Roma, rubano i defibrillatori della metro C: arrestate due persone

ROMA – I Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato in flagranza due cittadini italiani di 35 e 36 anni, già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati del reato di furto aggravato in concorso.

A seguito di alcune segnalazioni di furto di defibrillatori automatici esterni (D.A.E.) lungo la linea C della metropolitana, i Carabinieri hanno eseguito una serie di verifiche riuscendo, lo scorso pomeriggio, in collaborazione con il personale di vigilanza Italpol, ad individuare i due uomini. Sono stati seguiti a distanza e bloccati nei pressi della fermata “Parco di Centocelle”. Sono stati trovati in possesso della refurtiva, un defibrillatore del valore di 1.200 euro asportato all’interno della fermata metro C “Torre Angela”, e di un grosso taglierino utilizzato per il furto del dispositivo medico.

Gli indagati sono stati trattenuti in caserma e questa mattina accompagnati presso le aule di piazzale Clodio dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto disponendo per il 36enne la misura cautelare degli arresti domiciliari e per il 35enne alla misura dell’obbligo di presentazione in caserma.




Mafia e riciclaggio di soldi: scatta “Oleandro” in Sicilia, Campania, Toscana e Friuli

Un’operazione antimafia della Guardia di finanza, denominata ‘Oleandro’, è in corso in Sicilia, Campania, Toscana e Friuli Venezia Giulia.

    Oltre 120 finanzieri del comando provinciale di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del capoluogo etneo su richiesta della Dda nei confronti di 15 indagati.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, usura, traffico e spaccio di stupefacenti e riciclaggio di denaro. Gli indagati complessivamente sono 26.
    Il provvedimento cautelare è in corso di esecuzione nelle province di Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine.




Roma, concerto di beneficenza per i 60 anni dalla fondazione del Policlinico Gemelli: successo per la Banda della Polizia di Stato

La Banda Musicale della Polizia di Stato ha offerto il suo contributo musicale partecipando al concerto di beneficenza organizzato per sostenere la Ginecologia Oncologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Ieri alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Moricone ha avuto luogo “Note di luce quando la musica illumina” l’evento promosso dal Dipartimento Scienze della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in collaborazione con l’Associazione Oppo e le sue stanze Onlus, in occasione dei 60 anni dalla nascita del Policlinico Gemelli.
L’obiettivo è stato quello di promuovere e sostenere, destinando quanto ricavato dall’evento, non solo le attività scientifiche e di ricerca, ma l’impegno costante dedicato alla tutela della salute della donna, in cui confluiscono la prevenzione, la diagnosi e tutte quelle attività medico-chirurgiche dedicate alla cura delle neoplasie ginecologiche.
Il Maestro Maurizio Billi ha diretto la Banda della Polizia di Stato che ha accompagnato, tra gli altri, il Corpo dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto dal maestro Andrea Secchi, i maestri violino Giuseppe Gibboni ed Olga Zakharova, il quartetto vocale Le Div4s-Italian Sopranos.
A presentare la serata è stato il conduttore tv Carlo Conti insieme alla giornalista e conduttrice radiofonica Annalisa Manduca.
Molti i personaggi del mondo dello spettacolo che sono intervenuti all’iniziativa: Serena Autieri, Al Bano, Beppe Fiorello, Gigi D’Alessio e Renato Zero.



Roma, tentano di truffare una anziana: in manette un 18enne

ROMA – I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante hanno arrestato un 18enne della provincia di Napoli, gravemente indiziato del reato di estorsione in concorso in danno di una donna 95enne.

Nella circostanza, il pomeriggio dell’8 gennaio scorso, i Carabinieri sono intervenuti in un’abitazione in via di Val Padana, dove un’anziana donna era stata chiamata al telefono da uno sconosciuto che le aveva fatto credere di essere il figlio, al quale avrebbe dovuto consegnare per il tramite di un suo amico una cospicua somma di denaro, per evitare gravi conseguenze penali per una fantomatica vicenda giudiziaria.

La donna, preoccupata per le possibili conseguenze del figlio, ha consegnato al giovane l’importo di 1.500 euro in contanti e diversi gioielli in oro.

L’indagato è stato bloccato dai Carabinieri perché notato uscire dal palazzo con un cappellino e una mascherina in atteggiamento sospetto ed è stato trovato in possesso del denaro e degli oggetti estorti che sono stati riconsegnati all’anziana.

Gli accertamenti svolti dai militari nell’immediatezza, hanno consentito di rinvenire nelle vicinanze dell’abitazione l’autovettura che poco prima era stata utilizzata dall’indagato e da un complice che notato che qualcosa era andato storto si era già dileguato dal posto.

I Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato il 18enne e lo hanno accompagnato presso il carcere di Roma Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e ha disposto per lui l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza.




Valmontone, perseguita l’ex coniuge e il nuovo compagno: scatta il divieto di avvicinamento entro i 500 metri

I Carabinieri della Stazione di Artena hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale del divieto di avvicinamento con le persone offese, emesso dal GIP del Tribunale di Velletri su richiesta della locale Procura, nei riguardi di un 49enne del comune di Valmontone, gravemente indiziato di atti persecutori.

Il provvedimento scaturisce a seguito delle denunce delle vittime che hanno riferito di continui atti persecutori commessi dall’ex marito anche nei confronti dell’attuale compagno, consistenti in pedinamenti, minacce di morte e danneggiamenti di veicoli. Le indagini approfondite condotte dai Carabinieri di Artena hanno consentito tempestivamente alla A.G. veliterna di emettere la misura nei confronti dell’uomo.

Le parti offese hanno raccontato ai militari dei continui atti persecutori commessi dall’indagato, senza alcun motivo apparente che con il passare del tempo sono progressivamente aumentati, ingenerando in entrambi un grave e perdurante stato di ansia e paura, tali da modificare il loro stile di vita quotidiano.

L’ultimo episodio si sarebbe verificato il 23 dicembre scorso, quando le vittime, hanno denunciato, mentre erano all’interno della loro abitazione, subivano, da parte dell’indagato, dapprima le reiterate minacce di morte verbali tramite video-citofono poi attraverso la porta sul pianerottolo dell’abitazione ed infine prima di allontanarsi il 49enne avrebbe anche danneggiato le loro autovetture.

Nella circostanza le parti offese richiedevano al 112 l’intervento dei Carabinieri che tempestivamente intervenuti hanno acquisito le immagini, raccolto le denunce, escusso i testimoni del condominio, e di concerto con l’Autorità Giudiziaria hanno fatto scattare nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime, rispettando una distanza di almeno 500 mt, oltre al divieto di comunicazione attraverso qualsiasi mezzo con le stesse, cosa che ha consentito di porre fine ai continui atti persecutori e restituire serenità ad entrambe le vittime.




Trentino, la storia di Ester: infermiera, poi studi olistici e poi apre un centro benessere: uccisa dal compagno da cui si stava separando

Lui la ammazza e poi suicida. Lascia tre figli! Una tragedia

Uccide la compagna e poi si toglie la vita. È successo nel Comune di Valfloriana, in Trentino. Il corpo dell’uomo è stato poi rinvenuto nel Comune di Molina di Fiemme. La coppia aveva tre bambini in età compresa tra i cinque e i dieci anni. Sul posto sono in corso gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Cavalese. 

È morta dissanguata Ester Palmieri, 38 anni, a causa delle ferite ricevute probabilmente da un L’uomo, che poi si è tolto la vita impiccandosi, è Igor Moser, 46 anni. Uno zio è andato a prendere i figli della coppia a scuola. A quanto si apprende da fonti investigative, il delitto si sarebbe verificato in tarda mattinata, ma gli accertamenti sono in corso. Quindici anni di lavoro in Rsa poi la decisione di fare il salto e aprire la propria attività. La donna era stata anche consigliera comunale di Valfloriana. Sembra che all’origine del femminicidio ci sia una difficile separazione.

Dalla cura della bellezza alla cura a 360 gradi del prossimo il passo è breve ed è sempre Ester Palmieri a raccontarlo. «Nel corso degli anni ho voluto approfondire il prendersi cura degli altri. Ho frequentato la scuola di operatore socio sanitario e lavorato poi nel mondo sociosanitario per 15 anni non abbandonando però mai del tutto il settore del benessere e del massaggio che mi hanno sempre nutrito e affascinato». Per 15 anni poi Ester Palmieri ha lavorato in Rsa, con dedizione e amore fino a quando ha deciso di fare il grande salto e aprire un’attività tutta sua: il centro olistico Scintilla Alchemica. «Il periodo del covid lavorativamente mi ha scosso molto e proprio dopo un’attenta riflessione personale ho avuto la consapevolezza che dovevo cambiare strada. Un percorso personale e profondo mi ha aiutato a superare gli ostacoli e capire chi sono veramente e cosa voglio fare da grande» scriveva spiegando la decisione di aprire la propria attività. Un centro per il benessere a 360 grandi situato a Casatta, capace di attrarre tanto i residenti della zona, quanto i tanti turisti della valli di Cembra e Fiemme. «Nel corso degli anni ho approfondito varie tipologie di massaggi e trattamenti, rafforzando la mia conoscenza ed esperienza nel campo del benessere – diceva Ester presentando il suo progetto – e così, dopo un mix di esperienze apparentemente diverse, ma obiettivamente molto simili tra loro, ho deciso di dare vita a Scintilla Alchemica, il mio grande sogno. Sono convinta che l’amore per il proprio lavoro, la voglia di mettersi in gioco e la continua formazione, siano le basi per una professionalità sana e autentica».




Tragedia a Ravenna, madre si butta con la figlia di 6 anni e il cane: la piccola e l’animale muoiono sul colpo

L’analisi del fenomeno

na donna si è buttata da un piano alto di una palazzina a Ravenna, assieme alla figlia di sei anni, che è morta. La donna è stata portata dal 118 in gravi condizioni, all’ospedale Bufalini di Cesena.

Nel volo è stato trascinato anche un cane, un meticcio nero, morto nello schianto. E’ successo in via Dradi, a ridosso del centro. La donna potrebbe aver utilizzato una impalcatura esterna che cinge il palazzo. Sul posto, la Polizia.

Dalle prime informazioni il marito della donna sarebbe stato in casa e non si sarebbe accorto di nulla: sarebbe stato avvertito dalle Volanti della polizia, al ritrovamento dei corpi. Sul posto anche la squadra mobile della Questura ravennate.

Una vicina avrebbe udito la bambina gridare, implorandola di non farlo, prima che la madre, 41 anni, si buttasse portandola con sé da un piano alto, il nono o l’ottavo, di un palazzo di Ravenna. La facciata dell’edificio è cinturata da una impalcatura dei lavori del Superbonus al 110%. Il tonfo della caduta è stato udito dal palazzo di fronte. A scoprire i corpi e dare l’allarme, gli operai al lavoro nel cantiere.

Il suicidio è una tragedia che colpisce individui di ogni genere, età e contesto sociale. Un aspetto particolarmente angosciante di questa realtà è rappresentato dalle donne che, in alcuni casi, decidono di compiere questo gesto estremo coinvolgendo anche i propri figli. È un fenomeno raro ma estremamente doloroso e complesso.

Il suicidio è spesso il risultato di una complessa combinazione di problemi mentali, stress emotivi, problemi finanziari, relazioni interpersonali difficili e altri fattori stressanti. Quando si tratta di madri che coinvolgono i propri figli nel gesto estremo del suicidio, la situazione diventa ancor più complessa e difficile da comprendere.

La maternità è considerata uno dei legami più profondi e instancabili, in cui le madri dedicano la propria vita al benessere e alla protezione dei propri figli. Pertanto, quando una madre compie l’atto estremo di mettere fine alla propria vita coinvolgendo i propri figli, sfida non solo il senso comune ma anche il legame materno stesso.

Le ragioni che portano una madre a coinvolgere i propri figli nel suicidio possono essere complesse e variano considerevolmente da caso a caso. In alcuni casi, la madre potrebbe soffrire di gravi disturbi mentali o essere in una situazione di estremo disperato disagio emotivo, pensando che il mondo per sé e per i suoi figli sia insopportabile.

Altri fattori potrebbero includere una combinazione di depressione post-partum non trattata, problemi relazionali gravi o situazioni di abuso domestico che portano la madre a un senso di impotenza totale.

Le conseguenze di tali tragedie sono devastanti, non solo per la madre e i suoi figli, ma anche per l’intera comunità circostante. I figli coinvolti possono subire traumi emotivi irreparabili, con ripercussioni sulla loro salute mentale e sul loro sviluppo futuro.

Inoltre, il tessuto sociale della comunità viene scosso da tali eventi, portando a discussioni e riflessioni sulla necessità di un maggiore supporto per la salute mentale delle madri, nonché sull’importanza della consapevolezza e dell’accesso ai servizi di salute mentale.

È fondamentale sensibilizzare sulle sfide della salute mentale materna e sulle risorse disponibili per le madri che possono trovarsi in situazioni di estremo stress o disperazione. Maggiore consapevolezza, accesso a servizi di salute mentale e un sistema di supporto solido possono fare la differenza nel prevenire tragedie di questo genere.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare una rete di sostegno solida e accessibile a tutte le madri che si trovano in situazioni difficili, garantendo loro un ambiente sicuro in cui cercare aiuto senza giudizio.

Il fenomeno delle donne che si suicidano con i propri figli è una realtà tragica e complessa che richiede una comprensione approfondita e una risposta empatica dalla società nel suo complesso. Affrontare le cause sottostanti, sensibilizzare sull’importanza della salute mentale e fornire un supporto adeguato sono passi cruciali per prevenire tali tragedie e proteggere le madri e i loro figli.




Cronisti uccisi: morto il figlio del giornalista che aveva scoperto la morte della moglie in diretta

Due giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Un drone israeliano avrebbe sparato un missile contro un veicolo che trasportava reporter nell’area di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, uccidendo il giornalista Mustafa Thraya e il reporter 29enne Hamza Al-Dahdouh, figlio del direttore dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza Wael al-Dahdouh.

A ottobre, la moglie, il figlio, la figlia e il nipote di al-Dahdouh erano stati uccisi in un attacco aereo israeliano nella Striscia. E proprio Al Jazeera condanna l’uccisione dei giornalisti palestinesi “presi di mira” a Gaza. Save the Children: “Più di 10 bambini al giorno, in media, hanno perso una o entrambe le gambe a Gaza dall’inizio del conflitto tre mesi fa”. L’esercito dello Stato ebraico annuncia di aver “completato lo smantellamento” delle capacità militari di Hamas nel nord di Gaza e rende noto che “finora sono stati uccisi 8mila terroristi”.

La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia, consentendo ai giornalisti di informare il pubblico senza timori o pressioni indebite. Purtroppo, in molte parti del mondo, questo diritto è minacciato da regimi autoritari, organizzazioni criminali e altri poteri che cercano di soffocare la verità e la libertà d’espressione.

Uno degli aspetti più tragici di questa situazione è l’uccisione di giornalisti coraggiosi che cercano di portare alla luce verità scomode. Questi omicidi non solo rappresentano un attacco ai singoli professionisti, ma minano anche la libertà di informazione e il diritto del pubblico di essere informato.

In diversi paesi, giornalisti impegnati nella denuncia della corruzione, nell’indagine su crimini o nell’esposizione di violazioni dei diritti umani sono diventati bersagli. Il loro coraggio nel mettere in luce la verità ha spesso comportato minacce, intimidazioni e, in alcuni casi, persino la perdita della vita.

L’omicidio di un giornalista rappresenta non solo una tragedia per la sua famiglia e i colleghi, ma indebolisce anche il tessuto stesso della democrazia. Quando i giornalisti vengono uccisi o minacciati per il loro lavoro, si diffonde il terrore e si crea un clima in cui la censura e l’autocensura diventano moneta corrente.

Organizzazioni internazionali e gruppi per i diritti umani hanno denunciato ripetutamente questi attacchi e hanno chiesto giustizia per i giornalisti assassinati. Tuttavia, in molti casi, i responsabili rimangono impuniti, il che crea un circolo vizioso in cui l’impunità alimenta ulteriori attacchi contro la stampa libera.

Inoltre, la negazione della libertà di stampa non si limita solo agli omicidi. Viene spesso perpetrata attraverso leggi restrittive, arresti ingiustificati, censura online e altre forme di persecuzione che mirano a limitare la voce dei media indipendenti.

È fondamentale che la comunità internazionale agisca con determinazione per proteggere i giornalisti e difendere la libertà di stampa. Questo implica l’adozione di misure per garantire che i responsabili di attacchi contro i giornalisti siano portati davanti alla giustizia, nonché lo sviluppo di meccanismi di protezione per consentire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro senza paura di rappresaglie.

Solo promuovendo e difendendo la libertà di stampa si può contribuire a costruire società più aperte, trasparenti e democratiche. La protezione dei giornalisti e della loro capacità di svolgere il loro ruolo nel garantire l’accesso all’informazione è essenziale per il progresso e il benessere delle società globali.

Sono molti i giornalisti assassinati in diverse parti del mondo divenuti esempi di gravi violazioni della libertà di stampa.

Ad esempio, Jamal Khashoggi, giornalista saudita e contributore del Washington Post, è stato brutalmente assassinato nel 2018 nel consolato saudita a Istanbul. Il suo omicidio ha suscitato indignazione globale e sollevato preoccupazioni sulle violazioni dei diritti umani e sulla libertà di stampa in Arabia Saudita.

Anche la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia è stata uccisa nel 2017 in un attentato con una bomba nella sua auto. Caruana Galizia era nota per le sue indagini sulla corruzione politica e economica a Malta. Il suo omicidio ha portato l’attenzione su questioni di governance e libertà dei media nell’Unione Europea.

In Russia, Anna Politkovskaja, giornalista investigativa nota per il suo lavoro critico sul governo russo e sui conflitti in Cecenia, è stata uccisa nel 2006 nel suo appartamento a Mosca. La sua morte ha sollevato preoccupazioni sulla libertà di stampa in Russia e sulla sicurezza dei giornalisti che espongono la corruzione e l’abuso di potere.

Questi sono solo alcuni dei numerosi casi in cui giornalisti coraggiosi sono stati uccisi nel corso degli anni mentre svolgevano il loro lavoro. Le loro morti rappresentano attacchi intollerabili alla libertà di stampa e rimangono simboli della lotta per difendere il diritto fondamentale di informare e essere informati senza paura di rappresaglie.




Inaugurato il nuovo anno accademico dell’Università Europea di Roma

Presso l’Auditorium Giovanni Paolo II, si è celebrata con particolare solennità la cerimonia di apertura del nuovo anno accademico 2023/2024 dell’Università Europea di Roma – UER. La manifestazione ha visto la partecipazione di illustri ospiti, tra cui la presenza di Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati della Repubblica Italiana.
La cerimonia, guidata dal magnifico Rettore, prof. P. Pedro Barrajón Muñoz, L.C., è stata un momento di aggregazione per il corpo docente, gli studenti, il personale tecnico amministrativo e i giornalisti presenti. Durante l’evento, è stato evidenziato il tema centrale scelto per l’anno accademico in corso: “La nuova sfida: lo sviluppo digitale nella formazione universitaria”.
L’Università Europea di Roma – UER si colloca all’avanguardia con un approccio innovativo, proponendosi di fornire ai futuri professionisti gli strumenti necessari per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. In particolare, l’enfasi è posta sulla digitalizzazione all’interno delle aule universitarie, con l’obiettivo di migliorare il livello di apprendimento e istruzione.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Fontana, ha sottolineato l’importanza di investire nella formazione universitaria, specialmente nell’ambito digitale, come leva fondamentale per lo sviluppo socioeconomico del Paese. “La bontà o meno della tecnologia dipende dall’uso che l’uomo ne fa. In occasione del prossimo G7 dei Presidenti del Parlamento, che si svolgerà a Verona nel 2024, affronteremo temi come cibersicurezza e intelligenza artificiale”. Rivolgendosi in particolare agli studenti, il Presidente Fontana ha sottolineato: “Studiare è un privilegio, non sprecate il vostro tempo. Vivete l’Università come luogo per eccellenza dove potervi confrontare e apprendere conoscenze nuove”. Per il Magnifico Rettore: “L’Università Europea di Roma si impegnerà a essere un centro di eccellenza formativa, abbracciando la sfida della digitalizzazione nella formazione universitaria. Vogliamo dotare i nostri studenti degli strumenti necessari per affrontare le sfide del futuro, contribuendo così al progresso della società e dell’economia. La nostra università formerà persone, senza trascurare il fondamentale compito di trasmettere il sapere e le competenze specifiche delle diverse discipline. Una formazione autentica si realizza attraverso relazioni significative con i docenti, tra gli studenti, immersi in ambienti belli e armoniosi, come quelli che caratterizzano la nostra istituzione”.
La cerimonia di inaugurazione ha rappresentato un momento di confronto e dialogo tra accademici e professionisti, evidenziando l’impegno costante dell’Università Europea di Roma – UER nel plasmare il futuro dei suoi studenti attraverso una formazione all’avanguardia, consapevoli che L’Università dovrà affrontare in questo periodo alcune sfide molto impegnative per restare al passo con le esigenze delle nuove generazioni: la prima, quella di trovare un equilibrio tra la didattica in presenza, fatta di relazioni e di contatti personali diretti, e la valorizzazione degli strumenti digitali; la seconda è quella di aprire il perimetro dell’offerta formativa ad altri spazi di apprendimento interdisciplinari e internazionali.



Piemonte, valanga in Val Formazza: due morti

ono due le vittime accertate della valanga che si è staccata questa mattina in val Formazza.

I soccorritori hanno individuato i cadaveri dei due scialpinisti: uno è stato estratto dalla neve, il secondo è stato localizzato nel lago del Toggia. Sono in corso le operazioni da parte dei soccorritori per recuperare il corpo. Le operazioni sono rese difficili dal maltempo.

I corpi sono stati individuati anche grazie all’unità cinofila portata sul posto dall’elicottero di Azienda Zero Piemonte. Sul posto stanno giungendo l’elicottero dei vigili del fuoco con il nucleo sommozzatori per il recupero della salma in acqua, un’ulteriore squadra del soccorso alpino con un medico e della guardia di finanza per la constatazione dei decessi.

A lanciare l’allarme, intorno alle 12, erano stati i guardiani della diga del lago del Toggia che avevano riferito di aver visto due persone travolte dalla valanga. Giunti nel punto della valanga, avevano iniziato una prima ricerca con l’Artva, il dispositivo per la ricerca dei travolti da valanga, con esito negativo. 




Grottaglie, grande successo per la settima edizione del Premio “Giuseppe Fasano”

Si è conclusa con un grande successo, anche mediatico, la settima edizione del Premio “Giuseppe Fasano” – Grottaglie Città delle Ceramiche organizzato quest’anno nel Castello Dentice di Frasso a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, l’unico in Puglia ad essere ancora abitato dalla famiglia d’origine. La residenza vanta circa 20 stanze tutte arredate con mobili autentici d’epoca, pavimenti antichi, mobili d’epoca, fotografie, trofei di caccia che ornano ogni angolo del castello rendendolo unico.
Il premio, dedicato all’artista grottagliese della ceramica Nicola Fasano, padre dell’organizzatore Giuseppe, mettendo in evidenza le peculiarità di un’azione artistico-culturale portata avanti dai discendenti e dagli allievi del Maestro, guarda anche al benessere delle future generazioni di artisti.
La famiglia Fasano infatti si tramanda l’arte della lavorazione dell’argilla dal 1620, trasmettendola a figli e agli allievi ceramisti e studenti non solo della provincia ionica che continuano a frequentare il laboratorio ricco dei suoi forni e i resti archeologici.
Tra i premiati, accolti dalla principessa Fabrizia Favia e dall’organizzatore Giuseppe Fasano molti rappresentanti del mondo della cultura, dell’imprenditoria, dello spettacolo e della sanità che stanno scrivendo una importante pagina al servizio della comunità pugliese. Sono saliti sul palco l’avvocato Alessandro Saracino, Donato Valente della Fondazione Fiera di Milano, il direttore de la Gazzetta del Mezzogiorno Mimmo Mazza, l’imprenditore Salvatore Colacicco, la scenografa Fulvia De Nicolò e la giornalista di Mediaset Maria Luisa Sgobba. Inoltre sono stati consegnati riconoscimenti all’attore Massimo Cimaglia, alla giornalista Lilli D’Amicis e alla dirigente scolastica Antonella Demola.
La cerimonia, condotta dalla giornalista di Telenorba, Alina Liccione, ha preso il via con la “laudatio” dal titolo “Pace e giustizia e bellezza e arte” tenuta dal professore Francesco Lenoci ed è stata arricchita dalla presenza dell’artista tarantina Mietta che ha regalato al pubblico il brano “Dio fa qualcosa” tratto dal cartone “Il Gobbo di Notre-Dame”.
È seguita la presentazione del libro “Giuseppe Fasano. Fatto d’argilla (l’uomo e l’artista della ceramica)” scritto dalla professoressa Sara Didonna
Nel corso dell’evento la stilista Angela Fanigliulo ha presentato alcune creazioni della sua casa di moda ‘Fany Atelier’ considerata ormai un punto fermo nella moda sposa e di cerimonia in ambito nazionale e internazionale.
Il successo della serata va ascritto alla perfetta organizzazione affidata alla giornalista Titty Battista.
Lo scorso anno il “Premio” si svolse nella Tenuta di Al Bano Carrisi a Cellino San Marco. Ogni anno il Premio si manifesta un successo di partecipazione, ma soprattutto un successo per il circuito culturale che riesce a sviluppare.