Connect with us

Frosinone

ABBAZIA DI MONTECASSINO: ALTE GERARCHIE VATICANE CANCELLANO SECOLI DI STORIA E TRADIZIONE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Papa Francesco ha potuto valutare la completa inanità nonché inopportunità di tale manovra?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Michele Santulli
Cassino (FR)
– L’ultimo dell’anno testé trascorso ha rappresentato per  Montecassino una data come si suol dire storica cioè per la prima volta dopo secoli e secoli,  il Te Deum di ringraziamento di fine anno è stato celebrato alle ore 17,00 nel Monastero e non alla mezzanotte nella Chiesa Madre di Cassino come appunto era sempre avvenuto. La ragione ne è che le alte gerarchie vaticane  con un colpo di penna hanno cancellato secoli di Storia e di tradizione cioè hanno tolto anzi strappato a Montecassino la gestione e il patrocinio della Diocesi e suo territorio, abbinandola a quella di Sora.

Come ci confermano fonti autorevoli, tale volontà distruttrice veniva curata e covata dalle alte gerarchie  sin dagli anni ’60 e che non era stata mai messa in atto solo a seguito e grazie all’intervento diretto dei vari Papi in persona che, sollecitati e informati  da altri canali, avevano regolarmente accantonato tali progetti storicamente sovversivi e, aggiungiamo, inutili o quasi.

Ora invece si è venuta a creare una contingenza tale che ha impedito che la manovra a nostro avviso proditoria, venisse  esaurientemente portata a  conoscenza di Papa Francesco che quindi non ne ha potuto valutare la completa inanità nonché inopportunità. Tale messaggio non gli è pervenuto, e più avanti si capirà il perché, e di conseguenza, immaginiamo, il Papa non ha fatto altro che firmare siffatto micidiale e diciamolo pure: assurdo, provvedimento, senza  nemmeno avvedersene. 

E la contingenza che dicevamo più sopra che ha reso possibile o quanto meno non ostacolato tale gravissimo torto alla Storia e a Montecassino, è stata che il Monastero sono ormai alcuni anni che per svariate delicate vicende è senza il suo  pastore e abate e perciò  certe alte sfere vaticane ben consapevoli dell’assenza di ogni voce contro, hanno finalmente avuto buon gioco a cancellare mille anni di storia e di vicende: e niente  può compensare e giustificare il gigantesco affronto arrecato non solo a Montecassino  ma alla Storia e alla Cultura Occidentale.

L’Abbazia cassinense non è una Abbazia qualunque! La Terra Sancti Benedicti, quasi quindici secoli di vita e di Storia, è stata cancellata  e abrogata, eppure stiamo parlando del Monachesimo Occidentale, della Regola Benedettina, del Placito Cassinese, di Roberto il Guiscardo, di Federico II, dello Scriptorium: cioè una piccola diocesi che rappresentava più un documento storico onorifico che una realtà veramente di rilievo dal punto di vista amministrativo nell’ambito della organizzazione ecclesiale.

A che pro e a beneficio di chi tale inutile comunque  distruttivo provvedimento vaticano? Quale è il senso e il vantaggio maggiore  di privare Montecassino e anche le relative comunità, dell’ala protettrice dell’Abbazia sul, tra l’altro, esiguo e limitato, territorio disteso ai propri piedi da quindici secoli? Il medesimo giorno della cancellazione della Diocesi di Montecassino, le alte gerarchie hanno nominato ex cathedra anche il nuovo Abate  e anche questa volta andando contro la Storia e la tradizione: il nuovo abate non fa parte della pur se ridotta comunità abbaziale ma viene  da altro monastero benedettino. Non so perché, non sono informato, ma anche questo è un provvedimento fuori della regola e della tradizione in quanto l’Abate  è sempre stato emanazione e figlio dell’abbazia medesima.

Un medesimo provvedimento dunque ma con due risvolti: lo strappo della diocesi e, nel medesimo giorno, il nuovo abate nominato dopo un lungo periodo di sede vacante in Abbazia. Tutto ben congegnato. E se a tali due episodi aggiungiamo   quanto accaduto pochi anni addietro allorché, sempre il Vaticano, impose all’Abate dell’epoca di rinunciare e di abbandonare per sempre Montecassino e di andare, quale arcivescovo, a guidare  la diocesi di Gaeta, anche questo un provvedimento mai registrato e avvenuto prima, nella secolare esistenza dell’ordine benedettino, allora possiamo senza dubbio alcuno parlare di evidente arroganza del potere, a danno di Montecassino.

A fronte a tali, a mio avviso, soprusi avverso la inerme e timorata  comunità monastica di Montecassino, si registra una presa di posizione altrettanto volutamente lesiva  perfino offensiva da parte del Comune di Cassino il quale  imperdonabilmente oltre a nulla e niente aver intrapreso in merito al provvedimento vaticano, al contrario, araldo il suo sindaco, ha  lanciato un’altra freccia avvelenata: infatti dichiara la propria volontà  alla costruzione di una funivia  dalla villa comunale  a Montecassino.

La città di Cassino  nella sua storia democratica e democristiana in cui sono prevalsi esclusivamente cementificazione selvaggia e asfaltamento del territorio, non è stata in grado di dotarsi di quelle strutture e artistiche e culturali che contrassegnano il livello di civiltà e di maturità di una comunità, idonee anche ad attirare le persone e a richiamare il turista e il viaggiatore, ritiene di aver trovato modo e maniera per sopperire  finalmente alla propria gravissima e inammissibile incapacità e ignoranza, intercettando e appropriandosi con prepotenza e violenza  del flusso turistico diretto a Montecassino, per “evitare l’inquinamento” e “preservare il paesaggio” !!!  Gli autobus, si dice, verrebbero dirottati a Piazza Nicholas Green, i passeggeri a piedi vanno fino alla villa comunale, acquistano il biglietto del costo di dieci Euro e poi salgono sulla funivia  e dall’altezza godono lo spettacolo della città  veramente eccezionale dal punto di vista architettonico ed urbanistico.

Se si precisa che il Comune di Cassino in tale operazione trova il suo guadagno pubblico nella distruzione del suo solo polmone verde quale la villa comunale, nell’ulteriore degrado ambientale e paesaggistico, nell’ulteriore appezzentimento di Montecassino, nel mettere su un piatto d’argento l’arricchimento della società che realizzerebbe l’impianto, e altro ancora, allora  è il lettore stesso che  ne trarrà le dovute conclusioni e iniziative. E’ certo e normale che la agenzia che organizza i pullman per Montecassino non potrà mai accettare aumenti di costi e ritardi operativi e disagi per i propri passeggeri   e quindi è altrettanto normale che  si inventerà  altre e più normali destinazioni: l’unico a perdere sarà, di nuovo, Montecassino.

Ci troviamo, dunque, di fronte alle famose autoevirazioni in cui tanti Italiani, disgraziatamente, sono maestri inarrivabili grazie, direbbe un famoso uomo di televisione, alla loro  ‘caprite congenita’.
 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Cronaca

Frosinone, armi e droga negli appartamenti dell’Ater: in manette 2 cittadini albanesi

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nei giorni scorsi i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frosinone, diretti dal Tenente Massimo Petrosino, hanno effettuato un’altra operazione all’interno degli appartamenti dell’Ater abusivamente occupati da soggetti stranieri, dopo quella già compiuta nel novembre scorso.
Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.

Continua a leggere

Cronaca

Atina, stalker aggredisce i carabinieri: arrestato 33enne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Arrestato un 33enne di Atina, in provincia di Frosinone. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per stalking e per resistenza a pubblico ufficiale. A eseguire l’ordine di arresto i militari della locale Stazione dei Carabinieri.
Il 33enne, già colpito da ammonimento del Questore di Frosinone per atteggiamenti persecutori nei confronti di una donna con cui ha avuto una relazione affettiva, non accettando la fine della loro storia si è presentato alla porta della sua abitazione e ha reiterato le molestie. La Donna, spaventata, ha immediatamente chiamato i carabinieri ma lui, alla loro vista, per evitare il controllo, li ha aggrediti colpendoli ripetutamente ma i militari sono riusciti a immobilizzarlo.
L’uomo è stato quindi assicurato alla giustizia e sottoposto agli arresti domiciliari, ora dovrà rispondere del proprio comportamento dinanzi al Tribunale di Cassino.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti