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Roma

MAFIA CAPITALE: AUTOSOSPESI DA PD, OZZIMO CORATTI E PATANE'

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Tempo di lettura 3 minuti Ignazio Marino ribadisce di non avere avuto alcun rapporto con Buzzi.

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Redazione

Roma – ''Mi sento la mente più limpida e il cuore più determinato ad andare avanti per risanare questa città, anche con un secondo mandato". A dirlo è il sindaco di Roma Marino in un'intervista a Il Manifesto, nella quale ribadisce di non avere avuto alcun rapporto con Buzzi: "Le foto che girano sono state scattate durante una visita pubblica. Con Buzzi non ho avuto conversazioni di lavoro né quel giorno né mai". "Disponibile ad una rotazione dei dirigenti" "Ho dato quindi specifiche disposizioni per procedere tempestivamente a un adeguato riordino, a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture, proseguendo con l'applicazione del principio della rotazione già avviato da mesi" dichiara Ignazio Marino. "La rotazione dei dirigenti avverrà – prosegue il sindaco  a tutela dell'Amministrazione". Autosospesi da Pd Ozzimo,Coratti e Patanè Marino parla poi del rimpasto di giunta: "Non oltre una settimana, dieci giorni al massimo, conto di decidere sulla riallocazione dei talenti e anche sull'ingresso di figure importanti". Intanto su Twitter il presidente del Pd e commissario del partito a Roma, Matteo Orfini, annuncia che "Ozzimo, Coratti e Patanè si sono autosospesi dal partito. Li ringrazio e auguro loro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia". 

 Mentre l'ex chirurgo 'opera' per ripulire la città, come spiega lui stesso, M5S, Forza Italia e Lega chiedono le sue dimissioni. Alle proteste dei Cinque Stelle si uniscono anche Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio che in una nota congiunta con i membri del direttorio ed i consiglieri chiedono un passo indietro del sindaco: "Per il bene della città e del Paese Marino faccia un passo indietro".

'Roma non è mafiosa, solo mele marce' Il sindaco si difende: "Rimango sempre molto colpito dalla schizofrenia evidente tra un gruppo dirigente nazionale dell'M5S che non vuole assumere nessuna responsabilità e nessun impegno che possa aiutare il Paese, e un gruppo capitolino che ogni volta che io coinvolgo su argomenti come la trasparenza e la legalità sembra disponibile a dare il proprio contributo. Ma poi, all'ultimo momento, dicono sempre di no". Sull'estensione della criminalità organizzata il sindaco è certo: "Roma non è una città mafiosa e se ci sono state alcune mele marce questo non significa che sia una città malata" e aggiunge: "Più che di una ragnatela, io parlerei, facendo riferimento alle parole molto chiare pronunciate dal procuratore Pignatone, di persone che evidentemente sono criminali, che hanno fatto patti con una piccola parte di cattiva politica e amministrazione, anch'essa fortunatamente limitata".  

"Marino si faccia affiancare da un commissario" Il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi interviene sulla possibilità di sciogliere il consiglio comunale per infiltrazioni mafiose: "Io credo che lo stesso sindaco di Roma dovrebbe chiedere di essere affiancato da un commissario affinchè si possano trovare gli 'invisibili'. Non è un lavoro che si fa in poco tempo, occorre una task force. Se io fossi il sindaco – conclude la Bindi – avvierei una fase istruttoria".

"Marino si dimetta, a Roma si torni al voto" "I partiti facciano uno sforzo comune, si dimettano tutti e si indicano nuove elezioni con gente nuova su cui non ci siano dubbi" in modo da poter "dare a Roma l'assoluta trasparenza e onestà che oggi manca: è questa la nostra posizione e non la cambieremo assolutamente". Con queste parole Silvio Berlusconi, interviene sulla questione Roma e "Mafia Capitale", chiedendo un passo indietro a Ignazio Marino.  

"A Roma un sindaco leghista" Su Il Tempo il segretario della Lega Salvini intanto rilancia: "A Roma potrebbe arrivare presto un sindaco della Lega. Me lo chiedono i romani. Soltanto un primo cittadino leghista può fare la differenza". Vaticano. Parolin: "Senza legalità prevale il più forte" Un terremoto, quello in cui versa Roma, che preoccupa anche il Vaticano. "Come si fa a vivere senza legalità? Una società che non cura la legalità è una società destinata a lasciare il predominio soltanto al più forte e a calpestare il più debole", osserva il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Vip e mondo di mezzo, l'arresto di "Giovannone De Carlo" Continuano ad emergere sempre più dettagli del mondo di mezzo della mafia romana dove c'era posto anche per serate in locali, calciatori, belle donne e cantanti. Molti di loro telefonavano a "Giovannone" De Carlo, non più latitante da ieri, dopo l'arresto a Fiumicino.  Furto in Campidoglio Mentre è di ieri la notizia di furto in alcuni uffici del Campidoglio di un pc e forse anche di documenti. Intanto gli arrestati davanti al gip tacciono o respingono le accuse. Tranne la "cassiera" del clan Nadia Cerrito che continua a parlare delle buste di soldi destinate ai politici, dirigenti, funzionari locali. Tutti nella rete dell'ex Nar Massimo Carminati. 

