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Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition, il JRPG iconico dell’era WiiU ritorna su Switch

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Xenoblade Chronicles X rappresentava uno dei pochi titoli di grande spessore ancora mancanti all’appello su Nintendo Switch, e proprio per questo motivo procurarsene una copia fisica sul mercato dell’usato stava diventando estremamente costoso. Ma proprio quasi a ridosso del lancio della Switch 2 la grande N sembra aver voluto fare ai fan una gradita sorpresa, infatti il colosso nipponico ha tirato fuori dal cilindro la Definitive Edition, che aggiunge qualche lustrino ad un prodotto che era già davvero ben realizzato e lo ripropone per le nuove generazioni di giocatori. Certa della grande qualità del gioco in sé e dell’opportunità di riproporlo in quanto storia autoconclusiva, capace di essere apprezzata anche da quanti non conoscessero la serie di JRPG sviluppati da Monolith Software, la grande N ha allora riproposto il titanico JRPG con alcune modifiche minime. Per chiunque avesse speso oltre 100 ore di gioco su Wii U dieci anni fa, proprio come noi, la prima sensazione è quella di tornare in un bel sogno. La trama di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è rimasta invariata, ed è sempre un piacere ritrovarsi catapultati in questo meraviglioso viaggio. Nell’anno 2054, la Terra è rimasta coinvolta nello scontro intergalattico scoppiato tra due avanzatissime civiltà aliene, e disgraziatamente è esplosa. Avendo fiutato con largo anticipo l’inevitabile conflitto tra le due superpotenze, il governo della Coalizione terrestre ha però lanciato il Progetto Exodus e sviluppato delle gigantesche navi spaziali capaci di contenere al loro interno 20 milioni di persone ciascuna, affinché il genere umano potesse sopravvivere a un eventuale disastro come quello che effettivamente si è poi verificato. Purtroppo la maggior parte delle arche del Progetto di Colonizzazione è stata abbattuta mentre cercava di abbandonare il campo gravitazionale del pianeta azzurro, e solo alcune di esse sono riuscite a sottrarsi alla furia distruttiva delle superpotenze aliene in lotta. Tra queste vi è la Balena Bianca, nave d’evacuazione statunitense che, dopo aver viaggiato per ben due anni tra le stelle in cerca di una potenziale nuova dimora per l’umanità, è infine precipitata assieme ai propri inseguitori sul remoto pianeta chiamato Mira, non prima di aver espulso le capsule di salvataggio contenenti soldati umani in sonno criogenico. Nelle prime fasi della storia il colonnello Elma recupera la cella di stasi del protagonista (un avatar quasi del tutto muto e completamente personalizzabile) e lo risveglia, per poi condurlo a New Los Angeles, città costruita sui resti della stessa Balena Bianca nonché ultimo baluardo dell’umanità. Sono del resto trascorsi due mesi dallo schianto dell’arca, e benché le risorse portate via dalla Terra abbiano facilitato la creazione di una nuova dimora, queste si esauriranno molto presto. Allo scopo di trovare fonti di sostentamento alternative, mantenere l’ordine a New Los Angeles, recuperare gli innumerevoli pezzi della nave spaziale distaccatisi durante il brusco atterraggio, e non per ultimo rintracciare il cosiddetto “Centro Vitale”, ossia una gigantesca cella frigorifera che ospitava al suo interno la maggior parte dei passeggeri civili, i superstiti hanno istituito il B.L.A.D.E., un’organizzazione privata che supporta il governo provvisorio e che per questo ha costantemente bisogno di nuove reclute.

