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Assassin’s Creed Shadows, l’avventura nel Giappone feudale che i fan desideravano
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1 mese faon

Assassin’s Creed Shadows è un piccolo grande sogno per i fan della saga. Un titolo ambientato nel Giappone feudale infatti è sempre stato sognato dai giocatori più affezionati fin dai tempi della trilogia di Ezio Auditore. Finalmente Ubisoft ha accontentato coloro i quali chiedevano a gran voce un capitolo della serie di questo tipo lanciando sul mercato il suo nuovo titolo per Pc, PlayStation e Xbox. Sarà questo nuovo videogioco degno dei suoi predecessori? Ma soprattutto sarà in grado di appagare le aspettative della fanbase? Andiamo a scoprirlo assieme. Assassin’s Creed Shadows è ambientato nella seconda metà del 1500, in Giappone, circa mezzo secolo dopo le avventure di Ezio Auditore a Costantinopoli ed altrettanto tempo prima delle scorribande caraibiche di Edward Kenway. Questo rappresenta un momento di grande importanza nella storia del paese del Sol Levante: lo shogun Oda Nobunaga, conosciuto come il “Grande Unificatore” del Giappone per aver riunito sotto un unico trono molteplici clan e terre, ma anche come il “Demone Daimyō” per via dei suoi modi freddi e spietati, regna su numerosi territori che, grazie al suo intervento, vedono finalmente un lungo periodo di pace e prosperità. Questa situazione ha attratto nell’arcipelago le navi portoghesi, dalle quali sbarcano numerosi sacerdoti che vedono il Giappone come un terreno fertile per la conversione di fedeli ed, ovviamente, per la raccolta di ricchezze. E’ proprio da una di queste navi che scendono un sacerdote ed un affarista portoghese diretti alla corte di Nobunaga, decisi a trattare un accordo per l’apertura di una via commerciale nel suo territorio. Al loro incontro, però, lo shogun è più attratto da Diogo, il colossale schiavo africano che li accompagna, i cui occhi gli fanno capire che nel suo cuore arde un’ambizione che va ben oltre la la servitù per i suoi padroni portoghesi. Oda acconsente quindi a trattare con loro, a patto però che venga concesso allo schiavo di rimanere con lui, non come schiavo ma come ospite. Inizia quindi per Diogo un lungo periodo come ospite di riguardo di Nobunaga, durante il quale non solo apprende la lingua ed i modi giapponesi, ma viene anche istruito all’uso della katana dal miglior maestro e veterano samurai di corte. Non è un percorso facile, e passerà diverse stagioni ad allenarsi ed a sottostare alle angherie di altri aspiranti samurai che lo vedono come un indegno straniero, ma alla fine persiste e si guadagna un posto al fianco dello shogun come primo samurai, decidendo anche di cambiare il suo nome in Yasuke. Sei mesi dopo Diogo è in prima line in una nuova campagna militare di Nobunaga Oda, mossa contro la provincia di Iga. Si tratta di una regione estremamente coriacea, popolata da contadini che l’hanno in passato difesa con tenacia, riuscendo persino a respingere il precedente attacco guidato dal figlio dello shogun. Stavolta però è Nobunaga in persona a guidare l’invasione portando nel territorio tutte le sue armate. Oda è deciso a mettere tutto a ferro e fuoco pur di assicurarsi il controllo sul territorio. E le cose vanno proprio così, al costo però di numerose vittime civili; tra queste c’è anche la famiglia di Naoe, una ragazza di Iga che il padre stava allenando come shinobi (un guerriero ninja) per assecondare il suo desiderio di diventare la protettrice della gente di Iga. La guerra giunge proprio alla fine del suo allenamento, ma non c’è modo di opporsi a truppe così numerose e violente; messisi in fuga, i due vengono attaccati da un gruppo di guerrieri mascherati il cui scopo è mettere le mani su un misterioso scrigno, che il padre di Naoe le chiede di proteggere al costo della sua stessa vita. Alla fine di un violento scontro la ragazza perde sia il padre che lo scrigno, ma riesce a salvarsi e, accudita da una famiglia di contadini, riesce a rimettersi lentamente dalle ferite subite, promettendo di fare di tutto per vendicare il padre e rientrare in possesso dello scrigno perduto. Ma quanto detto fino ad ora è solo l’inizio, dopo una serie di eventi la ninja Noe e il samurai Yasuke si troveranno a dover seguire un percorso di crescita e redenzione che li porterà a combattere per una certa confraternita nota ai più… Senza entrare nel dettaglio, l’epopea di Shadows traccia un disegno molto preciso di un Giappone che viene coinvolto solo in parte nel conflitto secolare tra Assassini e Templari, percorrendo un sentiero parallelo. Ciò non significa che in questo nuovo capitolo non ci siano collegamenti diretti con la continuity e la lore della saga, ma Shadows – in modo anche intelligente – offre un racconto che non influenza più di tanto il passato o il futuro della guerra tra le due fazioni, ma ne rappresenta un’estensione a sé stante.
