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Roma

ANGUILLARA ASSOCIAZIONISMO: L'URLO STRAZIANTE DEL SILENZIO

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Tempo di lettura 5 minuti I problemi locali si risolveranno quando ogni cittadino deciderà di rispondere al proprio urlo di silenzio.

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Frastuoni, rumori che vengono dal di fuori.
Resta il fatto che al Mercato del lunedì, a quello della Terra, alla Sagra del Pesce, alla festa del Santo Patrono non può sfuggire all’orecchio attento quell’urlo struggente del silenzio.

 

Emanuel Galea

Non è un paradosso. Il silenzio più significativo non è quello che si misura in Decibel. A quello si può ovviare.  Il silenzio più profondo è quello dell’anima oppure se si preferisce quello della coscienza civica, o meglio della consapevolezza, della capacità di cognizione di ciò che avviene in noi stessi e nel nostro rapporto col mondo esterno. La sensazione è che in gran parte della gente, ad Anguillara, regna questo straziante silenzio civico. Volendo, questo si può spiegare col fatto che molti abitanti non sentono questo paese come proprio, non riescono ad amarlo come cosa loro. Da un’indagine non ufficiale, emerge che solamente il 20% dei residenti è autenticamente indigeno, nato da genitori anguillarini, mentre il 10% sono stranieri e il restante 70% proviene dalla capitale. E tra quest’ultimi tanti non si possono considerare neanche come romani doc. Provengono dai quartieri più disparati di Roma, da Due Ponti, da Val Melaina, dal Tuscolano, dal Tiburtino, Tomba di Nerone ed a loro volta hanno tutti altre radici fuorchè quelle romane. Chi ha provenienza campana, chi calabra, chi siciliana, chi veneta, e così via. Non è facile, quindi per questa tipologia di residenti sentire questa cittadina come propria. A queste difficoltà di inserimento di solito suppliscono le associazioni varie. Il tentativo del presidente del Consiglio comunale di Anguillara Secondo Ricci di organizzare tutti i comitati di quartiere va nel verso giusto,  aiuterà sicuramente a rompere il silenzio di queste coscienze civiche. Le associazioni ad Anguillara non mancano di certo, almeno su carta. Tra quelle sportive e non, ne risultano registrate 86.  Quale di queste si è fatta sentire oppure vedere quando l’ambiente mendicava  la loro presenza.? L’ambientalista gira la testa da un’altra parte ogni volta che si imbatte in un albero troncato. Le strade di Anguillara ne sono piene di queste fattispecie. Gli alberi si abbattono perché non sono autoctoni. Seguendo quest’assurdo principio si dovrebbe bandire dalle scuole elementari il menù etnico non essendo esso autoctono. Si dovrebbe abolire la festa della zucca, così detta Halloween, anch’essa importata dall’America e pertanto non autoctona. C’è da augurarsi e guai se qualcuno lo dovesse solo pensare, che non si metta in discussione la presenza del giovane di colore che sosta davanti ai supermercati. Principi assurdi. Purtroppo l’associazionismo culturale locale si entusiasma davanti all’aratro dei bis bisnonni e la zappa ed il forchettone di 200/250 anni fa custoditi gelosamente nel museo dell’arte contadina mentre nel frattempo si disinteressa completamente del gioiello archeologico di 8000 anni fa. Un gioiello ambito da tanti musei nel mondo. Anguillara lo tiene rinchiuso in un capannone al parcheggio della stazione. Meraviglia anche che a nessun ambientalista possa disturbare la vista di quell’obbrobrio, un rudere bruciato, che umilia e deturpa la vista del lago su Piazza del Molo. Stupisce la sottovalutazione da parte dell’associazionismo locale del rischio contaminazione radioattiva che incombe a soli due chilometri dalla propria casa  e stupisce che nessuno si sia mai chiesto se gli esperimenti condotti in quel sito hanno potuto avere qualche nesso con l’insorgere di tumori nei quartieri limitrofi. Ci si rifiuta di pensare che il morbo della capacità di cognizione di ciò che avviene nel nostro rapporto col mondo esterno, quel silenzio civico, ha morso tutti. Quando ogni cittadino esaurisce la sua carica  di indignazione, di stupore e di commozione , si rischia di consegnare il proprio paese nelle mani delle solite famiglie di potere e la “legge è uguale per tutti” viene applicata per i deboli ed interpretata per i forti. I problemi locali si risolveranno quando ogni cittadino deciderà di rispondere al proprio urlo di silenzio.

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Metropoli

Colleferro, furto al supermercato: arrestato un 27enne

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COLLEFERRO – I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno arrestato in flagranza di reato un 27enne georgiano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato di furto aggravato nei pressi di un noto supermercato di Colleferro.

Nello specifico, ieri pomeriggio, i militari nel corso di mirati servizi di prevenzione nei pressi delle attività commerciali, hanno ricevuto una segnalazione da parte degli addetti alla sicurezza interna di un centro commerciale. I militari sono intervenuti rapidamente all’interno del supermercato dove hanno bloccato il 27enne. Il giovane aveva effettuato il pagamento di alcuni prodotti, del valore di pochi euro, oltrepassando poi le barriere antitaccheggio con lo zaino pieno di prodotti per l’estetica e repellenti anti-zanzare del valore complessivo di circa 450 euro. I militari, oltre ad acquisire la denuncia del responsabile dell’esercizio commerciale, hanno anche acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza che documentano gli attimi in cui l’uomo si è impossessato della refurtiva, interamente restituita all’avente diritto.

Nella mattinata, il Tribunale di Velletri ha convalidato l’arresto e condannato il 27enne a quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) e 200 euro di ammenda, previo patteggiamento.

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Cronaca

Ardea, beccati in flagrante mentre tentano una rapina in casa

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ARDEA (RM) – I Carabinieri della Tenenza di Ardea hanno arrestato in flagranza due uomini italiani, un 46enne e un 47enne, già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati per il reato di tentata rapina ai danni di un commerciante, 58enne.
La scorsa notte, una ragazza si è presentata presso gli uffici della Tenenza dei Carabinieri di Ardea, chiedendo aiuto e denunciando un furto in atto presso la propria abitazione di Ardea, via Modena.
Ragion per cui, due Carabinieri, liberi dal servizio e in borghese, acquisita la segnalazione, si sono recati immediatamente presso l’abitazione della donna dove hanno trovato un uomo in fase di colluttazione con il padre della ragazza. Immediatamente bloccato, i Carabinieri, su indicazioni della vittima, hanno appurato della presenza di un secondo complice e si sono messi alla ricerca dell’uomo che, prima dell’arrivo dei militari si era dileguato nei campi limitrofi, ma è stato immediatamente rintracciato e bloccato a circa 50 metri di distanza, nascosto tra gli arbusti.
La vittima, soccorsa, è stata trasportata presso l’Ospedale Sant’Anna di Pomezia, per le escoriazioni riportate durante la colluttazione ricevendo cinque giorni di prognosi.
I Carabinieri, ricostruendo la dinamica dei fatti, hanno appurato che, i due indagati si erano introdotti all’interno della cantina, con l’intento di asportare generi alimentari (olio e vino).
Per questo motivo, i due indagati, sono stati arrestati e condotti in caserma e sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo. Al termine dello stesso, il giudice ha convalidato l’arresto per entrambi e disposto per loro la misura cautelare degli arresti domiciliari.



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Cronaca

Marcellina, perseguita moglie e figlia dagli arresti domiciliari: portato in carcere

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I Carabinieri della Stazione di Marcellina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con custodia in carcere a carico di un uomo italiano di 55 anni.
L’esecuzione del provvedimento da parte dei Carabinieri rappresenta l’epilogo di attività investigative mirate a far emergere i molteplici e duraturi comportamenti violenti denunciati dalla ex moglie dell’uomo, costretta a subire le vessazioni del compagno per lunghi periodi, oltre che frequenti violenze fisiche e psicologiche, fino a quando decideva di porre fine alla relazione.
A gennaio dello scorso anno, l’uomo usava violenza anche nei confronti della figlia, all’epoca 17enne, colpevole di essere andata a mangiare una pizza con sua madre, causandole lesioni al volto. Quest’evento ha convinto la donna a denunciare tutto, compresi i maltrattamenti subiti in passato, oltre l’ultimo gravissimo evento a danno della figlia. All’uomo veniva applicato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, e divieto dio comunicazione con la parte offesa.
L’uomo, non rispettando il divieto imposto, inviava messaggi minacciosi tramite social network alla ex moglie ed alla propria figlia, cercando di influenzare le loro deposizioni nel processo che si stava svolgendo a suo carico, arrivando a minacciarle anche in aula di tribunale.
In considerazione dei gravissimi fatti accaduti, dell’inosservanza della misura cautelare imposta al 55enne e della necessità di salvaguardare l’incolumità delle donne vittime di violenza, la Procura della Repubblica richiedeva ed otteneva dal Tribunale di Tivoli l’emissione di un aggravamento della misura cautelare in atto con quella della custodia cautelare in carcere, che veniva eseguita lo scorso 9 maggio dai Carabinieri di Marcellina, che traevano in arresto il soggetto e lo conducevano presso la casa Circondariale di Rebibbia.



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