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Campidoglio, Bonessio (Europa Verde): Rimango in maggioranza. Il M5S si assuma le responsabilità dell’emergenza rifiuti

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ROMA – “Con stupore apprendo dalla stampa che qualcuno mi avrebbe avvicinato, cosa che non è mai avvenuta, per parlare della questione rifiuti tanto da arrogarsi il diritto oggi di parlare a mio nome esprimendo concetti che non condivido e non mi appartengono. Rinvio dunque al mittente l’invito ad uscire da questa maggioranza in quanto non è mia intenzione rapportarmi con chi negli ultimi cinque anni di governo della capitale, con una situazione irripetibile di maggioranza mono-partito monocolore che potremmo definire una vera ‘dittatura democratica’, ha avuto l’opportunità di ridisegnare la storia ambientale di questa città e non lo ha fatto. Non solo, durante il suo governo monocratico il M5S non è riuscito a risolvere il problema dei rifiuti, ma neanche della mobilità, delle perdite nella rete idrica, di una ‘città da un’ora e mezza’, visto quanto ci si mette in media a spostarsi dentro Roma”. A parlare il Presidente del Gruppo Capitolino Europa Verde Ecologista, Ferdinando Bonessio rispondendo ad alcune notizie apparse oggi sulle agenzie di stampa in cui viene invitato ad abbandonare la maggioranza. “A parlare sono i fatti: abbiamo ereditato una città sporca, un’azienda, AMA, rimasta svilita nel valore dei suoi uomini, una situazione di stallo totale sul fronte degli impianti, tanto promessi e sbandierati e che avrebbero dovuto fare riferimento alla sostenibilità del trattamento dei rifiuti. Dove sono oggi quegli impianti promessi nel 2016 per il recupero della carta, del metallo, della plastica? Dove sono gli impianti sostenibili diffusi sul territorio che dovevano dare il segno di una discontinuità rispetto al passato e che avrebbero dovuto creare occupazione e guardare al futuro di questa città e delle prossime generazioni all’interno degli obiettivi di sostenibilità tanto ostentati? Ritengo che il Movimento 5 Stelle sia l’ultima forza politica che può dare lezioni in merito e dunque confermo la volontà di rimanere fortemente saldo all’interno di questa maggioranza perché voglio provare ad avviare un confronto proficuo anche in considerazione del fatto che la parte politica a cui appartengo ma anche le storiche associazioni ambientaliste, e un sindacato importante come la CGIL hanno assunto posizioni completamente distanti da questa scelta. Con questa maggioranza vogliamo confrontarci sui numeri, sulle moderne tecnologie da mettere in campo e sulle possibili alternative. La questioni rifiuti per Roma ha un valore significato ed è preminente. Voglio però anche ricordare che con questa maggioranza stiamo lavorando ad altre questioni comunque determinanti per il futuro di questa città, per un programma che abbiamo condiviso in campagna elettorale: come la mobilità sostenibile, lo stop al consumo di suolo, il rilancio dei servizi educativi scolastici e il recupero del servizio sportivo pubblico che per anni è stato lasciato in una situazione di agonia sia sotto il profilo delle infrastrutture che sotto il profilo dell’assistenza alla realtà territoriali. A conferma, basta vedere la situazione di crisi in cui versano tante associazioni sportive della capitale”.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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