Pomezia, istituito il primo coro polifonico della città: 40 elementi diretti dal Maestro Roberto Bonfè

POMEZIA (RM) – Promuovere e valorizzare il territorio attraverso la diffusione della cultura musicale. Con questo spirito nasce il “Coro della Città di Pomezia”: il primo coro comunale cittadino. 

A guidare i 40 elementi, appartenenti all’associazione Nisi Vox, il Maestro Roberto Bonfè. Ricco il repertorio musicale del coro, che abbraccia principalmente lo stile della polifonia contemporanea.

Sono il blu e il rosso, i colori dello stemma comunale di Pomezia, a identificare i componenti del coro grazie ad una coccarda bicolore che indosseranno in occasione delle varie esibizioni in Città. 

“Pomezia apre la porta dei sogni alla musica – ha affermato la Vice Sindaco Simona Morcellini – il suono, le note e le voci come vibrazioni di luce che illuminano i cuori. È una grande emozione presentare il primo coro della nostra Città, un progetto importante che fa parte di un più ampio percorso di valorizzazione culturale di Pomezia che stiamo portando avanti con passione. Abbiamo deciso di istituire un coro che testimoniasse la nostra Città, nelle sue tradizioni come nel suo slancio verso il futuro, spartito di unione delle frequenze della comunità. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno risposto al bando pubblico manifestando la propria disponibilità a collaborare”. “Siamo molto contenti di questo riconoscimento – ha commentato il Maestro Bonfè – segno tangibile dell’apprezzamento per il lavoro svolto negli anni nell’ambito della musica e della cultura a livello amatoriale. Crediamo nelle associazioni corali e nell’importanza di mantenere una cultura musicale, fonte di aggregazione e di stare bene insieme”.

“Siamo lieti di accogliere il primo coro comunale cittadino – ha sottolineato il Sindaco Adriano Zuccalà – composto da 41 elementi, tutti pometini. L’associazione Nisi Vox e il Maestro Bonfè sono ben noti sul nostro territorio per le loro doti artistiche, capaci di emozionare il cuore del pubblico. Avremmo voluto assistere ad una loro esibizione già durante queste festività natalizie, ma la pandemia da Covid-19, e le conseguenti restrizioni in vigore per contenere il contagio, ce l’hanno impedito. Auspichiamo che in questo 2021 ci sia modo di arricchire gli eventi cittadini con la loro bravura”.




Venezia, progetto “Life Vimine”: salvati 100 ettari di barene grazie all’ingegneria naturalistica

Gargano Dir. Generale ANBI: “Un ambiente lagunare ben conservato contribuisce a sostenere l’occupazione”

Sono 95, gli ettari di barene (terreni di forma tabulare tipici delle lagune, periodicamente sommersi dalle maree) della laguna nord di Venezia (tra la palude dei Laghi e le isole di Burano, Mazzorbo, Torcello), protetti dall’erosione, in particolare causata dal moto ondoso, grazie al progetto Life Vimine, co-finanziato dal programma Life+Nature 2012 della Commissione Europea.

I soggetti aderenti, tra cui il Consorzio di bonifica Acque Risorgive, hanno deciso, dopo i positivi risultati della fase sperimentale, di dare seguito a questa attività, estendendo gli interventi protettivi ad altre barene e paludi più interne nella laguna.

Per proteggere i quasi cento ettari di barene sono state utilizzate, nei quattro anni di sperimentazione, 4.000 fascine prodotte con legno locale, infissi 11.000 pali in laguna, rimossi 60 metri cubi di rifiuti.

“Esemplare della moderna Bonifica – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – il progetto Life Vimine, attraverso piccoli interventi di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale, prevede l’utilizzo di materiale biodegradabile, principalmente legno e fascine di rami, proveniente perlopiù dall’attività di gestione forestale e manutenzione idraulica, eseguita dall’ente consorziale nella Terraferma veneziana.”

A spingere i soggetti attuatori di “Life Vimine” (oltre al Consorzio di bonifica: il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia; la Regione Veneto; il Comune di Venezia; l’Università di Padova) a continuare l’attività con la sottoscrizione di una convenzione della durata di ulteriori 5 anni è anche il coinvolgimento delle comunità locali.

“Un’attività come il progetto Life Vimine – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – non solo consente di proteggere un ambiente di grande valore ambientale in modo integrato e sostenibile, ma crea nuovi e stabili posti di lavoro per manodopera qualificata, costituita ad esempio dai locali pescatori. Inoltre, un ambiente lagunare ben conservato contribuisce a sostenere l’occupazione, legata ad attività come pescaturismo, ecoturismo e, più in generale, al turismo sostenibile.”

A supporto del progetto si è svolta anche un’intensa attività di comunicazione, che ha coinvolto circa 27.000 persone con la promozione di buone pratiche, quali la riduzione della velocità in barca e la segnalazione di criticità riscontrate nelle barene, come l’abbandono di rifiuti.

“La sperimentazione – conclude Carlo Bendoricchio, Direttore di “Acque Risorgive” – ha confermato che si tratta di un metodo di intervento rispettoso delle valenze ecologiche e paesaggistiche dei fragili ambienti lagunari, nonchè sostenibile dal punto di vista sociale ed economico.”




“Copid 2020”: la segnalazione di Luciano Sciurba, un grande “cronista di strada”

Senza un minimo d’imbarazzo, senza deontologia, senza pudore e soprattutto senza chiedere…. le foto, i testi e didascalie del noto fotoreporter de Il Messaggero per l’area dei Castelli Romani Luciano Sciurba vengono costantemente copiate e messe su siti di giornali online che però proteggono con tanto di Copyright le foto sgraffignate al cronista.

Ma non sarebbe meglio chiedere?

Questa è un po’ la domanda che si fa Luciano Sciurba come altri colleghi che fanno dell’originalità il proprio punto di forza in un mestiere sempre più da tastiera e meno da strada, ma Luciano è un cronista di strada, uno di quelli che si precipita sul posto e scatta con l’occhio di chi ha una esperienza ventennale sul territorio.

Sciurba ha chiamato questo fenomeno “Copid 2020”, perché virale è ormai diventata questa condotta di prendere, magari modificare qualche parola o i contorni della foto e poi pubblicare a tutto spiano: “Copiano soprattutto – dice Sciurba intervistato da L’Osservatore d’Italia – i testi dei vari fatti di cronaca che escono su Il Messaggero online. Io li chiamo spesso “leoni da tastiera” che guardano le altre testate, prendono e incollano tutto, spesso e volentieri incollano anche dei piccoli refusi…

Dietro alla firma di un giornalista o allo scatto di un fotoreporter c’è un lavoro professionale fatto sul campo con tanti rischi che si corrono, alle “simpatie” e “antipatie” che si riscuotono a seconda di ciò che si racconta, alle gogne mediatiche e non, ai pettegolezzi di alcuni neo colleghi o aspiranti tali cui piace screditare per chissà quali meccanismi e inneschi.

“Il lavoro di cronista di strada – continua Luciano Sciurba – comporta tanti rischi e pericoli e questo accadeva sia prima del Covid che a maggior ragione in questo momento delicato di pandemia che richiede un grande sforzo psicofisico. E vedere che qualcuno fa copia incolla di foto o testi sul web dopo che svolgi un duro lavoro fatto sul campo è una cosa molto fastidiosa per non usare altri termini. Non me ne faccio un problema personale perché da oltre 20 anni lavoro sul territorio ma è una condotta che non posso avallare, proprio non si fa! Se serve qualcosa si può anche provare a chiedere, non c’è nulla di male. Non significa che se sono in molti a copiare e incollare allora diventa quasi consentito farlo, le persone corrette non lo devono fare”.

Finirà questo copia e incolla virulento sfruttando il lavoro altrui per qualche click sul proprio sito?

Chi approccia a questo mestiere adesso non può pretendere di avere gli stessi contatti che ha una persona sul campo da 20 anni, ci vuole rispetto e scarpe comode per iniziare a camminare!

Ecco una delle foto più recenti di Luciano Sciurba in top alla classifica delle più copiate…

Può sembrare banale ma in piena pandemia, uscire e scattare un ingresso di un nosocomio evidentemente non è così scontato… meglio fare un autentico “Copid 2020”.

L’intervista [VIDEO] di Chiara Rai a Luciano Sciurba – cliccare sull’immagine per seguire




Roma, Polo Museale: il Comitato striglia il M5S. Le Opposizioni chiedono la Commissione Patrimonio

Il Comitato torna alla carica e striglia la maggioranza M5S di Palazzo Senatorio, che, astenendosi, ha provocato la bocciatura della mozione sul Polo Museale dei Trasporti da parte dell’Assemblea Capitolina. Il disappunto nella lettera aperta diretta al Presidente del gruppo consiliare, Giuliano Pacetti: «avete allungato l’agonia della struttura», rimarca, «non vogliamo pensare che il sito sia vittima delle logiche partitiche».

La débâcle il 23 dicembre scorso, nell’ultima seduta del Consiglio prima della pausa per le festività natalizie. Durante l’illustrazione la consigliera Svetlana Celli, promotrice dell’atto, richiama l’attenzione sullo stato di conservazione, pulizia e decoro dell’area, con particolare riferimento al materiale rotabile e all’archivio documentaristico. «In «almeno due vetture storiche ci piove dentro per le mancate manutenzioni –affonda – e le pulizie come la guardiania lasciano a desiderare. È mai possibile, mi domando? Sono beni vincolati ai sensi del Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 e similari». Silenzio.

«La mozione raccoglie i reiterati appelli del Comitato rimasti inevasi – prosegue l’esponente – e spinge l’Amministrazione ad intraprendere un percorso con la Regione Lazio, l’assessore ai trasporti Mauro Alessandri è favorevole, in cui coinvolgere quelle stesse realtà associative. Sono necessari interventi immediati». Altro silenzio.

La Celli spiega inoltre che il Consiglio dell’VIII Municipio ha approvato un atto analogo all’unanimità – M5S compreso – e che Roma Capitale è coinvolta in quanto il Polo Museale «svolge un ruolo importante nel tessuto sociale e culturale capitolino» e, soprattutto, perché il mezzi e l’archivio sono di proprietà Atac, società controllata al 100 per cento: «Lo dichiara l’Amministratore Unico Giovanni Mottura nella nota inviata all’assessore Alessandri».

Il documento cui fa riferimento è del 27 novembre: «L’area espositiva in parola ricompresa nelle pertinenze della Ferrovia Roma Lido – scrive il patron dell’Azienda – e quindi attualmente destinata a seguire le procedure di dismissione della Ferrovia da parte di Atac SpA in favore della Regione Lazio Ente proprietario dell’infrastruttura. Per contro, i rotabili d’epoca esposti nell’area ed un considerevole archivio storico documentale e fotografico sul trasporto pubblico a Roma sono di proprietà di Atac SpA».

Un passaggio chiave, che fuga ogni dubbio su chi deve fare cosa per salvare dalle intemperie e dalla ruggine i pregiati pezzi. Ma nemmeno questo è servito a convincere la maggioranza. Che, compatta, si è astenuta, consapevole di avere la supremazia numerica e di mandare al macero la mozione. E senza dare una giustificazione plausibile o illustrare quanto meno un piano di salvataggio alternativo. Il risultato è ormai noto. Su 25 consiglieri presenti, 20 hanno dato forfait, quelli del M5S, meno la consigliera Catini che si è unita al voto favorevole delle opposizioni.

Da qui il rimprovero del Comitato al capogruppo Pacetti. «Il Polo di Piramide è l’unico spazio, pubblico, a custodire la memoria storica dei trasporti di Roma e del Lazio che, nel tempo, si è trasformato in una valida piattaforma di attività e di cultura», ricorda nella lettera trasmessa il 2 gennaio. «È, inoltre, agricoltura biologica, biodiversità (nello spazio del museo sussistono cinque diverse specie di palme), sostenibilità ambientale: è presente un piccolo orto-bio curato dagli Anziani del Centro Ostiense, che hanno insegnato ai ragazzi l’amore per la terra e del vivere bene insieme».

«Non vogliamo pensare che alla Sua area politica interessi poco, o nulla, la difesa di tale e preziosa realtà o che la stessa sia stata vittima di logiche partitiche, lontane dai principi e dagli obiettivi sociali e culturali dello scrivente Comitato. Comunque sia, troviamo incomprensibile il voto di astensione. Perché mortifica il lavoro da noi svolto in questi anni, molto apprezzato dal territorio, e rinvia a data da destinarsi l’azione di riqualificazione e conservazione che, al contrario, sono urgenti e improcrastinabili».

Intanto, all’indomani del voto in Aula, la Celli insieme ai colleghi Pelonzi e Bulgarelli del Pd e Politi della Lega hanno chiesto, al Presidente Commissione Patrimonio Francesco Ardu (M5S) di convocare una seduta «al fine di al fine di riaprire al pubblico il Polo Museale, e predisporre un adeguato servizio di guardiania onde evitare danneggiamenti e/o furti. Si chiede inoltre di valutare l’opportunità di convocare la commissione congiunta a quella Mobilità visto l’argomento di cui tratta». «Il comma 2 dell’articolo 90 del Regolamento del Consiglio Comunale stabilisce che in questi casi, cioè quando la richiesta di una Commissione è formulata da un terzo dei suoi componenti – chiosa l’esponente della Lista Civica – il Presidente è tenuto a riunirla entro sette giorni, inserendo all’Ordine del Giorno le questioni proposte».




La Polizia Stradale fa il bilancio del 2020

Nel corso del 2020 l’attività operativa di polizia stradale – sia relativa al rilevamento degli incidenti stradali sia in esecuzione di servizi speciali – ha inevitabilmente risentito della emergenza sanitaria legata alla pandemia da COVID-19.

Infatti, da un lato il fenomeno infortunistico ha fatto registrare un abbattimento dei valori quale conseguenza naturale dei divieti progressivamente imposti anche alla mobilità di persone e veicoli. Dall’altro, in concomitanza con la vigenza dei citati divieti sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi speciali, ripresi nello scorso mese di giugno 2020, mentre le pattuglie della Polizia Stradale  sono state impiegate per garantire il massimo concorso alle attività disposte dalle Autorità provinciali di pubblica sicurezza per l’attuazione delle misure straordinarie di contenimento della diffusione del COVID-19.

Tali controlli stanno proseguendo, col coordinamento delle Autorità provinciali di pubblica sicurezza, soprattutto per verificare la legittimità degli spostamenti alla luce delle più recenti normative che hanno disciplinato le misure di contenimento della pandemia nel periodo delle festività natalizie.

Controlli sul rispetto delle misure di contenimento

Fin dalla istituzione delle prime “zone rosse” la Polizia Stradale ha profuso il massimo impegno nell’azione di controllo sul rispetto dei divieti di mobilità, attuando – nell’ambito di specifici dispositivi operativi definiti dalle Autorità provinciali di pubblica sicurezza e specie lungo la viabilità autostradale – posti di blocco per la verifica, nei confronti di tutta l’utenza, della sussistenza delle situazioni eccezionali che legittimavano gli spostamenti ai sensi della normativa di emergenza.

Alla data del  27 dicembre 2020 la Polizia Stradale ha effettuato 1.439.339 controlli di persone, quasi equamente divisi tra viabilità autostradale ed ordinaria. I controlli amministrativi presso le aree di servizio sono stati 150.793. Le persone complessivamente sanzionate ex art. 4 c. 1 del D.L. n. 19/2020 sono state 19.141.

Attività infortunistica   

Nel periodo 1 gennaio – 27 dicembre 2020 si è registrata, come anticipato in premessa, una drastica riduzione del fenomeno infortunistico rilevato da Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri, rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, a fronte di una diminuzione della incidentalità complessiva del 30,5% (51.103 incidenti contro i 73.496 del 2019), gli incidenti mortali (1.079) e vittime (1.158) sono diminuiti rispettivamente del 26,9% e 28,3% mentre gli incidenti con lesioni (20.676) e le persone ferite (29.858) diminuiscono rispettivamente del 34,6% e del 38,3%.

I dati di Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri, posti a confronto con la stima preliminare del fenomeno infortunistico che ISTAT ha rilasciato di recente per i primi 9 mesi dell’anno, mostrano un andamento della sinistrosità coincidente nella tendenza, anche se ovviamente diversi nei valori numerici. Infatti, ad una diminuzione – rilevata da ISTAT  – degli incidenti stradali con lesioni alle persone, delle vittime e dei feriti, rispettivamente, del 29,5%, 26,3% e del 32,0%, corrisponde una riduzione, riferita allo stesso periodo, rilevata da Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri del 30,4%, del 28,3% e del 36,2%.

Attività di controllo

Dal 1° gennaio al 27 dicembre 2020 la Polizia Stradale ha effettuato 479.897 pattuglie di vigilanza stradale e contestato 1.596.686 infrazioni al C.d.S. Le violazioni accertate per eccesso di velocità sono state 560.264,  ritirate 25.368 patenti di guida e 34.223 carte di circolazione. I punti patente decurtati sono 2.498.401.

I conducenti controllati con etilometri e precursori sono stati 621.809, di cui 8.744 sanzionati per guida in stato di ebbrezza alcolica mentre quelli denunciati per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sono stati 850.

Stragi del Sabato sera

Dall’inizio dell’anno al 20 dicembre scorso (ultimo dato disponibile), nelle notti dei fine settimana (dalle ore 00,00 alle 06,00 di sabato e domenica), la Polizia Stradale ha impiegato nei posti di controllo 7.400 pattuglie, rilevando 29 incidenti mortali che hanno cagionato 30 vittime (33 in meno dello scorso anno). I conducenti controllati con etilometri e precursori sono stati 37.697, il 5% dei quali (pari a 1.871, di cui 1.603 uomini e 268 donne) è risultato positivo al test di verifica del tasso alcolemico (nel 2019 la percentuale era stata del 5,6%). Le persone denunciate per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti sono state, invece, 48. I veicoli sequestrati per la confisca 36.

Controllo velocità media

Le tratte controllate dalla Polizia Stradale, con il sistema di rilevamento automatico della velocità media dei veicoli “Tutor”, nel corso del 2020 sono state 109, per un totale di circa 1.060 km.  Con l’entrata in funzione, dal 21 dicembre 2020, di nuovi 25 siti,

salgono a 134 le tratte controllate, per una lunghezza pari a circa 1.400 km di carreggiate autostradali vigilate con questi sistemi.

Nel periodo dal 1 gennaio 2020 al 30 novembre 2020 il Tutor ha consentito di accertare 263.429 violazioni dei limiti di velocità, mentre complessivamente le violazioni per eccesso di velocità accertate dalla Specialità si attestano a 533.595.

Controlli nel settore del trasporto professionale

Nel corso del 2020, la Polizia Stradale ha continuato a dare impulso ai servizi di controllo nel settore del trasporto professionale. I dati (al 30 novembre 2020) sono:

–                  Servizi effettuati : 306;

–                  Operatori di polizia impiegati: 1.696; operatori MIT: 907;

–                  Veicoli pesanti controllati: 3.286, di cui 812 (pari al 24,7%) stranieri;

–             Infrazioni accertate: 3.090; patenti ritirate: 26; carte di circolazione         ritirate: 75.

Dispositivi speciali di controllo

Dall’inizio dell’anno la Polizia Stradale, ai servizi programmati mensilmente a livello regionale, ha affiancato dispositivi specifici pianificati a livello nazionale nei seguenti settori:

–                     cinture sicurezza e sistemi di ritenuta;

–                     assicurazione obbligatoria;

–                     uso corretto apparati radio e telefoni alla guida di veicoli;

–                     trasporto di merci pericolose;

–                     trasporti eccezionali;

–                     autotrasporto nazionale ed internazionale di persone;

–                     trasporto di animali vivi;

–                     trasporto di sostanze alimentari;

–                     stato di efficienza dei pneumatici.

Polizia Giudiziaria

Gli arrestati  sono stati 466  mentre i deferiti  alla A.G. sono stati 15.136.

Durante l’anno sono state sottoposti a sequestro 347,005 Kg di sostanze varie con il conseguente arresto di 112 persone.

In relazione ai reati  in danno degli autotrasportatori (c.d. CARGO CRIME) rilevati dai reparti sono state arrestate 9 persone e 44 deferite all’A.G. Tuttavia sono diverse le attività investigative sullo specifico tema, in corso o appena concluse, con richieste alla competente A.G. di provvedimenti restrittivi della libertà personale.

I fenomeni di microcriminalità nelle aree di servizio (furto/rapina ad utenti e furto/rapina ad esercizi commerciali) che sono diminuiti del 49,94 %, (fatto sicuramente riconducibile alla diminuita mobilità introdotta dalle normative anti COVID 19), sono stati 423 e hanno determinato 11 arresti e 423 deferimenti alla A.G..

L’attività investigativa prevalentemente indirizzata al contrasto dei fenomeni criminali legati al traffico illecito dei veicoli  ha determinato 27 arresti e 279 deferimenti alla A.G. A seguito di dette attività, sono stati comunque sottoposti a sequestro 137 veicoli oggetto di riciclaggio e ne sono stati individuati ulteriori 466, che sono attualmente da ricercare.

I controlli agli esercizi pubblici, sono stati  1.927 , con  1.413 infrazioni rilevate.

Campagne di prevenzione e di informazione

Nel corso dell’anno sono state realizzate dalla Polizia Stradale numerose campagne di prevenzione ed informazione sulla sicurezza stradale, alcune delle quali rimodulate in modalità webinar a causa dell’emergenza sanitaria tutt’ora in corso. Tra le campagne più importanti:

“ICARO” – giunta alla 20^ edizione – in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Moige ed altri partner , la campagna di sicurezza stradale prevede la formazione diretta agli studenti delle scuole primarie e secondarie di secondo grado di tutte le province italiane sui processi diretti a far nascere o rafforzare i comportamenti corretti alla guida e una mobilità consapevole. 

“CHIRONE – DALLA PARTE DELLE VITTIME”- in collaborazione con l’Università LA SAPIENZA di Roma-Dipartimento di Psicologia e la Fondazione ANIA, l’iniziativa è rivolta agli operatori di Polizia, chiamati a gestire spesso  eventi traumatici come  l’incidente mortale stradale o ferroviario, fornendo loro supporto e formazione.

“SULLA STRADA GIUSTA INSIEME A CHIRÒ” – Nel corso dell’anno la Polizia Stradale ha intrattenuto virtualmente i più giovani, rimasti a casa per le restrizioni imposte a causa l’emergenza sanitaria, pubblicando sul sito istituzionale della Polizia di Stato, giochi, quiz tematici anche interattivi e video sulle condotte da tenere e le regole da osservare quando si è in strada, sia come pedoni che come conducenti di bici ecc.

“INVERNO IN SICUREZZA E VACANZE SICURE” – le campagne, in collaborazione tra Polizia di Stato, Assogomma e Federpneus, si concentrano sul corretto equipaggiamento e sull’efficienza degli pneumatici durante il periodo invernale ed estivo. Mirati servizi di controllo vengono effettuati in diverse province italiane, volti alla sensibilizzazione dell’utenza ad un corretto uso e manutenzione degli pneumatici.

“L’ABC AUTOSTRADA DEL BRENNERO IN CITTA’ ”- il progetto, avviato nel 2014 vede protagonisti Polizia Stradale e Autostrada del Brennero insieme per sensibilizzare e diffondere la cultura della prudenza tra i giovanissimi.

“BICISCUOLA” –  in collaborazione con l’organizzazione del Giro d’Italia RCS –La  Gazzetta dello Sposrt,  con l’obbiettivo di sensibilizzare i bambini delle scuole primarie di tutta Italia al rispetto dell’ambiente e delle regole della sicurezza e dell’educazione stradale.

“BIMBI IN AUTO” – in collaborazione con il  Ministero della Salute, delle Infrastrutture e dei Trasporti e le principali Associazioni dei Pediatri, con l’obiettivo  di sensibilizzare i genitori sull’importanza dell’utilizzo dei sistemi di ritenuta per la sicurezza dei bambini in auto.

“#SEISICURO” – in collaborazione con la Società Autostrade per l’Italia S.p.A., con l’obiettivo di sensibilizzare gli automobilisti sui rischi derivanti da comportamenti errati alla guida. La campagna informativa, ha previsto la proiezione di spot audiovisivi dedicati ai temi della distrazione, dell’abuso di alcool alla guida, della velocità e del mancato uso di cinture di sicurezza trasmessi su tutti i canali radio e tv nazionali, sui quotidiani e periodici nazionale ed in oltre 2.000 stazioni metropolitane e ferroviarie nonché sui social raggiungendo oltre un milione di followers.

“CENTRO DI ECCELLENZA SULLA SICUREZZA STRADALE” – operare sul tema della prevenzione per ridurre l’incidentalità e su quello della sensibilizzazione verso il rischio stradale: questo l’obiettivo su cui convergono la Polizia di Stato , la Sapienza Università di Roma,  la ASL Roma 1 e la Fondazione ANIA, uniti in una task force congiunta per mettere a sistema esperienze e dati e per ricavare un modello predittivo dei comportamenti e dei profili di rischio, che possa abbattere il numero di incidenti stradali.

“PROGETTO EDUSTRADA” – dal 2017 la Polizia Stradale è partner del MIUR nel progetto Edustrada nell’ambito del quale è stata realizzata l’omonima piattaforma on line (www.edustrada.it), d’intesa  con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti- Direzione Generale per la Sicurezza Stradale,  il Dipartimento di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, la Fondazione ANIA ed altri partner. L’iniziativa ha l’obiettivo di sviluppare la programmazione, l’individuazione e l’attuazione di progetti ed iniziative congiunte, finalizzate alla diffusione nelle scuole della cultura della sicurezza stradale, della prevenzione e rivolte alla promozione dei corretti stili di vita.

“GUIDA E BASTA”- l’iniziativa in collaborazione  con ANAS SpA ha portato alla realizzazione di spot con l’obiettivo di illustrare gli effetti negativi della distrazione alla guida, in particolare di quella derivante dall’uso scorretto di smartphone. È stata creata una APP gratuita, che disabilita lo smartphone alla ricezione di chiamate e sms quando si è in modalità “guida”.




Esercito Italiano, tra emergenza COVID e supporto ai cittadini: oltre 11mila militari durante le festività in operazioni all’estero e sul territorio nazionale

Il 2020 è appena terminato e prosegue senza sosta il lavoro degli uomini e delle donne dell’Esercito, impegnati sia in Italia sia in missioni internazionali all’estero.

Oltre 3.000 soldati italiani, provenienti da ogni reparto dell’area operativa o logistica dell’Esercito, sono impiegati in decine di missioni a guida ONU, NATO e Unione Europea e stanno operando in diversi teatri di crisi. Più di 7.000 invece sono i militari che in questo momento stanno operando sul territorio nazionale in supporto a cittadini e Istituzioni locali, in attività di concorso a seguito di pubbliche calamità (tra queste le attività volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica in atto) e in supporto alle forze di polizia nel contrasto della criminalità e nella prevenzione di possibili attacchi terroristici.

Con l’impiego all’estero di assetti operativi, specialistici e logistici, nonché tramite i propri advisors militari, deputati a consigliare e addestrare le Forze Armate di Paesi che versano in situazione di crisi, anche quest’anno l’Esercito ha fornito il suo contributo nella costruzione di quelle condizioni di sicurezza e di sviluppo la cui mancanza è causa di instabilità di molte aree e regioni considerate strategiche per l’Italia. 

In Afghanistan, il comando del contingente schierato a Herat è affidato alla Brigata Alpina “Julia” mentre da qualche settimana, presso il Quartier Generale della NATO a Kabul, l’Italia ha assunto il vice-comando della Missione Resolute Support. La Brigata “Sassari” è invece responsabile del settore ovest della missione UNIFIL, nel sud del Libano e nella capitale Beirut, nell’agosto scorso, è stata condotta l’Operazione “CEDRI”, con la quale si è intervenuti con un ospedale da campo dell’Esercito e diversi assetti specialistici in soccorso alla popolazione libanese in seguito alla deflagrazione di 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio, che ha devastato la città. In Iraq, i militari dell’Esercito, insieme a componenti di altre Forze Armate, addestrano le Forze di sicurezza curde (Peshmerga) e irachene nell’ambito dell’operazione “Prima Parthica”, mentre attività analoga viene condotta in Somalia, Niger e Mali (con le European Union Training Missions). In Libia, il personale che opera presso l’ospedale militare da campo di Misurata, nell’ambito della missione MIASIT, continua a fornire assistenza sanitaria alla popolazione. In Kosovo, dove dal 2013 l’Italia detiene la leadership della missione NATO, il contingente KFOR è attualmente su base 5° Reggimento Artiglieria Terrestre “Superga”. 200 soldati sono impiegati nella missione NATO Enhanced Forward Presence in Lettonia e ulteriori contingenti sono dislocati in altri Paesi e aree del mondo.

Per garantire una rotazione tra i reparti e una presenza costante all’estero, per tutto il 2020 l’Esercito ha addestrato e approntato le proprie unità, fornendo personale specialistico per numerosi altri impegni internazionali e mantenendo operativa un’aliquota di forze facenti parte delle Forze di Reazione Rapida della NATO.

Contestualmente, i militari dell’Esercito, congiuntamente alle Forze dell’Ordine, sono impegnati in 53 città nell’ambito dell’operazione “Strade Sicure”, per la vigilanza di installazioni sensibili e il presidio delle principali aree metropolitane del Paese. Nell’operazione si inseriscono le attività condotte in Campania in risposta all’emergenza “Terra dei Fuochi”, per la prevenzione e il contrasto di crimini ambientali. Dall’inizio dell’operazione a oggi sono state arrestate complessivamente più di 16.500 persone; oltre 14.000 individui sono stati fermati e più di 26.000 sono stati denunciati a piede libero. Sono stati inoltre effettuati controlli a circa 5 milioni e 300 mila persone e a più di 1 milione e 800 mila mezzi, sequestrati oltre 14.000 veicoli, 1352 armi e quasi 2 tonnellate e mezzo di sostanze stupefacenti.

L’Esercito, inoltre, in stretto coordinamento con le altre Forze Armate, è intervenuto sin dal mese di marzo, allo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, mettendo a disposizione tutte le capacità e i mezzi necessari per la gestione e il contenimento del virus: dalle sanificazioni di locali pubblici e di culto al controllo di aree e città, sino all’allestimento di ospedali da campo. Attualmente sono circa 1.400 i soldati impiegati nell’ambito dell’Operazione IGEA, avviata nel mese di ottobre su iniziativa del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, volta a incrementare la capacità nazionale di effettuazione di tamponi. Sono stati allestiti Drive-Through-Difesa (DtD) su tutto il territorio e montati ospedali militari da campo ad Aosta, Perugia e Cosenza, mentre medici e infermieri dell’Esercito, presso gli ospedali militari di Milano o del Policlinico “Celio” di Roma, hanno assistito e curato giornalmente i cittadini colpiti dal virus. In questi giorni, l’impegno dell’Esercito, con le altre Forze Armate, prosegue con l’operazione EOS a supporto della campagna di vaccinazione anti-Covid-19. “Voi, amici dell’Esercito Italiano, ci avete dato la lezione di una testimonianza di coraggio che non ha fuggito i pericoli ma spesso è andata a cercare le situazioni più complesse e rischiose, incuranti della fatica e del pericolo”, con queste parole Monsignor Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, ha voluto riassumere l’impegno dell’Esercito in questo 2020 di lotta al Coronavirus.

Numerosi, inoltre, sono stati gli interventi dell’Esercito a seguito di eventi calamitosi, condotti in sinergia con la Protezione civile per il soccorso della popolazione e il ripristino della viabilità: dall’alluvione che il mese scorso ha colpito il paese di Bitti, nel nuorese, all’esondazione del fiume Panaro, a Nonantola (MO), in seguito alla quale reparti del Genio sono intervenuti sin dalle prime ore dell’evento per fornire assistenza e far evacuare le persone rimaste isolate. Nell’estate scorsa, l’Aviazione dell’Esercito è stata impiegata nella Campagna Antincendi Boschivi e nella tutela del patrimonio naturale, conducendo missioni per 90 ore di volo e oltre 300 lanci di acqua su roghi che hanno interessato Sicilia, Lazio e Piemonte e altre regioni, per un totale di 300 mila litri sversati.

Esercito in prima linea anche al Mo.SE. di Venezia: i militari del 7° Reggimento Trasmissioni, stabilmente presenti nella control room della bocca di porto del Lido 3, forniscono supporto costante nelle verifiche di funzionamento e mantenimento della rete di trasporto di dati, consentendo il sollevamento in contemporanea delle 4 barriere mobile protettive dell’importante opera ingegneristica della laguna.

In linea con le missioni assegnate alla Forza Armata, nel 2020 gli artificieri dell’Esercito in forza ai reparti del Genio hanno eseguito più di 2.700 bonifiche di ordigni esplosivi e residuati bellici (la maggior parte dei quali risalenti alla Seconda Guerra Mondiale), alcuni di notevole complessità e del peso di centinaia di libbre, come le bombe rinvenute a Mestre, Fiumalbo (MO), Palermo, Bolzano. Negli ultimi 10 anni sono stati oltre 34.000 gli interventi di disinnesco e brillamento portati a termine.

L’ultimo intervento, in ordine di tempo, è il concorso alla Protezione Civile fornito dalla Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” in soccorso alla popolazione colpita dal terremoto in Croazia.

Un impegno dinamico e poliedrico quello dell’Esercito, capace di rispondere a eventi e situazioni di emergenza con una reattività di intervento tipica di una Forza Armata coesa e disciplinata, che nel 2020 si è confermata “faro di tecnologia e innovazione”, tanto per l’introduzione in servizio di nuovi sistemi, quanto per le molte campagne di sperimentazione volte allo sviluppo capacitivo di piattaforme ed equipaggiamenti (tra queste la campagna nel campo della Robotica e dei Sistemi Autonomi, lanciata lo scorso ottobre).

Gli uomini e le donne dell’Esercito continueranno a operare, come hanno sempre fatto, per la difesa e la sicurezza del Paese e dei suoi cittadini, consapevoli dei principi e dei valori peculiari di chi ha scelto di indossare l’uniforme e servire il Paese in armi. Nel ricordare i sui motti, “Noi ci siamo sempre” e “Di più insieme”, l’Esercito augura all’Italia e agli italiani un 2021 di rilancio per tutti.




Beni Culturali, Sicilia 2021: ecco i progetti per Naxos, Taormina, Isola Bella, Francavilla di Sicilia e Casalvecchio Siculo

Tra cantieri di recupero di edifici monumentali – come il Castello di Schisò a Naxos, Villa Bosurgi a Isola Bella e il Monastero basiliano di Casalvecchio Siculo – e campagne di scavo aperte al pubblico dove poter seguire “in diretta” il lavoro degli archeologi, l’anno che verrà per il Parco Archeologico Naxos Taormina sarà denso di impegni in tutti i siti. Alcuni nel segno dell’inclusione sociale, come al Teatro Antico di Taormina dove la ristrutturazione dell’edificio ex Semaforo e la realizzazione di nuovi servizi, oltre ad aumentare gli standard qualitativi del sito finalmente commisurati agli imponenti flussi di turisti, apriranno la fruizione del Belvedere anche ai disabili, sinora esclusi dalla visita di quest’area panoramica.

Archiviato lo storico record 2019 con oltre 1 milione di visitatori (1.033.656) e ingoiato il boccone amaro del 2020 nel segno della pandemia che ha drammaticamente ridotto le presenze del 70%, il Parco Naxos Taormina è già proiettato nel 2021. “Abbiamo in cantiere numerosi interventi – spiega la direttrice, l’archeologa Gabriella Tigano – pensati per valorizzare e migliorare la fruizione dei siti, aprendola in alcuni casi anche a categorie fragili come i disabili. La forzata chiusura di questi mesi non ci ha mai fermato: chi in smart working chi fisicamente nei siti, abbiamo continuato a lavorare tutti e, in linea con la nostra mission di studiosi, conservatori e custodi di beni archeologici e monumentali, principale attrattore turistico e motore economico del comprensorio, abbiamo anche avviato nuovi programmi scientifici di ricerca e restauro, senza trascurare il patrimonio paesaggistico, cornice naturale dei siti”.

Si parte a gennaio da Naxos, con i primi lavori di recupero delle coperture del Castello Schisò dove in primavera, nel solco assai popolare e graditissimo della cosiddetta “archeologia pubblica”, i visitatori potranno seguire dal vivo gli archeologi alle prese con la campagna di scavo che precede il recupero dell’edificio, futuro Museo archeologico e spazio polifunzionale; cantieri aperti anche per il restauro di tre àncore di ferro, d’epoca romana, provenienti dalla baia di Naxos e destinate alla sezione di archeologia subacquea. All’interno del sito sono previsti alcuni interventi tecnici per perfezionare la fruizione della nuova tribunetta e l’apertura al pubblico della zona demaniale sul mare (Spiaggia dei Greci); mentre una ditta specializzata provvederà a trattare le palme aggredite dal punteruolo rosso, primo intervento di un programma più ambizioso di riqualificazione del patrimonio arboreo, polmone verde della moderna Giardini Naxos.

Interventi di risanamento, restauro e consolidamento interesseranno a Isola Bella alcuni padiglioni della storica Villa Bosurgi: ambienti fortemente esposti, creati all’interno di ingrottamenti e quindi molto danneggiati dalla salsedine. “Lo scopo – spiega la Tigano – è di ampliare i percorsi di visita. Seguirà un progetto di musealizzazione con itinerari inediti e molto ambiti dai visitatori più curiosi di conoscere la storia segreta di questo sito che, dopo il Teatro, è tappa obbligata per chi viene a Taormina”.

Al Teatro Antico di Taormina dalla primavera sul Belvedere saranno in funzione undici servizi igienici, che includono anche quelli per i disabili, in aggiunta a quelli già esistenti a valle.  “Un intervento doveroso – sottolinea la Tigano – e soprattutto etico ed inclusivo: oltre ad accrescere il livello qualitativo del sito, garantiamo pari dignità ai diversamente abili, categoria sinora purtroppo esclusa dalla zona più panoramica del sito archeologico allineandoci alle nuove normative nazionali (Mibact) e internazionali”.

Sempre sul Belvedere in arrivo nello storico edificio “Ex Semaforo” la piccola caffetteria dedicata ai soli visitatori, per una pausa di ristoro dal lungo percorso di visita del complesso monumentale. In programma anche mostre di arte contemporanea sia nel giardino del Teatro che a Palazzo Ciampoli dove a seguire sarà allestita anche una esposizione di reperti archeologici dell’antica Tauromenium. A Casalvecchio Siculo sono già in corso alcuni interventi di manutenzione straordinaria, elaborati dai tecnici del Parco e propedeutici alla musealizzazione, nel Monastero annesso alla basilica dei SS. Pietro e Paolo. Mentre a Francavilla di Sicilia, dove a fine ottobre è stato inaugurato il museo archeologico M.A.FRA, il Parco Naxos Taormina sta progettando una sala didattica con postazioni multimediali per giochi interattivi e quiz a tema archeologico dedicati ai piccoli visitatori e alle scolaresche.

Parco Archeologico Naxos – Taormina

Il Parco archeologico, oggi denominato di Naxos–Taormina è stato istituito nel 2007 e gode di autonomia scientifica, di ricerca e organizzativa, amministrativa e finanziaria. Dal 2013 il Parco ha la gestione di alcuni tra i più importanti siti monumentali e paesaggistici della provincia di Messina: il Museo e l’area archeologica di Naxos; il Teatro Antico e l’Odèon di Taormina; Villa Caronia (sede direzionale del Parco); il Museo naturalistico di Isolabella, le aree archeologiche di Francavilla e il M.A.FRA il nuovo museo archeologico della città, inaugurato nell’ottobre 2020. Dal 2019 sono gestiti dal Parco, Palazzo Ciampoli (Taormina), il Monastero e la Chiesa Basiliana dei Santi Pietro e Paolo (Casalvecchio Siculo) e si attesta all’Ente anche Castel Tauro. Dal giugno 2019 il Parco è diretto dall’archeologa Gabriella Tigano. Fra i grandi eventi gestiti dal Parco e che hanno visto protagonista il Teatro Antico di Taormina – secondo sito più visitato in Sicilia dopo la Valle dei Templi – figurano il G7 nel maggio 2017 e la visita del Dalai Lama nel settembre dello stesso anno. Nel corso del 2019 i siti del Parco Naxos Taormina hanno toccato per la prima volta lo storico record di 1.033.656 visitatori (esclusi gli oltre 150.000 spettatori degli eventi serali nel Teatro Antico di Taormina nel periodo tra giugno e settembre).




Roma, botti di capodanno: è strage di uccelli in zona stazione Termini

ROMA – Strage di uccelli nella notte al centro di Roma. Centinaia di storni sono stati ritrovati a terra in tutta la zona attorno alla stazione Termini, da via Cavour a piazza Esedra a via Nazionale.

Sul posto la polizia locale. Le immagini del macabro ritrovamento sono diventate subito virali. Si ipotizza che gli uccelli spaventati e disorientati per i botti di Capodanno si siano schiantati in strada, contro finestre o finiti contro i cavi dell’alta tensione. 

 La ‘guerra di Capodanno’ è andata in scena anche quest’anno nonostante il divieto imposto dall’ordinanza della sindaca Raggi”. Lo afferma, in una nota, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa). “Ogni anno non facciamo che ripeterlo: la vendita di petardi e fuochi d’artificio va vietata e le aziende riconvertite – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Le ordinanze sono inutili, di fatto i controlli non esistono e ogni anno contiamo centinaia di esemplari morti e feriti tra la fauna selvatica e tanti animali domestici feriti o smarriti a causa dei botti e della distrazione dei proprietari. È tempo che il legislatore rimedi a tale scempio che colpisce anche gli umani. È questione di salute, ordine pubblico e, soprattutto, di civiltà”. 




Tribunale di Roma, “miracolo di Natale”: liberato un uomo da parte dei debiti contratti. Il resto potrà essere pagato in piccole rate

L’uomo aveva chiesto prestiti per ristrutturare la casa dove viveva con l’ex moglie e per l’acquisto di un’auto. Alle rate si è poi sommato l’assegno divorzile. Bertollo (Legge3.it): “Siamo riusciti ad aiutare quest’uomo ad uscire dal tunnel dei debiti, nel quale era finito per una serie di circostanze avverse”

A Roma nei giorni scorsi si è compiuto un moderno “miracolo di Natale”, portando un po’ di magia in questi giorni difficili. Protagonista della vicenda è stato Angelo, un uomo che si è visto cancellare una parte dei debiti contratti, che ammontavano a circa 63 mila euro, con l’accordo di corrispondere la somma restante in rate per lui sostenibili.

In questo caso Babbo Natale è stato un giudice del Tribunale di Roma, al posto della letterina abbiamo scritto una Proposta di liquidazione del patrimonio della crisi da sovraindebitamento, basata sugli strumenti introdotti dalla Legge n. 3 del 2012, detta Salvasuicidi. – Spiega Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, che da anni aiuta privati e imprese ad uscire dal sovraindebitamento, e che ha assistito l’uomo per la procedura – Angelo si era trovato in una situazione di sovraindebitamento suo malgrado, per una serie di circostanze avverse, e non perché aveva tentato di fare il ‘furbetto’, e fino a quel momento non era mai stato segnalato come cattivo pagatore. Questo lo ha reso un buon candidato per attuare i provvedimenti previsti dalla Legge 3”.

L’origine del debito, infatti, era stato un prestito di 20 milioni di lire sottoscritto per ristrutturare la casa di proprietà dell’ex coniuge in cui viveva in quegli anni con la sua famiglia, al quale se ne era poi sommato un secondo da 18 mila euro per l’acquisto di una nuova autovettura funzionale alla sua professione. Poco tempo dopo, la brusca separazione dalla moglie e il versamento degli assegni divorzili stabiliti dal giudice.

Rate dei prestiti e alimenti si sommano, spingendo l’uomo al limite della resistenza economica. Per un lungo periodo il signor Angelo è stato costretto a dormire in macchina e a indebitarsi ancora. Ad aggravare ulteriormente la situazione, dei disturbi di salute, che comportano ulteriori spese e stress.

La situazione per Angelo si metteva davvero male, e per noi essere riusciti ad aiutarlo è stata una soddisfazione non solo professionale, ma anche umana. – Prosegue Bertollo – Per i prossimi 5 anni dovrà versare una piccola parte del suo stipendio per la liquidazione del debito, dopo di che, tornerà ad essere un uomo libero e potrà ricominciare da 0”.




Meghan Markle: il regalo di Natale speciale per William

Quasi un anno è passato dal giorno in cui è scoppiata la bomba della Megxit. L’8 gennaio 2020, infatti, Meghan Markle e il Principe Harry hanno annunciato la volontà di rinunciare ai ruoli senior a Palazzo e di rendersi indipendenti economicamente.

Da quel giorno, sono cambiate tantissime cose e la Royal Family britannica si è trovata davanti alla necessità di affrontare nuovi equilibri. A metterli a rischio ci ha pensato il libro Finding Freedom, la biografia dei Duchi di Sussex scritta da Carolyn Durand e Omid Scobie. Tra le pagine di questo volume, che ha subito fatto il pieno di vendite, vengono rivelati diversi dettagli del passato della coppia, con un focus, come è chiaro dal titolo, sul processo che ha portato alla Megxit.

Nella biografia dell’ex attrice di Suits e del secondogenito di Carlo si parla anche del primo Natale trascorso da Meghan con la Famiglia Reale. Per raccontarlo bisogna tornare indietro al 2017, anno in cui la coppia non era ancora convolata a nozze. La presenza di Meghan è stata un’eccezione alla regola: per rendersene conto, basta ricordare che Kate Middleton ha trascorso il Natale con la Famiglia Reale solo dopo il Royal Wedding dell’aprile 2011.

Ai tempi, Meghan Markle conquistò William con un regalo davvero speciale. Come ricordato dal sito www.lettoquotidiano.it, l’allora attrice scelse per il cognato un cucchiaio con la scritta “Cereal Killer”.

Per capire bene il significato di questo dono, è necessario fare presente che i reali britannici hanno un’usanza molto particolare, ossia quella di scambiarsi doni particolarmente ironici. Un esempio? La cuffia da doccia decorata con la frase “Ain’t life a [expletive]” donata da Harry a nonna Elisabetta.

Una tradizione antica e molto importante per la Regina Elisabetta

La tradizione di scambiarsi regali ironici e bizzarri è molto importante per la Regina Elisabetta, che ha mantenuto fino ad oggi un’abitudine che ha avuto inizio tanto tempo fa, ossia negli anni in cui sul trono d’Inghilterra sedeva la Regina Vittoria.

Il Natale 2017 è stata una vera e propria audizione per l’allora 36enne attrice americana. Come rivelato al tabloid People da una fonte vicina alla Famiglia Reale inglese, nonostante fosse già una diva affermata e una donna capace di gestire situazioni professionali anche molto difficili, Meghan prese molto seriamente l’occasione del pranzo di Natale a Sandringham. Sempre secondo l’insider, ai tempi l’ex attrice, oggi mamma del piccolo Archie, era seriamente intenzionata a fare una buona impressione sui suoi futuri parenti (a Natale 2017 era già stato ufficializzato il suo fidanzamento con Harry, che avrebbe poi sposato nel maggio 2018).

Da allora, come sopra specificato, tanta acqua sotto i ponti è passata. La coppia si è sposata, Lady Markle è diventata mamma del piccolo Archie nella primavera 2019 e, dopo la Brexit, si è trasferita con il figlio e il marito prima in Canada e successivamente a Los Angeles, in una bellissima villa in località Montecito.

Per il 2021, i suoi progetti sono numerosi e importanti. Tra questi spicca senza dubbio il lancio ufficiale della fondazione filantropica Archewell, intitolata al bimbo nato quasi due anni fa. Si parla inoltre – e le fonti sono testate come il Daily Mail e Hola! – di un ritorno della coppia in Gran Bretagna. Meghan e Harry, infatti, sarebbero intenzionati a rinegoziare con la Regina Elisabetta, Carlo e William i termini dell’addio alla Famiglia Reale. Secondo fonti accreditate, la coppia avrebbe intenzione di chiedere il mantenimento del patrocinio di diverse associazioni che hanno rappresentato nel corso dei mesi in cui sono stati membri senior di The Firm.




Investimenti 2021: l’opportunità del settore delle rinnovabili e sostenibilità ambientale

Il prossimo anno, ormai alle porte, sta richiamando l’attenzione degli investitori su quali potranno essere i settori più promettenti per gli investimenti 2021. Una delle opportunità da considerare sia per l’acquisto d’azioni, l’accesso a fondi ETF e anche per il trading online, è quella offerta dal settore dell’energia rinnovabile e delle nuove tecniche di sostenibilità ambientale.

Gli americani scelgono di investire nella finanza sostenibile

Come spesso succede, si guarda agli Stati Uniti e ai suoi investitori, per prevedere anche su un mercato globale l’andamento futuro di un asset. Attualmente secondo l’osservatorio Forum for Sustainable e Responsible Investment, un terzo del patrimonio degli statunitensi che viene gestito dai vari istituti finanziari presenti nel paese sarebbe investito in titoli legati al settore della finanza sostenibile.

Un trend sempre in crescita che ha visto tra il 2018 e il 2020 un aumento della percentuale dell’asset al 42% con un investimento di oltre 5 trilioni di dollari sia da parte degli investitori istituzionali sia da parte del mercato retail. Questa crescita significativa, potrà esprimersi ancora più positivamente nel corso del 2021.

Infatti, con l’arrivo di Biden come Presidente degli Stati Uniti si prospettano nuove manovre per la sostenibilità ambientale e un possibile rientro del paese negli accordi di Dublino, oltre che un investimento per aumentare l’uso di energia pulita in tutto il paese. Questo fenomeno naturalmente non interessa solo gli Stati Uniti, anche in Europa, Asia e Oceania si sta lavorando verso un’economia eco-sostenibile, e di conseguenza s’investe in novità tecnologiche e del settore dell’energia che possano sostenere questa transizione ecologica.

Come investire in Italia sull’energie rinnovabili

L’investimento nel settore delle rinnovabili nel 2021 può essere una buona idea considerando appunto le prospettive di crescita di questo asset nel corso dei prossimi anni a venire. Per investire in azioni, fondi ETF nel campo dell’energia pulita e sostenibilità ambientale, come suggerito dal Gazzettino del Trading, una delle soluzioni meno dispendiose e più veloci è attraverso il trading online.

I broker presenti in Italia permettono di operare sul mercato dei derivati in CFD (Contratti per Differenza) senza l’acquisto diretto delle azioni o l’accesso ai fondi finanziari con un capitale oneroso. Ma si effettua la previsione dell’andamento di un titolo al rialzo o al ribasso, in questo caso aprendo posizione di vendita o d’acquisto, è possibile generare un guadagno o una perdita in base al capitale investito e alla correttezza delle proprie ipotesi di mercato.

Un’altra soluzione per investire nel campo dell’energia pulita e delle rinnovabili è l’apertura di un conto deposito azionario in banca o attraverso un istituto finanziario abilitato alle operazioni di borsa. In questo caso, il capitale da investire è molto più importante e richiede anche delle competenze in campo finanziario oltre che un consulente che sappia come operare al meglio sulle borse italiane ed estere, e consigliare il cliente in modo ottimale.

Investire sulle rinnovabili in modo diretto

Infine, una soluzione per investire sull’energie rinnovabili e sulla sostenibilità ambientale può essere quella di fare un investimento diretto producendo energia solare. Se si ha un terreno di proprietà le soluzioni d’adottare sono due. La prima è affittare il terreno a una società che si occupa di energia solare e che sia alla ricerca di ampi spazi aperti per installare i propri pannelli, e quindi guadagnare una somma mensile sicura con un contratto di fitto regolare.

Una seconda soluzione sul lungo periodo invece prevede l’acquisto e l’installazione diretta dei pannelli solari nel proprio terreno. In questo caso, per generare un guadagno, bisogna vendere l’energia elettrica prodotta a società che operano nel settore. I profitti che si possono ottenere cambiano in base a quanta energia si produce e al prezzo di questa al kwh a seconda del mercato.