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Roma

MARINO QUESTIONE COTRAL: MAURIZIO AVERSA (PCI MARINO) SCRIVE A CHIARA RAI, AMALIA COLACECI E ADRIANO PALOZZI.

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Tempo di lettura 8 minuti Chiara Rai direttore de L'osservatore laziale risponde a Maurizio Aversa

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Maurizio Aversa segretario del Partito dei comunisti italiani di Marino intitolata: Lettera aperta  a Chiara Rai de “L’osservatore laziale”, ad Amalia Colaceci assessore provinciale alla Mobilita’ e ai trasporti, ad Adriano Palozzi presidente Cotral (e sindaco del comune di Marino).

Redazione

Uno dei metodi del giornalismo “d’assalto” è di bruciare la notizia col massimo clangore per ottenere attenzione. Poi, non necessariamente, questo tipo di giornalismo, segue più la vicenda al cuore della notizia, ovvero non racconta, non rendiconta neppure di eventuali altre notizie collegate che quella ha generato. Riteniamo questo modo un modo sbagliato. Al pari, però, non ci convince un altro approccio fatto di “appetibilità” della notizia se non si hanno elementi nuovi su situazioni già evidenziate. Non è che all’intuizione, o alla piccola notizia giornalistica, siccome non si trova immediato grande riscontro, si debba rinunciare. Per inseguire, magari un gossip un po’ più in là della notizia stessa. Infatti, noi siamo per seguire le notizie quali esse, secondo noi, sono degne di attenzione per rilevanza sociale, economica, politica, morale ed etica. E’ un mix che non sempre contiene “limpidamente” e immediatamente visibili queste caratteristiche. Però è l’unico che consente, nella coerenza di non essere servitori al soldo di nessuno, di non essere neppure schiavi del solo nostro intimo convincimento, a farci fare un percorso oggettivo. L’oggettività del porre quesiti, quando molti smettono di farlo; l’oggettività della difesa dei valori pubblici, quando altri pensano che sono opzioni e non valori; l’oggettività di fare la figura, spesso, dei rompiscatole, dei pierini, ma sinceramente speriamo che nessuno pensi davvero che sia questa la nostra indole. Questa premessa per rilevare, con domande a caratura differente, ovviamente, una cosa che ci ha colpito nella intervista rilasciata a L’osservatore laziale dall’assessore Amalia Colaceci.
La prima domanda è rivolta a Chiara Rai, la collega che ha intervistato l’assessore. Perché, proprio nel momento in cui la Colaceci ha citato le capacità e responsabilità personali dei nominati politici, chiarendo che secondo lei se si sbaglia si deve pagare; perché Chiara Rai non ha pensato di domandare se l’aver già nella nomina aver compiuto un atto illegittimo (sia la Polverini che Palozzi) non lo ritenesse proprio uno dei casi da lei esemplificato, per “pagare politicamente e personalmente” e quindi intimando a Palozzi di dimettersi da presidente Cotral?
La seconda domanda è direttamente offerta ad Amalia Colaceci. Per certi versi è più “pesante”. Sia per il ruolo amministrativo che Colaceci ha in Provincia di Roma; sia per il peso politico che Colaceci esercita da molto tempo in una parte del centrosinistra provinciale; sia per la materia di cui è responsabile in Provincia che riguarda proprio il trasporto e la mobilità. Perché durante la puntuale risposta ad uno dei quesiti posto dalla giornalista nella sua intervista, ed in particolare quando ha affermato  “io non sono contraria a che la politica eserciti il suo ruolo nelle aziende (tanto sarebbe inevitabile e utopico pensare il contrario), purche' a questo ruolo corrisponda una precisa responsabilita'… chi sbaglia paga, se il management non produce risultati ne deve rispondere anche chi li ha nominati.”; non ha ritenuto di aggiungere alcunché sul disastro giuridico-legale della stessa nomina di Adriano Palozzi a presidente del Cotral? Perché questa omissione, nel momento in cui pure stava compiendo una attenta, puntuale disanima sul modo (delicato) in cui responsabilità politiche e capacità di direzione e gestione usando le leve del risparmio e non spreco e della legalità contro assenza di trasparenza erano punti focali del ragionamento?
La terza domanda che ha una caratura particolare perché si può misurare – vista l’arroganza del soggetto interessato (anzi non interessato) alle risposte di merito – col misurino del Tribunale e della politica. Chiediamo: ormai è chiaro a tutti che l’essere sindaco di Marino ed essersi speso bene nella campagna elettorale a favore della Polverini è il merito politico che fa svolgere come “ringraziamento” il ruolo di presidente Cotral a Adriano Palozzi. Altrettanto chiaro è che la Polverini, non ha mai difeso a spada tratta questa faccenda. Quasi come se si difendesse da fatto che non tutto era tranquillo. Ora che si sono attivate denuncie e interrogazioni e che tutto non è mai stato chiarito. Anzi che lascia intendere che forse ci sono altri (nominati?) interessati a non parlarne più; perché l’unica vera dichiarazione di Palozzi in merito alla vicenda si trova in una intervista di una pagina sul Tempo in cui risponde “secondo me sta tutto a posto”. Adriano Palozzi, da marinese, davvero tu compreresti il vino in un paese che non conosci entrando in una osteria e chiedendo a l’oste com’è? E quello ti dice tutto a posto. E tu allora ne ordini cinquanta litri per casa? Le domande vere sono: politicamente, quando ci sarà una risposta con accompagnate le dimissioni? Trasparentemente, quando ci sarà resa la verità su tutta la vicenda?
Il fine ultimo dei quesiti qui posti è duplice: da un lato verità e trasparenza da restituire a tutti; dall’altro perseguire una soluzione possibile per far ben gestire i beni pubblici in quanto beni comuni.
Maurizio Aversa, segretario del Partito dei comunisti italiani, Marino

Il direttore de L'osservatore laziale risponde a Maurizio Aversa

Chiara Rai

Egregio signor Aversa,
Le rispondo per dovuta cortesia, anche se francamente la sua premessa sul “giornalismo d’assalto”,  rivolta al nostro giornale, appare fuori luogo e un po’ confusionaria. Anche se personalmente apprezzo il confronto e mi piace fare chiarezza utilizzando parole molto semplici. Ho un po’ di punti da argomentarle:

1) Prima di tutto mi lasci evidenziare che ha scritto una lettera indirizzata a tre soggetti differenti (un sindaco, un assessore provinciale e un direttore di testata) formulando quesiti dall’ “alto” che dimostrano poca attenzione ai fatti che il giornale L’osservatore laziale costantemente solleva nonché scarsa individuazione dei contenitori dell’informazione. Mi spiego meglio: Lei entra in merito alle modalità di fare informazione…….“Uno dei metodi del giornalismo “d’assalto” – cito testualmente le sue parole –  è di bruciare la notizia col massimo clangore per ottenere attenzione. Poi, non necessariamente, questo tipo di giornalismo, segue più la vicenda al cuore della notizia, ovvero non racconta, non rendiconta neppure di eventuali altre notizie collegate che quella ha generato. Riteniamo questo modo un modo sbagliato”.
Ebbene l’intervista in quanto “intervista” serve a dare al lettore il punto di vista dell’intervistato rispetto ad una determinata questione. Noi abbiamo reso noto il punto di vista di Amalia Colaceci rispetto alla questione Cotral. Che c’entra l’assalto? Che c’entra il clangore per ottenere attenzione?
Infine sul fatto di “non raccontare o non argomentare eventuali altre notizie collegate”, mi permetta di dirle che ha letto con poca attenzione e parlato troppo presto:
Tanto per precisarle che gli tabella correlati (per risponderle sul fatto delle notizie collegate) all’intervista con Colaceci sono addirittura 16 e tra questi vi è proprio un articolo del 29 marzo 2012 titolato LAZIO CASO NOMINA ADRIANO PALOZZI PRESIDENTE COTRAL: LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI?”. Per cui non capisco la sua premessa sul giornalismo quando almeno una volta al mese (se non più) torniamo sulla questione Cotral e ricordiamo il fatto della nomina (contro legge) della presidenza Cotral.

