Roma, la Asl Roma 6 presente al Tennis & Friends: centinaia gli accessi agli stand della prevenzione

La Asl Roma 6 è presente al Tennis & Friends a Roma, un evento importante che si tiene ancora per le giornate di oggi e domani presso il villaggio della salute e dello sport al Foro Italico con ingresso libero.

Si tratta di una manifestazione che promuove la cultura della prevenzione sanitaria e sensibilizza la popolazione sull’importanza di uno stile di vita sano.

Il Dipartimento di Prevenzione è presente con il Servizio Veterinario e Servizio Igiene Sanità Pubblica per fornire informazioni utili sulla corretta gestione degli alimenti e stili di vita sani.

Presente per l’occasione anche il Direttore Sanitario della Asl Roma 6 Dott. Vincenzo La Regina e il Direttore del Dipartimento della Prevenzione Dott. Mariano Sigismondi.

Negli stand della Asl Roma 6 è possibile effettuare visite cardiologiche, diabetologiche, valutazioni fisioterapiche, corso BLS-D supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce. Sarà possibile avere una valutazione Dietistica e indicazioni sul corretto stile di vita e sana alimentazione

La prevenzione riguarda anche una corretta informazione in merito alle malattie trasmesse dagli alimenti con particolare attenzione agli alimenti per il consumo crudo.




Bilinguismo e code switching: nuove visioni di pedagogia interculturale

In Italia il cambio di registro linguistico (code switching) è legato al passaggio dall’italiano al dialetto regionale

Il termine bilinguismo potrebbe sembrare una traduzione dall’inglese del concetto di code switching, ma in realtà non lo è. Bilinguismo e code switching sono due nozioni differenti e con caratteristiche proprie.

Il bilinguismo è sostanzialmente la capacità di parlare due lingue, mentre il code switching deriva dall’inglese e significa cambiamento del codice linguistico.

La traduzione linguistica dei due concetti balza ai nostri occhi come termini già sentiti, ma non approfonditi. La ricerca da me condotta nell’anno 2023, mediante questionari, ha fatto emergere come i due termini non siano ben recepiti nel contesto linguistico.

Lo studio, condotto nell’area metropolitana di Bologna, rivela come la maggior parte degli intervistati concepisce così i due termini: alcuni affermano che il bilinguismo è parlare due lingue, mentre altri dichiarano che il code switching significa esprimersi mediante forme dialettali. Tuttavia, le interviste documentano come la popolazione italiana non ha ben chiaro i significati dei due termini.

L’Italia di fatto non è un paese bilingue (tranne il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia Giulia) per cui i fenomeni linguistici sono spesso congiunti al fenomeno dei flussi migratori.

I migranti infatti portano con sé la loro lingua d’origine, utilizzandola insieme ad una mediocre percentuale della lingua italiana che già conoscono.

Il code switching è visto dagli italiani come una sorta di “alieno” che si è inserito nella linguistica italiana senza avere un’identità ben precisa.

L’Italiano medio rispetto ai cittadini di altri paesi europei e non, dove conoscere un’altra lingua (rispetto la lingua madre) è diventato pressoché obbligatorio, utilizza scarsamente la seconda lingua senonché il dialetto.

I risultati emersi dimostrano che in Italia il cambio di registro linguistico (code switching) è legato al passaggio dall’italiano al dialetto regionale.

Nell’analisi condotta il 70% dei bambini e degli adulti stranieri migrati in Italia si è mostrato contento dell’accoglienza ricevuta e dichiara di sentirsi partecipe dei progetti inclusivi proposti ad esempio, nelle scuole.

Il rimanente 30% ha dichiarato di aver avuto molte difficoltà, soprattutto con la lingua e con l’inserimento nel nuovo contesto di vita.

Dall’altro canto le insegnanti italiane dichiarano che la diffusione di più lingue è positiva, ribadendo che il cervello dei bambini è come una spugna assorbente che sa acquisire in tempi rapidi un’ altra lingua, rispetto all’adulto che mostra più difficoltà.
L’indagine condotta riporta l’interesse italiano di approfondire nuove culture e nuove lingue, così come per gli stranieri.

Il ruolo di noi adulti verso i bambini e i ragazzi è, quindi, favorire l’accoglienza e l’opportunità di costruire la propria quotidianità su nuovi saperi.

L’Italia, nella maggioranza dei casi, è aperta al nuovo e al diverso, in effetti, ultimamente stanno aumentano i corsi di alfabetizzazione per gli adulti stranieri e le opportunità di apprendimento per i bambini-ragazzi sia a scuola che a casa.

L’idea pedagogica è di conoscere il nuovo e il diverso, di estendere nuovi percorsi linguistici per bambini, adulti stranieri e non ed educare a nuove esperienze culturali.

