilogia del dollaro. Con questo film, Leone ha ridefinito il genere western, introducendo un nuovo stile visivo e narrativo che ha affascinato il pubblico di tutto il mondo. La sua abilità nel creare tensione attraverso lunghi silenzi, primi piani intensi e musiche iconiche ha trasformato il western in un’esperienza cinematografica completamente nuova.

Ma cosa c’entra tutto questo con il sogno americano? In realtà, molto. Il sogno americano non è solo una questione di geografia, ma anche di aspirazioni e possibilità. Sergio Leone incarnava perfettamente quest’idea, anche se in modo non convenzionale. Pur essendo italiano, ha saputo catturare l’essenza del west americano e ha portato la sua visione unica al grande schermo, conquistando il pubblico e la critica di entrambi i lati dell’Atlantico.

Leone ha continuato a consolidare il suo status di regista di culto con film come “Per qualche dollaro in più” (1965) e “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), entrambi appartenenti alla sua trilogia del dollaro. Questi film hanno elevato il genere western a nuove vette di popolarità e hanno ispirato una generazione di cineasti, da Quentin Tarantino a Martin Scorsese.

Ma non è solo il successo commerciale che rende Leone un’icona del sogno americano del cinema. È anche il suo spirito pionieristico, la sua audacia nell’affrontare nuove sfide e il suo inconfondibile stile artistico che lo distinguono. Anche quando i suoi film non sono stati immediatamente accolti con favore dalla critica, Leone ha perseverato, rimanendo fedele alla sua visione e alla sua passione per il cinema.

In conclusione, Sergio Leone è stato molto più di un regista di successo. È stato un innovatore, un visionario e un’icona del sogno americano del cinema. Attraverso il suo lavoro, ha dimostrato che il talento e la determinazione possono superare qualsiasi confine geografico o culturale, e che i sogni possono diventare realtà, anche nel selvaggio west del cinema.

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Trovare l’anima gemella? Chat online vs. classico “struscio”

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Nel mondo moderno, la ricerca dell’anima gemella ha subito una trasformazione significativa grazie alla diffusione delle tecnologie digitali. Se un tempo il “classico struscio” era il principale modo per incontrare nuove persone, oggi le chat online offrono un’alternativa conveniente e accessibile. Tuttavia, nonostante l’avvento delle piattaforme di incontri virtuali, ci sono ancora coloro che prediligono l’approccio tradizionale. In questo articolo, esploreremo come è cambiato il modo di approcciare l’anima gemella, confrontando le chat online con il classico struscio.

Le Chat online: Un mondo di opportunità virtuali

Le chat online hanno rivoluzionato il modo in cui le persone si incontrano e si connettono. Con un semplice clic, è possibile accedere a una vasta gamma di potenziali partner, filtrando le preferenze e gli interessi per trovare corrispondenze compatibili. Le chat offrono un ambiente confortevole per conoscere nuove persone senza la pressione del contatto fisico immediato. Inoltre, consentono una comunicazione costante e una connessione emotiva prima di un possibile incontro faccia a faccia.

Il classico “struscio”: incontri reali e spontanei

Nonostante l’avvento delle chat online, c’è ancora un fascino intramontabile nel classico struscio. Camminare per strada, frequentare bar o eventi sociali offre l’opportunità di incontrare persone in modo spontaneo e naturale. Questo approccio permette di valutare immediatamente la chimica personale e di creare connessioni autentiche attraverso il contatto visivo, il linguaggio del corpo e la conversazione diretta. Inoltre, il classico struscio offre l’opportunità di scoprire nuove persone nella propria comunità locale e di immergersi nell’atmosfera sociale circostante.

La sfida dell’autenticità e della sincerità

Indipendentemente dall’approccio scelto, sia le chat online che il classico struscio presentano sfide uniche. Nel mondo virtuale delle chat, può essere difficile valutare l’autenticità delle persone e la veridicità delle informazioni fornite. Allo stesso tempo, nel classico struscio, si può incorrere in incontri superficiali o effimeri che non portano a connessioni significative. È essenziale mantenere un equilibrio tra apertura e prudenza, cercando sempre connessioni sincere e autentiche, indipendentemente dal contesto.

In definitiva, il modo di approcciare l’anima gemella è cambiato radicalmente nel corso degli anni, con l’avvento delle chat online e il persistere del classico struscio. Entrambi gli approcci offrono vantaggi e sfide uniche, e la scelta dipende dalle preferenze personali e dalle esperienze individuali. Ciò che conta di più è mantenere un atteggiamento aperto e positivo, essere sinceri nelle proprie intenzioni e cercare connessioni autentiche, ovunque esse si trovino. Che sia attraverso una chat online o un incontro casuale per strada, l’anima gemella può essere trovata nei luoghi più inaspettati.

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