2) Lei parla di “servitori al soldo” in un contesto confuso e pieno di ridondante orgoglio per un “noi” che non capisco. Lei parla come partito oppure ha una testata giornalistica? Non capisco a quale “noi si riferisce”. Intanto le ricordo che siamo un quotidiano indipendente e che non siamo legati ad alcun partito. Invece lei signor Aversa si firma come Segretario del Partito dei Comunisti Italiani di Marino e con poca umiltà (altro che “non essere neppure schiavi del solo nostro intimo convincimento” come dice lei) emette sentenze, mi permetta, fuori tema.

3) Sulla domanda a me diretta riguardo Palozzi le rispondo in breve: Se Colaceci alla mia esplicita domanda sulle responsabilità della politica rispetto l’azienda di trasporti ha ritenuto di non voler intimare nulla a nessuno è sua libera scelta. Poi mi perdoni, ma è Colaceci che dovrebbe intimare? Ma la conosce la storia della trave e della pagliuzza? Comunque come giornalista, tanto per farle vedere che ho sempre parlato della questione, le elenco tutti gli tabella in merito, per dimostrarle che non siete solo “voi” paladini di una limpida informazione.

Nel ringraziarla per l’attenzione prestataci, La inviterei a conoscere meglio il proprio interlocutore e a chiarire meglio la sua veste: noi chi? Parla come partito o come collega e se parla come collega posso conoscere la sua limpida informazione riguardo Cotral?
Ovviamente ho risposto per quanto mi concerne e non entro nel merito delle altre domande mono corda rivolte agli altri due soggetti. 

Cordiali saluti
Chiara Rai

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti

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Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.

Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.

Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?

(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.

Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione

Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.

Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?

(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.

A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?

Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.

Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?

Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.

Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?

(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.

Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?

Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.

Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere

Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.

Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?

Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.

Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …

Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.

L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, sulle sponde del lago appare un cartello del Comune “Attenzione pericolo di Morte”

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L’assessore Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi”

“Attenzione pericolo di morte, divieto di accesso nell’area e nello spazio lacuale antistante. Presenza di ordigni bellici inesplosi”. Questo quanto riportato dalla segnaletica, apparsa da qualche giorno e messa dal Comune di Castel Gandolfo che dice chiaramente che nel lago ci sono bombe inesplose che stanno lì dalla seconda guerra mondiale.

La segnaletica richiama due ordinanze (ndr. come scritto sui cartelli stessi) del 2013 e del 2021

Il fatto che esistano ben due ordinanze sta a significare che il pericolo della presenza di ordigni bellici si conosce da almeno 11 anni ma il segnale di pericolo, inequivocabile nella sua interpretazione, è stato messo pochi giorni fa:

Il cartello si trova sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo, tra il vecchio porticciolo e il civico 7 di via dei Pescatori, vicino a un circolo di canoa direttamente con accesso in acqua per disabili.

Il cartello ha scatenato non poche polemiche e messo preoccupazione tra più di qualche operatore balneare e turistico nonché dei residenti che qualche bracciata lì intorno, almeno in questi anni e ultimi tempi, l’hanno azzardata: “Ci chiediamo perché sia comparso adesso – dicono altri residenti del posto – ci sembra davvero strano e il messaggio è inquietante: se si fa il bagno c’è il pericolo che esploda una bomba. Naturalmente vieteremo ai nostri figli di frequentare la zona, ci manca anche la disgrazia e poi magari ci sentiamo dire che ci avevano avvisato”.

Dal Comune, risponde l’assessore alle Attività produttive Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi e il Genio Civile ha provveduto alla bonifica. In via precauzionale abbiamo deciso insieme a Prefettura e Arma dei carabinieri di apporre la segnaletica e le boe che delimitano alla zona di pericolo in attesa di effettuare una bonifica più generale dell’area. Il sindaco ha già richiesto un intervento diretto della Regione o in alternativa i fondi per poter effettuare quanto prima l’intervento”.

Questi ordigni, rimasti dormienti per decenni, rappresentano un rischio reale e tangibile per chiunque si avvicini alle rive del lago. La presenza di ordigni bellici inesplosi, sebbene sorprendente nonostante abbastanza frequente nell’area dei Castelli Romani, è un fenomeno che semina paura e non incoraggia il rilancio turistico di qualità tanto auspicato per l’intera provincia. I resti dei conflitti passati continuano a emergere, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Tuttavia, la loro scoperta sulle rive tranquille del Lago serve da promemoria urgente dell’importanza di affrontare questi pericoli con determinazione e urgenza. «Le autorità locali devono agire prontamente – dicono alcuni residenti – per identificare e rimuovere in modo sicuro gli ordigni bellici rimasti, proteggendo così il pubblico da potenziali rischi mortali. Allo stesso tempo, è essenziale educare il pubblico sulla natura di questa minaccia e sull’importanza di rispettare i divieti d’accesso per garantire la sicurezza di tutti». Lo scorso anno, a fine agosto, un bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata nella tarda mattinata di una tranquilla domenica nei pressi del lago. La scoperta è stata fatta da una persona che stava passeggiando lungo il percorso naturalistico di via dei Pescatori. Scattato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo. La bomba, una spoletta lunga 10 centimetri non pericolosa, al momento del ritrovamento si trovava a qualche metro di distanza dalla riva. Il cartello apparso pochi giorno fa lascia presagire che il pericolo sia davvero concreto.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Federica Lavalle

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Federica Lavalle, classe 1981, sposata, mamma di Lorenzo e Matteo. A leggere il suo curriculum vitae ci si accorge che in poco più di 40 anni ha un bel bagaglio di esperienze qualificate ed importanti in vari ambiti.

Giornalista, una laurea ed un master in economia sullo sviluppo sostenibile. A tutto ciò si aggiunge un passato da vicesindaco ed assessore ai Servizi Sociali, vicesegretario provinciale del Pd, presidente del Gal e consigliere metropolitano di Roma Capitale. Soprattutto una mamma super impegnata.

Ci diamo del tu? Ma dove lo trovi tutto questo tempo?

(sorride ed arrossisce insieme) Si si diamoci del tu. Vivo la vita con grande energia.
Sono sempre stata, sin dai tempi della scuola, una ragazza molto impegnata che ha cercato di cogliere i tanti aspetti che la vita ci pone di fronte e ringrazio la mia mia famiglia, da sempre attiva ed attenta nel campo sociale, che è stata un ulteriore stimolo alla mia attività politica

Quindi la politica non è stata una scelta ma una evoluzione del percorso?

Certo che si. Quando militi in un partito capisci, comprendi e, soprattutto tocchi con mano le problematiche delle persone ed allora la politica diventa impegno sociale finalizzato a lavorare per migliorare le cose.

Prima di questa nostra chiacchierata ho girato un po’ per Rocca Priora.
La “vox populi”, la piazza diciamo, mi parla di te come una persona capace di ascoltare e poi realizzare, dare consistenza a quelle parole ascoltate.
Spiegami un po’ …

Davvero? – risponde con estremo entusiasmo – mi fa piacere perché è l’ulteriore riprova di quella che è la mia Storia ed il mio modo di essere che nasce proprio dalla mia innata voglia di ascoltare le storie delle persone, le loro esperienze ed empatizzare con la comunità che mi onoro di rappresentare.

Mi piace dare risposte concrete dopo avere ascoltato e capito.
Tutto ciò diventa, per me, il valore aggiunto al mio agire politico.
Ho avuto il privilegio di porre in essere tutta una serie di progetti realizzati proprio grazie a questo approccio: dal Teatro delle Fontanacce nato dall’impulso realizzato della comunità roccapriorese e realizzato grazie al grosso impegno di Massimo e Luciana Frazzetto passando poi al Museo Benedetto Robazza che fu la realizzazione di un sogno condiviso da molti che io, allora assessore alle Politiche Sociali e Culturali ebbi l’onore di far nascere con l’aiuto, il sostegno, i consigli, la grande generosità di Luciana Vinci e dello stesso maestro Robazza.
Il Narciso un progetto che veniva dal basso e dall’unione di tutte le associazioni locali e che divenne un punto di riferimento dell’associazionismo stesso.

E poi mi hanno raccontato la tua dedizione completa alla scuola Materna comunale gratuita.

E si! Uno dei progetti che resta vivo nel mio cuore di mamma.
Qui ci fu la spinta con in aggiunta la necessità raccolta dalle famiglie, dalle mamme roccaprioresi. Come ti ho già detto la volta precedente capimmo e toccamo con mano proprio le difficoltà delle neomamme lavoratrici a tornare al lavoro. Coniugare l’essere mamma al proprio lavoro diventa difficile se noi “politica” non mettiamo in campo gli strumenti necessari tali per consentire loro di tornare a riprendersi quello spazio lavorativo conquistato, tante volte, con estrema fatica.

Domanda cattivella: hai parlato di “campo largo di idee condivise”. La lista Fare Rocca Priora è un, passami il termine, laboratorio politico che va dal Pd a FdI … ma Elly lo sa?

(e qui prima sorride ma poi con molta serietà risponde) Massimiliano io sono profondamente di sinistra, non solo sono da sempre impegnata in politica e sempre dalla stessa parte e da generazioni, sono iscritta alla Cgil ma quando ho la possibilità mi sono sempre impegnata per i temi storicamente legati alla cultura di sinistra come la scuola pubblica e per tutti, l’inclusione sociale ed il sostegno alle fragilità.
Ed in più ti aggiungo che nel territorio lavoriamo sui programmi, come sempre d’altronde.
Il Pd allargò il campo già nel 2009 con il progetto civico e amministrativo Viva Rocca Priora che favorì 10 anni di buon governo e grande stabilità cn Damiano Pucci sindaco che allora proveniva da un’esperienza di centro destra con l’UdC.

Nulla di nuovo dunque.

Quindi buone idee e capacità di realizzarle al servizio della comunità?

Certo che si. Poi alle persone interessa cosa faremo per loro e io di quello ti voglio parlare

Non ti nascondo che questo tuo approccio alla Politica, con la P maiuscola mi piace assai ma ora viene il meglio: cosa vuol lasciare alla tua città?

Mi impegnerò a restituire a Rocca Priora un asilo nido implementando maggiormente i servizi all’infanzia comunali e questa sarà un’opportunità per le famiglie ma creerà anche un importante indotto lavorativo.
Con la squadra di governo lavoreremo molto sul tema della disabilità e dell’inclusione a tutti i livelli riservando una quota di bilancio comunale per sostenere chi non ce la fa.

Federica se hai dato una occhiata alle altre mie interviste sai che sono solito chiudere con due sogni da realizzare con la “famosa” bacchetta magica.
Che sogno vuoi per la tua famiglia? E che sogno vuoi realizzare per la tua città?

Sono una donna molto concreta e per Rocca Priora vorrò lavorare, durante questo mandato, alla realizzazione di due strutture che la comunità attende da tempo:
una casa della musica e delle arti per restituire una struttura alla nostra realtà bandistica che è un’eccellenza regionale e per tutti quelli che fanno cultura sul territorio e una palestra per le Scuole Medie da utilizzare anche per le attività pomeridiane.
Nonostante l’altezza
– sorride – devi saper che sono stata un’accanita pallavolista e non abbiamo mai avuto una palestra che potesse ospitare un campo regolare.
Per la “Federica bambina” ma per molte delle mie colleghe sportive era una sogno poter avere un palestra adeguata. Lavorerò per realizzare questo.

Ho letto serenità negli occhi di Federica durante tutta questa intervista. L’immagine che mi lascia è di una donna energica ma che riesce ad emozionarsi di fronte alle piccole cose e questo suo profondo legale con Rocca Priora si tocca profondamente.
Grazie ancora …

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