Per i bambini, i ragazzi e gli adulti italiani/stranieri è opportuno diffondere l’immagine dell’ “altro” mediante una lettura positiva priva di preconcetti.

La pedagogia necessità di organizzare dei percorsi inclusivi, trasformare le parole in fatti concreti e consentire, senza obblighi e stereotipizzazioni, la crescita di una popolazione concorde nel diffondere una pedagogia interculturale.




Albano Laziale, 10 anni dal funerale di Priebke. Marini: “Di quell’evento restano i valori democratici e antifascisti”

L’intervista al consigliere comunale di Albano Laziale già sindaco per 10 anni Nicola Marini

Per dieci anni Sindaco del Comune di Albano Laziale. Consigliere Nicola Marini, il prossimo 15 ottobre ricorre il decimo anniversario del funerale di Priebke. Un giorno fondamentale per la città di Albano

Un giorno storico, oserei dire perché nostro malgrado la Città di Albano Laziale è stata protagonista involontaria di un evento tanto drammatico quanto fondamentale nel ribadire i principi e i valori di democrazia e libertà. Avevano scelto, infatti, la nostra Città per svolgere i funerali di Erich Priebke, ex ufficiale delle SS naziste condannato all’ergastolo per aver partecipato e pianificato l’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Ma a dieci anni di distanza non posso non ricordare i fatti per come sono accaduti, affinché ognuno si assuma le responsabilità di quanto accaduto.

Il 15 ottobre 2013, la salma di Priebke fu trasferita dall’ospedale Gemelli di Roma all’Istituto Pio X dei Padri Lefebvriani di Albano Laziale, dove si sarebbero dovuti svolgere i funerali in forma privata. Ovviamente, la notizia non poteva che suscitare sdegno e indignazione tra i miei cittadini e cittadine – cose che ho da subito comunicato a chi di dovere – e che li ha portati spontaneamente a scendere in piazza a protestare e ad opporsi in ogni modo ai funerali di un criminale di guerra ad Albano. Oltre a questa comunicazione per possibili tafferugli, ho immediatamente firmato come Sindaco un’Ordinanza che vietasse il passaggio della salma sul nostro territorio.

Ricordo che ci fu però una decisione calata dall’alto Dodici minuti dopo, tuttavia, il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro emanava un’Ordinanza che annullava la mia per consentire ugualmente la celebrazione dei funerali ad Albano Laziale. A quel punto gli scontri tra cittadini e gruppi di estrema destra giunti da Roma è stata inevitabile e si è deciso di portare via la salma di Priebke in un luogo segreto e privato. Mi continuo a chiedere oggi perché non si sia arrivati subito a questa soluzione.

Domanda più che condivisibile. Secondo lei perché? Sembra quasi si volesse creare un caso. Celebrare i funerali di un criminale di guerra come Priebke avrebbe ricevuto un netto no da qualsiasi città d’Italia. E questo il Prefetto non poteva non saperlo e prevederlo. Forse, allora, erano più concentrati sull’attenzione mediatica e politica che sulla risoluzione della questione in sicurezza.

Comunque sia è innegabile che la vicenda dei funerali di Priebke ad Albano Laziale ebbe un forte impatto sulla città, che si ritrovò al centro di una polemica internazionale.
Lo ripeto, Albano Laziale si è trovata improvvisamente e suo malgrado ad essere il centro del mondo: celebrare i funerali di un criminale di guerra non è una cosa che accade tutti i giorni, soprattutto in maniera così plateale e senza alcun rispetto per le sensibilità della nostra Città. Ricordo che Priebke non si pentì mai per le sue azioni e che Albano è “medaglia d’oro al valor civile” . Non potevamo consentire che il nostro nome venisse associato un evento dal forte significato politico e ideologico, anche perché il mondo intero ci guardava. La risposta istituzionale e popolare, per fortuna, fu fortissima e netta, tanto da costringere il Prefetto a rivalutare in extremis le sue scelte.

Albano ha sempre avuto una forte connotazione democratica, in questo senso ritiene che l’evento abbia in parte incrinato questa immagine?
Albano Laziale ha rischiato di veder associato il suo nome per sempre al gerarca nazista Erich Priebke. Questo ovviamente avrebbe potuto incrinare fortemente i valori democratici che da sempre la contraddistinguono. Ma la risposta così sentita e forte, invece, li ha ulteriormente rafforzati: Albano ha una tradizione di lotta antifascista, partigiana, di battaglie democratiche e di libertà a cui si è andata ad aggiungere la cacciata della salma di un criminale di guerra.
È bene ricordare, inoltre, che nel 2018 il Comune di Albano Laziale ha approvato una mozione che impegna la Città a promuovere la cultura della memoria e della legalità. La mozione prevede, tra l’altro, la realizzazione di un percorso di visita alle Fosse Ardeatine.
Ed è in linea con questa necessità di ricordare e di ribadire i valori della democrazia che il 15 ottobre prossimo, in occasione del decimo anniversario dell’evento, la Città ha organizzato un incontro pubblico al quale parteciperanno tutte quelle componenti che in quel giorno del 2013 contribuirono a salvaguardare l’immagine di un’Albano profondamente antifascista.

Cosa resta di quell’evento, cosa resta di quella forza civica che ha smosso centinaia di persone di tutte le età?
Resta la reazione di una Città intera, dal Sindaco ai cittadini e alle cittadine. Resta la memoria onorata di chi per mano del nazifascismo è morto. Restano i valori democratici e antifascisti.
Capisco che per molti è ancora difficile fare i conti con un passato che ha visto l’Italia dalla parte sbagliata della storia, ma negandolo, non chiamando le cose col proprio nome, accettando magari una salma per “quieto vivere”, non avremmo fatto e non faremo mai giustizia e chiarezza. Penso che tutti, i singoli, le istituzioni, le scuole e i partiti stessi, debbano impegnarsi in tal senso.

Il funerale di Erich Priebke ha dimostrato che la memoria può essere un’arma a doppio taglio. Da un lato, può essere utilizzata per onorare le vittime e per promuovere la giustizia. Dall’altro lato, può anche essere utilizzata per negare o dimenticare le atrocità commesse.
La memoria è un processo dinamico e complesso. Essa è influenzata da fattori individuali, sociali e culturali. Ed è per questo che i presidi culturali come la scuola e le istituzioni debbono portare avanti una ricerca di memoria onesta e completa, e divulgarla il più possibile.
Non possiamo lasciare uno strumento così importante come il ricordo nelle mani di chi non ha l’onestà intellettuale di fare i conti con gli errori commessi.
Stiamo perdendo fisicamente le persone che hanno vissuto queste atrocità sulla loro pelle, abbiamo il dovere morale di non disperdere il loro ricordo.

Archivio video de L’Osservatore d’Italia



Puglia, “Missione Salute”: 500 visite gratuite in tutta la Puglia grazie agli ambulatori mobili delle Misericordie

Conclusa la dieci giorni di “Missione Salute” con medici e soccorritori volontari in tutte le province
 
 
Sono state quasi 500 le prestazioni sanitarie gratuite effettuate all’interno degli ambulatori mobili delle Misericordie in Puglia nell’ambito del progetto della Confederazione Nazionale “Missione Salute”. Medici, infermieri e soccorritori al servizio delle comunità in tutte le province pugliesi nei dieci giorni di attività in tour nella regione. Un evento coordinato dalla Federazione delle Misericordie di Puglia e che ha visto il coinvolgimento diretto delle sedi cittadine delle confraternite. Offerti gratuitamente controlli cardiologici, dermatologici, oltre a cure infermieristiche, informazioni ed assistenza e diversi altri test.
 
«Un progetto che la confederazione ha creato ormai da diversi anni – ha spiegato il Presidente della Federazione delle Misericordie di Puglia, Gianfranco Gilardi, e che quest’anno ha fatto tappa in Puglia a cavallo tra settembre ed ottobre. Un progetto che mira essenzialmente a fornire servizi alla comunità, un servizio nello specifico di prevenzione sanitaria».
 
Ultimo giorno nelle piazze di Andria e Bitritto con un tour partito da Piazza del Popolo a Manfredonia e che ha toccato anche le foresterie di Borgo Mezzanone e di Torretta Antonacci, le piazze di Monopoli, Orta Nova, Canosa, Palagiano e Polignano. Il progetto, a livello nazionale, prevede il coinvolgimento, tra gli altri, dei volontari che svolgono servizio civile, dell’Associazione Medici di famiglia per le Emergenze (AMFE), dell’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (UNITALSI) e del Centro Missionario Medicinali Onlus.
 
«Un tour molto lungo – ha ricordato Gilardi – ogni giorno la partecipazione delle Misericordie locali sia nelle proprie sedi che anche dove non siamo presenti oltre che nei centri di accoglienza che abbiamo ritenuto importanti soprattutto quelli nel foggiano dove abbiamo dato la possibilità anche ai migranti di sottoporsi a dei controlli davvero importanti come questi».
 
Soddisfazione per la risposta della popolazione: «C’è stata una eccellente partecipazione – ha concluso Gilardi – un po’ per curiosità ma soprattutto per un controllo veloce e rapido sono tanti quelli che hanno scelto di venirci a trovare nei nostri ambulatori».
 
 
 
 

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I ragazzi a scuola e in famiglia: come colmare le distanze

Oggi si parla spesso di intelligenza emotiva, ma poche persone propongono questo tipo di relazione: né a scuola, nel rapporto ragazzi-insegnanti e viceversa, né a casa, nella relazione ragazzi-genitori.

Sovente, gli insegnanti arrivano in classe dando per scontato l’idea di fare una lezione frontale quindi, quando l’attenzione dei ragazzi inizia a calare, è complicato ritornare ad una relazione di ascolto.

La medesima cosa può accadere tra le mura di casa, dove spesso i genitori, impegnati nella loro quotidianità, non riescono ad avviare un dialogo con i propri figli e viceversa.

Instaurare rapporti sani per colmare le distanze emotive-relazionali, sia a scuola che in famiglia, potrebbe essere così proposto:

Insegnante: “Bene ragazzi che ne dite se oggi facciamo una lezione insieme? Un po’
spiegate voi e un po’ io?”

Oppure,

Padre/Madre: “A. vieni qui da papà/mamma che parliamo un po’, dal momento, che
quest’anno ti diplomi. Mi racconti la tua giornata? Mi dici come stai e cosa hai fatto?”

Oppure,

Ragazzo/a: “Prof. oggi facciamo un po’ di conversazione”?
“Papà/Mamma vi posso parlare di un problema sentimentale”?

Tuttavia, dai migliori esperti di psicologia, quali Galimberti, Crepet, Morelli etc … siamo tempestati, soprattutto sui social, di continui interventi sul come educare all’intelligenza emotiva e quindi su come l’insegnante, i genitori e i ragazzi dovrebbero colmare i vuoti emotivi.

Goleman, studioso di gran pregio, anticipò nel 1996 le proprie teorie sull’intelligenza emotiva, scrivendo frasi e libri dedicati proprio a questo argomento.

Oggi, a seguito di questi interventi, mi chiedo: Ma la scuola che ruolo ha? Cosa ci aspettiamo dai docenti, dai genitori e dai ragazzi? Sarà idoneo formare docenti aditi a creare momenti di empatia? Ma l’intelligenza emotiva si insegna, si impara o nessuna delle due?

Personalmente, da pedagogista e docente, non credo che esista un modo per insegnare ad essere emotivi ma sicuramente esistono capacità innate e non, adite a stimolare l’emotività; in alcuni individui, per altro, potrebbe essere necessario incoraggiare la relazione empatica. Ci sarà chi è più propenso a questo “lavoro emotivo” e chi deve “impegnarsi” a “capire come essere emotivi”.

Per colmare questa “non empatia”, sia in famiglia, sia in casa, sia a scuola è utile “ascoltar-ci” e poi “trasmetter-ci gli uni agli altri”.

Sentire noi stessi e gli altri è un compito arduo ma è fondamentale che qualcuno dia inizio a questo “viaggio introspettivo e relazionale”, senza che rimanga una nozione astratta. Perciò la famiglia e la scuola dovrebbero impostare il dialogo, la partecipazione continua, e soprattutto una comunicazione di reciprocità. I bambini molto piccoli, ad esempio, sono i primi a “sentire” le emozioni. Molte volte, bimbi di 3/4 anni, mi hanno rivolto questa domanda: “maestra, come stai? Stai bene o sei triste?”, e qui si coglie la specialità dell’infanzia e di come noi adulti dovremmo imparare da questa fascia d’età.

I bambini piccoli hanno questo dono perché vivono il presente e non, come noi adulti, il passato o il futuro per indagare cosa è stato e cosa sarà senza mai sentir-ci nel qui ed ora.

L’ingenuità dell’essere bambino sta nel percepire il tipo di adulto che si ha di fronte e di fruirne l’emotività che quest’ultimo potrebbe non avere o avere solo in parte.
Il compito delle comunità educative (famiglia e scuola) è di osservare i bambini piccoli, cercando di “imitarli”: un gesto, uno sguardo, un atteggiamento valgono più di mille
parole dette all’interno di corsi di aggiornamento.

L’intelligenza emotiva non si insegna anzi, è spontaneità, è il creare un ambiente armonioso che ci permette di vivere e condividere le nostre emozioni con quelle altrui.

L’infante, crescendo non dovrebbe perdere questo grandissimo dono, perciò noi adulti, sia in casa che a scuola, abbiamo il compito di promuovere la pratica emotiva, diffondendo “perle” di empatia e sensazioni che possono e devono essere condivise.




W la civiltà: viaggio tra l’altruismo e la tolleranza che accompagnano giornalmente la nostra società…

A volte, il senso civico deve essere ben interpretato, perché altrimenti si cade nei luoghi comuni della istintiva indignazione popolare, ignara di qualsiasi riflessione psicologica, dando sfogo ad una collera incontrollabile ed ingiustificabile.

Basta girare per la nostra città eterna, (eterna anche nelle piccole vicende sgradevoli, altrimenti perderebbe il suo fascino), per notare, oltre la bellezza secolare, anche quei particolari e vicissitudini che nel tempo hanno assunto un aspetto moderno dei tempi d’oggi.

Qui, è il punto centrale della questione. L’ altruismo e la tolleranza sono due sentimenti che accompagnano giornalmente la nostra società, di contro, abbiamo i conservatori che non riescono a capire certe situazioni, inalberandosi e prendendosela con il mondo intero, credendo di rappresentare l’emblema del buon comportamento della società civile. Questi ultimi, sono essenzialmente estremisti, e quindi giudicano con estrema severità il comportamento di una grande quantità di persone, mal capite nel loro modo di fare.

Come esempio, potremmo iniziare dai famosi secchioni dei rifiuti, che non vengono svuotati regolarmente, non per pigrizia, ma per dare possibilità ad una certa categoria, di poter recuperare qualcosa da quello che altri hanno ritenuto superfluo. Questo onesto riciclaggio, fa molto bene alla nostra nazione, ma ancor di più, bisogna apprezzare la correttezza, l’onestà e l’altruismo di questa povera gente che si sacrifica nel tirar fuori dai contenitori quanto è possibile e conveniente, che, con gran cuore, lasciano tutto fuori, affinché qualcun altro non debba penare nella ricerca interna, avendo tutto sparso davanti, alla luce del sole.

Ovviamente questo comportamento non fa bene soltanto alla povera gente, ma, accontenta contemporaneamente gli animalisti. Pensate un po’ a quei simpatici topi, (i maligni e cattivi li chiamano zoccole), che grazie ai rifiuti lasciati fuori, possono nutrirsi abbondantemente, crescere e moltiplicarsi, belli da vedersi, oppure ai gabbiani, che in alternativa al mare, riescono a saziarsi senza fatica, ma lasciatemelo dire con orgoglio che negli ultimi anni siamo riusciti a sfamare anche i cinghiali, con i quali ormai socializziamo e conviviamo.

Questa è la vera civiltà: tolleranza e altruismo, invece dei soliti bacchettoni conservatori e retrogradi, che non sanno far altro che giudicare ed inveire contro tutto ciò che è modernità e linea futura. Forse un po’ discutibile è il comportamento di una minoranza, che pur non essendo capita, lascia puntualmente una tanica piena d’olio da riciclaggio vicino ai contenitori. Ora, riflettendo serenamente, un normale cittadino, può adirarsi e giudicare male la situazione, ma, chi ha portato la tanica d’olio lo ha fatto a fin di bene. Infatti, quell’olio potrebbe interessare a qualcun altro e quindi trarne profitto. Il problema si pone quando, qualche persona indignata, ritiene opportuno fare un dispetto, e quindi riversa il contenuto dell’olio per strada. In realtà, quello che può sembrare un dispetto ed una cattiveria, è un modo civile per far capire agli altri che quel prodotto è dannoso e non va deposto in quel luogo. Il tema sociologico è in verità molto complesso, lasciando sul tavolo innumerevoli interpretazioni, come è naturale che sia, e quindi, bisogna analizzare il tutto con pacatezza, serenità e comprensione. Immaginate se fossimo al tempo della rivoluzione francese, quante teste tagliate ingiustamente, quante incomprensioni, ma per fortuna oggi, società progredita, a qualcuno che non osserva le regole, si fa una ramanzina, e ci si fa promettere di non farlo più, e la società ligia alle regole ed al dovere, quando soccombe di fronte ai più forti ed ai più furbi, impari la lezione e cominci a vivere con una mente più elastica e meno ingenua.

La gente troppo, come si suol dire, all’antica prenda spunto da tutte queste vicissitudini per essere più attenta, più scaltra, meno pignola al dovere, ingredienti necessari per sopravvivere indenne in questa era moderna. Purtroppo, l’onestà è nel DNA di una parte della popolazione, e questa, deve farsene una ragione per imparare ad assorbire i colpi che arrivano da tutte le direzioni. Quindi, quando si hanno pretese assurde dallo stato, bisogna capire i politici, che, pur sacrificandosi molto con abnegazione per il popolo (che con gran fiducia li ha eletti), devono contemporaneamente risolvere giustamente tutti i problemi personali, dando la priorità agli interessi primari della famiglia e poi a quelle relazioni extra, che, sembrano svago e divertimento, ma in realtà sono quel public relations, esempio di vicinanza dei politici al popolo.




Bracciano, il sindaco Crocicchi: “Progetto Lungolago. Facciamo il Punto”

“Stiamo assistendo quotidianamente ad un crescendo di gravi inesattezze che vengono diffuse in modo incontrollato in merito al progetto di rigenerazione urbana che verrà realizzato sul Lungolago Argenti.
Riteniamo doveroso quindi informare i cittadini e ristabilire con chiarezza la verità dei fatti.
È necessario non fare confusione, se non si vogliono diffondere falsità, tra la proposta di variante al PRG adottata in consiglio comunale e il progetto esecutivo, ovvero ciò che è stato finanziato, appaltato e che verrà realizzato.
L’idea dell’Amministrazione, così come chiaramente delineato nel programma elettorale, prevede la riqualificazione del Lungolago Argenti e la sua semipedonalizzazione, con eliminazione dei parcheggi presenti in riva al lago e la delocalizzazione degli stessi alle spalle del lungolago, in aree per gran parte già utilizzate di fatto da anni come parcheggi, ma identificate come zone agricole nel Piano Regolatore del 2009. Il PNRR ha offerto un’opportunità di circa 4 milioni di Euro per la rigenerazione urbana dell’area.
 
È stato quindi redatto un progetto che prevede, oltre al rifacimento in chiave ecologica ed accessibile del lungolago, anche la riqualificazione e la pavimentazione di 3 strade di penetrazione già previste con il Piano regolatore approvato nel 2009 (Via degli Orti, Via del Balduccio e Via di Vigna Caio), ovvero urbanizzazioni primarie rimaste finora incompiute. Accanto a questo, è stata adottata una proposta di variante al Piano Regolatore che individua, in aree private, molte delle quali di fatto già da anni utilizzate come parcheggio, aree da destinare a parcheggio privato ad uso pubblico, in pratica allineando lo strumento urbanistico con la realtà. Per facilitare la raggiungibilità a tutti lotti, la proposta di variante al PRG prevedeva inoltre 4 tratti di nuova viabilità.
Pochi giorni fa la Soprintendenza ha espresso parere favorevole sulla riqualificazione del lungolago, dei parcheggi pubblici esistenti e delle 3 vie di penetrazione previste dal PRG del 2009 ovvero l’intero progetto esecutivo che verrà affidato e realizzato.
La soprintendenza esprime parere negativo (parere che ha fatto superficialmente esultare qualche nemico di Bracciano) solo su quanto concerne la parte relativa a nuova viabilità e nuovi parcheggi “sulla proposta di variante al PRG” (parere che sarà oggetto di approfondimento con gli Enti preposti),in altre parole, non si riferisce al contenuto inserito nel progetto esecutivo e quindi oggetto di appalto e dunque dei lavori.
Al contrario, le opere finanziate, che sono state appaltate e che verranno realizzate, hanno invece ricevuto parere favorevole. Tali interventi prevedono, nel rispetto del principio DNSH e in linea con il concetto di rigenerazione urbana, la ripavimentazione del Lungolago Argenti con utilizzo di materiale depolverizzato a basso impatto ambientale (in sostituzione dell’asfalto esistente e dei marciapiedi), la semipedonalizzazione del Lungolago Argenti, la realizzazione di una corsia ciclabile, nuovo arredo urbano, l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti, la sostituzione dell’attuale illuminazione con impianti illuminanti a led, la messa a dimora di oltre 100 nuovi alberi e piante autoctone, la riqualificazione dei parcheggi pubblici esistenti in Via del Lago e in Via della Sposetta Nuova, la riqualificazione e la pavimentazione di 3 strade di penetrazione esistenti e approvate con il Piano Regolatore del 2009.
In conclusione, affermare che sia stato bocciato il progetto, o peggio ancora, che si sia perso il finanziamento, significa mentire sapendo di mentire e qualifica chi lo sta facendo in ogni sede e con ogni mezzo, andando contro gli interessi di Bracciano, dei braccianesi e dell’intero territorio.
Gli enti competenti in questa vicenda ci stanno quotidianamente rappresentando che è in corso da tempo un vero e proprio attacco costante per bloccare il progetto.
Si tratta spesso degli stessi megafoni di falsità diffuse ad arte, in ogni direzione e con ogni mezzo (e mezzuccio), che vogliono alimentare polemiche inutili e dannose. Di alcuni di loro non siamo sorpresi.
Noi continueremo, nell’interesse di tutti i cittadini e nonostante il penoso ostruzionismo, a lavorare a testa bassa e a camminare a testa alta, per far diventare il lungolago di Bracciano ciò che avrebbe dovuto essere ma che non è mai stato, se non in un passato ormai, purtroppo, presente solo nella memoria di pochi.” Così in una nota il Sindaco di Bracciano Marco Crocicchi

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Fumare o svapare e dipendenze da nicotina: sempre più i giovani a rischio malattie respiratorie e tumorali

Il parere della Dottoressa Laura Bianchi Coordinatrice del Centro Antifumo della Asl Roma 6 – Dipartimento di Salute di Mentale e Dipendenze Patologiche Diretto dalla Dottoressa Diana Di Pietro

Sempre più giovani fumano le sigarette usa e getta, attirati anche dai vari aromi presenti nei liquidi, o quelle elettroniche e succede spesso che gradualmente si avvicinano anche alle sigarette tradizionali entrando nel circuito di una dipendenza di cui purtroppo sono ben noti gli effetti e i danni alla salute.

I dispositivi elettronici per la somministrazione della nicotina sono di numerose e differenti tipologie, e, molti di questi, permettono di “svapare” altre sostanze diverse da quelle presenti nel fumo di tabacco, che potrebbero causare implicazioni importanti e dannose per l’organismo.

Sul sito del Ministero della Salute sono ben spiegati i danni del fumo

Il fumo aumenta il rischio di molti tipi di tumore. Tutti conosciamo l’associazione tra fumo e tumore polmonare, ma anche altri tumori sono associati in diversa misura al fumo di tabacco, come i tumori del cavo orale e della gola, dell’esofago, del pancreas, del colon, della vescica, della prostata, del rene, del seno, delle ovaie e di alcune leucemie.

Il fumo rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, fra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), episodi asmatici, infezioni respiratorie ricorrenti, ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore.

Un individuo che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni.

​In merito abbiamo raccolto il parere della Dottoressa Laura Bianchi Coordinatrice del Centro Antifumo della Asl Roma 6 – Dipartimento di Salute di Mentale e Dipendenze Patologiche Diretto dalla Dottoressa Diana Di Pietro.

Le risposte sono frutto di un ulteriore confronto con l’equipe multidisciplinare dedicata al Centro Antifumo della ASL Roma 6 (Censito dall’Istituto Superiore di Sanità) che ha visto il confronto di un medico internista, uno pneumologo, una psicologa, infermieri coordinatori ed infermieri.

Perché i ragazzi si avvicinano al fumo?

La motivazione è determinata dalla imitazione sociale, dal basso costo e dalla facile accessibilità al prodotto.

Le sigarette usa e getta sono state la moda estiva tra i giovani nel 2022, ma molti hanno denunciato malori, tosse, mal di testa. Perchè queste sigarette sono pericolose?

Il pericolo è determinato dalla combustione, dagli eccipienti e dallo scarso controllo del prodotto, ovvero non si ha certezza della composizione chimica per cui il rischio è legato agli effetti tossici.

Le sigarette usa e getta sono più pericolose di quelle normali a combustione?

In merito alle sigarette tradizionali attraverso studi scientifici si ha la certezza del danno che provocano, mentre per le sigarette usa e getta non si hanno ad oggi dati a supporto, scaturiti da studi validati.

Le sigarette usa e getta hanno il 2% di nicotina: possono portare a un’intossicazione di nicotina?

Non possono determinare intossicazioni acute, fatto salvo l’uso continuativo della sigaretta con determinazione della dipendenza.

In Francia sono state abolite. Dovrebbero essere tolte dal commercio anche in Italia?​

Si, a parere della nostra equipe, dovrebbero essere abolite, per la prevenzione della dipendenza in primo luogo e per la salvaguardia dell’aria respirata, tenuto conto dell’immissione di nuove sostanze nell’aria stessa.




Monte Compatri, lotta ai tumori del seno: successo per “Walk for the Cure”

Circa trecento persone di tutte le età hanno partecipato stamattina alla “Walk for the Cure”, la passeggiata a sostegno dei progetti di Susan G. Komen per la lotta ai tumori del seno.
 
Partito da San Silvestro alle ore 10, i partecipanti hanno proseguito la passeggiata verso le pendici  di Monte Salomone e del Tuscolo ammirando il paesaggio e le bellezze naturalistiche della zona.
 
Prima della partenza la consigliera comunale delegata alle Pari Opportunità Ilaria di Grazia ha voluto ringraziare tutte le persone presenti e le associazioni che hanno collaborato alla riuscita della manifestazione: la Pro Loco Monte Compatri, Appha Onlus, la Spartan Sport Academy – sezione running e la Città metropolitana di Roma Capitale che ha patrocinato l’evento.
 
“Grazie a tutti e grazie all’Amministrazione comunale per aiutarci a ricordare quando sia importante la prevenzione che rimane l’arma principale per combattere il tumore al seno – ha spiegato la consigliera comunale – Oltre a questa manifestazione organizzata con la Komen, abbiamo illuminato anche il Palazzo Comunale per sensibilizzare le persone in occasione dell’ottobre rosa”.
 
Era presente alla manifestazione il sindaco Francesco Ferri insieme a tutta l’Amministrazione comunale di Monte Compatri che ha aperto il corteo portando lo striscione della “Walk for the Cure”. L’ultima tappa è stata alla Collina degli Asinelli dove è stato allestito un rinfresco. Nei prossimi giorni verrà comunicato l’importo esatto raccolto che verrà donato completamente in beneficenza.
 
 
 

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Il governo ricorrerà in Cassazione contro l’ordinanza della giudice di Catania che ha annullato il trattenimento nei Cpr di quattro migranti

Sulle “motivazioni di quella sentenza, che si occupa di un migrante, fra l’altro già destinatario di un provvedimento di espulsione, con tesi francamente incomprensibili, tipo le caratteristiche fisiche del migrante adatte ai cercatori d’oro in Tunisia, io non sono d’accordo.

La difesa corporativa che vedo dall’altra parte piuttosto mi preoccupa, perché come un magistrato è libero di dire che un provvedimento del governo è illegittimo, il governo può dire che non è d’accordo senza che questo voglia dire attaccare una categoria”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Sky Tg24 nell’ambito delle celebrazioni ‘Sky 20 anni’

Il governo ricorrerà in Cassazione contro l’ordinanza della giudice di Catania che ha annullato il trattenimento nei Cpr di quattro migranti. Lo ha annunciato alla Camera il ministro Nordio.

“Questo ministro è in perfetta sintonia con l’indirizzo della presidente del Consiglio, cioè perfettamente in linea con ciò che ha detto Meloni”. Lo ha detto parlando di sè in terza persona il ministro della Giustizia Carlo Nordio a proposito del caso della giudice di Catania che ha revocato il trattenimento di quattro migranti da un Cpr.

 “Abbiamo esaminato il provvedimento con attenzione e trovato criticità nell’interpretazione di alcune norme che sono complesse. Nella parte motiva ci sono distonie di ordine tecnico che stiamo valutando assieme ai ministero degli interni che proporrà con noi ricorso per Cassazione” ha detto Nordio al questione time parlando.

“Non mi pare che sia in atto uno scontro istituzionale o che le espressioni usate dalla presidente del Consiglio abbiano per oggetto uno scontro istituzionale. La magistratura è ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere come stabilito dalla Costituzione. Nessuno vuole mettere in discussione il patrimonio della sua autonomia e indipendenza” ha detto il Guardasigilli.




Papa: “Comunione ai divorziati anche senza astenersi dal sesso”

La possibilità che una coppia di coniugi divorziati e risposati acceda alla comunione pur senza astenersi dai rapporti sessuali è “magistero autentico”. Lo dice papa Francesco, a sette anni e mezzo dalla pubblicazione della ‘Amoris Laetitia’, in risposta alle domande avanzate dall’arcivescovo emerito di Praga, card. Dominik Duka, il 13 luglio scorso a nome della Conferenza episcopale ceca.

L’esortazione apostolica apre la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia quando, in un caso particolare, “esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza”, dice una delle risposte.

Bisogna considerare, si legge sito del Dicastero per la Dottrina della fede, che si tratta di un processo di accompagnamento che “non si esaurisce necessariamente con i sacramenti, ma può essere orientato verso altre forme di integrazione nella vita della Chiesa: una maggiore presenza nella comunità, la partecipazione a gruppi di preghiera o di riflessione o il coinvolgimento in vari servizi ecclesiali”. Siamo in presenza, quindi, di un accompagnamento pastorale come esercizio della “via caritatis”, che non è altro che un invito a seguire la strada “di Gesù: della misericordia e dell’integrazione”.

Come ricorda Papa Francesco nella lettera al Delegato della Regione Pastorale di Buenos Aires – dopo il documento esplicativo dei vescovi locali -, Amoris laetitia si basa sul “magistero dei precedenti Pontefici, che già riconoscevano la possibilità per i divorziati in nuove unioni di accedere all’Eucaristia”, purché assumano “l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi”, come è stato proposto da Giovanni Paolo II. Oppure a “impegnarsi a vivere la loro relazione… come amici” come proposto da Benedetto XVI.

Papa Francesco mantiene “la proposta della piena continenza per i divorziati e i risposati in una nuova unione, ma ammette che vi possano essere difficoltà nel praticarla e quindi permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l’amministrazione del sacramento della Riconciliazione anche quando non si riesca a essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa”. D’altra parte, il Dicastero sottolinea che l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, è un “documento del magistero pontificio ordinario, verso cui tutti sono chiamati ad offrire l’ossequio dell’intelligenza e della volontà”. In essa si afferma che i presbiteri hanno il compito di “accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo”.

In tal senso, è possibile, anzi “è auspicabile che l’Ordinario di una diocesi stabilisca alcuni criteri che, in linea con l’insegnamento della Chiesa, possano aiutare i sacerdoti nell’accompagnamento e nel discernimento delle persone divorziate che vivono in una nuova unione”. Il card. Duka nella serie di domande faceva riferimento al testo dei vescovi della Regione Pastorale di Buenos Aires e chiedeva se la risposta di papa Francesco al quesito della sezione pastorale della stessa diocesi di Buenos Aires, possa essere considerata un’affermazione del Magistero ordinario della Chiesa. Il Dicastero afferma senza dubbio che, come indicato nel rescritto che accompagna i due documenti sugli Acta Apostolicae Sedis, questi vengono pubblicati “velut Magisterium authenticum”, cioè come Magistero autentico.