Fifa 18, EA celebra la coppa del mondo con il dlc gratuito “World Cup Russia”

Una grande novità è in arrivo per tutti i fan di Fifa 18. Electronic Arts, infatti, celebra il più grande torneo di calcio dell’anno con 2018 FIFA World Cup Russia, l’aggiornamento scaricabile gratuitamente da tutti i possessori del titolo calcistico di EA. L’update offre l’opportunità unica di vivere il torneo mondiale attraverso gli elementi ufficiali del titolo, come le squadre, gli stadi, le divise, gli stemmi, i palloni ufficiali e l’ambito trofeo in palio. Gli appassionati e possessori di PlayStation 4, Xbox One, Origin per PC e Nintendo Switch potranno scaricare gratuitamente il contenuto a partire dal 29 maggio. Il “World Cup Mode” aggiungerà ulteriore profondità a FIFA 18, permettendo agli appassionati di questo videogioco di cimentarsi nell’inedita modalità dedicata alla Coppa del Mondo e che promette nuove sfide e la riproduzione perfetta di quanto succederà davvero in Russia dal 14 giugno al 15 luglio prossimi. Per permettere una completa “full immersion” nell’atmosfera dei Mondiali la Electronic Arts interverrà radicalmente sul gioco, aggiungendo una miriade di dettagli. Ad esempio saranno inserite le rappresentative nazionali che si sono qualificate per la Coppa del Mondo e che invece erano assenti nel gioco, ben 12 nuove squadre provenienti da tutto il mondo. A queste si aggiungeranno nuovi palloni, nuove divise e naturalmente nuovi giocatori, mentre quelli già presenti nel gioco vedranno le proprie caratteristiche aggiornate sulla scia delle prestazioni offerte nel mondo reale.

L’aggiornamento 2018 FIFA World Cup Russia permette di scegliere una delle 32 nazionali qualificate per vivere il sogno del mondiale e scrivere la propria storia nel torneo, dalla fase a gironi alla finale di Mosca in modalità Amichevole Online e Torneo Online. Inoltre, con il Torneo FIFA World Cup Personalizzato è possibile scegliere una delle nazionali incluse in FIFA 18 per creare un torneo unico, selezionando anche nazionali non qualificate come Italia, Cile e USA. Per immergersi nelle più calde atmosfere degli stadi e cimentarsi in partite offline, da solo o con amici, è stata inclusa anche la modalità Calcio d’Inizio FIFA World Cup. Nel nuovissimo DLC saranno inoltre inclusi, riprodotti con fedeltà assoluta, i 12 stadi che ospiteranno la manifestazione, mentre anche la modalità Ultimate Team sarà aggiornata e in parte rivisitata: le carte di moltissimi calciatori saranno aggiornate per rispecchiarne i valori attuali e rendere ancor più realistico il gioco, ma non mancheranno le icone più famose nella storia dei Mondiali e un nuovissimo sistema di intesa che si baserà sulla nazionalità e sulle confederazioni di appartenenza. Naturalmente saranno presenti, insieme all’Ultimate Team, anche le ormai celebri “Sfide Creazione Rosa”, che avranno temi e premi ispirati alla Coppa del Mondo e che sicuramente allungheranno la longevità di un gioco che è già un successo e che con questo splendido aggiornamento gratuito mira ad avvicinarsi ancora di più ai cuori dei propri fan in vista dell’uscita autunnale di FIFA 19. Non resta altro che scaldare i polpastrelli in attesa di questo succosissimo dlc.

 

Francesco Pellegrino Lise




Samsung al fianco di mamme e papà con BebèCare

Arrivano a fine maggio sul mercato italiano i primi due seggiolini auto Chicco con sensori BebèCare integrati. Nato lo scorso ottobre dalla partneship tra Samsung e Chicco, BebèCare è il primo sistema studiato, progettato e sviluppato in Italia che permette di rilevare la presenza e i movimenti del bambino sul seggiolino e di inviare notifiche ai genitori attraverso i devices dell’ecosistema Samsung durante gli spostamenti in auto. Un progetto dall’impatto positivo e diretto sulla vita delle famiglie proprio nei momenti in cui incastrare gli impegni quotidiani, la famiglia e il lavoro diventa un complicato puzzle e in cui le nuove tecnologie possono essere un prezioso alleato. “La gestione della routine di tutti i giorni è sempre più una sfida per le famiglie e per questo abbiamo dato vita, con passione, a BebèCare. Abbiamo pertanto scelto di collaborare con Chicco, azienda leader nel mondo del bambino che, grazie alla sua esperienza, tradizione e competenza, rappresenta il partner ideale” afferma Francesco Cordani, Head of Marcom di Samsung Electronics Italia. “Siamo orgogliosi di annunciare che il prototipo è diventato realtà, trasformandosi in un prodotto concreto che possa essere al fianco di mamme e papà nella loro vita quotidiana, come supporto sicuro e affidabile nato da un continuo lavoro di innovazione”. In questa collaborazione Samsung, che punta a diffondere la cultura dell’innovazione tramite tecnologie capaci di migliorare la vita delle persone, ha messo a disposizione il proprio know-how e il proprio ecosistema di dispostivi per permettere la realizzazione dei sensori e lo sviluppo dell’applicazione BebèCare. Il sistema consiste in sensori, integrati nei seggiolini auto Chicco modello Oasys 0+ e Oasys i-Size senza comprometterne le performance di sicurezza, in grado di rilevare i movimenti del bambino e inviare notifiche agli smartphone dei genitori, tramite l’apposita app BebèCare. Il funzionamento è stato pensato per essere facile e intuitivo, dall’installazione dell’app alla predisposizione del dispositivo.

Basta connettere il seggiolino auto Chicco dotato di sensori BebèCare all’app dedicata, disponibile sugli store e device Samsung.

Il sistema si attiva dopo alcuni secondi dal momento in cui il bambino viene posizionato sul seggiolino, segnalandone la sua presenza a bordo attraverso l’app. I due modelli di seggiolini auto sono: Chicco Oasys 0+ UP: omologato secondo la normativa ECE R44/04 per il trasporto in auto di bambini dalla nascita fino a 13 kg, e Chicco Oasys i-Size: omologato secondo la normativa i-Size (ECE R129) per il trasporto in auto di bambini con un’altezza compresa tra 40 e 78 cm (max 13 kg). I seggiolini auto Chicco Oasys 0+ UP e Chicco Oasys i-Size saranno disponibili su mercato italiano da fine maggio 2018 a partire da 149 €. Inoltre, da novembre l’app BebèCare sarà scaricabile su tutti i dispositivi Android e iOS e sarà disponibile anche un nuovo seggiolino Chicco con sensori BebèCare omologato i-Size: Chicco AroundU (da 40 cm fino a 105 cm).

 

Francesco Pellegrino Lise




God of War, un Kratos feroce e maturo approda sulla PlayStation 4

Qualsiasi appassionato di videogames conosce o ha giocato almeno una volta a God of War, saga esclusiva PlayStation che si è evoluta nel corso degli anni, partendo nel 2005 dalla Ps2 fino a giungere all’odierna Ps4. Questo titolo porta dentro di sé echi di un passato a dir poco epico che l’hanno portato ad essere un punto di riferimento nel genere action in terza persona e che hanno portato il protagonista, Kratos, a diventare una vera e propria icona del gaming di casa Sony. In questo nuovo God of War, ultimo capolavoro in esclusiva su PlayStation 4, tale eredità si mescola con un presente più maturo, moderno, in linea con quelle che sono le produzioni attuali, ma soprattutto che abbandona il lato estremamente selvaggio del protagonista mettendo in mostra un aspetto più “umano” del Dio della guerra. Ma veniamo alla trama: tanti anni sono passati dalla disfatta di Zeus e dal crollo del suo Pantheon. Sono trascorsi anni di pace, fatti di una vita regolare, di nuovi affetti familiari e di una paternità faticosa, forse non desiderata. Di questa misteriosa stagione della vita di Kratos quasi non si fa menzione nel nuovo God of War. Il grande balzo temporale mette nelle mani dei giocatori un eroe invecchiato, taciturno e barbuto, ma non per questo meno carismatico degli anni delle sue imprese. Kratos porta ancora le cicatrici delle sue antiche avventure, in lui ribolle la stessa fierezza ereditata dall’educazione di Sparta, ma il dio della guerra ha deciso di cambiare. Di crescere, di trasformarsi, di diventare più maturo. Alla stessa maniera della serie di cui è protagonista, che ci propone un episodio diverso ma non irriconoscibile, grandioso come un tempo ma deciso ad evolversi. God of War per Ps4, insomma, rappresenta la volontà di rifondare il canone dell’action, di allargarne i confini abbracciando un incedere più avventuroso e meno volto ai combattimenti troppo forzati. Le premesse della trama sono interessanti e fanno capire da subito che ci si trova in una situazione nuova, rispetto al passato della saga. Kratos, come già detto, è invecchiato e ha anche un figlio, Atreus, un ragazzino inesperto che a inizio gioco muove i primi passi nel mondo della caccia e del combattimento. Tutta la trama principale è basata sul viaggio che Kratos e Atreus intraprendono per portare a termine un preciso obiettivo. Ed è nel corso di questo viaggio che il giocatore può scoprire qualcosa in più sul nuovo Kratos, abituarsi al suo cambiamento, anche caratteriale, osservarlo nel ruolo di padre e apprezzare il gran bel lavoro di sceneggiatura fatto dagli scrittori di Santa Monica Studio.

