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Roma

BRACCIANO, OSPEDALE: SINDACO CONTRO NICOLA ZINGARETTI PER IL TAGLIO DEI POSTI LETTO

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Tempo di lettura 2 minutiDi fronte al Piano Operativo, che sconfessa le decisioni del Consiglio di Stato, il sindaco di Bracciano presenta un nuovo ricorso

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di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Non ci sta Giuliano Sala, sindaco di Bracciano. Non accetta la decisione regionale di dare corso ai Piani Operativi predisposti alcuni mesi fa, che depotenziano il Padre Pio, dimezzandone i posti letto, da 60 a 30.
Il piano regionale è in contrasto con le decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, che avevano riconosciuto le precedenti azioni intraprese da amministratori e cittadini del territorio sabatino, decisi a lottare per non perdere il presidio ospedaliero, unico in un territorio vasto, lontano dagli altri ospedali regionali.
È l’assessore Negretti a esporre il pensiero della giunta: “L’amministrazione comunale di Bracciano, di concerto con gli altri sindaci del Distretto F3 (oltre Bracciano, Anguillara, Trevignano, Manziana e Canale Monterano), ha deciso di ricorrere nuovamente alla giustizia amministrativa per veder riconosciuto il diritto che sembrava acquisito dopo la sentenza del Consiglio di Stato e che soltanto una pervicace resistenza da parte della Cabina di Regia del Servizio Sanitario Regionale e del Commissario ad acta Zingaretti, non ha voluto riconoscere come tale”.
Il piano regionale, oltre alla diminuzione dei posti, depotenzia anche il Pronto Soccorso, trasformandolo in un Presidio integrato Territoriale (Pit), con un servizio di teleradiologia in sostituzione del medico radiologo in sede, e la modifica “de facto” in un Ospedale diurno, non potendo garantire un adeguato servizio di assistenza in orario notturno, così come ha ammesso anche il Direttore Generale della Asl RMF Quintavalle, negli incontri avuti con i sindaci del territorio.

Continua l’assessore: “Per aggirare la sentenza del Consiglio di Stato (che stralciava Bracciano dal Decreto 80 e che sottolineava come Bracciano non potesse non essere ospedale di Pronto Soccorso) i rappresentanti della Regione Lazio coinvolti nella decisione hanno avuto la bella pensata di individuare il nostro territorio come 'zona disagiata', facendo riferimento al decreto ministeriale Balduzzi. Questo territorio non ha le caratteristiche di una “zona disagiata” non essendo comunità montana o zona sperduta chissà dove e priva di collegamenti; peraltro si sfugge ai parametri dello stesso decreto che parla, nell’individuare la zona disagiata, di un tempo di percorrenza che vada oltre i 90 minuti per raggiungere l’hub sanitario più vicino. E visto che il nostro hub sanitario di riferimento è l’ospedale di Civitavecchia, è chiaro che si tratta di un trucco delle tre carte che verrà nuovamente smascherato dalla giustizia amministrativa”.
Gli amministratori del territorio sabatino (Bracciano in testa, ma degnamente supportati dai sindaci dei comuni limitrofi) ritengono di avere le carte in regola per far rigettare nuovamente il piano regionale. Ci chiediamo, a questo punto, quali interessi spingono i governatori della Regione (Zingaretti oggi come ieri la Polverini) a intestardirsi nel cercare di danneggiare un territorio che chiede solo rispetto per i cittadini, e chi pagherà i soldi spesi per procedure che, fino a oggi, si sono dimostrare non corrette, in una Regione che ha un così alto debito proprio nella sanità?