Connect with us

Scienza e Tecnologia

Capcom Fighting Collection, i grandi classici non muoiono mai

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti

Capcom Fighting Collection porta su Pc, Xbox, PlayStation e Switch una vasta gamma di picchiaduro realizzati dal marchio giapponese nella seconda metà degli anni Novanta. Titoli che hanno fatto la storia del genere e del brand, videogame che hanno letteralmente prosciugato le tasche di chi era un assiduo frequentatore delle sale giochi, ma anche di chi giocava occasionalmente. All’interno della raccolta sono racchiusi ben cinque capitoli di Darkstalkers, con in pratica tutti i giochi della saga usciti su cabinato, tra cui due mai usciti al di fuori del Giappone. Non manca poi la versione definitiva di Street Fighter II, l’originale puzzle game Super Puzzle Fighter II Turbo e il suo derivato, ritornato a essere un picchiaduro, Super Gem Fighter, a cui si aggiungono due interessanti esperimenti di Capcom sempre nell’ambito “picchiaduristico”: Red Earth e Cyberbots: Fullmetal Madness. Tutti i titoli presenti nella Capcom Fighting Collection sono riportati nella loro versione arcade, con l’aggiunta di tante opzioni che li rendono più avvicinabili anche per chi non ha mai vissuto l’epoca d’oro dellem sale giochi. Le opzioni extra sono moltissime: si va dalla possibilità per i nostalgici di utilizzare dei gettoni virtuali per giocare, fino alla selezione della difficoltà della CPU e il numero di round giocabili. Aggiunta anche una modalità “Allenamento” per quasi tutti i titoli, così da poter prendere confidenza con i comandi e con le mosse di ogni personaggio. Un’importante aggiunta è quella di poter rimappare completamente i comandi per qualsiasi gioco (tranne Super Puzzle Fighter 2 Turbo, vista la natura del titolo) e in questo caso è stata anche aggiunta la possibilità di registrare dei comandi semplificati per fare le mosse speciali, tendenza che sta diventando sempre più comune nei picchiaduro più recenti. Adesso basterà premere un tasto con un direzionale per fare un Hadoken o uno Shoryuken oppure per fare la super mossa di qualsiasi personaggio. Dato che i Joy-Con di Switch non sono molto adatti a un picchiaduro tecnico (e anche il Pro Controller non è il massimo) quest’opzione è una salvezza sulla console Nintendo, specie se si gioca in modalità portatile, ma ovviamente i fan storici dei picchiaduri non la utilizzeranno mai. In questa Capcom Fighting Collection esiste anche la possibilità di creare un salvataggio rapido in qualsiasi momento, il che ricorda un po’ i Save State degli emulatori, anche se l’unico limite sta nel fatto che è possibile averne soltanto uno condiviso tra tutti e dieci i giochi, quindi bisognerà per forza sovrascrivere quello precedente per crearne uno nuovo. Adesso analizzeremo nel dettaglio i titoli presenti in questa Capcom Fighting Collection. Come dicevamo qualche riga più in alto nella raccolta sono presenti ben 5 titoli della saga “Darkstalkers”: Darkstalkers: The Night Warriors (1994), Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge (1995), Vampire Savior: The Lord of Vampire (1997), Vampire Hunter 2: Darkstalkers’ Revenge (1997) e Vampire Savior 2: The Lord of Vampire (1997). primi tre sono i capitoli classici della saga giunti anche da noi in Occidente, gli ultimi due sono invece delle varianti uscite solo in Giappone, con un cast di personaggi leggermente differente. Per quanto questi due capitoli, inediti al di fuori del Paese del Sol Levante, siano interessanti, non hanno in realtà niente di davvero significativo se non qualche personaggio inedito e poco altro, dato che le meccaniche sono le stesse dei titoli giunti anche da noi. Questi titoli, nonostante la loro età, sono sempre un piacere da giocare, grazie al gameplay molto più veloce e fatto di lunghe combo rispetto a Street Fighter. Giocandoli dal più vecchio al più recente si può vedere la loro evoluzione nel corso degli anni, con diversi sistemi che ancora oggi risultano ben fatti e anche insoliti per chi è abituato ai picchiaduro più classici. Negli ultimi titoli, ad esempio, la salute di un combattente non si rigenera dopo aver vinto un round, ma resta la stessa anche se si è vicini alla sconfitta. In questo modo le strategie da attuare sono molto differenti da quelle di un fighting game classico. Il sistema di combo, che permette di concatenare i diversi attacchi a seconda del loro grado di potenza, e l’ottima caratterizzazione dei personaggi sono poi degli elementi che hanno influenzato alcuni anni dopo l’esplosione degli anime fighter, come ad esempio Guilty Gear e Melty Blood.

Gli altri cinque videogames presenti nella Capcom Fighting Collection sono tutti titoli molto diversi tra loro e riescono a dare una buona varietà alla restante metà della collezione. Come rappresentante dell’immortale Street Fighter II c’è la versione uscita nel 2004 per festeggiare i 15 anni della serie, ossia Hyper Street Fighter II: The Anniversary Edition. Questa è in pratica la versione definitiva di Street Fighter II che contiene tutti i personaggi mai fatti per il secondo capitolo del picchiaduro più famoso di sempre. Oltre a ciò sarà anche possibile selezionare tutte le varianti di ogni combattente presente nelle diverse incarnazioni di SFII; ad esempio, sarà possibile far scontrare un Ryu della versione originale di Street Fighter II con la sua versione del II Turbo e via dicendo. E’ presente poi un titolo diverso ma estremamente divertente per le sue meccaniche, ossia: Super Puzzle Fighter 2 Turbo. Il pregio di questo gioco è che al tempo unì le meccaniche dei puzzle game a quelle dei picchiaduro. Il titolo ricorda in parte Tetris, anche se le modalità per eliminare le varie gemme sono un po’ diverse. Inoltre, bisognerà essere veloci per evitare che le pietre cancellate dall’avversario intasino il lato dello schermo di chi gioca portandolo a una rovinosa sconfitta. Super Gem Fighter, invece, è un derivato di Puzzle Fighter che unisce alcune meccaniche del puzzle game a un gameplay più da picchiaduro. Nel gioco, infatti, bisognerà raccogliere le gemme sparse nell’arena di combattimento per potenziare i propri attacchi speciali, mentre il design dei personaggi rimarrà quello in usper deformed visto in Puzzle Fighter. Il titolo è molto valido anche per le sue meccaniche particolari, che lo rendono differente dagli altri picchiaduro, e anche per l’ironia presente sia nei dialoghi dei personaggi che nelle loro mosse. Gli ultimi due picchiaduro presenti nella Capcom Fighting Collection erano invece due titoli sperimentali per l’epoca e altrettanto interessanti da giocare, anche oltre vent’anni dopo. Cyberbots: Fullmetal Madness è un fighting game a suon di robottoni, dove si potrà prima selezionare il pilota e poi il suo esoscheletro da combattimento. Ogni robot potrà essere creato da una combinazione di armi, braccia e gambe differenti, in modo da utilizzare il proprio stile di combattimento preferito. Il gameplay, poi, ricorda molto un classico picchiaduro 2D per quanto riguarda mosse e movimento. Il titolo più particolare della Capcom Fighting Collection però resta sicuramente Red Earth, che per la prima volta in assoluto approda su console. Red Earth è un’interessante fusione tra picchiaduro e RPG: ci sono solo quattro personaggi selezionabili e, una volta scelto l’eroe, bisognerà affrontare otto livelli in cui ci si dovrà scontrare con vari tipi di mostri, tra draghi, creature marine, chimere e molto altro. I combattimenti sono alla base dell’esperienza, come in un normale picchiaduro 2D, con anche i comandi composti da tre calci e tre pugni come in Street Fighter; la differenza è che ogni personaggio ha un livello che aumenterà man mano che si otterrà esperienza sconfiggendo i nemici e prendendo gli oggetti che compariranno nell’arena di combattimento, aprendo dei forzieri o colpendo i nemici. Aumentando di livello, vengono aumentati l’attacco e la salute del personaggio, si ottiene nuovo equipaggiamento e si imparano nuove mosse. Ogni personaggio potrà arrivare al massimo al livello 32, che necessiterà di più playthrough per essere raggiunto. Agli inizi, infatti, i mostri saranno molto più potenti dei personaggi di basso livello, infatti difficilmente si riuscirà a prevalere senza essere mai battuti. Per fortuna, dopo ogni volta che si continuerà, il mostro rimarrà con la stessa salute dell’ultimo incontro, così da rendere più facile la vittoria per il giocatore. Il titolo è dotato anche di un sistema di password che salverà il livello raggiunto da un personaggio, così da non dover ricominciare l’avventura sempre dal primo livello.

Parlando d’innovazione, però, possiamo dire che l’opzione più importante aggiunta a questa collezione è indubbiamente il multiplayer online per tutti e dieci i titoli. Capcom Fighting Collection, inoltre, utilizza il rollback netcode, cosa che lo fa funzionare davvero bene da qualsiasi tipo di piattaforma si giochi. Nella nostra prova abbiamo affrontato giocatori giapponesi e americani, oltre che europei, con una fluidità dell’azione che era nella maggior parte dei casi simile a quando si gioca con un amico in locale. Peccato soltanto che non ci sia il cross-play tra diverse piattaforme: dato che il titolo è dedicato soprattutto agli appassionati di picchiaduro, ne avrebbe davvero giovato per il numero di giocatori presenti online, soprattutto sulla lunga distanza. Il comparto multiplayer offre delle opzioni piuttosto classiche, tra match amichevoli o competitivi, oltre alla possibilità di creare una stanza propria in cui aspettare come sfidanti degli sconosciuti oppure i propri amici. Mentre si attende, ci verrà data la possibilità di giocare a uno qualsiasi dei titoli presenti nella collezione o si potrà visitare il Museo, di cui parleremo a breve. Una cosa intelligente del sistema online è la possibilità di selezionare più titoli alla volta quando si cerca un match online, così da non dover per forza cercare avversari setacciando titolo per titolo e ottimizzando i tempi. E’ bene aggiungere che la Capcom Fighting Collection ha anche una modalità Museo che contiene centinaia di immagini, artwork e bozzetti di tutti i titoli presenti. All’interno sarà anche possibile ascoltare tutte le musiche dei giochi presenti. Nella raccolta c’è anche anche il “Medagliere”, ossia una sorta di sistema di achievement interno al gioco per chi ama le sfide. Per quello che concerne l’aspetto estetico, il titolo presenta delle conversioni davvero ben fatte di questi dieci grandi classici, che ancora oggi risultano molto belli da vedere grazie a una splendida grafica 2D. Tirando le somme, questa Capcom Fighting Collection rappresenta un titolo dedicato a tutti gli amanti dei picchiaduro arcade che hanno fatto la storia del genere. La collezione presenta molte migliorie, che rendono i giochi più appetibili, come ad esempio la semplificazione dei comandi, le varie opzioni di allenamento e i salvataggi rapidi. Peccato solo l’assenza del cross play e la mancanza di qualche altro titolo in più. In ogni caso consigliamo caldamente l’acquisto a tutti i fan di vecchia data, ma anche a tutti quei giocatori più giovani che vogliono cimentarsi con dei titoli validi ed estremamente divertenti nonostante l’età.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Gameplay: 9

Sonoro: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.