https://www.youtube.com/watch?v=P1ejSa_gonc

Il ritmo di questo nuovo God of War è molto particolare

Sicuramente più lento rispetto al passato della saga, ma comunque convincente per altri motivi. Il rapporto tra Kratos e Atreus è uno degli aspetti più belli da seguire, nel corso del viaggio, ma in generale è l’evoluzione dei tanti elementi di gioco a colpire, convincere, soddisfare. C’è il progresso della trama stessa, con l’aggiunta di nuovi dettagli man mano che si procede nell’avventura, c’è il progresso di Kratos, che può imparare nuove abilità di combattimento e diventare più forte con nuovi pezzi di equipaggiamento, c’è il progresso del gioco, che si apre a nuove possibilità grazie all’ottenimento di strumenti che permettono di sbloccare nuove situazioni. E tutti questi elementi, insieme, contribuiscono a rendere il viaggio estremamente affascinante e magistralmente cadenzato. Insomma, affrontando il nuovo God of War, man mano che si procede nell’avventura è tutto un susseguirsi di emozioni uniche che difficilmente potranno essere cancellate dalla memoria. A livello di gameplay le attività principali in cui il giocatore è coinvolto sono fondamentalmente tre: l’esplorazione attenta di nuove aree, il combattimento contro diversi tipi di nemici, la risoluzione di enigmi ambientali. L’esplorazione è abbastanza libera in alcune precise fasi del gioco e lo diventa totalmente dopo l’end game, ma ovviamente il risultato non è come quello di un classico open world. God of War per PS4 è un gioco che vuole anche un po’ guidare il giocatore, almeno finché non avrà completato la trama principale. C’è spesso modo di distrarsi dalla storia, ed è anche consigliabile farlo, perché è proprio grazie all’esplorazione e al completamento di missioni secondarie che è possibile ottenere esperienza utile a sbloccare nuove abilità di combattimento e pezzi di equipaggiamento indispensabili per rendere Kratos all’altezza delle sfide più ardue. Progredire con il protagonista, quindi, significa anche esplorare per bene tutto ciò che il gioco ha da offrire. Quindi, se si vuole diventare più forti, bisogna sfruttare al cento per cento il mondo di gioco, imparare a conoscerne tutti i segreti ed esplorarne tutti i posti più nascosti. Se fino a questo punto è evidente quanto questo nuovo capitolo della saga di God of War sia stato potenziato in ogni elemento con risultati molto positivi: è più grande, più longevo, più narrato, più profondo, più personalizzabile, è proprio nel momento in cui ci si focalizza sul combattimento e sui nemici che le cose si fanno meno univoche nel giudizio. Il totale cambio di visuale ha portato il gioco a trasformarsi da un action puro, quasi sul confine di un hack & slash, con tanto di indicatore delle combo portate a termine e telecamera fissa, a un videogame d’azione tattico in terza persona con visuale libera alle spalle, perfettamente in linea con le tendenze del momento. Il movimento è più lento, pur non essendo mai legnoso, ma si trascina dietro delle importanti limitazioni, come l’impossibilità di tenere sott’occhio l’intero campo di battaglia relegando all’uso di indicatori visibili e alle continue urla di Atreus la percezione dei colpi in arrivo dalle spalle. Per il resto la meccanica si basa sui classici elementi che sono presenti negli action RPG odierni: ci sono i colpi inferti dall’arma equipaggiata o dalla distanza attraverso Atreus, la schivata rapida e con capriola, la parata con tanto di contromossa se attivata al momento giusto, lo stordimento dei nemici indicato da una seconda barra che affianca quella della vita e che viene influenzata dai colpi in base alla tipologia di resistenza dell’avversario. Quando quest’ultimo valore raggiunge il massimo, il nemico può essere preso da Kratos dando il via a una piccola cutscene di esecuzione o a un quick time event che permette di infliggere un certo numero di colpi prima che il nemico si risvegli. Il problema è che, una volta maturato un tot di ore sul campo di battaglia, ci si rende conto che il combat system è nato dalla fusione di molte cose già viste che tutte insieme non riescono a soddisfare pienamente il giocatore più esigente o quello abituato ai vecchi ritmi della saga.

https://www.youtube.com/watch?v=bLt5p4VJrWM

Purtroppo in questo nuovo God of War il set di mosse a disposizione è limitato e molto lento

Nella sua crescita ed evoluzione e dopo una decina di ore si prenderà coscienza che basta utilizzare sempre e soltanto poche combinazioni di attacco per proseguire senza troppi problemi. Nulla da dire invece sulla sensazione d’impatto e sul feedback dei colpi, e più in generale sulla coreografia degli scontri. Ottima invece la gestione di Atreus: il ragazzo ha dei comportamenti abbastanza aggressivi e partecipa sempre agli scontri in autonomia distraendo gli avversari per aiutarci con gli attacchi e risultando sempre molto efficace nel lancio delle frecce. Queste, oltre ad essere gestite in automatico dal personaggio, possono essere controllate direttamente con la pressione di un tasto e risultano cruciali sia per consentire di bersagliare e colpire una specifica tipologia di nemico, sia per rallentare e stordire tutti gli avversari. Per quanto concerne la “crescita” del personaggio, Kratos ha diversi modi per potenziarsi. Innanzitutto, vincendo gli scontri con i nemici guadagna punti esperienza, che possono essere spesi per acquistare abilità utili in combattimento. Queste abilità sono legate allo sviluppo della sua ascia Leviatano, che a sua volta va potenziata grazie all’ottenimento di appositi materiali. Più si potenzia l’ascia, più si sbloccano nuove abilità da acquisire tramite l’investimento dei punti esperienza guadagnati. Queste abilità sono fondamentalmente nuovi attacchi e/o nuove combo eseguibili in combattimento. Possono riguardare l’utilizzo dell’ascia o anche il combattimento “pugno e scudo” che comunque si rivela molto importante in diverse occasioni. Il Leviatano, poi, può essere arricchito da due attacchi runici: nel gioco se ne trovano diversi e sta al giocatore scegliere quali utilizzare ed è bene sottolineare che li si può cambiare in qualsiasi momento, come se fossero pezzi di equipaggiamento. Allo stesso modo in cui si può cambiare in qualsiasi momento il pomo dell’ascia, che è un vero e proprio pezzo di equipaggiamento, in grado di fornire miglioramenti alle caratteristiche basilari di Kratos, oltre a fornire abilità specifiche. Oltre al pomo dell’ascia Kratos può indossare e migliorare anche pezzi per il busto, le braccia e i fianchi, oltre a un talismano. Ciascuno di questi pezzi va a incrementare le statistiche del personaggio, che sono Forza. Kratos quindi non sale di livello semplicemente uccidendo nemici, ma diventa più forte migliorando la sua ascia, sbloccando nuove abilità e potenziando il suo equipaggiamento oppure ottenendone uno migliore. Dal punto di vista grafico, questo nuovo God of War è uno dei videogames meglio realizzati fino ad oggi, grazie al connubio di un’ottima realizzazione tecnica a una sensazionale direzione artistica. I modelli dei personaggi e dei nemici sono assolutamente eccellenti, così come lo sono molte ambientazioni. Anche le animazioni e la regia di alcuni momenti giocano il loro importante ruolo nell’appagamento audiovisivo che God of War è capace di generare. Molto buono anche il doppiaggio italiano, che va a coprire una mole di dialoghi davvero sorprendente per un episodio della serie. E questa, tra l’altro, è un’altra caratteristica molto apprezzabile e gestita in modo molto intelligente. Svariati elementi della “lore” di questo nuovo God of War e dell’interpretazione della mitologia nordica che Santa Monica propone, vengono raccontati in dialoghi tra i personaggi, che avvengono nei momenti in cui è più opportuno che avvengano, come quando ci si sposta in barca da un posto all’altro, senza quindi andare a sovrapporsi a momenti di gioco in cui si sta necessariamente pensando ad altre esigenze. Unico neo della produzione è l’assenza di una modalità multigiocatore online che a nostro avviso, nel 2018, è una componente fondamentale per la pubblicazione di un software.

https://www.youtube.com/watch?v=CSbkTmM4uVs

Un titolo assolutamente imperdibile per i possessori di PlayStation 4

Tirando le somme, questo Nuovo God of War è un titolo assolutamente imperdibile per i possessori di PlayStation 4 in quanto spreme al meglio le potenzialità della piattaforma di gioco di casa Sony e catapulta i giocatori in un’avventura epica che è destinata a rimanere nell’Olimpo dei videogames. Da solo il nuovo God of War vale l’acquisto di una PS4, quindi, se siete videogiocatori incalliti o se siete ancora indecisi se acquistare l’ammiraglia da gioco del colosso nipponico, a nostro avviso questa è proprio l’occasione giusta.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 10
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise




Facebook punta sugli incontri e aumenta i controlli per tutelare la privacy

Facebook si evolve e strizza l’occhio all’amore. Lo ha annunciato lo stesso Mark Zuckerberg, aprendo la conferenza annuale degli sviluppatori di software a San Jose, California, dove ha ribadito i suoi sforzi per proteggere i dati degli utenti dopo lo scandalo di Cambridge Analytica. “Vogliamo unire le persone”, ha dichiarato il patron del social network fedele alla nuova missione che ha dato all’azienda lo scorso anno, ossia: “Creare comunità e unire il mondo”. E allora, perché non iniziare proprio dalle coppie? “Un matrimonio su tre negli Usa nasce online. 200 milioni di persone si registrano sulla nostra piattaforma come single, così abbiamo deciso di pensare a loro”, ha sottolineato il giovane imprenditore, precisando che il nuovo servizio è pensato per le “relazioni serie, non per le avventure di una notte”. Dating, questo il nome, sarà una parte separata dal social e avrà una chat diversa. In pratica, gli utenti potranno creare un profilo ad hoc per gli appuntamenti che sarà visibile solo a chi ha fatto la stessa scelta. Niente invasioni di campo, quindi per evitare complicazioni e litigi fra le coppie già impegnate. Ma come funzionerà questa funzione dedicata a chi è in cerca dell’amore vero? Tutto ruoterà intorno agli eventi vicini agli iscritti: una volta selezionato quello che interessa, basterà vedere chi vi parteciperà. I potenziali partner verranno suggeriti in base agli interessi e agli amici che si hanno in comune.

Un passo in questa direzione era già stato compiuto con Discover People:

Una sorta di agevolatore di amicizie presentato agli inizi del 2017. Ora Mark Zuckerberg fa un balzo in avanti nel settore e, potendo contare su 2.2 miliardi di utenti attivi al mese, diventa il principale antagonista di Match Group: azienda leader nel settore, perché proprietaria sia di Tinder che di OkCupid, che dopo l’annuncio ha chiuso in borsa con un -22%. Il nuovo strumento dovrebbe essere a disposizione di tutti entro fine anno. Per quanto riguarda invece la privacy e la sicurezza dei dati su Facebook, il Ceo del popolare social network ha spiegato quali sono i punti deboli della piattaforma: “fake news, privacy, integrità delle elezioni politiche” e ha sottolineato come l’ultimo anno sia stato “un anno difficile”. Nel futuro di Facebook ci saranno ben 20mila mila le persone a lavorare per ridurre disinformazione, spam e sopprimere i falsi profili.

Parole dure sono state poi dedicate al caso Cambridge Analytica:

Società di consulenza che ha collezionato le informazioni di 87 milioni di utenti per inviar loro dei messaggi politici mirati. “Una violazione grave della nostra fiducia”, l’ha definita il fondatore. “Non deve ripetersi mai più”. Per proteggere i dati personali su Facebook, il creatore del social network ha presentato “Clear History”. “Grazie a questa funzione – ha spiegato Zuckerberg – sarete in grado di vedere le informazioni riguardo alle app e ai siti web con cui avete interagito attraverso il vostro account e di cancellarle. Inoltre, potrete anche scegliere di disabilitare la collezione di questi dati attraverso il vostro profilo”. Non sarà, però, una decisione completamente indolore: “In parole povere, come quando accade nel momento in cui si decide di eliminare i cookie dal browser, l’esperienza online potrebbe cambiare”. Novità in arrivo anche su Instagram, l’app per le fotografie di proprietà di Facebook, infatti per tutti gli utenti di questa popolare applicazione sono in arrivo diverse migliorie. Prima di tutto, le chat video, grazie alle quali presto si potranno videochiamare i propri amici. Rinnovata poi la funzione “Esplora” che si doterà di intelligenza artificiale e, assicura il patron di Facebook, sarà “organizzata in maniera più efficiente”. Con l’obiettivo di suggerire i contenuti che si accordano maggiormente ai propri gusti e interessi, evitando una vana e lunga ricerca all’interno dell’app. Nuove misure anche contro il bullismo, infatti l’ulteriore stretta prevede l’impiego di un nuovo filtro. Esso “Nasconderà i commenti contenenti attacchi all’apparenza fisica o al carattere di una persona, così come minacce alla sua salute o al suo benessere”, ha scritto il team di Instagram in un recente post.

Francesco Pellegrino Lise




Far Cry 5, l’ultimo capolavoro della saga targata Ubisoft

Tra i grandi titoli del 2018 Ubisoft, il colosso del gaming francese, ha lanciato sul mercato Far Cry 5 su Pc, Xbox One e Ps4. Il titolo arriva sulle piattaforme col preciso scopo di svecchiare una saga che ormai poggia le sue basi su un gameplay rimasto troppo simile da diversi anni. Sarà riuscita la software house a portare questa ventata di freschezza al suo franchise? Scopriamolo insieme. Che Far Cry 5 sia diverso dai suoi predecessori lo si può intuire sin dall’inizio dell’avventura, momento in cui si è chiamati a creare un personaggio da zero. Superato un editor piuttosto elementare che dà la possibilità di scegòiere i tratti somatici, il sesso e i vestiti del proprio alter ego virtuale, si vestiranno i panni di un vice sceriffo alle prime armi, un novellino mandato a gestire una brutta gatta da pelare nella placida Hope County. In questo luogo apparentemente sperduto nel Montana si registra infatti l’attività illecita della setta chiamata Eden’s Gate, comandata dall’autoproclamato profeta Joseph Seed e dai suoi tre fratelli che fungono da comandanti di altrettante tre aree differenti adibite ognuna per un preciso scopo. Le voci di rapimenti, omicidi e fanatismi estremisti un giorno vengono finalmente testimoniati da un video, in cui si vede Joseph uccidere a mani nude l’agente sotto copertura incaricato di indagare sul culto. Arrivati nella contea americana per l’arresto la situazione precipita, con tafferugli da parte degli adepti del santone, che colti da una violenza incontrollata arrivano addirittura a far precipitare l’elicottero dello sceriffo. In un batter d’occhio ci si ritrova così da soli, con i colleghi in balia della famiglia Seed e con un vecchio veterano nascosto in un bunker come nostro unico alleato. Da questo momento la situazione è tremendamente chiara: gli Edeniti, questo il nome degli affiliati alla setta, controllano tutta Hope County, e con l’affronto del tentato arresto il vaso di Pandora è stato scoperchiato. Ormai è guerra, e toccherà al protagonista fermare questa vera e propria epidemia di follia e violenza incontrollata. Con questo presupposto prende il via l’avventura di Far Cry 5, un viaggio assolutamente avvincente, lungo e pieno di personaggi da incontrare, missioni da affrontare e moltissime quest secondarie da seguire. Fortunatamente, in questo Far Cry 5 per la prima volta si abbandona la progressione lineare grazie a un’ambientazione veramente open world in cui la parola d’ordine è “libertà assoluta”. Saranno infatti i giocatori a decidere quali missioni affrontare – scegliendo tra incarichi principali, secondari ed eventi – e in che modo portarle a termine, optando per un approccio più stealth oppure buttandosi nella mischia ad armi spiegate. L’obiettivo finale, in ogni caso sarà quello di liberare Hope Country dalla “psicopatica” famiglia di Seed.

Come accennavamo nella spiegazione della trama, i nemici principali, oltre a Joseph, saranno i tre fratelli del predicatore folle: John, Jacob e Faith. Ognuno, in modo simile a quanto visto in Ghost Recon Wildlands, controllerà una porzione di Hope Country e per arrivare allo scontro finale contro Joseph sarà necessario annientare prima i tre fratelli. Ma come si sconfiggono questi boss? E’ molto semplice, in ogni zona bisognerà aumentare il grado di “resistenza”, portando a termine una serie di missioni principali e secondarie. Così facendo si potrà accedere a una missione unica che consentirà di affrontare il delirante personaggio a capo del territorio. Per far aumentare il livello di “resistenza” si dovranno conquistare gli avamposti della setta, distruggere i centri di produzione della droga e arruolare combattenti fra i locali salvandoli dalle grinfie degli affiliati. Così facendo il giocatore sarà chiamato ad aiutare poveri cittadini, recuperare veicoli, oggetti, equipaggiamenti e persino parti di animali ben precisi. Si dovranno liberare ostaggi, assaltare camion di detenuti e rifornimenti, si andrà a pesca e a caccia e si guiderà ogni sorta di veicolo: dalle moto d’acqua, ai furgoni, per passare agli aeroplani e agli elicotteri (con cui ingaggiare spettacolari combattimenti aerei), sino ad arrivare a moto e macchine di ogni tipo. Insomma, in Far Cry 5 annoiarsi è davvero impossibile, e questo perché missioni ed incarichi non mancheranno mai e l’intero mondo di gioco è assolutamente vivo e. I seguaci di Joseph saranno praticamente ovunque, gireranno a piedi, su macchine, furgoni e quad ed ogni occasione sarà buona per iniziare un conflitto a fuoco, anche durante il compimento di una missione. Per combattere la setta di invasati i giocatori avranno dalla loro parte un arsenale di tutto rispetto che comprende: mitra, fucili a pompa, archi, pistole, armi da mischia, lanciarazzi e ogni sorta di granata ed esplosivo. Ogni bocca da fuoco, inoltre, è completamente modificabile, si potranno caricare diversi tipi di munizioni e il feeling ricalca perfettamente quanto offerto nei capitoli precedenti con un sistema di combattimento realistico e completo di una balistica esente da difetti. Fortunatamente, in questo Far Cry 5, tutte le armi non saranno disponibili fin da subito ma si dovranno sbloccare man mano che si procede nella storia. Per condurre questa lotta verso la liberazione del Montana però il giocatore non sarà da solo, infatti, oltre che avere la possibilità di giocare con un amico, si potranno reclutare i civili salvati e alcuni abitanti del posto che posseggono delle qualità speciali. Questi “cittadini volenterosi” saranno in totale nove e negli scontri si riveleranno molti utili a patto di impartir loro gli ordini giusti e di optare per l’approccio che più si confà a ognuno di essi. Ogni soldato di supporto sarà infatti dotato di armi e abilità ben precise: Jess con il suo arco, ad esempio, sarà infallibile nelle fasi stealth mentre Nick, a bordo del suo aereo, potrà tornare utile in molte occasioni. Ogni combattente sarà associato ad un tasto del D-Pad, si potranno impartire ordini di attacco, mandarlo in prima linea e potrà persino rianimarci. Se viene colpito “pesantemente” avrà bisogno di tempo prima di tornare al nostro fianco. Ovviamente non si potranno controllare tutti e nove i mercenari assieme, ma si potrà decidere di averne in squadra due per volta al massimo. Nel caso in cui, poi, uno di essi dovesse subire delle ferite gravi si potrà rianimarlo, ma se non si farà in tempo, prima di poterlo riavere al proprio fianco bisognerà attendere qualche minuto. La gestione dei Mercenari aggiunge agli scontri di Far Cry 5una buona dose di tattica soprattutto per chi predilige uno stile più improntato sul combattimento silenzioso.