Dopo aver sposato la causa, il protagonista si ritroverà quindi a svolgere ogni giorno un’interminabile sequela di missioni dalla natura sempre diversa, che di volta in volta lo porteranno a esplorare gli angoli più remoti dello sconfinato e sempre affascinante pianeta Mira. Durante le missioni ben presto si verrà a conoscenza del fatto che il pianeta non solo è abitato da bestie autoctone anche di taglia enormi, molto feroci e aggressive, ma anche che altre specie aliene sono recentemente atterrate su Mira, e alcune di esse vorrebbero per giunta sterminare quel poco che resta della razza umana. L’assenza di un protagonista caratterizzato e in grado di parlare non penalizza il alcun modo il racconto, in quanto il nutrito cast di comprimari sopperisce abbondantemente alle “mancanze” del nostro alter-ego. Da Elma a Lin Lee, passando per Lao, Gwin e gli altri B.L.A.D.E. che di capitolo in capitolo si potranno accogliere in squadra, ognuno dei commilitoni non mancherà di incuriosire chi gioca con un background convincente, ben scritto e mai banale. Tra l’altro, dal momento che il colonnello Elma sarà praticamente presente in tutte le missioni della campagna, e che il più delle volte fungerà persino da narratore, si può quasi considerare la combattente come la vera protagonista di questa avvincente epopea sci-fi. Nelle circa 100 ore necessarie per giungere ai titoli di coda, che tuttavia potrebbero diventare più di 300, qualora ci si volesse dedicare ai numerosissimi contenuti secondari e alla componente online, la trama di Xenoblade Chronicles X pone ripetutamente il giocatore dinanzi a complotti spaziali, eventi sconcertanti e scelte capaci di determinare la sopravvivenza, o viceversa la morte, degli individui incontrati lungo il percorso, tenendolo letteralmente incollato allo schermo per tutta la durata del viaggio. Insomma è un viaggio indimenticabile, ricco di momenti epici e scritto con una magnifica attenzione per ogni aspetto. Chi ha giocato la versione originale su Wii U ricorderà senz’altro che a suo tempo la storia terminava in maniera abbastanza brusca, lasciando in sospeso parecchie questioni, come ad esempio il movente degli alieni intenzionati a sterminare l’umanità, e senza far chiarezza sul destino di New Los Angeles. Anzi, il finale e la scena post-titoli di coda suggerivano chiaramente che la storia non fosse finita, ma per ragioni sconosciute Xenoblade Chronicles X non ha mai ricevuto un sequel diretto che potesse chiudere in maniera degna le faccende ancora in sospeso. Dopo aver dedicato l’ultimo decennio all’espansione della serie e alla creazione di un legame indissolubile tra i suoi episodi numerati, Takahashi deve aver stabilito che fosse arrivato il momento di rispondere alle molte domande ancora irrisolte, tant’è che Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition include una storia inedita e ambientata subito dopo il finale originale. Per ovvie ragioni preferiamo non anticiparvi nulla su questo contenuto, se non che i fan di vecchia data e soprattutto coloro che si sono lasciati incantare dall’espansione di Xenoblade Chronicles 3 rimarranno più che soddisfatti dell’operato di Monolith Soft. Mentre il contenuto aggiuntivo di Xenoblade Chronicles: Definitive Edition era standalone e poteva essere avviato dal menu principale, la nuova storyline di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition può essere affrontata solo dopo aver rivissuto la trama originale, ma vi assicuriamo questo sacrificio verrà ampiamente ripagato e tutte le domande otterranno finalmente una risposta esaustiva. Invece chi giocherà al titolo per la prima volta, potrà vivere un viaggio incredibile, completo e assolutamente straordinario.

Monolith Soft ha lavorato molto sull’illuminazione, sugli shader e sull’ottimizzazione: la Definitive Edition gira ottimamente, al netto di qualche piccolissima incertezza in rare circostanze, e resta una vera e propria gioia per gli occhi, oggi più di prima. A livello di gameplay, per questa conversione, lo sviluppatore nipponico però è dovuto scendere a compromessi di altro genere. Senza il GamePad di Wii U, ha dovuto spostare le sue funzionalità su apposite schermate che il giocatore può richiamare attraverso un menù ridisegnato ad hoc. Questa è praticamente l’unica critica che ci sentiamo di muovere alla Definitive Edition; pur rendendoci conto che non c’era altra soluzione, dobbiamo ammettere che si è un po’ persa la coinvolgente unicità del gameplay originale che permetteva di esaminare la mappa e sfruttare il Frontier Nav semplicemente abbassando lo sguardo sul controller. Richiamare la mappa del Frontier Nav ogni volta che bisogna maneggiare le sonde o semplicemente esaminare gli obiettivi spezza un po’ il ritmo dell’azione, anche se il caricamento dei menù è quasi sempre velocissimo e la nuova interfaccia più completa e intuitiva. Quello di Mira è un open world in soluzione di continuità in cui gli unici caricamenti, estremamente brevi, sono costituiti dagli eventuali viaggi rapidi del giocatore. Fin da subito è possibile armarsi di santa pazienza e raggiungere a piedi praticamente ogni angolo del pianeta, grazie anche alla diversa forza di gravità che consente di compiere salti sovrumani e restare illesi a ogni caduta. Il problema è sopravvivere all’impresa, perché Monolith Soft ci tiene continuamente a ricordare che in questo mondo gli alieni siamo noi. Mira va avanti come sempre, secondo le sue regole, non esiste una fredda logica nella distribuzione delle creature ostili e può capitare di incontrare nemici aggressivi e di livello altissimo anche appena fuori le porte di Neo Los Angeles. Sta al giocatore decidere se affrontare i pericoli di petto o aggirarli con un po’ di astuzia, sfruttando una geometria esemplare. Ancora oggi, a distanza di dieci anni, Mira è un trionfo di level design, un open world di una rara bellezza e di una complessità estrema, caratterizzato da biomi diversissimi che cambiano ulteriormente secondo un complesso ciclo giorno/notte e condizioni atmosferiche fantasiose. Esplorare in cerca di risorse, collezionabili, punti panoramici e siti FN (in cui piazzare sonde per accumulare crediti e Miranium in un vero e proprio minigioco strategico) è divertentissimo e stimolante, soprattutto una volta sbloccati gli Skell, i mech trasformabili che permettono di affrontare i nemici più grossi, viaggiare ad alta velocità e solcare i cieli alieni verso nuove, emozionanti destinazioni. Monolith Soft ha snellito molto il gameplay. Alcuni incarichi sono più chiari o più facili da completare grazie a vari aggiustamenti che comprendono un miglioramento alla Palla guida e anche e soprattutto la possibilità di cambiare formazione ovunque e in ogni momento, semplicemente accedendo a una schermata senza dover andare a cercare i compagni di squadra in giro per Neo L.A. che, peraltro, guadagnano esperienza anche in panchina. Tra le altre cose, ora è possibile cambiare orario in qualsiasi luogo, senza dover ricorrere alle apposite postazioni, e non è più necessario districarsi tra le varie Divisioni dei BLADE dato che la progressione è stata generalizzata. Insomma, il lavoro svolto garantisce un divertimento e una sensazione di appagamento maggiore.