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Metropoli

Colleferro, furto al supermercato: arrestato un 27enne

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COLLEFERRO – I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato un 27enne georgiano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di furto aggravato nei pressi di un noto supermercato di Colleferro.

Nello specifico, ieri pomeriggio, i militari nel corso di mirati servizi di prevenzione nei pressi delle attività commerciali, hanno ricevuto una segnalazione da parte degli addetti alla sicurezza interna di un centro commerciale. I militari sono intervenuti rapidamente all’interno del supermercato dove hanno bloccato il 27enne. Il giovane aveva effettuato il pagamento di alcuni prodotti, del valore di pochi euro, oltrepassando poi le barriere antitaccheggio con lo zaino pieno di prodotti per l’estetica e repellenti anti-zanzare del valore complessivo di circa 450 euro. I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui l’uomo si è impossessato della refurtiva, interamente restituita all’avente diritto.

Nella mattinata, il Tribunale di Velletri ha convalidato l’arresto e condannato il 27enne a quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) e 200 euro di ammenda, previo patteggiamento.

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Cronaca

Ardea, beccati in flagrante mentre tentano una rapina in casa

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ARDEA (RM) – I Carabinieri della Tenenza di Ardea hanno arrestato in flagranza due uomini italiani, un 46enne e un 47enne, già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati per il reato di tentata rapina ai danni di un commerciante, 58enne.
La scorsa notte, una ragazza si è presentata presso gli uffici della Tenenza dei Carabinieri di Ardea, chiedendo aiuto e denunciando un furto in atto presso la propria abitazione di Ardea, via Modena.
Ragion per cui, due Carabinieri, liberi dal servizio e in borghese, acquisita la segnalazione, si sono recati immediatamente presso l’abitazione della donna dove hanno trovato un uomo in fase di colluttazione con il padre della ragazza. Immediatamente bloccato, i Carabinieri, su indicazioni della vittima, hanno appurato della presenza di un secondo complice e si sono messi alla ricerca dell’uomo che, prima dell’arrivo dei militari si era dileguato nei campi limitrofi, ma è stato immediatamente rintracciato e bloccato a circa 50 metri di distanza, nascosto tra gli arbusti.
La vittima, soccorsa, è stata trasportata presso l’Ospedale Sant’Anna di Pomezia, per le escoriazioni riportate durante la colluttazione ricevendo cinque giorni di prognosi.
I Carabinieri, ricostruendo la dinamica dei fatti, hanno appurato che, i due indagati si erano introdotti all’interno della cantina, con l’intento di asportare generi alimentari (olio e vino).
Per questo motivo, i due indagati, sono stati arrestati e condotti in caserma e sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo. Al termine dello stesso, il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi e disposto per loro la misura cautelare degli arresti domiciliari.



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Cronaca

Marcellina, perseguita moglie e figlia dagli arresti domiciliari: portato in carcere

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I Carabinieri della Stazione di Marcellina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con custodia in carcere a carico di un uomo italiano di 55 anni.
L’esecuzione del provvedimento da parte dei Carabinieri rappresenta l’epilogo di attività investigative mirate a far emergere i molteplici e duraturi comportamenti violenti denunciati dalla ex moglie dell’uomo, costretta a subire le vessazioni del compagno per lunghi periodi, oltre che frequenti violenze fisiche e psicologiche, fino a quando decideva di porre fine alla relazione.
A gennaio dello scorso anno, l’uomo usava violenza anche nei confronti della figlia, all’epoca 17enne, colpevole di essere andata a mangiare una pizza con sua madre, causandole lesioni al volto. Quest’evento ha convinto la donna a denunciare tutto, compresi i maltrattamenti subiti in passato, oltre l’ultimo gravissimo evento a danno della figlia. All’uomo veniva applicato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, e divieto dio comunicazione con la parte offesa.
L’uomo, non rispettando il divieto imposto, inviava messaggi minacciosi tramite social network alla ex moglie ed alla propria figlia, cercando di influenzare le loro deposizioni nel processo che si stava svolgendo a suo carico, arrivando a minacciarle anche in aula di tribunale.
In considerazione dei gravissimi fatti accaduti, dell’inosservanza della misura cautelare imposta al 55enne e della necessità di salvaguardare l’incolumità delle donne vittime di violenza, la Procura della Repubblica richiedeva ed otteneva dal Tribunale di Tivoli l’emissione di un aggravamento della misura cautelare in atto con quella della custodia cautelare in carcere, che veniva eseguita lo scorso 9 maggio dai Carabinieri di Marcellina, che traevano in arresto il soggetto e lo conducevano presso la casa Circondariale di Rebibbia.



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