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Roma

ZAGAROLO, TRAGEDIA ILARIA RASCHIATORE: LA SCUOLA DELLA VERGOGNA

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Tempo di lettura 4 minuti L’amministrazione comunale di Zagarolo assicura che sta lavorando per far sì che tutto quello che è accaduto in questi anni non vada perduto.

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LEGGI ANCHE: ZAGAROLO, APPALTO LETALE: PARTE L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

 

di Cinzia Marchegiani
Zagarolo (RM)
– A Zagarolo la scuola che doveva essere eretta in ricordo della piccola Ilaria Raschiatore non porterà più il suo nome. La morte di Ilaria Raschiatore di appena 4 anni, avvenuta per responsabilità riconducibili a incuria e mancato controllo della sicurezza di un cancello all’interno alla scuola Colle dei Frati di Zagarolo, non sarà il monito di una immensa disgrazia abbattutasi sulla comunità di Zagarolo nel lontano 2004.

L'inchiesta de L'Osservatore d'Italia. Il nostro quotidiano già all’inizio dello scorso anno, era il 7 febbraio 2014, aveva puntato i riflettori su questa costruzione ormai diventata per tutti "l’edificio fantasma”. Iniziava così il resoconto di questo intricato progetto: ”Sembra tutto fermo come il giorno della posa della prima pietra! Giacciono su un terreno isolato due blocchetti, a ricordo del lontano ottobre 2012, che simboleggiano l’edificio scolastico intitolato a Ilaria Raschiatore che doveva sorgere a Colle Palazzola. Un iter frammentato legato a diverse vicissitudini rocambolesche, la costruzione della nuova scuola sta ancora attendendo la lieta novella.”

La scuola della vergogna. La scuola della vergogna trascina con se non solo questa disfatta, ma anche una tormentata e dibattuta incapacità delle amministrazioni comunali succedutesi, Daniele Leodori prima e Giovanni Paniccia poi, di non essere riuscite a gestire un appalto milionario di ben 4.6 milioni di euro finanziati dalla Regione Lazio nel 2007 che doveva far risorgere da un dramma inaccettabile, un nuovo edificio scolastico che potesse riscattare il ricordo della piccola Ilaria Raschiatore e dare finalmente la possibilità ai bambini di poter vivere in sicurezza le ore dell’infanzia e dell’istruzione in ambienti tecnologici, sicuri e spensierati.

Una storia piena di grandi ombre. I genitori di Ilaria, Liliana e Corrado hanno seguito passo passo l’evoluzione di questa bruttissima pagina che ha segnato prima e dopo la disgrazia la comunità di Zagarolo. Le pieghe e i risvolti orribili hanno ammantato spesso di mistero e dicerie senza che le istituzioni si siano fatte mai carico di essere trasparenti con Liliana e Corrado che dovevano essere coinvolti sin da subito sui progressi dell’avanzamento dei lavori.

L’aggiornamento sulla petizione dei genitori: “Il finanziamento per la scuola in pericolo. E non vogliamo più che porti il nome di nostra figlia”. I genitori di Ilaria avevano lanciato la petizione nel luglio 2014 su Change.org, con cui chiedevano al premier Matteo Renzi e all’ex sindaco di Zagarolo, ora Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori chiarimenti ormai decisivi, invitando a firmare non solo i propri concittadini. Lasciamo nella sua interezza l’aggiornamento accorato riguardo la petizione dei genitori, che dopo aver visto l’incontro il 27 ottobre 2015 con l’attuale sindaco di Zagarolo Lorenzo Piazzai e l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Bonini, cui L’Osservatore d’Italia ha partecipato con la giornalista Cinzia Marchegiani indicata come persona informata dei fatti sulle dinamiche d’indagini che si potrebbero innescare dall’evoluzione di questa grottesca e paradossale storia.