Xenoblade Chronicles X resta in ogni caso un titolo immenso, specialmente se si vuole completare tutto quanto e sviscerare ogni contenuto, incluso un endgame corposissimo (ancora di più adesso che il massimo livello supera il 60 del titolo originale) che comprende anche alcune attività online asincrone e in tempo reale. Il complicato sistema di combattimento è stato ritoccato marginalmente con l’aggiunta di una meccanica furbissima chiamata Ricarica rapida che sostanzialmente permette di utilizzare le Tecniche in ricarica consumando un’apposita riserva di energia in proporzione ai secondi di ricarica restanti. Si tratta di una nuova funzionalità a doppio taglio: da una parte, l’energia di riserva non si rigenera durante il combattimento ma solo a fine scontro, perciò è limitata; inoltre, per sfruttare una Tecnica alla massima potenza bisognerebbe aspettare la ricarica secondaria della stessa. La Ricarica rapida sostanzialmente permette di inanellare le combo più velocemente e conferisce ai combattimenti un ritmo più serrato, specie se si affrontano nemici minori di cui ci si vuole sbarazzare subito. Già questa aggiunta migliora sensibilmente un gameplay così stratificato e complesso da apparire soverchiante tra classi, tecniche, abilità passive, modalità Turbo a piedi e su Skell, Sfide dell’anima e Urli del guerriero, atterramenti e sbilanciamenti. Insomma c’è davvero dda sperimentare molto e scegliere il proprio approccio in base all’evento che si sta vivendo. Del resto la profondita del combat system è sempre stato uno degli aspetti più interessanti della produzione. Tirando le somme possiamo senza dubbi dire che Xenoblade Chronicles X resta un titolo incredibile, forse il più ambizioso che Monolith Soft abbia mai sviluppato nella sua storia, contando anche la trilogia che ha portato avanti su Nintendo Switch, e Tetsuya Takahashi non vedeva l’ora di tornarci sopra. La Definitive Edition è praticamente perfetta: migliora dove possibile un comparto tecnico che era straordinario all’epoca e che oggi, entro certi limiti, resta ancora sbalorditivo, e smussa alcuni angoli per modernizzare il gameplay dove possibile. Su Nintendo Switch il gioco si comporta benissimo sia in portabilità che sul TV, grazie anche alle interfacce rivedute e corrette, a un sensibile ingrandimento dei sottotitoli e a una migliore regolazione dell’audio che permette di ascoltare ancora meglio le bellissime musiche di Hiroyuki Sawano, vecchie e nuove. Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è l’esempio di come andrebbe sempre svolto un porting di un videogame che ha segnato un’epoca e che nonostante l’età ha ancora moltissimo da dare, sia ai fan di vecchia data che alle nuove generazioni di gamers.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9
Sonoro: 9,5
Longevità: 9
Gameplay: 9


VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise