Connect with us

Frosinone

CASSINO: IL NUOVO RINASCIMENTO DELL'ABBAZIA DI MONTECASSINO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Colpisce ferocemente in un siffatto contesto di valorizzazione e di impegno e di operosità costruttivi, la velleità invece distruttiva dell’amministrazione comunale di Cassino

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

 

LEGGI ANCHE: ABBAZIA DI MONTECASSINO: ALTE GERARCHIE VATICANE CANCELLANO SECOLI DI STORIA E TRADIZIONE

 

di Michele Santulli
Cassino (FR)
– In un passato intervento abbiamo registrato il vero e proprio, a nostro avviso, colpo mancino, inferto all’antico e nobile monastero dalle gerarchie vaticane nella loro opera di riorganizzazione territoriale delle strutture religiose.

In verità  l’Abbazia di Montecassino è stata per quindici secoli una sola unità col territorio ai suoi piedi: era la  nota terra di San Benedetto che non solo comprendeva le comunità  circostanti ma che, tra l’altro, estendeva  propaggini in varie parti delle regioni limitrofe. E’, in aggiunta, arduo rinvenire in Europa un monastero che sia anche sede vescovile, più antico di Montecassino, senza menzionarne l’altissimo e unico prestigio culturale e storico.  E’ perciò ancora più arduo a comprendere sulla scorta di quali motivazioni si siano potuti cancellare anche tanti secoli di storia ma soprattutto di vicende e di comunanza, con un tratto di penna: che cosa mai avrebbe comportato per la  Chiesa la conservazione dello status di sede vescovile di  Montecassino e dunque il mantenimento al futuro  di questa pagina di prestigio e di storia? Montecassino è un unicum! E se si ricorda che già  nel 1300 un papa  aveva confermato e ribadito la sua ‘la sede vescovile permanente‘, allora  non si può non rimanere attoniti e sorpresi di tale provvedimento.

La Chiesa dunque sa togliere ma sa anche dare: e infatti  il medesimo giorno della cancellazione della Diocesi di  Montecassino, ne  ha nominato abate un monaco attivo in Puglia, don Donato, chiamato ad occupare una carica prestigiosa  rimasta vuota da qualche anno. Compito difficile, quello di Don Donato: dover gradualmente portare a compimento e ad assolvimento gli impegni ed obbligazioni ed incarichi contratti e rivestiti nella precedente carica abbaziale per parecchi anni e poi allo stesso tempo entrare in contatto, e conoscerla!, e amministrarla,  una realtà unica al mondo quale  Montecassino. Gravame estremo, è da ritenere, sulle spalle di don Donato.

Eppure in questi primi mesi della sua presenza, senza minimamente interferire  nella normale e consolidata routine e abitudini comunitarie, ha preso visione e si è reso conto. E ha iniziato ad agire, con modestia, senza rumore, epperò con decisione e fermezza, illuminato e nel nome di San Benedetto e nell’alto interesse di Montecassino. E immediatamente è intervenuto in quello che è da considerare l’aspetto  cruciale e mai messo in discussione prima di lui: l’orario di apertura del Monastero al visitatore e al pellegrino. Non più dunque apertura alle 9,30 e interruzione alle 12,30 e poi riapertura alle 15,30 fino alle 17 bensì orario continuato: dalle 8,30 alle 19,00!! Mai avvenuto, credo, a Montecassino nella sua lunga storia.

Mai avvenuto in un altro monastero benedettino o confratello. In realtà, Montecassino non è solo dei monaci, Montecassino appartiene al mondo, deve essersi detto Don Donato ed è giusto aver le braccia aperte, a ricevere il pellegrino, ad ogni ora. E quindi nuove e onerose incombenze connesse e ulteriori impegni e responsabilità: servizi ampliati al parcheggio,  altri in costruzione  nei chiostri e nel Museo, assunzione di nuovo personale, il prezioso Museo attualmente sottoposto a opere di razionalizzazione dei percorsi e a migliorie strutturali; programmazione di  strutture ricettive e di accoglienza del pellegrino, ampliamenti delle aree di parcheggio ma molto altro si ha intenzione e volontà di realizzare, secondo le parole di Don Donato: non solo dunque la visita turistica, non solo dunque la visita edificatoria ed elevatrice e devozionale ma anche lo studio e l’apprendimento, la ricerca e la divulgazione e l’insegnamento,  il contatto diretto coi monaci da parte del visitatore e anche  la promozione dell’esperienza del soggiorno claustrale purificatore: dunque apertura  massima al mondo, nello spirito del Santo Fondatore. E si comprende e deduce immediatamente che la visione di don Donato è come si suol dire, a 360°, senza pregiudizi e preconcetti e preclusioni. E possiamo impiegare il termine: una rivoluzione è in atto:  una  nuova epoca  si preannuncia. Un nuovo rinascimento per Montecassino.

E certamente ora i visitatori e i benefattori continueranno ancor di più a dare il loro apporto e il loro sostegno. La fine e la interruzione repentina dell’attività di Diocesi  si sta assimilando e vivendo con impegno e serenità e armonia. Altro aspetto a nostro avviso pure determinante e pragmatico  è la presa d’atto da parte dell’Abate Donato che la consistenza dei monaci e dei conversi è ormai ridotta a numeri esigui rispetto alle obbligazioni e impegni e, anche,  alle aspettative: da qui le sue,  pronte e convissute,  esigenza e obbligatorietà,  di continuare a servirsi, e ora quasi unicamente, della collaborazione e presenza dei laici. 

Colpisce ferocemente in un siffatto contesto di valorizzazione e di impegno e di operosità costruttivi, la velleità invece, a mio avviso, distruttiva dell’amministrazione comunale di Cassino la quale, crogiolandosi nel suo bel titolo piombatogli dal cielo di ‘città martire’,  dopo aver trovato il suo solo ed unico e vero interesse e ambito di realizzazione,  da sempre, esclusivamente nella cementificazione selvaggia del territorio, senza mai,  al contrario, ravvisare  nemmeno embrionalmente la esigenza civile della realizzazione intelligente di istituzioni artistiche o culturali o ricettive idonee, in grado di richiamare il forestiero e quindi anche il visitatore di Montecassino, incubo da sempre della amministrazione comunale cementiera e asfaltista, ora tira fuori dal cappello  una funivia che dovrebbe risolvere il suo problema acuto della intercettazione dei turisti che vanno a Montecassino.In che modo?  Con l’impedire ai pullman di salire le sacre balze e al contrario venir  bloccati, d’imperio, in una piazza cittadina!  E qui ci arrestiamo.

Sappiamo che a Cassino opera qualche associazione che si occupa della salvaguardia del paesaggio e del buon senso e ciò lascia sperare. Come pure uomini politici che sanno discernere.
                                                                                                
 
 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Cronaca

Frosinone, armi e droga negli appartamenti dell’Ater: in manette 2 cittadini albanesi

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nei giorni scorsi i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frosinone, diretti dal Tenente Massimo Petrosino, hanno effettuato un’altra operazione all’interno degli appartamenti dell’Ater abusivamente occupati da soggetti stranieri, dopo quella già compiuta nel novembre scorso.
Nel pomeriggio di giovedì, i Carabinieri del Radiomobile di Frosinone, impegnati nei controlli di routine al Casermone, hanno visto due persone affacciate al balcone di un appartamento che avrebbe dovuto essere vuoto e hanno deciso di capire cosa stesse succedendo. Prima che potessero raggiungere l’appartamento, tuttavia, i due si sono dati alla fuga, aiutati dalle telecamere piazzate in punti strategici, che hanno consentito loro di visionare e anticipare i movimenti dei militari.
Ai Carabinieri non è rimasto che dividersi: una squadra è andata a caccia dei due fuggitivi mentre un’altra è rimasta a presidiare l’appartamento, alla ricerca di eventuali complici o di elementi utili all’identificazione dei due soggetti. Lo sforzo congiunto ha dato in breve i suoi frutti: i due soggetti intravisti poco prima al balcone sono stati bloccati dai militari mentre tentavano di allontanarsi dal Casermone, intanto che all’interno dell’abitazione veniva trovato il passaporto di uno di loro.
I Carabinieri hanno quindi proceduto ad effettuare un’approfondita perquisizione dell’appartamento da cui erano scappati i due uomini, rivelatisi essere due albanesi, rinvenendo due coltelli a serramanico e una pistola semiautomatica con matricola abrasa pronta all’uso, considerato che aveva già caricato il colpo in canna ed erano presenti altri 7 colpi nel caricatore. In una scatola della libreria sono stati recuperati altre 10 cartucce di calibro diverso, destinate ad un’altra arma.
L’appartamento fungeva da vera e propria base di spaccio, considerato che al suo interno sono state rinvenute 3 dosi di cocaina, circa 10 grammi di hashish suddivisi in 3 pezzi e materiale vario per il confezionamento delle singole dosi.
La perquisizione è stata poi estesa ad un altro alloggio che i due soggetti hanno rivelato di avere in uso, scovando ulteriore materiale utilizzato per la preparazione degli stupefacenti.
I militari hanno proceduto pertanto all’arresto dei due stranieri che, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati condotti al carcere di Frosinone, ove sono rimasti anche dopo la convalida dell’arresto.

Continua a leggere

Cronaca

Atina, stalker aggredisce i carabinieri: arrestato 33enne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Arrestato un 33enne di Atina, in provincia di Frosinone. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per stalking e per resistenza a pubblico ufficiale. A eseguire l’ordine di arresto i militari della locale Stazione dei Carabinieri.
Il 33enne, già colpito da ammonimento del Questore di Frosinone per atteggiamenti persecutori nei confronti di una donna con cui ha avuto una relazione affettiva, non accettando la fine della loro storia si è presentato alla porta della sua abitazione e ha reiterato le molestie. La Donna, spaventata, ha immediatamente chiamato i carabinieri ma lui, alla loro vista, per evitare il controllo, li ha aggrediti colpendoli ripetutamente ma i militari sono riusciti a immobilizzarlo.
L’uomo è stato quindi assicurato alla giustizia e sottoposto agli arresti domiciliari, ora dovrà rispondere del proprio comportamento dinanzi al Tribunale di Cassino.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti