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Il rapporto "segreto" sull'amministazione capitolina redatto da tre ispettori sarà nelle mani del prefetto Franco Gabrielli il 16 giugno 2015.
di Cinzia Marchegiani
Roma – Un destino inesorabile attende Roma capitale dopo la cloaca e la gogna internazione in cui è finita con l’inchiesta “Mondo di Mezzo”. Il prefetto Franco Gabrielli il prossimo 16 giugno avrà sulla propria scrivania la relazione sull'amministrazione del Campidoglio, e a lui spetterà la decisione di proporre entro 45 giorni al ministro dell'Interno lo scioglimento del Comune.
Il rapporto "segreto" sarà consegnato nelle mani del prefetto dai tre ispettori che in sei mesi di indagine hanno elaborato dopo aver consultato e avuto accesso agli atti del Campidoglio. Un lavoro certosino attivato da quando lo scandalo di mafia Capitale era di dominio pubblico, per verificare e documentare il livello dell'inquinamento degli uffici emerso dalle carte dell’inchiesta. Così sotto la lente d’ingrandimento sono finiti gli appalti e anche i bandi di gara del Comune di Roma.
Al prefetto Gabrielli lo attende una decisione importante e delicata, il rapporto prodotto spalancherà scenari forse ancora inediti e avrà 45 giorni per decidere, se proporre al ministro dell’Interno, dopo previo parere della procura e del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, se proporre lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune stesso.
Se qualcuno pensava che l’inchiesta Mondo di Mezzo si fosse arenata nella prima fase, tutt’altro fanno intuire il proseguimento degli interrogatori della procura, sotto lente d’ingrandimento ora sono finiti tutti i nomi che appaiono sull’agenda di Salvatori Buzzi, il re della coop 29 giugno, che iniziò il suo business a Zagarolo e Palombara nel 1996.
Manca poco ormai al verdetto che salverà o condannerà il Campidoglio, il prefetto deciderà se da quelle carte e rapporto degli ispettori della procura esiste la necessità di proporre lo scioglimento del Comune ma sarà il ministro degli Interni a portare la questione in Consiglio dei ministri, qui il governo deciderà il destino dell’'amministrazione della Capitale e la gogna per infiltrazioni mafiose.
45 giorni per comprendere se Roma capitale dovrà macchiarsi di questa onta che già di fatto ha messo alla berlina non solo se stessa ma tutta l’Italia agli occhi del mondo intero. E molti si chiedono con forza se debba essere una proposta di un prefetto decidere non solo le sorti di una città, ma a riportare nell’alveolo dei requisiti di dignità morale, il ruolo del primo cittadino e tutti coloro che hanno reso nota la capitale del mondo ancor di più delle sue bellezze storiche e la cultura millenaria, per il malaffare e la corruzione ad ogni livello.
Arriva la sentenza morale anche da parte del segretario di benedetto XVI e prefetto della Casa pontificia, Don Georg che senza veli parla di "epidemia" contro la quale bisogna "reagire senza indugio. Il Papa parla spesso di corruzione – osserva Ganswein in un'intervista all'Adnkronos – Una corruzione dalle mille facce. Sono i vizi capitali che ritornano. Si deve fare tutto il possibile per fare pulizia. Ormai non è più una questione di appartenenza politica, ci troviamo davanti ad un'epidemia contro la quale si deve reagire senza indugio"