A livello di trama l’avventura si dimostra davvero interessante soprattutto nella sua porzione centrale, quando i percorsi di Naoe e Yasuke si intrecciano coi tumulti politici del Giappone, regalando alcuni archi narrativi veramente interessanti e colpi di scena davvero coinvolgenti. Nel complesso il cast di personaggi è ben realizzato: tra i comprimari figurano sia alleati sia antagonisti davvero ben caratterizzati, in grado di far emergere anche i lati più contraddittori degli stessi Naoe e Yasuke, contribuendo – anche tramite alcuni frangenti in cui sta a chi gioca scegliere il destino di un bersaglio – a plasmare l’identità dei due volti principali. All’inizio del gioco, tuttavia, è possibile selezionare una “Modalità Canonica” che rimuove del tutto le opzioni di scelta durante i dialoghi, mettendo chi gioca davanti a uno sviluppo narrativo pre-impostato. In ogni caso, abbiamo apprezzato l’idea di dar vita a due protagonisti dalla moralità inizialmente grigia, che invita il giocatore a riflettere sul delicato equilibrio tra vendetta e giustizia. Non ci troviamo dinanzi allo stesso stesso dei personaggi chiave più iconici del brand, questo è certo, ma le rispettive saghe di Naoe e Yasuke sono interessanti e ricche di spunti interessanti per quasi tutta l’avventura. Con un solo, grande problema. La trama di Shadows compie infatti un poderoso scivolone sul finale, con un epilogo decisamente meno interessante rispetto a ciò che è accaduto e soprattutto che lascia i giocatori privi di alcune risposte fondamentali. A conti fatti, alcuni archi della storia non hanno una vera e propria conclusione e rimandano a sviluppi futuri che potrebbero essere approfonditi dagli sviluppatori soltanto nei DLC post-lancio. Dal punto di vista della struttura di gioco, Assassin’s Creed Shadows segue la formula action-RPG inaugurata da Origins e portata avanti da Odyssey e Valhalla, quindi ci si trova dinanzi a una grande mappa aperta e completamente esplorabile, divisa in nove province. Ognuna di queste viene indicata sulla mappa del gioco con un diverso livello di difficoltà dei nemici, quindi anche se si può teoricamente esplorare liberamente l’intera mappa, è bene non avventurarsi nelle aree che hanno un livello maggiore di 3 o 4 punti del personaggio che si sta utilizzando, altrimenti ogni combattimento è destinato a concludersi con una morte certa. E come da tradizione di Assassin’s Creed, la mappa è inizialmente priva di indicatori e si riempie man mano che si passa vicino a punti d’interesse, missioni e personaggi con i quali parlare. Immancabili ovviamente i “punti panoramici”, luoghi elevati come tetti di templi o arbusti su picchi montani sui quali ci si può arrampicare per sincronizzarli, trasformandoli in punti di viaggio rapido. Da qui si può focalizzare lo sguardo sull’area circostante per rivelare luoghi ed altre icone senza doverci passare vicino. Gli ambienti sono ricchi di templi, torii (i famosi portali di legno che conducono alle aree sacre) e cittadine più o meno vaste, alcune con le loro fortezze come l’imponente castello di Osaka e ricche di punti d’interesse, personaggi con i quali parlare per ottenere missioni e negozianti dai quali ottenere nuovi oggetti o vendere quelli che si sono ottenuti o saccheggiati durante esplorazioni e i combattimenti. Il territorio è fortemente montuoso e ricco di foreste, e due punti potrebbero essere separati da pareti troppo alte per essere superate; risulta quindi utilissimo il sistema di navigazione, che, come nei precedenti titoli della saga, mostra il percorso da seguire – a piedi o a cavallo – per raggiungere la destinazione. Oltre alla mappa dove appaiono le missioni ed i punti d’interesse, il gioco offre inoltre la schermata “obiettivi”, dove ci sono elencati, in maniera più razionale e raggruppati in “circoli” tematici, tutti i gli obiettivi delle missioni, sia principali che secondari, ognuno dei quali ancora una volta accompagnato dall’indicazione del livello di difficoltà per far capire se si è abbastanza forti per poterli affrontare. Da qui si possono selezionare quelli da seguire, che verranno così evidenziati anche sulla mappa e sulla bussola a schermo, così da avere sempre sotto controllo l’obiettivo. Anche questa schermata parte inizialmente praticamente vuota, e si popola di nuovi obiettivi e pannelli man mano che si va avanti nella trama.
Tornando a Yasuke e Naoe, è bene spiegare come funziona il sistema action-RPG del gioco. Come si coniuga la loro dualità con la necessità di avanzare di livello? Il tutto è in realtà molto semplice. Iniziamo col chiarire che un buon 80% delle missioni può essere svolto da qualsiasi personaggio frs i due a disposizione, e solo alcune di queste sono da svolgere obbligatoriamente con l’uno o l’altra. Durante l’esplorazione si può anche switchare a piacimento tra l’uno e l’altro dal menu dell’inventario. Per capire meglio, è come se i due viaggiassero assieme e, salvo che in combattimento, si dessero il cambio a piacimento. Come accade con molti RPG a “party”, quindi, il sistema di avanzamento è assolutamente speculare: indipendentemente dal personaggio utilizzato, entrambi ricevono gli stessi punti esperienza e salgono di livello allo stesso modo. Inoltre anche i punti maestria, ottenibili avanzando di livello o completando specifiche missioni, vengono dati ad entrambi, così che tutti e due possano spenderli nei rispettivi alberi di maestria. Questi sono i classici alberi di abilità divisi per area di competenza ed armi: Naoe ha Shinobi (che influenza lo stealth), Assassino (per le uccisioni furtive) e Strumenti (relativo all’uso di strumenti da lancio come i kunai, gli shuriken, le bombe fumogene ed i campanelli che attirano l’attenzione), oltre ad alberi specifici per le armi che può usare, mentre Yasuke, oltre a quelli legati alle sue armi, ha Samurai (legato alle arti di combattimento con la spada), Archibugio e Arco. Assassin’s Creed Shadows ha inoltre introdotto un ulteriore elemento nell’avanzamento in questi alberi di difficoltà: non basta essere saliti di livello ed aver accumulato un buon numero di punti maestria, ma per sbloccare le abilità di “rango” più alto è necessario anche accumulare i “punti conoscenza”, sbloccabili completando specifiche attività marcate in rosso sulla mappa: questo porta i giocatori ad esplorare e vsariare l’esperienza se si vuole realmente ottenere di più dalle proprie abilità. Ciò che effettivamente cambia nell’uso dei due personaggi sono le loro capacità. Con l’uso di questi due personaggi Ubisoft vuole offrire due modi diversi di godere l’esperienza di Assassin’s Creed, dando la facoltà di alternarli a proprio piacimento. Dove l’agile Naoe può arrampicarsi e superare grandi dislivelli senza essere vista, anche grazie al suo rampino che le permette di dondolare e salire su dislivelli altrimenti raggiungibili, Yasuke dovrà scegliere vie più “terrestri” che passano attraverso i punti di guardia nemici, visto che le sue capacità di arrampicata sono estremamente limitate. Dove invece il samurai può affrontare nutriti gruppi di nemici, accusando senza problemi colpi multipli ed eliminandoli senza troppa difficoltà, Naoke dovrà muoversi nell’ombra, riducendone i ranghi il più possibile senza far scattare gli allarmi prima di affrontarli in scontri diretti. Yasuke è un vero samurai, ma non ha la leggiadria di un Goemon per capirci, anzi possiede piuttosto la forza e la potenza di un un carro armato che travolge tutto e tutti e provoca ingenti danni. Naoke, dal canto suo, ha una lama celata e può visualizzare la posizione dei nemici vicini anche attraverso gli edifici (l’aquila usata nei precedenti episodi è ora sostituita dall’abilità “occhio dell’aquila” della shinobi), può distrarre i nemici con campanelli o bombe fumogene, o ucciderli a distanza e silenziosamente con i suoi kunai e shuriken. Venendo ai combattimenti veri e propri, questi si conducono in maniera simile con entrambi i personaggi: c’è un sistema di parate e schivate che, se compiute col giusto tempismo, consentono di stordire e rendere i nemici più vulnerabili per pochi secondi, mentre si possono portare due diverse armi alternabili a piacimento, con le quali poter sferrare attacchi leggeri e pesanti. Nel corso della storia si possono incontrare alcuni compagni che si uniranno alla “causa” e che, laddove vengano svolte le loro missioni personali, questi si renderanno disponibili ad aiutare in combattimento con interventi mirati che possono risultare estremamente utili. Durante il combattimento è anche possibile utilizzare delle abilità speciali sbloccabili nei diversi alberi e utilizzabili dopo un breve periodo di ricarica. Queste ultime sono molto importanti e possono cambiare radicalmente la sorte degli scontri, visto che danno accesso ad attacchi imparabili e che infliggono molti danni ai nemici. Naoe può ad esempio bersagliare il suo avversario di colpi consecutivi, mentre Yasuke può sferrare potenti calci, effettuare colpi di katana devastanti e così via. In generale i combattimenti di Assassin’s Creed Shadows restituiscono un gran senso di fisicità, con tutti i colpi portati che producono ottime animazioni e che possono anche distruggere parti dell’armatura dei nemici (così come molti elementi dell’ambiente); quando questo accade, così come quando parte un’animazione di uccisione finale, dà davvero molta soddisfazione. Un altro elemento del tutto innovativo del gameplay di Assassin’s Creed Shadows, e direttamente connesso al sistema di loot, è il rifugio, ossia la base operativa dove poter dialogare con gli alleati e che si può espandere con nuovi edifici che danno maggiori opportunità nel gioco. Il più importante è la forgia, dove poter potenziare e far salire di livello le proprie armi ed armature, ovviamente spendendo preziose risorse da cercare durante l’esplorazione. Altri edifici importanti sono quello che dà accesso ad una rete di esploratori che si possono inviare sulla mappa per identificare la posizione esatta degli obiettivi di missione oppure per recuperare carichi di risorse pesanti, e quello che dà accesso a contratti di missione aggiuntivi. Mentre è possibile viaggiare in qualsiasi momento verso il rifugio, in tutte le città e paesini si può anche sbloccare, comprandoli con denaro sonante, i Kakurega, che non sono altro che delle stanze che possono essere usate come basi operative locali, dai quali poter fare molte delle cose disponibili nel rifugio e che fungono anche da comodi punti di viaggio rapido che rendono più snella l’esperienza.
Purtroppo anche questo Assassin’s Creed Shadows non propone alcuna storia ambientata ai giorni nostri, confermando purtroppo l’abbandono di questa componente del franchise che a nostro parere lo rendeva molto più interessante. Nel gioco si è comunque sempre nell’animus, e l’avventura inizia proprio mostrando una sequenza in cui, in prima persona, ci si collega all’apparecchio con una misteriosa voce che ci dice che si stanno attivando nuovi flussi dati ed affermando cripticamente “l’oscurità ti dà il benvenuto”, ma questa parte del gioco rimane estremamente fumosa. Durante il gioco rimane la possibilità di raccogliere frammenti di dati che si possono spendere successivamente in ricompense specifiche, ma è tutto qui. L’intero menu principale del gioco è peraltro ora trasformato nell'”Animus HUB”, un punto centrale dal quale accedere a tutti i titoli della serie che abbiamo acquistato, simile a quanto visto in Call of Duty, e dal quale possiamo accedere a file di dati raccolti nei vari giochi o anche a missioni a tempo rilasciate dagli sviluppatori. Nel complesso Assassin’s Creed Shadows è un gioco molto lungo; arrivare ai titoli di coda senza impegnarsi troppo nelle missioni secondarie terrà i giocatori occupati per più di 50 ore, mentre per poter fare tutto il resto bisognerà giocare per oltre 80 ore. Peraltro, una volta terminata la storia principale, rimane la possibilità di esplorare la mappa e condurre tutte le missioni rimaste; il livello di difficoltà delle regioni sale con l’avanzamento di livello degli eroi, così che, anche se tralasciate missioni secondarie nelle prime aree, tornarci successivamente offrirà comunque un certo livello di sfida. Dal punto di vista tecnico, i possessori di Xbox Series X possono scegliere tra modalità Prestazioni (60 fps con illuminazione in Ray Tracing solo nel rifugio), Fedeltà (30 ed illuminazione Ray Tracing in tutto il mondo di gioco) o Bilanciata (come Fedeltà ma a 40 fps, disponibile solo sugli schermi a 120 o 240 hz), con risoluzioni diverse upscalate a 4K, mentre su Serie S non ci sono opzioni ed il gioco va a 30 fps con illuminazione in Ray Tracing solo nel rifugio e risoluzione 1620p. Il gioco è infine completamente localizzato in italiano, anche se i puristi potrebbero volerlo giocare con doppiaggio in giapponese per un’esperienza più autentica. Le musiche sono incredibili e gli effetti sonori sempre credibili e ben realizzati. Se proprio si volesse fare un appunto oltre alla trama poco approfondita e alla mancanza di un collegamento con il presente, a nostro avviso Assassin’s Creed Shadow non offre nemmeno una grande intelligenza da parte dei nemici. Questo è davvero un grande peccato perché nei combattimenti vedere delle reazioni più umane e meno “irrazionali” sarebbe stato sicuramente meglio. In ogni caso nel complesso ci si trova dinanzi a un titolo molto importante, che è in grado di surclassare i suoi predecessori e che è in grado di regalare tantissime ore di emozioni e divertimento.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 9
Longevità: 9,5
VOTO FINALE: 9
Francesco Pellegrino Lise
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