Rinnovato il pellegrinaggio ecumenico delle chiese finlandesi
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Anche la Finlandia sospende gli aiuti umanitari ONU in Gaza
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Guerra in Medio Oriente, Italia pronta a partecipare a eventuale forza Onu a Gaza
“I nostri militari sono apprezzati ovunque per la loro capacità militare ma anche politica di essere capaci di confrontarsi e rapportarsi con la popolazione civile.
Ecco perché l’Italia è disponibile eventualmente, se dovesse esserci dopo il conflitto una presenza Onu nella Striscia di Gaza, a inviare con comando arabo – il più giusto – donne e uomini che indossano l’uniforme del nostro Paese“. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Beirut.
“Sosteniamo con grande impegno la proposta di allargare la distanza tra Hezbollah e Israele, sosteniamo la proposta statunitense di allontanare il confine di circa 7-8 chilometri per evitare qualsiasi tensione”. Lo ha detto Tajani parlando con i giornalisti a Beirut della Linea Blu, la zona di interposizione tra i due Paesi in cui è impegnata la missione Unifil, anche con un contingente italiano.
Non c’è alcuna svolta nelle trattative per un accordo con Hamas sul rilascio di ostaggi in cambio di una tregua temporanea. “Le informazioni di progressi nei negoziati e di una svolta – ha detto una fonte israeliana riferendosi con tutta probabilità a media internazionali che parlano di una tregua di 30 giorni – non sono corrette e restano ancora molte distanze”. “E’ tutto molto complicato e c’è un continuo inasprimento delle posizioni di Hamas. Nessuno – ha concluso – deve essere ingannato, ci vorrà molto tempo”.
Intanto secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, il bilancio delle vittime della guerra nella Striscia è di 25.700 morti.
Inizierà oggi da Israele e proseguirà nei territori palestinesi, in Qatar e in Turchia il viaggio in Medio Oriente del ministro degli Esteri britannico David Cameron. Lo rende noto Londra. Cameron terrà “colloqui ad alto livello” con i leader regionali per porre fine a quella che ha descritto come una situazione “disperata” a Gaza, spiega un comunicato del ministero degli Esteri britannico. Cameron concentrerà le discussioni sull’invio di maggiori aiuti a Gaza, sul rilascio di più ostaggi e sul raggiungimento di un “cessate il fuoco sostenibile e permanente”. Il ministro degli Esteri britannico incontrerà il premier Benjamin Netanyahu e il suo omologo israeliano Israel Katz per parlare degli aiuti umanitari e delle vittime civili nella Striscia, precisa Londra. Cameron incontrerà anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas per ribadire il sostegno del Regno Unito alla soluzione dei due stati “in modo che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace”, si legge nella dichiarazione.
Intanto l’esercito di Israele ha affermato ieri sera di aver ucciso oltre 100 miliziani di Hamas nelle ultime 24 ore durante i combattimenti in corso nell’area ovest di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. “Le truppe sul terreno stanno continuando la loro missione con determinazione”, hanno affermato le Forze di difesa israeliane (Idf) dopo che un’esplosione ha ucciso 21 loro soldati in quello che è stato l’episodio più mortale per l’operazione di terra israeliana nella Striscia.
“Le nostre forze – ha spiegato in conferenza stampa il portavoce delle Idf, Daniel Hagari – stanno continuando un’ampia offensiva contro Khan Yunis ovest, una delle principali roccaforti di Hamas. Questa è un’area complessa, densamente popolata, e molti terroristi ci si nascondono, anche in siti sensibili”.
Finlandia, tutti pazzi per le vacanze: ecco le destinazioni preferite
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Alta tensione e minacce, la Bielorussia torna a ipotizzare l’uso della bomba atomica: ecco cosa è successo
Ben trent’anni dopo aver rinunciato all’arsenale nucleare ereditato dall’Unione Sovietica, la Bielorussia torna a ipotizzare l’uso dell’atomica nell’ambito di una nuova dottrina militare che rispecchia il livello di tensione raggiunto nella sfida tra Mosca e il suo alleato da una parte e la Nato dall’altro.
Anche se non è chiaro come potrà applicarsi ai soli ordigni che effettivamente Minsk possiede, cioè le armi tattiche ricevute lo scorso anno dalla Russia, sulle quali mantengono il controllo i vertici militari russi.
La nuova dottrina, secondo l’agenzia Ap, è stata preannunciata dal ministro della Difesa, Viktor Khrenin, in una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale, e dovrà essere approvata dall’Assemblea popolare panbielorussa, un organismo rappresentativo che opera parallelamente al Parlamento. L’estate scorsa il presidente russo Vladimir Putin aveva deciso il trasferimento in Bielorussia di un numero imprecisato di testate nucleari tattiche. Quelle cioè da impiegare eventualmente sul campo di battaglia e con una carica minore rispetto a quelle strategiche. Secondo il segretario del Consiglio di Sicurezza bielorusso, Alexander Volfovich, tali armi dovrebbero scoraggiare in particolare una possibile aggressione delle forze di Varsavia. “Purtroppo le dichiarazioni dei nostri vicini, in particolare della Polonia, ci hanno costretto a rafforzare” la dottrina militare, ha sottolineato.
Pandemia, scoperta americana: i segreti della Cina svelati dal Wall Street Journal
Ricercatori cinesi isolarono e mapparono il Covid-19 alla fine di dicembre 2019, almeno due settimane prima che Pechino rivelasse al mondo i dettagli del virus mortale: lo rivela in esclusiva il Wall Street Journal, dopo aver esaminato i documenti che il Dipartimento della Sanità americano ha ottenuto da una commissione della Camera.
Secondo il Wsj, un ricercatore cinese a Pechino caricò una sequenza quasi completa della struttura del Covid in un database gestito dal governo americano il 28 dicembre 2019, mentre la Cina condivise la sequenza del virus con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) solo l’11 gennaio 2020.
Quando il ricercatore Lili Ren dell’Institute of Pathogen Biology di Pechino aveva già mappato il virus, i funzionari cinesi descrivevano ancora pubblicamente l’epidemia a Wuhan come una polmonite virale “di causa sconosciuta” e dovevano ancora chiudere il mercato all’ingrosso locale di animali vivi, luogo di uno dei primi focolai di Covid-19.
Le nuove informazioni, precisa il quotidiano Usa, non fanno luce sul dibattito se il coronavirus sia emerso da un animale infetto o da una fuga di laboratorio, ma suggeriscono che il mondo non dispone ancora di una spiegazione completa dell’origine della pandemia. Le due settimane in più avrebbero comunque potuto rivelarsi cruciali per aiutare la comunità medica internazionale a individuare come si diffonde il Covid-19, a sviluppare le difese mediche e ad avviare un eventuale vaccino, secondo gli specialisti. Alla fine del 2019, scienziati e governi di tutto il mondo stavano facendo a gara per comprendere la misteriosa malattia che poi avrebbero chiamato Covid-19 e che avrebbe ucciso milioni di persone.
Usa, primarie Repubblicane: Donald Trump vince a “mani basse” la prima tappa
Il tycoon ha sfondato in tutte le aree sociali, a partire dagli evangelici, con l’unica debolezza delle zone suburbane
Donald Trump vince la prima tappa delle primarie repubblicane in Iowa a valanga, in meno di mezz’ora dall’apertura dei caucus, con poco più del 50% dei voti e un distacco record di circa 30 punti, oltre il doppio del primato di Bob Dole nel 1988.
Stando ai risultati parziali dei caucus in Iowa, sui 40 delegati dello Stato per la convention dei repubblicani Donald Trump ne ottiene 20, Ron DeSantis 8 e Nikky Haley 7.
Il tycoon ha sfondato in tutte le aree sociali, a partire dagli evangelici, con l’unica debolezza delle zone suburbane. Un risultato stupefacente se si pensa che nel 2016 qui arrivò secondo e che da allora ha seminato caos, subito due impeachment ed è in attesa di quattro processi penali, di cui due per aver tentato di sovvertire l’esito del voto. Nella notte invece è stato un lungo testa a testa tra i suoi principali sfidanti per il secondo posto, vinto da Ron DeSantis contro Nikky Haley, contrariamente alle previsioni.
Ma lo scarto è così basso (21,2% a 19%, col 94% dei voti scrutinati) che non fa una differenza sostanziale, lasciando aperta la gara su chi tra i due potrà tentare di proporsi come alternativa a The Donald: nella prossima tappa il 23 gennaio nel più liberal New Hampshire l’ex ambasciatrice all’Onu è meglio posizionata. Si ritira invece l’imprenditore tech di origini indiane Vivek Ramaswamy (quarto col 7,7%), che dà il suo endorsement all’ex presidente Trump aumentando il suo serbatoio di voti.
“Sono onorato e rinvigorito da questa vittoria”, il primo commento del tycoon su Fox, prima del suo discorso ufficiale. Iniziato in tono conciliante con l’auspicio di unire il Paese in modo bipartisan, le congratulazioni a DeSantis-Haley e le lodi della propria famiglia, compresa la suocera appena morta. Ma virato subito in attacchi a Joe Biden, “il peggior presidente della storia Usa” e il regista dei suoi processi (“una interferenza elettorale”). O nella minacciosa promessa di “sigillare il confine col Messico contro l’invasione di criminali e terroristi”, attuando “un sistema di deportazioni che non si vede in questo Paese dai tempi di Eisenhower”. Biden ha riconosciuto che dopo l’Iowa Trump “è il favorito per la nomination repubblicana” e la sua campagna ha avvisato che se vincerà ci saranno “vili attacchi, bugie infinite e spese massicce”.
Finlandia, Finnair: nominato il nuovo amministratore delegato
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Finlandia, previsioni di crescita dell’economia nel 2024 ma con incertezze
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Condanna dell’OSCE degli ultimi attacchi russi in Ucraina
“In qualità di Presidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE e Presidente del Gruppo di Supporto Parlamentare per l’Ucraina, condanno con la massima fermezza gli attacchi vili e feroci contro obiettivi civili in Ucraina”, ha affermato la Presidente Kauma. “Utilizzando quasi ogni tipo di arma nel suo arsenale e violando palesemente le leggi di guerra, la Russia ha distrutto infrastrutture civili e causato molte vittime in uno dei più grandi attacchi aerei dall’inizio della guerra. Non esiste alcuna giustificazione per una violenza così orribile e indiscriminata. Porgo le mie più sentite condoglianze a coloro che hanno perso i propri cari e auguro una pronta guarigione a coloro che hanno subito lesioni”.
Kauma ha aggiunto che, nell’interesse dei civili che stanno pagando il prezzo più alto per questa guerra di aggressione, l’Assemblea Parlamentare dell’OSCE ribadisce la sua richiesta per l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze russe dall’Ucraina, aggiungendo che il Gruppo di supporto parlamentare per l’Ucraina dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE è pronto a sostenere qualsiasi sforzo volto a risolvere il conflitto sulla base degli impegni OSCE, nel pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.
Con 57 Stati partecipanti del Nord America, dell’Europa e dell’Asia, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) è la più grande organizzazione di sicurezza regionale al mondo; si adopera per assicurare stabilità, pace e democrazia a oltre un miliardo di persone attraverso il dialogo politico su valori condivisi e attività pratiche che mirano ad avere effetti duraturi. L’OSCE è un foro di dialogo politico su un ampio ventaglio di questioni riguardanti la sicurezza ed una piattaforma di azione comune per migliorare la vita degli individui e delle comunità. L’Organizzazione adotta un approccio globale alla sicurezza, che comprende le dimensioni politico-militare, economica e ambientale, e umana. Grazie a tale approccio e alla sua composizione inclusiva, l’OSCE aiuta a superare le divergenze e a rafforzare la fiducia tra gli Stati attraverso la cooperazione nel campo della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi e della ricostruzione post-conflittuale. Con le sue istituzioni, gruppi di esperti e una rete di operazioni sul terreno, l’OSCE affronta questioni che hanno un impatto sulla nostra sicurezza comune e che riguardano, tra l’altro, il controllo degli armamenti, il terrorismo, il buongoverno, la sicurezza energetica, la tratta di esseri umani, i processi di democratizzazione, la libertà dei mezzi d’informazione e le minoranze nazionali.
L’Organizzazione ha numerose istituzioni e strutture che l’aiutano ad attuare il suo mandato. Tra queste, l’Assemblea parlamentare riunisce 323 parlamentari che provengono da un’area geografica compresa tra Vancouver e Vladivostok. Essa offre un foro di dibattito e diplomazia parlamentare, guida missioni di osservazione elettorale e rafforza la cooperazione internazionale per sostenere gli impegni assunti in ambito politico e nel campo della sicurezza, dell’economia, dell’ambiente e dei diritti umani. Inoltre, l’Assemblea elabora e promuove meccanismi per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, presta sostegno allo sviluppo di istituzioni democratiche negli Stati partecipanti e assicura trasparenza e responsabilità nei loro confronti.
Le sue sessioni annuali offrono ampie raccomandazioni sulle politiche relative alla gestione dell’Organizzazione. I Rappresentanti speciali dell’Assemblea concentrano la loro attenzione su questioni che vanno dalla cooperazione frontaliera alle minoranze nazionali e su aree che vanno dall’Afghanistan al Caucaso meridionale. L’Assemblea organizza inoltre visite di parlamentari sul terreno e missioni conoscitive e mantiene stretti legami con l’Assemblea interparlamentare della Comunità di Stati indipendenti, con l’Unione interparlamentare, con l’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e con l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Il suo Segretariato internazionale ha sede a Copenaghen.
L’invasione russa dell’Ucraina del 2022 ha avuto luogo la mattina in cui l’Assemblea parlamentare (AP) dell’OSCE si era riunita il primo giorno della sua 21a riunione invernale , con decine di parlamentari riuniti presso la sede dell’OSCE a Vienna ed altri che si sono uniti online. Nella sessione plenaria di apertura del 24 febbraio, 28 parlamentari hanno preso la parola, la maggior parte dei quali ha denunciato l’incursione ed espresso profonda preoccupazione per la vita dei civili in Ucraina. I parlamentari hanno denunciato l’operazione militare come “indifendibile” ed una “grave violazione del diritto internazionale” e hanno ribadito il ruolo dell’OSCE nel facilitare il dialogo e rafforzare la fiducia. Ma la risposta dei parlamentari dell’OSCE la mattina del 24 febbraio non è stata la prima volta che l’AP ha affrontato la questione della crisi in Ucraina e nella regione circostante. Sin dagli eventi dell’inizio del 2014, l’Ucraina ha avuto un ruolo di primo piano nelle attività sul terreno, nei dibattiti, nelle dichiarazioni pubbliche e nelle risoluzioni adottate dall’AP nelle sue sessioni annuali. Alla Sessione annuale di Baku del 2014 , l’AP dell’OSCE “ha condannato la violazione chiara, grave e non corretta dei principi di Helsinki da parte della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, inclusa la violazione particolarmente eclatante della sovranità e dell’integrità territoriale di quel Paese”. L’AP ha inoltre sollecitato la piena attuazione degli Accordi di Minsk per porre fine al conflitto nella regione del Donbas.
Con il peggioramento della situazione all’inizio del 2022, l’attenzione dell’AP si è concentrata sempre più su come sostenere le discussioni ad alto livello per risolvere le differenze al tavolo diplomatico piuttosto che attraverso l’azione militare. Come ha affermato la Presidente dell’AP dell’OSCE Margareta Cederfelt nel suo rapporto scritto presentato al Comitato permanente il 25 febbraio: “Da mesi ormai, il rafforzamento militare in Ucraina e nei suoi dintorni ha drammaticamente intensificato le tensioni nella regione dell’OSCE. Su questo tema, la posizione dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE è chiara ed è stata ribadita in numerose occasioni dal 2014. Le nostre Dichiarazioni hanno costantemente condannato le violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e abbiamo ripetutamente chiesto una soluzione globale del conflitto basata su una soluzione piena attuazione degli accordi di Minsk”. Nel maggio 2022 la presidente Cederfelt ha nominato il vicepresidente Reinhold Lopatka rappresentante speciale dell’Assemblea per il dialogo parlamentare sull’Ucraina . La nomina è stata annunciata l’11 maggio nel corso di un webinar dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE dedicato alla guerra russa in Ucraina , durante il quale la presidente Cederfelt sottolineava come sia importante utilizzare tutti gli strumenti disponibili per porre fine alla guerra, compresa la diplomazia parlamentare.
Una delegazione dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE composta dalla Presidente Margareta Cederfelt (MP, Svezia), dal Vicepresidente Reinhold Lopatka (MP, Austria), dal Presidente del comitato economico e ambientale Pere Joan Pons (MP, Spagna), dal Rappresentante speciale Kari Henriksen (MP, Norvegia) e dal Segretario generale dell’AP dell’OSCE Roberto Montella hanno visitato l’Ucraina il 28 giugno 2022 . Il 30 giugno 2023, a seguito di una decisione unanime adottata dal Comitato permanente durante la 30a sessione annuale dell’AP dell’OSCE a Vancouver, Canada, l’Assemblea ha istituito il Gruppo di sostegno parlamentare per l’Ucraina al fine di consolidare gli sforzi pratici e politici dell’AP dell’OSCE a sostegno dell’Ucraina in vista della guerra di aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’obiettivo principale del Gruppo di supporto è garantire che la guerra rimanga al centro delle attività dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE e che le esigenze dell’Ucraina siano pienamente prese in considerazione dall’Assemblea.
Usa, Trump: “Vincerò per la terza volta e grazierò gli ostaggi di Capitol Hill”
Nel terzo anniversario dell’assalto al Capitol, Donald Trump ha definito “ostaggi” gli assalitori incarcerati promettendo di graziare molti di loro quando in novembre verra’ eletto “per la terza volta” alla Casa Bianca, come ha detto in un comizio in Iowa ribadendo la bugia delle elezioni rubate nel 2020.
Intanto sembra essere rientrata la tensione dopo la telefonata chiarificatrice sabato tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il segretario alla Difesa Lloyd Austin dopo le polemiche per il ricovero del capo del Pentagono tenuto segreto al presidente e al consiglio per la sicurezza nazionale per tre giorni.
Secondo il New York Times, che cita due dirigenti americani, Biden ha piena fiducia nel segretario alla difesa ed e’ stato felice di sentire che si sta riprendendo.
I repubblicani al Congresso hanno reagito con indignazione alla notizia del ricovero nascosto alla Casa Bianca. Alcuni di loro stanno già chiedendo che Austin testimoni o addirittura venga cacciato per quello che viene descritto come una “grave rottura” nelle comunicazioni, riporta Axios.
Il capo del Pentagono si è assunto “la piena responsabilità” per aver tenuto segreto il suo ricovero ospedaliero per diversi giorni, nel pieno della guerra in Ucraina e nella Striscia di Gaza. “Riconosco – ha scritto in una nota – che avrei potuto fare un lavoro migliore assicurando che il pubblico fosse adeguatamente informato. Mi impegno a fare meglio. Ma è importante dire che questa è stata una mia procedura medica e mi assumo la piena responsabilità delle mie decisioni in merito alla divulgazione”.
Lloyd Austin è ancora ricoverato al Walter Reed Medical Center, l’ospedale militare di eccellenza alle porte di Washington, ma ha ripreso interamente le sue funzioni di comando. Lo ha riferito il Pentagono, che ha reso noto il ricovero solo venerdi’, quattro giorno dopo. Al Walter Reed, Austin e’ stato anche in una unita’ intensiva, scrive il Wall Street Journal.
La protesta dei reporter. L’associazione dei giornalisti che coprono il Pentagono ha espresso in una lettera indirizzata alla Difesa americana “gravi preoccupazioni” per la segretezza intorno al ricovero di Lloyd Austin, affermando che ritardarne l’annuncio per giorni fino “alla tarda sera di venerdì è uno scandalo”. “Il pubblico ha il diritto di sapere quando i membri del gabinetto americano sono ricoverati in ospedale, sotto anestesia o quando vengono delegati compiti a seguito di una procedura medica”, sottolinea l’associazione. Il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, dal canto suo ha assicurato che “in ogni momento il viceministro della Difesa, Kathleen Hicks, era pronta ad agire e a utilizzare le prerogative del ministro, se necessario”, senza specificare se ci sia stata questa evenienza.