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Ambiente

ANBI: l’Italia è a rischio siccità estrema, le temperature record peggiorano la situazione

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Massimo Gargano (ANBI): “Le difficoltà idriche potrebbero aggravarsi se la scarsità di neve persiste, mettendo a rischio l’approvvigionamento per l’agricoltura.”

Mentre le campagne foggiane soffrono la mancanza d’acqua, una domanda sorge spontanea al termine dell’inverno meteorologico (1 dicembre – 28 febbraio): c’è stato un vero inverno? A porsi l’interrogativo è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, evidenziando le temperature anomale che hanno caratterizzato l’intera Penisola. Ondate di caldo superiori alla norma fino a 7-8 gradi, città del Centro-Sud quasi mai scese sotto lo zero e nei prossimi giorni temperature che in alcune regioni del Mezzogiorno toccheranno i 20 gradi, come se fosse primavera inoltrata.

La situazione è ancora più allarmante su scala globale: la regione artica, comprese le coste nord-orientali della Groenlandia e i Paesi scandinavi, è stata investita da un’ondata di calore con temperature fino a 12 gradi sopra la media (fonte: Copernicus).

Cambiamenti climatici e risorse idriche

“Lo scorso anno – afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – le anomalie termiche in Italia furono ancora più marcate. Il riscaldamento globale sta avendo un impatto sempre più evidente sulla vita delle persone, sugli ecosistemi e sull’economia del Paese. Dal 2000 ad oggi, i ghiacciai mondiali hanno perso circa il 5% della loro massa, contribuendo all’innalzamento dei livelli del mare e al conseguente aumento del cuneo salino, che oggi minaccia circa 87 milioni di ettari nel mondo, di cui 8 milioni nel Mediterraneo, comprese vaste aree costiere italiane.”

In Italia, la Puglia è tra le regioni più in sofferenza. Le dighe della Capitanata trattengono solo il 23,42% dell’acqua invasabile, con un incremento di appena mezzo milione di metri cubi in sette giorni. L’anno scorso, la diga di Occhito raccoglieva 11 milioni di metri cubi in più. L’allarme resta alto: nella corrente annata idrologica, i bacini del Tavoliere hanno accumulato solo 43 milioni di metri cubi, a fronte dei quasi 100 miliardi di litri in più del 2023, che comunque non furono sufficienti a garantire l’irrigazione estiva.

Diversa la situazione in Sicilia, dove le abbondanti piogge degli ultimi due mesi hanno portato lo stock idrico a oltre 331 milioni di metri cubi (47,5% della capacità totale), sebbene solo 210 milioni siano effettivamente utilizzabili (fonte: Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia). Anche in Sardegna gli invasi hanno registrato un incremento, con 88,16 milioni di metri cubi in più nel solo mese di febbraio. Tuttavia, persistono criticità nelle aree sud-occidentali e nord-occidentali, dove i livelli degli invasi restano ben al di sotto della capacità massima.

Le condizioni nel resto d’Italia

In Basilicata, gli invasi hanno visto un aumento di 2,75 milioni di metri cubi in una settimana, ma il deficit idrico rispetto al 2023 resta elevato (-69,26 milioni di metri cubi).

In Campania, i fiumi Volturno, Sele e Garigliano registrano portate in crescita. Anche in Abruzzo, la diga di Penne ha trattenuto 4,65 milioni di metri cubi d’acqua, contro gli 1,45 milioni dello scorso anno, mentre crescono i flussi di Sinello, Sangro e Alento.

Nel Lazio, i laghi vulcanici della provincia romana mostrano lievi segnali di ripresa, pur restando sotto i livelli dell’anno precedente. Il fiume Tevere, con una portata media di 164,45 metri cubi al secondo a Roma, ha registrato un incremento del 69% in sette giorni. Anche i flussi di Aniene e Velino risultano in crescita.

In Umbria, la diga di Arezzo (Maroggia) ha invasato 2,5 milioni di metri cubi d’acqua, mentre il lago Trasimeno è ancora sotto i livelli medi stagionali (-1,33 metri). In aumento le portate dei fiumi Paglia, Topino e Chiascio.

Le Marche continuano a registrare un deficit idrico, anche se gli invasi stanno accumulando riserve fondamentali: attualmente trattengono oltre il 78% della loro capacità totale.

In Toscana, i livelli dei fiumi Serchio, Sieve, Arno e Ombrone sono in calo, mentre in Liguria diminuiscono i flussi di Entella, Vara, Magra e Argentina.

Nell’Emilia-Romagna, le portate dei fiumi appenninici (Savio, Reno e Taro) sono in crescita, mentre la Secchia ha registrato una portata superiore del 147% rispetto alla media stagionale. Nel Piacentino, gli invasi di Mignano e Molato sono riempiti rispettivamente all’81,4% e all’83,3%.

Il fiume Po, invece, continua a vedere una progressiva riduzione del suo flusso, con una portata a Pontelagoscuro inferiore alla media del 22%.

In Veneto, i corsi d’acqua registrano portate in crescita, tranne l’Adige. Tra i grandi laghi, il Benaco è quasi pieno (96,4%), mentre Verbano, Lario e Sebino hanno livelli variabili tra il 51% e l’84%.

La Lombardia registra un deficit nivale vicino al 30%, con 444 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto allo scorso anno. Complessivamente, la regione ha riserve idriche inferiori alla media del 13%.

In Piemonte, il mese di febbraio ha visto precipitazioni inferiori del 38% rispetto alla norma, mentre l’indice SWE (Snow Water Equivalent) segna un -19%. Le portate dei fiumi sono in calo, in particolare il Tanaro (-60% in una settimana), la Stura di Demonte e il Toce.

Monitoraggio costante e previsioni future

“L’Italia settentrionale continua ad avere risorse idriche significative – spiega Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – ma è essenziale monitorare le aree che mostrano segni di difficoltà, come il Piemonte meridionale. Qui, la scarsità di neve potrebbe ripercuotersi sulla disponibilità idrica nei prossimi mesi, con rischi per l’agricoltura e le forniture.”

Situazioni critiche si registrano anche in Valle d’Aosta, dove il manto nevoso è inferiore rispetto al 2023 e i livelli della Dora Baltea continuano a diminuire.

Con la primavera ormai alle porte e il rischio di nuove ondate di calore, l’attenzione sulle risorse idriche italiane resta alta: la gestione sostenibile diventa sempre più una priorità per il futuro del Paese.

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