Alla fine di ogni missione o incarico si accumuleranno soldi, utili ad acquistare munizioni, armi, gadget, esplosivi, componenti per le armi, skin, mezzi, vestiti e materiali per creare droghe capaci di potenziare in modo temporaneo alcune abilità. Durante il gioco si otterranno anche punti, utili a sbloccare i così detti “Tratti”: per la precisione 50, suddivisi in cinque categorie che oltre a migliorare vari parametri, andranno a sbloccare strumenti utili come ad esempio, il rampino, il paracadute, la tuta alare e la possibilità di portare in battaglia un secondo mercenario. Questo sistema di progressione è indubbiamente ben studiato in quanto permette ad ogni giocatore di accedere a tutta una serie di potenziamenti capaci di garantire un’esperienza personalizzata in base allo stile di gioco adottato. I punti abilità, poi, si otterranno anche portando a termine una serie di sfide e affrontando la modalità Arcade. Eh sì, avete capito proprio bene, questa volta Ubisoft, col suo nuovo Far Cry 5, offre una tipologia di gioco del tutto innovativa per il franchise infatti include il classico deathmach, rigorosamente online e dotato di una buona varietà di mappe, e alcune sfide da affrontare da soli o in compagnia di un amico. Previsti anche vari eventi che saranno disponibili nei prossimi giorni e una modalità Editor: tutti contenuti pensati per prolungare la longevità del gioco che anche con la sola campagna si attesta comunque a livelli assolutamente soddisfacenti. Tecnicamente il gioco, è assolutamente un prodotto solido. Quasi inesistenti i cali di framerate, il mondo di gioco è veramente ricco e l’immagine a schermo è di buona qualità, ma soprattutto omogenea e ben filtrata. Non ci sono quasi mai elementi che risaltano in positivo o in negativo rispetto ad altri lasciando sempre una buona sensazione visiva. I panorami mozzafiato e un’incredibile fluidità delle azioni di gioco poi fanno il resto regalando uno spettacolo per gli occhi. Suoni e colonna sonora si mantengono in linea con gli alti valori produttivi del titolo. Armi e veicoli sono campionati in maniera generica, ma buona, e non ci aspettavamo niente di differente. La colonna sonora poi, come tradizione per la serie, è accessibile soprattutto dalla radio dei veicoli, ma al contrario di quanto avveniva sempre nel quarto capitolo è più che altro per intrattenimento. Ottimo anche il doppiaggio in lingua italiana che rende il tutto sempre esaltante e assolutamente coinvolgente. Tirando le somme, questo Far Cry 5 è un prodotto assolutamente da avere, divertente da giocare, con una trama assolutamente degna di nota, ben scritta e densa di colpi di scena e momenti epici.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 9
Longevità: 9
VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise




Gmail si rinnova e lancia i messaggi di posta elettronica che si “autodistruggono”

Gmail, il servizio di posta elettronica di Google che conta oltre 1,2 miliardi di utenti nel mondo, si rinnova in nome della sicurezza. Il colosso di Mountain View dà vita a un cambiamento che segue due linee guida ben distinte: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e l’incremento della sicurezza sui dati, che arriva a un mese di distanza dal Gdpr, il regolamento Ue sulla privacy in vigore dal 25 maggio prossimo.

La novità sulla protezione delle comunicazioni si chiama “confidential mode” e introduce le email che si autodistruggono, un po’ come accade con i messaggini di alcune applicazioni come Snapchat. Quando si devono inviare dati confidenziali, come ad esempio la dichiarazione dei redditi o un referto medico, si può stabilire una data di scadenza del messaggio oltre la quale non sarà più possibile leggerlo. Si può inoltre far sì che l’email non si possa copiare, stampare o inoltrare, per evitare condivisioni accidentali. L’intelligenza artificiale in Gmail ha diverse declinazioni: dà priorità ai messaggi, ricorda di rispondere a quelli importanti, suggerisce risposte automatiche e consiglia di annullare l’iscrizione ad alcune newsletter, ad esempio quelle che continuiamo a ricevere ma non guardiamo mai. Ma le novità non finiscono qui, Google infatti ha rinnovato anche a livello grafico Gmail e ha introdotto la possibilità di interagire con i messaggi senza bisogno di aprirli. Dalla lista delle email in arrivo si può infatti decidere di cestinare o controllare gli allegati, e anche di impostare lo “snooze”.

F.P.L.




Assassin’s Creed Rogue Remastered, il capitolo più cupo della saga torna su Next Gen

A distanza di quattro anni dal lancio, Ubisoft propone l’edizione rimasterizzata di Assassin’s Creed Rogue, capitolo più oscuro dell’intera serie passato in sordina per via della sua uscita esclusivamente su Pc, Xbox 360 e Ps3, ma soprattutto perché fu messo in vendita nello stesso periodo di “Unity”, primo titolo della serie che usciva sulle console next gen. Già al tempo del lancio, questo titolo di “transizione” da un’epoca videoludica a un’altra, era stato etichettato come una copia carbone del bellissimo “Black Flag”, dal momento che ne recuperava pressoché integralmente buona parte delle meccaniche di gioco. La vera novità di Rogue, però, consisteva nelle sue ambizioni narrative: per la prima volta nella saga, infatti, il giocatore era chiamato ad impersonare un templare, nemico giurato degli Assassini. Da un simile spunto “rivoluzionario” non è germogliato però un gameplay altrettanto coraggioso. Dinanzi alle caraibiche meraviglie di “AC Black Flag” o alle sublimi architetture parigine di “Unity”, le lunghe traversate marine di Shay apparivano lievemente sottotono. Eppure, nel complesso, Rogue non era certo un prodotto da sottovalutare: mescolando alcune soluzioni di gioco estrapolate dai suoi predecessori, l’opera ha finito per incarnare un ottimo riassunto delle caratteristiche chiave del brand. Pertanto, la versione rimasterizzata di Rogue, che trasporta anche su Xbox One e PS4 l’ultimo capitolo della così detta “trilogia americana”, racchiude l’essenza vera degli Assassin’s Creed, prima che la serie decidesse di “migrare” verso nuovi orizzonti creativi.

