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Bologna, maestra d’infanzia ai domiciliari: lesioni personali e maltrattamenti sui minori aggravati dall’odio razziale

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BOLOGNA – Dai filmati “si vede una donna sempre molto agitata, che sbraita in modo scomposto e dà sfogo alle proprie frustrazioni afferrando, strattonando e schiaffeggiando gli alunni. Del tutto esplicite sono le enunciazioni di tipo discriminatorio e razziale, che la maestra urla senza alcun ritegno in classe”. Sono parole molto dure quelle usate dal Gip del Tribunale di Bologna, che dopo le indagini (condotte dall’aliquota di polizia giudiziaria della Polizia di Stato della Procura di Bologna comandata dal vicecommissario Stefano Berti in collaborazione con il commissariato di polizia di Imola) ha deciso di mandare agli arresti domiciliari una maestra di scuola di infanzia di Imola, 55 anni, accusata di lesioni personali aggravate e di maltrattamenti su minori, aggravati dall’odio razziale.

Per tre anni la donna avrebbe maltrattato diversi bambini

Dai 3 ai 5 anni, con violenze fisiche e verbali, umiliazioni e insulti. Vessazioni che, nel caso dei bimbi di origine straniera, avevano riferimenti discriminatori. “Io da sola non faccio più niente… quei pochi italiani vengono poco perché c’ho della gentaglia”, diceva l’insegnante senza sapere di essere ripresa. “Perché lei non sta ferma… lei butta giù tutto. Anche quando mangia, fa il ballo dell’Africa… dell’Africa nera! Il ballo del qua qua!”. Di frasi come questa, condite anche da minacce nel caso l’alunno in questione avesse raccontato qualcosa alla famiglia, ce ne sono molte agli atti della Procura, che si è mossa dopo che lo scorso luglio alcuni genitori hanno denunciato gli episodi al commissariato imolese.

I fatti documentati dalle telecamere ‘piazzate’ nelle aule dagli agenti riguardano l’anno scolastico in corso, ma i maltrattamenti cominciano, secondo gli investigatori, fin dal 2015. Dagli accertamenti svolti all’Ufficio scolastico regionale è infatti emerso che già nel 2016 un gruppo di genitori, alcuni dei quali hanno firmato l’esposto di luglio, aveva segnalato il comportamento violento della maestra. Alla segnalazione, pero’, non c’era stato seguito perché le autorità scolastiche “avevano ritenuto ‘la non sussistenza di elementi tali da supportare l’eventuale apertura di un accertamento ispettivo'”.

Per il Gip emergono maltrattamenti e insulti, “che quando sono rivolti a bimbi di colore assumono inflessioni razziste”, nei loro confronti e in quelli dei genitori. “Dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Algeria… Venite qui a fare delle idiozie!”. Se una bambina non stava seduta composta veniva colpita con “un colpo simile a quello di karate”, oppure quando un alunno era sdraiato a terra veniva afferrato per i pantaloni. “Colpi durissimi – li definisce il Gip -, destinati a rimanere impressi in modo indelebile nella memoria delle vittime”. Ma l’operato della maestra va anche oltre, abbattendo “i principi fondamentali su cui e’ fondata la Repubblica (art. 2 e 3 della Costituzione)”

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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