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Roma

Anguillara, referendum: Anna Finocchiaro spiega le ragioni del Si

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Tempo di lettura 3 minutiL'intervista in esclusiva de L'Osservatore d'Italia alla senatrice

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di Silvio Rossi

 

ANGUILLARA (RM) – Se la riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum il 4 dicembre, è stata presentata dal duo Renzi-Boschi, chi ha tessuto il filo del dialogo parlamentare nei mesi passati è certamente stata la senatrice Anna Finocchiaro.

Siciliana, una lunga carriera politica alle spalle, già ministro delle Pari Opportunità nel secondo governo Prodi, la Finocchiaro è la presidente della Commissione affari costituzionali del Senato della Repubblica, suo quindi il compito di mediare la proposta del governo con gli emendamenti presentati nella camera che, proprio a causa della riforma, vivrà una trasformazione radicale.


Ha partecipato ieri a un’iniziativa organizzata dal deputato Emiliano Minnucci, presso l'hotel ristorante "Massimino" di Anguillara Sabazia. Notevole la partecipazione, tanto è vero che la sala riservata all’iniziativa si è dimostrata subito insufficiente ad accogliere gli intervenuti, che hanno seguito numerosi nel vicino salone, accontentandosi di seguire da lontano.


Abbiamo intervistato in esclusiva la senatrice al termine dell’incontro.

Ai tempi dell’ascesa di Renzi alle primarie lei era uno dei nomi invocati per la rottamazione. In seguito però ha collaborato con la Boschi. È stato per dovere di partito, oppure il gruppo di governo è valido?

Io ho sempre creduto nella riforma costituzionale, devo dire che sono stata anche critica con quella che hanno presentato col disegno di legge Renzi.Boschi, infatti il lavoro di commissione l’ha profondamente modificata, sempre in rapporto costante, ovviamente, con il governo. Dopodiché, i rapporti tra me e il Premier sono cominciati male, però come si suol dire, non gliel’ho mandate a dire, e questo ha portato un rapporto franco, e anche di rispetto.

 

Un aspetto positivo della campagna referendaria, è stato aver riportato, anche se a volte con toni alti, la discussione su argomenti politici. Lei ha avuto l’impressione di trovare gente motivata, invogliata a comprendere?

Io ho trovato molta gente motivata a comprendere, perché il dibattito più superficiale, quello che si vede nei talk show televisivi, o nelle battute che si fanno alle agenzie, non aiutava a capire di cosa stiamo parlando. Il contenuto della riforma, che non è difficile e attendiamo appunto da moltissimi anni, ha bisogno però di essere riflettuto, di essere approfondito, di vedere soddisfatte le curiosità, per cui credo siano questi gli incontri in cui il senso della partecipazione al voto

Questo tipo di impegno lo trova anche in persone che portano avanti convintamente le posizioni del no?

Io credo che in generale il dibattito pubblico sia stato avvelenato da strumentalismi, anche volgarità. Ovviamente sarei una stupida, e anche falsa, se dicessi che non avverto che ci possano essere posizioni convinte, con motivazioni nobili, che a mio avviso sbagliano, perché sono questioni che mi sono posta anch’io mentre stavo lavorando alla riforma, e che credo siano state risolte. Certamente non mi permetterei mai di disprezzare chi con proprie ragioni, giuste o sbagliate, difende le proprie scelte.

 

Vorrei ora una previsione. Lei cosa farà il 5 dicembre?

Il 5 dicembre rifletto sui risultati del referendum, che francamente non so dire quali possono essere. Mi auguro ovviamente che vinca il Sì.

 

Avremo comunque un’Italia divisa in due

Questo è uno dei temi sui quali io mi danno. Deve sapere che Meuccio Ruini, quando si pose la questione se la forma Repubblica o Monarchia dovesse essere decisa dalla Costituente o dovesse essere affidata al referendum, disse una frase che è rimasta famosa: “Sono contento che si faccia il referendum, perché questo unirà il Paese”. Ora a me sembra paradossale che un referendum, che segna una svolta sicuramente meno storica di quanto fu il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, continui a restare un elemento di divisione, e rischi di segnare anche il dopo referendum.