Assassin’s Creed Rogue racconta il viaggio di Shay Cormac evidenziando una vera e propria presa di coscienza, ma soprattutto stravolgendo la così netta distinzione tra buoni e cattivi presente fin dai primi titoli della saga. Dopotutto, prima di essere la storia di un eterno conflitto tra due schieramenti, quella di Assassin’s Creed racconta una storia di uomini. Nonostante alcuni buchi di sceneggiatura, è stato il terzo capitolo della serie a instillare il seme del dubbio nella mente dei giocatori: chi ha memoria della seppur breve alleanza tra Haytham Kenway e il figlio Connor? In quei frangenti il Gran Maestro Templare espone la sua versione dei fatti al giovane, mettendo in luce le fragilità del credo degli Assassini. Da quel preciso momento la serie ha iniziato a non vestire più soltanto il bianco o il nero, anzi ha ridefinito sé stessa con diverse tonalità di chiaroscuro. Assassin’s Creed Rogue, non ha fatto altro che trattare a fondo i temi di cui sopra, narrando – tra le altre cose – vicende un po’ più interessanti e circostanziate rispetto a quanto visto in “Black Flag”. Ubisoft ha quindi deciso di dare una seconda chance a questo titolo proponendolo in versione rimasterizzata per tutti i giocatori che vogliono saperne di più sul ciclo a stelle e strisce dell’opera. Il protagonista di Assassin’s Creed Rogue è diverso da tutti gli altri in quanto va oltre la fede nella sua fazione d’appartenenza, e cerca di vedere con i propri occhi ciò che è giusto o sbagliato, senza lasciarsi incantare da ideali predeterminati. Shay è un Assassino, ma non nutre più fiducia nel “credo”, colpevole – a suo dire – d’aver agito senza moralità alcuna. Pronto a tradire la causa della Confraternita pur di rispettare il suo codice d’onore, il protagonista si arruola così tra le fila del nemico, indossando le vesti di un Templare. Giocando ad Assassin’s Creed Rogue ci si accorge di come esso rimanga un capitolo di spessore all’interno della timeline, un tassello mancante che, sebbene non del tutto indispensabile, aiuta a fare chiarezza su alcuni snodi dell’epopea di Ubisoft. Laddove, almeno nelle premesse, la storyline tenti di imboccare sentieri alternativi a quelli canonici, ludicamente tutto resta estremamente tradizionale. Questo immobilismo, sia chiaro, non è per forza un male, specialmente se consideriamo che la base di partenza è la stessa di “Black Flag”, un gioco che ha saputo traghettare la serie verso lidi avventurosi e pirateschi. Ecco che, come nel quarto episodio, anche in Rogue le battaglie navali svolgono un ruolo centrale. La Morrigan è un’imbarcazione da domare, imbellettare, potenziare: si potrà così veleggiare tra le onde, godersi i panorami lontani, il sibilo della brezza, i canti marinareschi. Ancora oggi, se Rogue sopravvive alle intemperie degli anni, il merito spetta a questo instancabile gusto per i viaggi a bordo dell’imbarcazione, per le avvincenti battaglie navali, per i saccheggi e gli abbordaggi, per gli inseguimenti rocamboleschi fra le onde in tempests, per la scoperta di atolli deserti e tesori sommersi. Nel 2014, Ubisoft commise l’errore di proporre un’esperienza troppo simile a quella del suo predecessore uscito appena un anno prima, limitando fortemente lo stimolo, il gusto ed il desiderio di perdersi al largo dell’oceano. Ma oggi, dopo essere stati avvolti dal solleone d’Egitto con Origins (qui la nostra recensione) ed aver attraversato immense distese di sabbia, bagnarsi con l’acqua salata del mare trasmette una sensazione quasi di novità. In quanto a giocabilità, Assassin’s Creed Rogue non era particolarmente originale già quattro anni fa, e questa edizione rimasterizzata del prodotto non apporta alcun cambiamento. L’impostazione iniziale è esattamente quella di Black Flag: nelle primissime battute della storia si ottiene una nave e la si utilizza per muoversi all’interno di mappe marittime, alternando la missione principale ad attività collaterali. A questo si aggiungono le classiche missioni individuali per il brand, da effettuare in ambienti urbani più o meno estesi.

Se Edward Kenway si muoveva in un’unica mappa di Cuba e dintorni, l’avventura di Shay ne presenta due, la River Valley e l’Atlantico del Nord. Meno estese del predecessore, si differenziano per la natura e il clima, e presentano un paio di insediamenti minori accessibili senza caricamenti. L’unica ambientazione cittadina è New York, la cui mappa è in buona parte ripresa dal terzo capitolo della serie. Le meccaniche a disposizione del giocatore, a terra come in mare, sono sempre le stesse: arrampicata, mimetizzazione e stealth sono quelli ovviamente già visti in “Black Flag”, con la cerbottana sostituita da un fucile ad aria compressa. Allo stesso modo non sono cambiati né il sistema di guida della Morrigan né il suo sistema di potenziamento. Anche il combattimento, tanto in mare quanto a terra, non si muove da com’era sulle piattaforme old gen. Se la trama principale è ristretta in sei sequenze di ricordi, per una durata complessiva di circa una decina di ore, le attività collaterali sono come sempre abbondanti e tengono impegnati i giocatori per almeno il doppio del tempo. In Assassin’s Creed Rogue l’unico elemento effettivamente nuovo rispetto ai titoli precedenti è la possibilità di subire abbordaggi e non solo farli. Questa condizione avviene quando la Morrigan viene speronata con successo dal veliero avversario, cosa che obbligherà i giocatori a difendersi in corpo a corpo. Cacciare gli animali rimane comunque abbastanza velleitario, così come il potenziamento del personaggio, tanto che si finisce per concentrare tutte le finanze solo sulla Morrigan procurandosi i materiali con la pirateria. Per dare vita a questo Assassin’s Creed Rogue: Remastered, Ubisoft ha rimesso insieme buona parte del team originale, che con piacere è tornato a lavoro sulle gesta di Shay Cormac. Gli sforzi della squadra hanno permesso al gioco di offrire una risoluzione di 4K sia su Xbox One X che su PS4 Pro e di arricchire la presentazione visiva con una serie di accorgimenti grafici. Le texture in alta definizione, le luci e le ombre di qualità più elevata e una miglior effettistica in generale, non potranno che far piacere a coloro che vestiranno i panni del cacciatore di Assassini per la prima volta. I miglioramenti grafici e le differenze con le versioni della scorsa generazione sono evidenti anche su PS4 e Xbox One, che vantano tutte le migliorie di cui sopra e una risoluzione di 1080p. Sul fronte sonoro, Rogue si presenta bene grazie a un doppiaggio in Italiano sempre calzante e a una colonna sonora avvincente. Tirando le somme, se vi state chiedendo se vale effettivamente la pena di acquistare Assassin’s Creed Rogue Remastered, la risposta è sì, a patto che non lo abbiate giocato in versione “old gen” o siate dei fan sfegatati della serie che vogliono avere la collezione al completo. L’avventura di Shay è assolutamente godibile anche a 4 anni di distanza dalla sua uscita e se si vuole avere una visuale globale dell’intero universo della serie, non giocare questo capitolo sarebbe un vero e proprio errore.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 8
Longevità: 7,5
VOTO FINALE: 8

 

Francesco Pellegrino Lise




Nel futuro di Apple ci sono display curvi e comandi gestuali

Il futuro della telefonia mobile è sempre in continuo sviluppo, ma da Cupertino nei prossimi anni potrebbero arrivare novità sempre più golose per gli appassionati di tecnologia. Apple, infatti, starebbe lavorando su schermi curvi e su un sistema di controllo basato sui gesti delle dita, senza bisogno di toccare il display, per gli iPhone del futuro. Queste due caratteristiche, se venissero confermate, sarebbero volte a differenziare i prodotti del colosso statunitense nel mercato sovraffollato degli smartphone. A darne notizia è Bloomberg, che cita fonti a conoscenza dei fatti. Il controllo attraverso l’uso dei gesti consentirebbe ai futuri utenti dell’iPhone di impartire alcuni comandi muovendo le dita davanti allo schermo, ma senza toccarlo. La tecnologia alla base di questo tipo di interazione, tuttavia, è ancora in fase di ricerca e non arriverà nelle mani dei consumatori prima di un paio d’anni. Sempre in base alle indiscrezioni diffuse da Bloomberg, Apple sarebbe al lavoro anche sui display Oled curvi. A differenza degli schermi di Samsung, che si curvano ai bordi, quelli su cui lavora il colosso di Cupertino curverebbero gradualmente dall’alto al basso. Anche in questo caso la tecnologia è nelle prime fasi di ricerca e, seppure Apple decidesse di realizzarla, non entrerebbe in commercio prima di 2-3 anni. Guardando al futuro più vicino a noi, per il prossimo autunno, si attendono da Apple tre smartphone sulla falsa riga dell’iPhone X: uno da 5,8 pollici, un modello Plus da 6,5 pollici e uno da 6,1 con display Lcd e prezzo tagliato. Rimane da vedere se questo dispositivo possa essere l’erede dell’SE o un modello del tutto diverso. Troppo presto per tirare una traccia precisa fra indiscrezioni, anticipazioni e strategie di mercato della Mela. In ogni caso è sempre bello sapere che nei laboratori di sviluppo del colosso americano non stanno mai fermi e lavorano per presentare, nei prossimi anni, apparecchi innovativi con funzioni futuristiche che fino a qualche tempo fa potevano solo essere prodotti di fantasia.

 

F.P.L.




Tutti pronti all’arrembaggio con Sea of Thieves

Sea of Thieves, il videogame sviluppato da Rare, in esclusiva per Pc Windows e per la famiglia delle console Xbox One, è arrivato sul mercato per stupire e divertire grazie a delle meccaniche di gioco inedite, uno scenario in stile piratesco, ma soprattutto grazie a un carico di ironia incredibile. Sea of Thieves è un titolo atipico, difficile da classificare per quanto riguarda il genere, ma in ogni caso si tratta di un’esperienza multiplayer esclusivamente online, a cui ci si può dedicare da soli, ma che moltiplica esponenzialmente il suo fattore di divertimento se giocato in compagnia di amici o altri players online. Infatti il suo punto forte risiede nella capacità di spingere alla cooperazione i vari componenti della ciurma, che devono imparare a collaborare sia per condurre degnamente il proprio vascello che per avere la meglio sugli altri equipaggi, ma anche per combattere, trovare tesori nascosti, esplorare velieri sommersi e molto altro ancora. Ma iniziamo dal principio. Dopo la breve presentazione iniziale, Sea of Thieves invita a creare un avatar digitale tramite un editor dei personaggi totalmente atipico. Un editor che a conti fatti non dà al giocatore la possibilità di scegliere e personalizzare il proprio pirata in tutti i suoi aspetti, ma consente solo di selezionare il proprio alter ego virtuale tra una serie di modelli pre-confezionati che si potranno scartare fino a trovare quello che più si avvicina al proprio ideale di vecchio lupo di mare. Una volta individuato il pirata che si controllerà in gioco, finalmente si verrà lanciati nel vivo dell’avventura di Sea of Thieves. Una volta iniziato si potrà scegliere di mettersi al comando di una “sloop”, imbarcazione di dimensioni ridotte adatta a un giocatore singolo o a una squadra di massimo due pirati, o di un più grande galeone, che consente di salpare in compagnia di una squadra da tre o quattro giocatori, sia con gli amici che tramite matchmaking online. Una volta che si sarà scelto come e con chi tuffarsi nel vivo dell’azione, i giocatori si troveranno all’interno di una locanda di uno degli Avamposti che caratterizzano i mari di Sea of Thieves, pronti a perdersi tra fantastiche avventure, mari insidiosi e misteri da svelare. E adesso? Bene, prima di acquistare il titolo è bene tenere a mente che ci si trova dinanzi a un vero e proprio simulatore piratesco, e infatti, in quanto i pirati erano uomini liberi, anche l’azione di gioco è totalmente libera.

