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Latina

Aprilia, cava con rifiuti tossici: sgominata organizzazione criminale

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Tempo di lettura 4 minuti Al centro della filiera illecita vi erano un 53enne romano e il figlio 22enne

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APRILIA (LT) – Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato la Squadra Mobile e la Polizia Stradale di Latina, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno eseguito n. 21 misure cautelari emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di aver realizzato e gestito un’enorme discarica abusiva nel territorio di Aprilia, località Tufetto, zona sottoposta a vincolo idro-geologico, e di avervi sversato enormi quantitativi di rifiuti pericolosi e non pericolosi, attraverso modalità ampiamente consolidate di trasporto e interramento abusivi.  Sono in corso le ricerche di uno degli indagati, destinatario di misura cautelare in carcere, allo stato irreperibile.

Le indagini traggono origine dall’attività svolta dalla Polizia di Stato, a partire dal mese di marzo 2016, su un anomalo e intenso traffico di veicoli pesanti che, anche in orario notturno, accedevano in via Corta di Aprilia, diretti nell’area in cui insiste una cava di pozzolana dismessa da anni.

La Polizia di Stato effettuava numerosi servizi di osservazione, anche con l’utilizzo dei velivoli del Primo Reparto Volo di Roma, rilevando come all’interno della cava fossero  realizzati invasi, nei quali venivano sversati rifiuti di varia natura dai quali, in molti casi, esalavano fumi inquietanti.

I rilievi fotografici effettuati nel corso di un sopralluogo aereo, confrontati con le immagini satellitari risalenti nel tempo, consentivano, sin da subito, di accertare che alcune delle enormi buche fossero di recentissima realizzazione.

Previa autorizzazione della D.D.A. romana, venivano quindi installate diverse telecamere, che consentivano di acquisire contezza delle attività illecite svolte all’interno del sito. In particolare, veniva rilevato che:

•      all’interno della cava era presente un escavatore con cui venivano realizzate buche ampie e profonde nel terreno;

•      all’interno di dette buche avvenivano sversamenti di ogni sorta di rifiuti solidi urbani, rifiuti da costruzione e demolizione nonché rifiuti pericolosi, come sembravano testimoniare le esalazioni colorate che si sprigionavano dai cumuli di materiale dopo lo scarico;

•      subito dopo lo sversamento dei rifiuti (che in alcuni casi rimanevano per giorni sui mezzi d’opera esposti al sole), i soggetti operanti nella cava provvedevano a ricoprirli di terra, al fine di celarli rapidamente e di limitarne le esalazioni maleodoranti e inquinanti.

I servizi di osservazione, effettuati grazie al sistema di videosorveglianza, e le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito di delineare, sin dalla fase iniziale delle indagini, che a gestire la discarica abusiva fosse PIATTELLA Antonino, autentico dominus dell’intera filiera illecita, nonché il figlio PIATTELLA Riccardo, gestore della cava a tutto tondo; questi, infatti, oltre a ricevere gli appuntamenti per gli sversamenti dai singoli conferitori, si occupava anche di manovrare personalmente escavatori e trattori stradali per provvedere allo scarico e all’interramento di enormi quantitativi di rifiuti. I predetti erano collaborati – e, se del caso, sostituiti – da LANARI Roberta, moglie di Antonino, che provvedeva sovente ad incassare i compensi per gli “scarichi” illeciti.

Le intercettazioni consentivano di individuare, in rapida successione, le aziende di provenienza dei rifiuti, ubicate nelle provincie di Roma e Latina, i mezzi utilizzati nonché i soggetti che, a vario titolo, partecipavano al traffico illecito di rifiuti, ognuno con un ruolo ben determinato.

E’ stato quindi possibile ricostruire la rete di imprenditori coinvolti in qualità di conferitori, molti dei quali operanti proprio nel settore del recupero e dello smaltimento di rifiuti che, in luogo di rivolgersi a canali di smaltimento ufficiali e leciti, si servivano del sito gestito dai Piattella.

La descritta attività criminale ha consentito, peraltro, sia agli “smaltitori” che ai “conferitori” di ottenere elevatissimi profitti, successivamente reimpiegati nel circuito economico legale.

Infatti, mentre i primi hanno interamente incamerato, sottraendole al fisco, le somme illecitamente percepite per i singoli sversamenti, i secondi, invece, hanno conseguito un considerevole risparmio di spesa, evitando i maggiori costi derivanti dall’osservanza delle procedure previste per lo smaltimento autorizzato di rifiuti.

Sulla base di tali risultanze, pertanto:

a)     sono state eseguite misure cautelari in carcere nei confronti di:

1.     PIATTELLA Antonino, nato a Roma il 04.01.1964;

2.     PIATTELLA Riccardo, nato a Velletri (RM) il 14.02.1995;

3.     LANARI Roberta, nata ad Aprilia (LT) il 24.05.1966;

4.     BACCI Elio detto” Mauro”, nato a Trevi nel Lazio (FR) il 16.12.1953;

5.     CARNEVALE Donatella, nata a Velletri (RM) il 25.07.1964;

6.     CARNEVALE Catia, nata a Velletri (RM) il 02.07.1969;

7.     BERNACCHIA Giampiero, nato a Frascati (RM) il 27.05.1969;

8.     SESTINI Remo, nato a Roma il 26.03.1962;

9.     MORESCHINI Stefano, nato a Roma il 29.10.1958;

10.    LUCIDI Sante, nato a Valle Castellana (TE) il 28.10.1958;

11.    LUCIDI Dario, nato ad Aprilia (LT) il 09.06.1985;

12.    COGONI Riccardo, nato ad Aprilia (LT) il 08.08.1989;

13.    MANZINI Alberto, nato ad Aprilia (LT) il 22.12.1958;

14.    MARTINO Antonio, nato a Sant’Agata dè Godi (BN) il 14.09.1965;

15.    BONCI Paolo, nato ad Albano Laziale (RM) 16.01.1970;


b)     è stata notificata l’applicazione delle misure cautelari del divieto di dimora nel comune di Aprilia, Ardea e Velletri e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di:

16. SANTIONI Carlo. nato a Gualdo Tadino (PG) il 16.02.1944;

17. ESANUCristineì detto Cristian” nato in Romania il 18.12.1966;

18. PUCA Aldo, nato a Tearw (CE) il 05.02.1985;

19. TELESCA Patrizio, nato ad Aprilia (LT) il 27.10.1981;

20. PAPI Alessandro, nato in Genzano di Roma (RM) il 26.06.1982;

21.OLTEANU Karly Ninel, nato a Craiova (Romania) il 30.06.1974;

Nel medesimo contesto, sono stati svolti approfondimenti investigativi di carattere patrimoniale, attraverso i quali è stato possibile appurare non solo l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti coinvolti nel procedimento penale ed il patrimonio dagli stessi posseduto, ma altresì che alcuni degli indagati hanno provveduto a reimpiegare nei circuiti economici legali le ricchezze illecitamente accumulate, in modo da ostacolarne il rintraccio della provenienza delittuosa, ed hanno fatto ricorso ad intestazioni fittizie dei propri beni, al fine di evitare possibili azioni ablatorie da parte dello Stato.

In esito ai menzionati approfondimenti, pertanto, da un lato, sono state delineate a carico dei destinatari delle misure cautelari anche le condotte delittuose di trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio e, dall’altro, è stato eseguito il sequestro preventivo di 9 società, 11 quote societarie, 7 fabbricati di civile abitazione, 8 fabbricati industriali, 7 locali di deposito, 37 appezzamenti di terreno, 60 tra autovetture e mezzi d’opera aziendali, nonché numerosi rapporti bancari, tutti riconducibili agli indagati ed ai loro familiari e prestanome, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Nei confronti delle enti coinvolti a vario titolo nel traffico illecito è stata contestata la violazione del Decreto L.vo n.231/2001 sulla responsabilità amministrativa da reato degli enti, in relazione ai reati in materia ambientale commessi dai soggetti che vi rivestivano posizioni apicali.

A carico delle aziende “conferitrici” e dei rispettivi titolari è stata sottoposta a sequestro anche la somma complessiva di 200.000 euro circa, ritenuta profitto degli illeciti sversamenti.

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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