Testo aggiornamento: “A undici anni dalla morte di Ilaria e a tre anni di distanza dalla prima pietra posata per la scuola che doveva essere a lei dedicata, la questione, ormai annosa, ci disgusta.
Per questo abbiamo deciso tempo fa di comunicare al sindaco di Zagarolo che non vogliamo che quella scuola ancora incompiuta venga dedicata a nostra figlia Ilaria. Lei, morta schiacciata dal cancello della scuola il 6 ottobre del 2004, non merita che il suo nome sia associato all’ennesimo scandalo italiano. Non solo: il finanziamento per costruire quell’edificio scolastico rischia di andare perduto. Lo sapete: da tempo ci sostenete con questa mobilitazione su Change.org e la richiesta di finanziamento risale addirittura al 2007. Di quella scuola promessa al momento c’è solo la prima pietra, posata dal cuginetto di Ilaria nel 2012. Ora il finanziamento rischia di saltare, tra indagini e appalti. L’amministrazione comunale di Zagarolo ci assicura che sta lavorando per far sì che tutto quello che è accaduto in questi anni non vada perduto. Non vogliamo che quella scuola sia dedicata ad Ilaria, ma vogliamo che venga finalmente costruita, perché la nostra cittadina ne ha bisogno. Quello che possiamo fare noi è far sentire ancora una volta che siamo in tanti a chiederlo, facendo circolare questa petizione. Siamo in tanti a dire che quei soldi, invece di andare perduti come troppo spesso accade in Italia, devono essere usati per dare ai più piccoli una scuola sicura. Grazie per il vostro sostegno, speriamo di scrivervi presto con notizie migliori. Corrado e Liliana”

Danno e beffa. L’amarezza di questa pagina vergognosa vuole che i bambini che frequentano la scuola Colle dei Frati dove morì la piccola Ilaria Raschiatore, nonostante si fossero avviati i lavori di messa in sicurezza nel lontano 2009 per problemi strutturali dell’edificio, ancora ad oggi, non solo non sono stati ultimati i lavori, ma gli stessi bambini non possono giocare nel cortile di pertinenza della stessa. Alla riunione del 12 novembre 2015 svoltasi presso l’aula consiliare di Palazzo Rospigliosi, il sindaco Lorenzo Piazzai e l’assessore LLPP Bonini hanno spiegato ai genitori che chiedevano spiegazioni, che ancora ad oggi i bambini non possono uscire in cortile per giocare finché non verranno ultimati i lavori, che sono giocoforza dipendenti dalla risoluzione bonaria del contenzioso che esiste con la ditta attuale. L’assessore Bonini si è augurato di risolvere il contenzioso per fine anno 2015 per poi poter riappaltare con un altro bando il resto dei lavori. Per ora i bambini, come tutti questi anni d’altronde, non potranno godere del cortile della scuola che a tutti gli effetti è un cantiere, d’altronde sia il Sindaco Lorenzo Piazzai che l’Assessore Marco Bonini hanno spiegato di avere avuto contezza della situazione, solo dopo l'insediamento in Comune quando hanno potuto visionare i fascicoli inerenti alle opere pubbliche.

La scuola “fu Ilaria Raschiatore” doveva in parte alleggerire tanti disagi che i bambini di Zagarolo vivono quotidianamente nella scuola Colle dei Frati, ma anche degli altri Istituti che soffrono di problemi di sicurezza e disagi legati alla viabilità. Insomma oltre la beffa anche il danno. La scuola della Vergogna ha aperto ora un grande vaso di pandora che presto sarà oggetto di una nostra inchiesta. Esclusivamente per rispetto dei genitori di Ilaria Raschiatore il nostro giornale aveva osservato il silenzio, affinché l’evolversi dell'intricata vicenda potesse accogliere finalmente quel raggio di luce tanto sperato da Liliana e Corrado e da tutti i loro più stretti famigliari, che sono stato divorati e inghiottiti in una spirale che sembra senza fine… purtroppo.
 

La petizione continua. Questo è l’indirizzo per continuare a firmare la petizione, che grazie a tantissimi sostenitori ha potuto sollecitare risposta dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e conoscere finalmente una parte di questa complicatissima storia. https://www.change.org/p/una-scuola-per-ilaria
 

Castelli Romani

Frascati: eletti i presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali e Bilancio

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Eletti ieri i presidenti della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate del Comune di Frascati, rispettivamente Maria, detta Emanuela, Bruni e Roberto Mastrosanti.

Una nuova elezione che segue le dimissioni, sembrerebbe senza alcuna motivazione, di Anna delle Chiaie e Marco Lonzi.

La Commissione Affari Istituzionali, da Statuto del Consiglio Comunale, spetta di diritto alle opposizioni che siedono a Palazzo Marconi che oggi erano rappresentate dalla stessa Emanuela Bruni, Roberto Mastrosanti, Anna delle Chiaie e Matteo Angelantoni con la sola assenza di Marco Lonzi.