Non c’è una storia da seguire, né un tutorial efficace che spieghi tutto ciò che il gioco è in grado di offrire. Il giocatore si troverà a vagare per le isole, interagendo con personaggi misteriosi che parleranno solo tramite indovinelli, per poi iniziare a capire lentamente quali sono i principi base di Sea of Thieves. Ben presto si comprenderà che tale scopo è andare alla ricerca di bottino tramite le immancabili Cacce al Tesoro, che consentiranno di guadagnare Oro, con cui acquistare nuovi oggetti estetici, e punti con cui migliorare la propria reputazione nei confronti di una delle tre fazioni disponibili nel gioco: i Cacciatori di tesori, l’Ordine delle Anime, che prevede missioni dove bisogna eliminare capitani scheletrici e ottenere i loro teschi maledetti, e l’Alleanza del Mercante che prevede la consegna di animali o merci entro un orario stabilito in un determinato avamposto. Portando a termine gli incarichi per una singola fazione, si guadagnerà reputazione e di conseguenza, man mano che questa crescerà, si avrà accesso a missioni più complesse e ovviamente remunerative. In Sea of Thieves però non ci sono pirati più forti, ma conta solo l’abilità del singolo e della squadra. Infatti il personaggio non potrà avanzare di livello e sarà privo di abilità e talenti con cui approcciare alle varie situazioni in modo differente. Allo stesso modo, armi e indumenti sono privi di perk o statistiche in grado di cambiare il gameplay in modo evidente. È così che ogni pistola sparerà esattamente allo stesso modo, ogni spada richiederà lo stesso numero di colpi per atterrare un avversario e ogni cannone infliggerà lo stesso tipo di danni a un vascello nemico. Ciò non vuol dire che in Sea of Thieves ci siano pochi oggetti da acquistare o da scovare, tutto il contrario, ma la differenza tra una pistola e l’altra è prettamente estetica e servirà solo a distinguere un più navigato vecchio lupo di mare da un novello marinaio che ha appena iniziato a giocare. Tale impostazione del gioco seppur da principio può far storcere il naso, in realtà è assolutamente giusta per un titolo di questo tipo. La gloria e il bottino si conquistano col sudore della fronte e non grazie ad abilità e potenziamenti assurdi. Insomma, Il gameplay sviluppato da Rare dona a tutti le stesse possibilità di colpire l’avversario e mandarlo al tappeto. Insomma, Sea of Thieves è un gioco spietato, dove vince il più bravo e, perché no, il più furbo, dove le squadre composte da un gruppo affiatato di pirati possono avere facilmente la meglio rispetto al povero pirata di turno che, al timone della sua “sloop”, stava cercando di riportare all’avamposto un misero forziere. Ma il titolo è anche quel gioco che punisce una squadra da 4 giocatori quando il singolo pirata sulla “sloop” sa come utilizzare la propria nave e dove colpire con i cannoni. Insomma, è un gioco di pirati, quindi scorrettezze, furti di bottino e vendette sono il sale e l’anima delle avventure in mare. Insomma, quando si gioca in gruppo la comunicazione tra i membri dell’equipaggio è fondamentale per sopravvivere in mare aperto.

In Sea of Thieves non si fa distinzioni tra comparto PvE e PvP e in qualsiasi momento si può essere attaccati da un gruppo di pirati intenzionati a rubare il bottino che con fatica si sta cercando di andare a vendere all’avamposto. In questi casi, ognuno deve essere in grado di gestire i ruoli nevralgici della navigazione per portare in salvo il bottino: il giocatore incaricato di salire sull’albero maestro può scrutare l’orizzonte e cercare di anticipare le mosse del nemico sfruttando il binocolo, che fa parte della dotazione standard di ogni giocatore ed è richiamabile tramite la ruota degli oggetti con uno dei tasti dorsali. Il pirata assegnato al cannone dovrà prestare particolare attenzione al movimento delle onde e calibrare il colpo adeguatamente, questo perché fallirlo potrebbe risultare fatale in quanto il nemico potrebbe rispondere al fuoco e trasformare la nave in un colabrodo. A questo punto il povero pirata addetto alle riparazioni delle falle nello scafo difficilmente potrà sistemare tutto in fretta e la nave si riempirà d’acqua. Se questo dovesse accadere, l’intera ciurma sarà condannata a colare a picco e a rinunciare al bottino. Anche perché una banda di manigoldi intenzionata a rubare i tesori che si sta disperatamente tentando di portare in salvo non esiterà mai a speronare, colpire con armi dalla distanza o cercare di abbordare pur di raggiungere il proprio obiettivo. Se si dovesse morire, niente paura, si verrà trasportati sul vascello dei dannati, ossia una nave fantasma sulla quale bisognerà attendere circa una decina di secondi prima di poter tornare in vita. Ogni volta che si risorgerà ci si troverà sulla propria nave. Se la nave è affondata invece, basterà avvicinarsi a una delle sirene, premere il tasto X e si verrà riportati su una nuova nave. A questo punto si potrà decidere se andare a vendicarsi o proseguire verso nuove avventure sperando di non essere presi nuovamente di mira. Ovviamente, navigando per mare non si è mai tranquilli e bisogna stare attenti ad alcuni eventi letali: ossia le tempeste e il temibile Kraken. Nel primo caso, ci si troverà in condizioni atmosferiche che renderanno estremamente difficile la navigazione, con la bussola completamente impazzita e il timone che farà resistenza e si sposterà dalla direzione opposta dove si sta cercando di manovrare. Ma non è tutto: tra fulmini che possono danneggiare la nave e la ciurma, onde altissime che assieme alla pioggia possono far imbarcare acqua o, peggio, celare uno scoglio che potrebbe distruggere il galeone, navigare nel bel mezzo di una tempesta potrebbe essere una delle esperienze più dure o esaltanti da affrontare. Per quanto riguarda il Kraken, la pericolosità è differente, infatti mentre si sta navigando tranquillamente verso una qualsiasi rotta, le acque attorno la nave si tingeranno di nero e dei giganteschi tentacoli dapprima si erigeranno verso il cielo con fare minaccioso e poi tenteranno di stritolare la barca, catturare per divorare i pirati e generalmente sterminare l’intero equipaggio che così perderà nave, bottino e ovviamente reputazione. Oltre a tutto questo, in gioco sono presenti i fortini o raid. Questi sono eventi periodici evidenziati da un’enorme nube a forma di teschio, che saranno facilmente riconoscibili all’orizzonte. Dirigendo verso la sua direzione ci si troverà di fronte a una attività sensibilmente diversa, in cui è necessario affrontare orde composte da decine e decine di non morti fino all’immancabile boss, che una volta sconfitto lascerà cadere una chiave speciale che darà accesso a una stanza stracolma di tesori. A questo punto bisognerà trasportare quanti più tesori possibili sulla nave e cercare di farla franca fino all’avamposto più vicino, così da ottenere un quantitativo di reputazione superiore rispetto alle missioni classiche. Ovviamente essendo la nube a forma di teschio ben visibile a tutti, è molto probabile che ci si troverà a dover combattere con altre ciurme che vorranno mettere le loro mani sul bottino. Oltre a tutto questo, sul proprio cammino ci si potrà imbattere in, messaggi in bottiglia, oggetti di valore abbandonati e relitti affondati che celano casse di merci rare, teschi maledetti o tesori da scambiare per danaro e punti esperienza dai relativi “vendor”. Da quello che abbiamo potuto comprendere, quando si raggiungerà il livello massimo con le tre fazioni, si potrebbe sbloccare qualcosa di speciale che allungherebbe ancora di più la lista delle cose da fare. L’unica cosa da fare per scoprirlo è giocare.

Se tutto questo però non dovesse bastare, è importante sapere che Rare sta sviluppando e svilupperà costantemente migliorie e nuovi contenuti per un’esperienza di gioco ancora più grande. Detto questo è bene citare anche la componente goliardica, affrontare i viaggi suonando con ghironde e fisarmoniche canti marinareschi o ubriacarsi in taverna vomitando addosso i compagni mentre la realtà e i suoni si distorcono è sempre una scena esilarante da vivere e da ripetere nei momenti di stanca. Per quanto riguarda il comparto tecnico di Sea of Thieves, i ragazzi di Rare hanno svolto un lavoro davvero superbo. A partire dalla resa del mare, d’incredibile realismo per un gioco che ha tra i suoi punti di forza una grafica volutamente fumettosa. I cavalloni si infrangono in credibili spruzzi e il moto ondoso, influenzato da vento, correnti e scogliere, è quanto di più bello si sia mai visto in un gioco negli ultimi anni. Tramonti, albe, ma anche tempeste e cieli stellati completano una fotografia degna di essere innalzata verso l’olimpo del gaming. Ovviamente il comparto video da urlo è accompagnato da un audio decisamente buono. Gli effetti sonori molto più realistici di quel che ci si aspetterebbe da un titolo che da un lato simula e dall’atro gioca sull’argomento pirati e sono accompagnati da una colonna sonora a tema, che alterna pezzi inediti ad arrangiamenti in salsa corsara di canzoni famose. Tirando le somme, se avete nostalgie di quell’universo magico che solo Monkey Island era riuscito a creare nei lontani anni ’90, oppure avete semplicemente voglia di solcare le onde con i vostri amici, questo Sea of Thieves vi stupirà. Ovviamente se si gioca da soli il titolo perde molto, ma la possibilità di utilizzare il matchmaking e stringere nuove amicizie fa si che questo piccolo ostacolo si possa superare facilmente. A parere nostro non giocare l’ultima fatica di Rare sarebbe un vero peccato, in quanto introduce finalmente un genere di gioco tutto nuovo, in grado di tenere incollati allo schermo anche per mesi.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9
VOTO FINALE: 9

 

Francesco Pellegrino Lise




Apple lancia il nuovo iPad 9,7” con supporto per Apple Pencil

Apple ha aggiornato il suo iPad più popolare introducendo il supporto per Apple Pencil e prestazioni ancora superiori, con un prezzo a partire da 359 euro. Grazie al nuovo iPad da 9,7″ e alla Apple Pencil, gli utenti possono essere più creativi e produttivi, che si tratti di annotare un’idea, prendere appunti o scrivere del testo su uno screenshot. Il nuovo iPad è più versatile e potente che mai e ha un ampio display Retina, il chip A10 Fusion e sensori evoluti che contribuiscono a fornire coinvolgenti esperienze di realtà aumentata; offre inoltre una portabilità straordinaria, un’incredibile facilità d’uso e una batteria che dura tutto il giorno. “iPad è la nostra visione del futuro del computing, e centinaia di milioni di persone nel mondo lo usano ogni giorno al lavoro, a scuola e per divertimento. Il nuovo iPad 9,7″ parte dalle caratteristiche più amate e apprezzate del nostro iPad più popolare e le perfeziona per favorire la creatività e l’apprendimento,” ha dichiarato Greg Joswiak, Vice President Product Marketing di Apple. “Il nostro iPad più popolare e accessibile supporta ora la Apple Pencil, offrendo ad ancora più utenti tutte le evolute capacità di uno dei nostri strumenti più creativi di sempre. Questo iPad integra inoltre il potente chip A10 Fusion, oltre a un ampio e brillante display Retina, fotocamere ottimizzate e sensori evoluti, con cui è possibile dare vita a incredibili esperienze AR semplicemente impossibili su altri dispositivi”. Lo splendido display Retina da 9,7 pollici dell’iPad offre dettagli ultra nitidi e colori vividi, ed è dotato di un sensore touch a risoluzione superiore che permette il supporto per Apple Pencil. Introdotta per la prima volta per iPad Pro, Apple Pencil è diventata uno strumento popolare e versatile per studenti, professionisti e creativi; ed ora è accessibile ad ancora più clienti. Apple Pencil offre un’esperienza di disegno incredibilmente fluida e naturale. Gli evoluti sensori misurano la pressione e l’inclinazione, per garantire un’accuratezza e una precisione al pixel e una bassa latenza per attività che spaziano dal prendere appunti al tracciare disegni in app come Notability, Pages, Numbers, Keynote e Microsoft Office. La tecnologia palm rejection dell’iPad permette agli utenti di appoggiare la mano sullo schermo mentre utilizzano Apple Pencil.

https://www.youtube.com/watch?v=IprmiOa2zH8

 

Caratteristiche tecniche:

Il nuovo iPad è dotato del chip A10 Fusion progettato da Apple con architettura a 64 bit di livello desktop, che offre prestazioni della CPU e prestazioni grafiche superiori rispettivamente del 40% e del 50%, per una fantastica esperienza multitasking e un utilizzo fluido delle app graficamente più complesse. La fotocamera frontale e quella posteriore offrono strepitose prestazioni in condizioni di scarsa luminosità e la possibilità di registrare video HD, caratteristiche che le rendono ideali per la scansione di documenti, la creazione di filmati e le videochiamate con FaceTime. Il nuovo iPad è un ampio e incredibile schermo che permeate di visualizzare esperienze AR coinvolgenti. Il suo display Retina, il potente chip, le fotocamere migliorate e i sensori avanzati, tra cui un giroscopio e un accelerometro per il rilevamento preciso del movimento, sono progettati per supportare app AR di prossima generazione. Costruito per garantire robustezza e mobilità, il nuovo iPad 9,7 pollici presenta un guscio unibody in alluminio e connessione wireless ultraveloce che può fornire connessioni dati cellulari due volte più veloci, così da rendere ancora più facile rimanere connessi ovunque. Grazie all’Apple SIM, i clienti possono collegarsi a piani dati wireless direttamente dal proprio dispositivo quando sono in viaggio in più di 180 paesi e regioni nel mondo. iOS 11 introduce nuove potenti funzionalità per iPad. Il Dock permette di accedere rapidamente alle app e ai documenti più usati da qualsiasi schermata, e rende più facile lavorare con più app contemporaneamente grazie a Split View e Slide Over. Il Drag and Drop rende più facile che mail spostare immagini, testi e file fra le app. Apple Pencil e più profondamente integrata con iPad grazie al supporto per il disegno in linea. L’app Files fornisce un luogo centrale per accedere e organizzare file, a prescindere da dove siano — su iPad o sul cloud – grazie al supporto integrato per iCloud Drive e servizi come Box, Dropbox e simili.

 

Prezzi e Disponibilità:

– iPad è disponibile nei colori argento, grigio siderale e nella nuova finitura oro a partire da 359 euro per il modello da 32GB Wi-Fi e da 489 euro per il modello da 32GB Wi-Fi + Cellular presso apple.com e gli Apple Store. E’ anche disponibile presso i rivenditori autorizzati Apple e alcuni operatori (i prezzi potrebbero variare). Per ulteriori informazioni, visitare apple.com/ipad.
– Apple Pencil è disponibile per l’acquisto separatamente a €99.
– Le scuole possono acquistare iPad e Apple Pencil ad un prezzo scontato.
– iPad può essere ordinato oggi e le consegne ai clienti e presso gli store saranno più avanti nel corso di questa settimana in oltre 25 paesi e aree geografiche: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, il Regno Unito e gli Stati Uniti. India, Russia, Tailandia, Turchia e altre nazioni e regioni seguiranno in aprile, mentre la Corea del Sud e altre nazioni e ragioni seguiranno a maggio.
– Le Smart Cover per iPad sono disponibili a €39 nei colori grigio antracite, blu notte, (RED), bianco e rosa sabbia su apple.com e presso gli Apple Store.
– A tutti i clienti che acquistano iPad da Apple verrà offerto il servizio di Setup Personale gratuito, in negozio o online, per aiutarli ad impostare subito la mail e iMessage, scaricare app dall’App Store e altro ancora.
– Chiunque desideri capire le basi o progredire verso un utilizzo più avanzato del proprio nuovo iPad può iscriversi ad una delle sessioni gratuite di Today at Apple su apple.com/today.

 

F.P.L.




A.O.T. 2, il sequel del videogame ispirato al manga best seller

Koei Tecmo ha da poco lanciato A.O.T. 2 (Attack on Titan), il nuovo capitolo della colossale serie action per PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Steam. In questo sequel è possibile rivivere la caotica e frenetica azione del manga attraverso gli occhi di un cadetto creato su misura; con una nuova prospettiva del tutto nuova sugli iconici eventi della serie. I giocatori sperimenteranno la nuova e migliorata Omni-Directional Mobility Gear, che offrirà un’avanzata libertà di movimento e una precisa mira utile per contrattaccare le mosse potenziate dei Giganti. Per chi non lo sapesse “L’Attacco dei Giganti” o “Attack on Titan” è un’opera congegnata da Hajime Isayama e questa produzione ha riscosso un grosso successo negli ultimi anni grazie alla sua storia capace di tenere alta l’attenzione di tutti gli appassionati sparsi per tutto il globo. La serie videoludica di questo franchise – sviluppata dagli sviluppatori di Omega Force – è riuscita anch’essa a meravigliare gli utenti attraverso meccaniche innovative, adrenaliniche e soprattutto molto simili alla controparte su carta e trasmessa successivamente in versione anime in tv.

Per quanto riguarda la trama, il gioco, come anche il manga, è ambientato in un mondo di fantasia dove la razza umana è stata quasi decimata dalla prima apparizione di giganti, ossia colossi molto simili all’uomo per le fattezze, ma dotati di intelligenza molto limitata. La loro natura li spinge a uccidere gli uomini e non hanno particolari necessità di cibo e acqua per vivere. L’unica salvezza per il genere umano è rappresentata da tre cinta di mura gigantesche chiamate Wall Maria, Wall Rose e Wal Sina, rispettivamente dalla più esterna a quella più interna. Per garantire una maggiore protezione da eventuali attacchi, la civiltà in questione ha sviluppato un’organizzazione militare che comprende tre rami con altrettanti compiti: il Corpo di Guarnigione (responsabile della difesa delle città e della manutenzione delle mura), il Corpo di Gendarmeria (garante dell’ordine pubblico) e infine il Corpo di Ricerca (soldati ricognitori che si spingono oltre alle mura alla ricerca di nuove informazioni sui giganti per poterli finalmente annientare). Dopo molti anni di sconfitte e di morti, l’uomo ha congegnato una particolare attrezzatura, l’ Omni-Directional Mobility Gear, che permette di effettuare il cosiddetto “Movimento Tridimensionale”. Questa tecnologia consente a un semplice soldato di “volare” attraverso l’utilizzo di rampini lanciati a grande velocità e a gas ad alta pressione. La storia inizia nell’anno 845 quando appare dal nulla un gigante – denominato Gigante Colossale – capace con un solo calcio di perforare Wall Maria, nel distretto di Shiganshina. Questo avvenimento ha concesso a tanti giganti di intrufolarsi nelle mura di cinta e di conseguenza mangiare molti umili cittadini che vivevano nelle vicinanze. In questa tragedia riescono a salvarsi tre bambini – i protagonisti della saga di Attack on Titan – Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet. I tre sono accomunati dalla stessa storia e intraprendono una carriera militare per combattere l’avanzata nemica e di vendicarsi della morte dei propri cari. Fin dai primissimi minuti A.O.T.2 spiega questi avvenimenti attraverso una serie di filmati molto brevi e successivamente consente agli utenti di creare un proprio personaggio che affiancherà quelli descritti in precedenza e agli altri membri del 104esimo corpo dei cadetti. L’alter-ego viene introdotto nella narrazione come un “soldato anonimo” presente nella trama originale dell’anime e la storia viene raccontata attraverso gli occhi di quest’ultimo.

Esattamente come il suo predecessore, A.O.T. 2 offre una corposa Modalità Storia che, a dispetto dei pronostici, permette al giocatore di rivivere non solo gli eventi della seconda stagione dell’anime, ma anche di ripercorrere ancora una volta le vicende raccontate nella prima serie televisiva e nel videogioco lanciato soltanto due anni fa. Tutto ciò rappresenta un perfetto punto di partenza per chiunque non abbia provato il precedente titolo. A.O.T. 2 presenta però una fondamentale differenza rispetto al suo predecessore, ossia, come già detto qualche riga più in alto, la possibilità di creare un proprio avatar personalizzabile e di riscoprire la travagliata storia del fumetto best seller attraverso un nuovo punto di vista. Cresciuto nel piccolo distretto di Shiganshina, cosa che difatti lo rende un coetaneo di Eren Jeager, Mikasa Ackerman e Armin Arlert, il protagonista creato dal giocatore è uno dei pochi superstiti del tremendo attacco perpetrato all’inizio della vicenda dal Gigante Colossale e dal Gigante Corazzato, il quale, durante l’incidente, finisce col renderlo orfano. Salito per caso a bordo di un vascello di soccorso, il giovane si imbatte proprio nello stesso Eren, il quale compie l’ambiziosa promessa di sterminare ogni singolo titano; è proprio questo fatidico incontro a spronare anche l’avatar, rimasto ormai solo, ad unirsi al 104° Corpo Cadetti per diventare un soldato, soddisfare la propria sete di vendetta e riprendersi la città perduta. Dopo aver personalizzato l’aspetto, l’abbigliamento e persino il sesso del protagonista controllato dal giocatore, A.O.T. 2 pone i gamers subito dinanzi ad una delle più interessanti novità della modalità Storia, ossia la cosiddetta “Vita quotidiana”. Mentre la prima incarnazione della saga si limitava a proporre una lunga selezione di missioni cui prendere parte in rapida successione, il nuovo episodio intervalla le suddette spedizioni con lunghi via vai per le strade delle tantissime location esplorabili. Tra un incarico e l’altro, durante le fasi di vita quotidiana, l’avatar può quindi scoprire dei nuovi negozi e altrettanti servizi, ma soprattutto iniziare una conversazione con i personaggi originali del cast, al fine di incrementarne l’affezione, approfondirne la caratterizzazione e sbloccare nuove abilità. Ogni personaggio dispone infatti di un parametro relativo all’amicizia, il quale sale di livello attraverso una serie di azioni che spaziano dalla collaborazione sul campo di battaglia alla scelta delle giuste risposte durante i dialoghi tenuti fra i vari attori principali. Compiacendo i compagni e instaurando legami sociali sempre più saldi, l’avatar eredita di volta in volta le abilità dei commilitoni, consentendo al giocatore non solo di apprendere dei gustosi aneddoti inediti sui propri beniamini, ma persino di personalizzare il personaggio controllato per tutta la durata della campagna principale. A patto di disporre di un adeguato numero di Punti Abilità, l’avatar può invero equipaggiare tutte le capacità altrui, le quali corrispondono a nuove azioni o a poderosi incrementi in termini di statistiche, mentre altre ancora tornano utili durante le imprese di tutti i giorni. Alternando sapientemente le missioni e la vita quotidiana, la modalità storia di A.O.T. 2 vanta dunque una longevità di tutto rispetto che, nel caso in cui si decida di approfondire i legami con tutti i vari personaggi del gioco e svelare dei retroscena assenti persino nell’anime e nel manga originale, potrebbe portar via diverse decine di ore.

Tra le nuove caratteristiche di A.O.T. 2 c’è l’Azione di Squadra sul campo di battaglia; che include opzioni di supporto offerte dai membri del proprio team. Le opzioni includono Salvataggio, Recupero e la Titan Transformation; quest’ultima offre a un membro del team il potenziale per sbloccare il potere dei Giganti. Con i Giganti in grado di sfoggiare movimenti potenziati, gli Scout dovranno usare strategicamente un arsenale di nuove abilità per sopravvivere; dagli attacchi evade-style, come l’abilità dell’azionamento a gancio, agli attacchi furtivi di lunga portata, strategicamente studiati con l’aiuto del nuovo strumento monoculare. Persino il terreno di gioco, in questa seconda incarnazione del brand, assume un’importante valenza strategica. Se in passato i giocatori erano soliti sfruttare i compagni per rifornirsi di oggetti, cambiare le lame smussate del proprio equipaggiamento e fare il pieno di gas, A.O.T. 2 ha invece introdotto le basi, che spaziano da quelle estrattive, utili per recuperare materiali rari, a quelle d’artiglieria automatizzata, per sottomettere i titani a colpi di cannone. In questo caso, tuttavia, gli insediamenti alleati non saranno sempre disponibili sulla mappa, ma dovranno essere edificati sul posto attraverso l’uso degli appositi segnali di costruzione, recuperabili completando le missioni secondarie. Di conseguenza, se in passato la principale attrattiva di A.O.T. era rappresentata dagli scontri con gli Anomali – titani particolarmente ostici e dal comportamento imprevedibile, in grado di neutralizzare qualsiasi manovra evasiva – tutte le nuove meccaniche proposte dal team di sviluppo introducono un genuino livello di strategia che, ai livelli di difficoltà più elevati, saprà soddisfare anche i giocatori più “skillati”. Come nel precedente episodio, ciascuna vittoria premia con i Fondi Corpo, necessari per acquistare oggetti e costruire nuove attrezzature. Personalizzabile durante la vita quotidiana, l’armamentario ripropone il semplicissimo sistema di crafting già esaminato due anni fa, con l’unica eccezione che stavolta i giocatori avranno accesso a una gamma di armi ben più variegata. In A.O.T. 2, i giocatori potranno anche divertirsi in una delle nuove modalità online appena introdotte, ossia la modalità Annihilation; una tipologia di gioco 4v4 dove gli Scouts dovranno competere per raggiungere il punteggio più alto, sconfiggendo Giganti e catturando basi. Inoltre potranno combattere l’uno contro l’altro per ottenere il miglior punteggio e ascendere in cima alla leader board. Nella modalità storia Co-op, invece, i giocatori potranno richiedere l’aiuto dei loro amici mentre completano l’avvincente trama della storia principale. Quanto detto fino a ora però è solo l’inizio in quanto una nuova accattivante modalità online, con Giganti giocabili, sarà disponibile dopo il lancio. Dal punto di vista estetico A.O.T. 2 si rivela un titolo estremamente piacevole da vedere, tanto quanto, a suo tempo, lo era stato il predecessore. Il confronto diretto non è casuale: eesattamente come Wings of Freedom, questo seguito punta forte sulla bontà del suo cel shading, su una costruzione poligonale buona e sulla perfetta riproduzione dei modelli di tutti i personaggi principali della serie di riferimento. I filmati in computer grafica potrebbero essere tranquillamente scambiati per quelli originali, come originali sono anche le voci dei doppiatori giapponesi (con sottotitoli in italiano), che offrono grandi prove recitative, talmente buone da andare oltre la barriera linguistica e veicolare eccellentemente le emozioni dei personaggi. I passi avanti più evidenti rispetto al primo titolo sono stati fatti a livello di ambientazioni, che, pur rimanendo un gradino sotto ai modelli dei personaggi in quanto a dettaglio e pulizia, si sono dimostrate assai più varie e particolareggiate di quelle del capitolo precedente. A livello di performance, il framerate è sempre stabile, con cali minimi e mai che pesano sul gameplay, con tempi di caricamento decisamente brevi in ogni frangente. Tirando le somme, con A.O.T. 2 gli amanti della serie saranno assolutamente felici di trovarsi fra le mani un prodotto solido, bello da vedere, da giocare e da condividere assieme ai propri amici online.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise