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Cronaca

Caserta, giovani e cultura al centro di un progetto congiunto di arte e sport

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Un’opera della Reggia di Caserta del pittore di Corte Jacob Philipp Hackert è stata rielaborata dal Liceo artistico statale di San Leucio per la JuveCaserta. 

Il Museo è un istituto al servizio della società che offre esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze. Esso lavora in un sistema di relazioni e pone al centro la collettività e il sostegno ad iniziative attente all’impegno sociale. In questo spirito di progettualità condivisa, il Museo Reggia di Caserta ha reso possibile la rielaborazione dell’immagine del dipinto di Hackert “Mietitura a San Leucio” per la campagna abbonamenti della squadra di pallacvanestro della città.

L’istituto scolastico ha presentato la richiesta di utilizzare l’opera per promuovere la partecipazione degli studenti alla realizzazione di un progetto congiunto di arte e sport. Attraverso la valorizzazione di uno dei dipinti della Reggia di Caserta, i ragazzi hanno lavorato alla comunicazione della JuveCaserta e, con la dicitura “Campagna Felix”, promosso anche l’immagine del territorio. Gli alunni hanno proposto una rivisitazione del quadro del grande pittore del Regno di Napoli, riproducendo nella parte anteriore della scena di paesaggio un campo di pallacanestro e i giocatori.

“Mietitura a San Leucio”, guazzo su cartone di Hackert esposto lungo il percorso degli Appartamenti Reali, venne realizzato nel 1782 per Ferdinando IV di Borbone che volle vedere raffigurato il suo monte: “San Leucio mi è sempre piaciuto e in gioventù vi ho trascorso molti giorni. Perciò mi piacerebbe vederlo raffigurato in un bel dipinto”. Hackert ne tracciò il disegno mentre i mietitori erano all’opera. Il re si fermò a osservarlo e gli piacque così tanto che ordinò che gli fosse portata una sedia per accomodarsi affianco all’artista e vedere come l’opera prendesse forma. Fu proprio Ferdinando a chiedere che i mietitori e le donne fossero in primo piano e che vi fossero aggiunti ragazzi che giocavano. Una veduta che conteneva già, quindi, un profondo legame con la collettività.

La Direzione della Reggia di Caserta ha svolto in questi anni, presso le sue centinaia di migliaia di visitatori, un’intensa attività di promozione delle risorse paesaggistiche, storiche, artistiche, sociali ed enogastronomiche del territorio. Ha accolto, quindi, con molto interesse l’iniziativa della scuola e della società sportiva che favorisce anche la conoscenza di un’opera del patrimonio museale da parte delle nuove generazioni. “Avvicinare i più giovani alla cultura è una delle finalità dell’azione quotidiana del Museo e i valori di cui lo sport è portatore, come la condivisione, la partecipazione e il rispetto, sono espressioni di cultura – afferma il direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei – La JuveCaserta è, del resto, uno dei simboli della città. Intere generazioni si sono appassionate alla sua storia e alle sue vicende. Il patrimonio culturale assolve alla sua funzione se entra nella vita delle persone, se stabilisce un contatto, se riesce a creare suggestioni nella comunità. Credo che questa iniziativa abbia un grande potenziale educativo”.

 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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