Maria, detta Emanuela, Bruni

All’unanimità dei presenti viene eletta la dottoressa Bruni, già candidata sindaco nel 2021 del centro destra Frascatano: un curriculum vitae che spazia dalla carriera giornalista, a ruoli istituzionali – la prima donna a presiedere il cerimoniale di Palazzo Chigi – ed, attualmente, consigliere del CdA del MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Roberto Mastrosanti

Per la Commissione Bilancio, Patrimonio e Partecipate viene eletto, sempre all’unanimità dei presenti compresi i capogruppo dei partiti di maggioranza di Palazzo Marconi, l’avvocato Roberto Mastrosanti, già sindaco della città: una regola non scritta, ma sempre rispettata dall’assise tuscolana, attribuisce sempre alle opposizioni tale presidenza in virtù del fatto che trattasi, pur sempre, di una commissione di controllo.
Si ricuce così il rischio di un blocco dell’attività politica del Consiglio Comunale.
A caldo il commento del commissario cittadino di Forza Italia, nonché membro della segreteria provinciale, il dottor Mario Gori: “Eletti due consiglieri comunali con grande esperienza Amministrativa ed Istituzionale, oltre che stimati professionisti, che, sicuramente, eserciteranno le loro funzioni nell’interesse della collettività”. Si aggiunge poi, nella serata, dalle pagine Facebook, il commento della Lega Frascati che oltre ad augurare un “buon lavoro” ai neoeletti scrive: “su queste commissioni parta un percorso di costruzione di una alternativa politico-amministrativa all’attuale giunta a guida PD”.

Ai neo presidenti auguriamo un buon lavoro.

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Castelli Romani

Rocca Priora, elezioni: intervista a 360 gradi a Anna Zaratti

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Anna Zaratti, classe 1983, sposata. Una laurea in biologia cellulare molecolare ed un master in genetica forense, oggi docente nella scuola media secondaria.

Una chiacchierata in serenità davanti ad un caffè cercando di capire cosa spinge una ragazza della sua età ad una competizione elettorale.

Anna, anche con te, ci diamo del tu? Come sei arrivata alla politica?

(sorride serena) Si si, diamoci del tu. Ho respirato in casa questa passione.
I primi momenti di vita politica li ho vissuti all’università ed è stata per me un bel banco di prova perché ho compreso in pieno il concetto che la “vera politica parla sempre”.

Spiegami un po’ questa tua ultima affermazione

Vedi non è una questione di ideologie contrapposte ma il concetto stesso che la politica è arte del fare e del discutere. Ha come fine il bene delle persone, della comunità.
Quindi va da se che costruire una strada, una scuola, non è né di destra né di sinistra è semplicemente da FARE e questo si vede ancora di più in un ambito, come quello locale, dove bisogna necessariamente superare questi steccati ideologici.

Quindi vuoi dirmi che alla fine gli steccati ideologici crollano o meglio debbono venire meno di fronte a questo tuo principio?

(il sorriso diventa serio) Certo che si.
La contrapposizione ideologica porta sempre allo scontro delle persone e non al chiarimento delle idee e quindi compiere delle scelte sulla base del FARE deve essere, necessariamente, il principio di chi si presenta di fronte agli elettori.

A Rocca Priora la scelta del tuo partito, Fratelli d’Italia, di cui sei presidente, viene vista come una scelta sofferta. È vero?

Ma neanche tanto.
Quello che ci rimproverano è il discorso delle solite facce, delle solite persone.
Ti faccio un esempio: tu lasceresti una Ferrari o un aereo in mano ad una persona che non l’ha mai guidata?
Io tentennerei nel farlo, preferirei avere qualcuno al fianco che mi insegnasse a farlo, mi spiegasse come tirare fuori al meglio le potenzialità della Ferrari o dell’aereo.
Ecco: guidare una macchina amministrativa, di certo, non è una cosa facile.
C’è bisogno di chi ha le capacità di farlo e che permetta a “noi giovani” di fare esperienza creando poi una nuova classe dirigente.

Quindi fare quella che un tempo era la “gavetta” è necessario anche in politica?

Ancora di più. Si dice spesso che chi governa debba essere un buon padre o una buona madre di famiglia.
Ma non mi risulta che ci sia il “manuale del perfetto genitore” bisogna fare esperienza sul campo ed avere vicino donne e uomini che di “esperienza” ne hanno già e che ci permettano di acquisire con loro quelle capacità amministrative e di governo necessarie per il bene della popolazione.

Mi ha colpito molto nella riunione del 24 aprile quando hai parlato di biodiversità e nello specifico del Bosco del Cerquone. Ho appuntato un acronimo “ZSC” mi spieghi cosa significa e come può diventare quella località il valore aggiunto per Rocca Priora?

(gli brillano gli occhi ed il suo sorriso risplende) Mi fa piacere che ti sia soffermato su questo argomento lo serbo nel mio cuore dai tempi in cui, in università, facevo ricerca.
Noi abbiamo la fortuna di avere una Zona Speciale di Conservazione, ZSC appunto.
Prova a chiudere gli occhi e pensare al nostro territorio in periodo compreso tra 600 mila anni fa e 40 mila anni fa … beh! quello è il Bosco del Cerquone.
Un unicum per il nostro territorio, una zona non contaminata dalle successive forestazioni, i castagni ad esempio, che mutarono moltissimo l’aspetto delle nostre zone.
Li si conservano ancora querce, tigli ed aceri tipici della nostra zona.
Un vero e proprio Santuario Ecologico, un campionario, passami il termine, di molteplici biodiversità, sia faunistiche che floreali.
Si potrebbe creare un indotto turistico magari un vero e proprio centro di ricerca assieme alle università arrivando fino all’ARPA.
Ma quello che diventa ancora più necessario è quello che Claudio Fatelli ha esposto nella riunione a cui tu facevi riferimento: creare quelle strutture capaci di accogliere turisti e ricercatori. Oltre l’indotto ci vuole la capacità recettiva.

Sempre in quella stessa occasione hai ampiamente parlato di Sport ma cosa rappresenta per te?

Qui il discorso si ampia.
Siamo troppe volte abituati a considerare lo sport esclusivamente come pratica sportiva, come attività.
Ma se andiamo a guardare bene lo Sport è la base dell’inclusione, è simbolo e sinonimo di pace, basta guardare nel mondo antico quando durante il periodo olimpico si interrompeva ogni guerra.
Lo Sport insegna a fare tesoro delle sconfitte.
Lo Sport educa i giovani ad una disciplina comportamentale, è la scuola delle regole.
Lo Sport deve diventare un progetto educativo, sociale, inclusivo non esclusivamente motorio.
Quindi una progettualità di questo genere deve diventare l’anima di ogni azione amministrativa.

Un progetto ambizioso, il tuo, ma non si può non condividere

Beh aggiungo che Rocca Priora ha avuto la fortuna di essere stato uno dei primi paesi dei Castelli Romani a dotarsi di un complesso sportivo polivalente. Oggi quella realtà può e deve diventare una Cittadella dello Sport proprio in questo ambito che ho appena descritto. E lo si può fare anche utilizzando strutture ecocompatibili che ne farebbero un unicum nel suo genere.

Sei alla tua seconda esperienza come candidato al consiglio comunale. C’è qualcosa che nella prima tua prima esperienza ti ha colpito?

Si! Non te lo nascondo – dice guardandomi fissa negli occhi – ho sentito forte il peso della responsabilità delle persone che avevano riposto in me la loro fiducia. Un peso importante ma che oggi, ancora di più, mi spinge a fare meglio.
Ma stavolta ho dietro di me una bella squadra che mi supporta e mi sprona ad andare avanti e quello che chiedo ai roccaprioresi è di non smettere mai di stimolarmi anche il giorno dopo le elezioni ricordandogli la mia piena e totale disponibilità a riceverli ogni volta che lo riterranno necessario.
Ed in più, mi prendo l’impegno, già da ora, di incontrarli spesso, in una Assemblea Pubblica, per fare il punto della situazione. Un impegno concreto che mi permetta di ascoltare i loro suggerimenti, le loro idee e, perché no, anche le eventuali lamentele.

Le mie interviste, lo avrai letto, si chiudono sempre con una bacchetta magica che io ti presto e che può far avverare due desideri: uno per te, per la tua famiglia ed uno per la tua città …

Beh facile per la mia famiglia: la serenità e l’armonia e quella capacità di comprendersi sempre.
Per Rocca Priora ho un sogno: una Ludoteca, un luogo che permetta ai giovani di trovarsi e di incontrarsi.
Un luogo che permetta loro di poter tornare ad essere comunità che si unisce e che crea valore aggiunto. E questo lo si può fare utilizzando quelli spazi, troppe volte abbandonati e che, grazie al PNRR il Comune di Rocca Priora sta recuperando appieno.

L’avevo conosciuta dalle parole di alcuni amici che me l’avevano descritta come una donna tenace ma piena di voglia di fare e di capacità di fare sintesi: avevano ragione.
Grazie Anna ed un grosso in bocca al lupo.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, sulle sponde del lago appare un cartello del Comune “Attenzione pericolo di Morte”

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L’assessore Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi”

“Attenzione pericolo di morte, divieto di accesso nell’area e nello spazio lacuale antistante. Presenza di ordigni bellici inesplosi”. Questo quanto riportato dalla segnaletica, apparsa da qualche giorno e messa dal Comune di Castel Gandolfo che dice chiaramente che nel lago ci sono bombe inesplose che stanno lì dalla seconda guerra mondiale.

La segnaletica richiama due ordinanze (ndr. come scritto sui cartelli stessi) del 2013 e del 2021

Il fatto che esistano ben due ordinanze sta a significare che il pericolo della presenza di ordigni bellici si conosce da almeno 11 anni ma il segnale di pericolo, inequivocabile nella sua interpretazione, è stato messo pochi giorni fa:

Il cartello si trova sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo, tra il vecchio porticciolo e il civico 7 di via dei Pescatori, vicino a un circolo di canoa direttamente con accesso in acqua per disabili.

Il cartello ha scatenato non poche polemiche e messo preoccupazione tra più di qualche operatore balneare e turistico nonché dei residenti che qualche bracciata lì intorno, almeno in questi anni e ultimi tempi, l’hanno azzardata: “Ci chiediamo perché sia comparso adesso – dicono altri residenti del posto – ci sembra davvero strano e il messaggio è inquietante: se si fa il bagno c’è il pericolo che esploda una bomba. Naturalmente vieteremo ai nostri figli di frequentare la zona, ci manca anche la disgrazia e poi magari ci sentiamo dire che ci avevano avvisato”.

Dal Comune, risponde l’assessore alle Attività produttive Tiziano Mariani: “La settimana scorsa sono stati rinvenuti degli ordigni bellici inesplosi e il Genio Civile ha provveduto alla bonifica. In via precauzionale abbiamo deciso insieme a Prefettura e Arma dei carabinieri di apporre la segnaletica e le boe che delimitano alla zona di pericolo in attesa di effettuare una bonifica più generale dell’area. Il sindaco ha già richiesto un intervento diretto della Regione o in alternativa i fondi per poter effettuare quanto prima l’intervento”.

Questi ordigni, rimasti dormienti per decenni, rappresentano un rischio reale e tangibile per chiunque si avvicini alle rive del lago. La presenza di ordigni bellici inesplosi, sebbene sorprendente nonostante abbastanza frequente nell’area dei Castelli Romani, è un fenomeno che semina paura e non incoraggia il rilancio turistico di qualità tanto auspicato per l’intera provincia. I resti dei conflitti passati continuano a emergere, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Tuttavia, la loro scoperta sulle rive tranquille del Lago serve da promemoria urgente dell’importanza di affrontare questi pericoli con determinazione e urgenza. «Le autorità locali devono agire prontamente – dicono alcuni residenti – per identificare e rimuovere in modo sicuro gli ordigni bellici rimasti, proteggendo così il pubblico da potenziali rischi mortali. Allo stesso tempo, è essenziale educare il pubblico sulla natura di questa minaccia e sull’importanza di rispettare i divieti d’accesso per garantire la sicurezza di tutti». Lo scorso anno, a fine agosto, un bomba risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trovata nella tarda mattinata di una tranquilla domenica nei pressi del lago. La scoperta è stata fatta da una persona che stava passeggiando lungo il percorso naturalistico di via dei Pescatori. Scattato l’allarme alle forze dell’ordine, sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo. La bomba, una spoletta lunga 10 centimetri non pericolosa, al momento del ritrovamento si trovava a qualche metro di distanza dalla riva. Il cartello apparso pochi giorno fa lascia presagire che il pericolo sia davvero concreto.

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