Bullismo e Cyberbullismo: il punto di Luana Campa

Numerosi studi longitudinali provenienti da diversi Paesi condotti sul tema del Bullismo hanno concluso che tale fenomeno porta conseguenze negative per la salute fisica, psicologica e relazionale delle vittime.
Spesso la sofferenza delle vittime di Bullismo si esprime con il rifiuto dell’ambiente scolastico, con la tendenza a evitare di andare a scuola e con il mostrare segni di difficoltà sul piano del rendimento.
I bimbi maltrattati dai compagni fin dalle elementari hanno il doppio di probabilità di soffrire di depressione, abusare di alcol e sostanze stupefacenti negli anni successivi.
Lo dimostra uno studio dell’Università del Delaware, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Pediatrics, che ha analizzato i dati di 4.300 ragazzi seguiti nel corso di cinque anni.
Questi risultati sono strettamente correlati con la frequenza e la gravità degli episodi di vittimizzazione.
Inoltre, numerosi studi hanno anche collegato la condizione di vittima all’elevato rischio di autolesionismo e di pensieri suicidari.
Per quanto invece riguarda la condizione del bullo e gli esiti psicologici, 28 studi longitudinali hanno dimostrato che agire in modo prevaricatorio per lungo tempo può portare a un aumento sia della devianza, sia al rischio di depressione.
I bulli hanno una maggiore probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici, disturbi della condotta, comportamenti a rischio, abuso di sostanze, propensione ad azioni illegali, malesseri fisici, maggiori insuccessi scolastici e professionali, relazioni centrate su dinamiche di potere.
Quando le azioni di prepotenza (offese, parolacce o insulti, derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare, diffamazione, esclusione per le proprie opinioni, aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni) nei confronti della vittima avvengono in Rete si può parlare di Cyberbullismo.
Il Cyberbullismo è un fenomeno che ha caratteristiche simili al Bullismo ma risulta avere degli effetti negativi amplificati, specie sulle giovanissime generazioni.
Le azioni di prepotenza fatte online possono essere più pesanti di quelle che avvengono nel mondo concreto.
La prevenzione del Bullismo e del Cyberbullismo avviene attraverso l’educazione all’empatia, al rispetto dell’altro, all’importanza del gruppo e delle relazioni sociali.
Occorre informare tutti i bambini, i ragazzi e gli adulti dell’impatto emotivo che un’azione di Bullismo o Cyberbullismo può creare, facendo notare che il bullo potrebbe assumere questo comportamento in realtà per nascondere una propria debolezza, o una propria difficoltà sociale.
E’ importante realizzare nelle scuole programmi Antibullismo efficaci, di lunga durata e sistematici, coinvolgendo tutte le componenti della scuola: dagli studenti, ai genitori, agli insegnanti.
Un’altra dimensione importante è la responsabilizzazione degli spettatori.

Occorre coinvolgere la “maggioranza silenziosa” che è spesso testimone di condotte di bullismo, ma non fa niente per fermare la prepotenza. La ricerca ha dimostrato come le risposte degli spettatori siano cruciali per inibire o rafforzare i comportamenti di Bullismo.
Alcuni dei programmi più efficaci, come quelli sviluppati in Norvegia, Svezia, Spagna, si basano sull’addestramento all’empatia, sul principio della gestione democratica delle relazioni interpersonali, sulla risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e altri modi non violenti.
Il programma ha mostrato una significativa riduzione della vittimizzazione nelle scuole in cui è stato implementato.

Avvocato penalista – Criminologa Luana Campa




Elezioni: le solite promesse e gli effetti deleteri svuota casse dello Stato

Una volta sancita per il 4 marzo prossimo la data delle elezioni in Italia, tutti gli schieramenti politici hanno iniziato la loro campagna elettorale alla ricerca di voti a colpi di promesse che mirano direttamente alla pancia degli elettori ma che nella sostanza appaiono difficili e sconvenienti da attuare.

Ancora una volta vige quella tecnica persuasiva della promessa del “milione di posti di lavoro” che purtroppo funziona perché l’elettore (medio) italiano premia il miglior “mercante” e non considera o disconosce gli effetti collaterali che altri nel futuro dovranno fronteggiare. Da sinistra a destra quel che si leva è una risibile lotteria basata su quale tassa risulti la più indigesta tale da diventare subito uno slogan “acchiappa voti” senza che poi venga spiegato quali possano essere gli interventi necessari a coprirne il buco derivato.

La nuova coalizione di centro destra

Il trio Salvini, Meloni e Berlusconi gioca la propria credibilità nella cancellazione della legge Fornero del 2011 che tanto angustia i lavoratori che avevano sottoscritto accordi aziendali che prevedevano il pensionamento di vecchiaia anticipato rispetto ai requisiti in precedenza, divenuta poi categoria degli “esodati”. La ragioneria generale dello stato ha calcolato che il risparmio ottenuto dalla cancellazione della legge si aggirerebbe intorno a 300 miliardi di euro in un lasso di tempo esteso a circa 40 anni. Apparentemente potrebbe sembrare una “giudiziosa” proposta con finalità di beneficio a lungo termine se non fosse che in un decennio i costi salirebbero a dismisura con un primo appuntamento inesorabile tra un paio di anni di circa 24 miliardi da dover rimettere per forza nelle casse dello Stato.

Il centro sinistra

Il PD di Renzi

A sinistra le cose non sembrano diverse. Il PD di Renzi torna sui suoi passi promettendo l’abolizione della tassa relativa al canone Rai introdotta proprio dal PD. Renzi ha commentato: “Si può garantire il servizio pubblico abbassando il costo per i cittadini” ma anche questa strategia elettorale ha i suoi effetti collaterali se consideriamo che nelle casse dello Stato verrebbero a mancare ogni anno circa 1 miliardo e 700 milioni di euro.

Liberi e Uguali

La sinistra di Grasso con Liberi e Uguali, in linea con gli altri, ha proposto invece l’abolizione delle tasse universitarie che causerebbero un ammanco di circa 1 miliardo e 600 milioni di euro.

Il solito gioco delle promesse

Sembra un gioco di promesse fatte alla pancia dell’elettore che il più delle volte ignora o non gli vengono spiegate le strategie da dover mettere in atto a copertura degli ammanchi nelle casse dello Stato. Come non ricordare che nel “tragico” dicembre del 2011 fra le lacrime della Fornero e il crac nazionale che il governo dei Tecnici di Monti doveva urgentemente scongiurare, alla Camera si approvò a larghissima maggioranza l’introduzione della riforma sulle pensioni che vide astenersi la Lega ma che ebbe il voto a favore sia di Silvio Berlusconi che di Giorgia Meloni. Questa non sembra politica ma un pietoso raggiro sulla pelle dei cittadini che silenti subiscono da decenni una forma di campagna elettorale che dovrebbe invece trovare strategie e idee innovative per migliorare e perfezionare ciò che in campo esiste già ma che per mille motivi non è stato mai gestito a dovere. Mancano quei tecnicismi tesi alla valutazione e all’impiego delle risorse attualmente disponibili che con un giusto e rigoroso controllo potrebbero evitare che si debba ricorrere a promesse che da un lato alleggerirebbero la pressione fiscale ma dall’altro andrebbero a danneggiare e sfavorire coloro che domani dovranno fare i conti con politiche “svuota casse”.

Dispiace che al momento in campagna elettorale siano sparite quelle promesse di combattere seriamente le cattive condotte gestionali che portano allo spreco del denaro pubblico e in primis la lotta senza quartiere contro l’evasione fiscale. Sarebbero queste promesse utili e credibili che porterebbero verso un reale e concreto alleggerimento della pressione fiscale, le altre sono specchio per le allodole offensive per l’intelligenza degli italiani.
Paolino Canzoneri




Nemi: è emergenza rifiuti sul tutto il territorio

NEMI (RM) – Nemi invasa dai rifiuti con i cassonetti grandi stracolmi di immondizia e ingombranti. Da sabato scorso la raccolta dei rifiuti, tolti i piccoli raccoglitori, sembra essersi paralizzata.

In via Parco dei Lecci tutti e tre i cassonetti su strada sono pieni di immondizia. In piazza alle Colombe su via Acquedotto Fontana e per la strada che porta a piazza della Rinascita la situazione è davvero allarmante con buste di plastica e scatole che addirittura vengono poggiate fuori dai cassonetti. Anche la stessa piazza non è stata risparmiata dallo scempio dei rifiuti. In via De Sanctis e piazza Roma la situazione non cambia tra scatole, immondizia e buste che ormai si trovano anche sulla strada. Sulla via Nemorense centinaia di bottiglie sono a terra vicino alla campana per il vetro. Decine e decine di scatoloni si godono il belvedere di fronte al lago.

 

Una situazione indecente che non è affatto sconosciuta al Comune

L’amministrazione ha contestato per episodi passati (non certo questi accaduti durante le feste) a Lazio Ambiente S.pA., tra gli altri disservizi, anche il mancato svuotamento dei cassonetti da 2400 litri per la rottura del camion di carico laterale e il mancato passaggio della spazzatrice per la pulizia ordinaria delle strade, il tutto per un pubblico disservizio che ammonta a 13 mila e 500 euro.

A dicembre il credito vantato dalla Lazio Ambiente S.p.A. nei confronti del Comune di Nemi ammontava a oltre 135 mila euro per le ultime fatturazioni e per una fattura di marzo del 2015 che sembrerebbe non essere mai arrivata. Tra dare e avere e disservizi vari che l’amministrazione ha imputato alla Lazio Ambiente si è provveduto a stilare un atto di transazione tra le parti. Fatto sta però, che il 2018 è iniziato all’insegna di disservizi molto evidenti.

 

La spazzatura per le strade è tanta

Non c’è ombra di annunci che lascino presagire che dall’oggi al domani possa davvero partire la tanto agognata raccolta porta a porta su tutto il territorio che è stata strombettata in lungo e in largo in campagna elettorale grazie anche ai proclami del Consigliere Giovanni Libanori il quale annunciava addirittura di aver siglato una convezione con Ariccia che avrebbe permesso al Comune di Nemi di partire subito con il servizio.

 

Il sito della vergogna

Ma aldilà di quell’annuncio fatto in campagna elettorale non si sa nulla e mentre Ariccia vola oltre il 70 % di raccolta Nemi continua ad avere un sito in via della Radiosa che sulla carta non esiste, bocciato in conferenza dei servizi da Acea, ed è anche contro legge perché si trova a soli 200 metri dal pozzo che serve l’acqua potabile alla cittadinanza in un area verde dove i cassonetti sono sempre strapieni e dai quali percola l’immondizia direttamente sul terreno, dove c’è un cancello sempre aperto che permette anche ai non residenti di gettare qualsiasi rifiuto, ingombrante, olii esausti, elettrodomestici e chi più ne ha più ne metta.

 

Differenziata al solo 4%

E invece siamo al 9 gennaio, le elezioni sono ampiamente passate e Nemi rimane l’unico comune dei Castelli Romani ad avere una differenziata pari al 4%, la scuola che ogni anno perde sempre più studenti e l’ordinaria amministrazione che arranca e fa fatica ad essere effettuata come la cura del verde e la manutenzione delle ricchezze sul territorio come il fontanile, i sentieri, la valle del lago. Niente a che vedere con paesini che somigliano a Nemi come Spello ad esempio dove i balconi sono tutti in fiore, non c’è una carta per terra, il turismo è il perno che muove l’intera economia e porta ricchezza e lustro. Del resto Nemi è stata ribattezzata da qualcuno “Salotto d’Europa” ma ad oggi non c’è immagine più lontana.

 




Grande abbuffata: dieta subito per perdere i chili di troppo? Ecco i consigli degli esperti

Con l’anno nuovo ci proponiamo tutti dei buoni propositi e tra questi anche di togliere i chili di troppo presi durante i quindici giorni natalizi, ma non sappiamo per la maggior parte delle persone come ritornare ad una discreta forma fisica in tempi più o meno celeri restando in salute e mantenendo un aspetto salutare.

Durante le feste ci siamo lasciati andare un po’ tutti a “piccoli peccati di gola” con dolciumi, panettoni di vario genere o a i primi piatti tipici natalizi tradizionali che caratterizzano ogni regione d’Italia e così inevitabilmente ci siamo ritrovati in questi giorni qualche fastidioso chiletto che ci provoca disagio con la sensazione di gonfiore e ci fa rinunciare al tanto amato jeans stretto o al tubino che teniamo ben custodito nel guardaroba. Ma come possiamo perdere i chili di troppo presi durante le feste natalizie e ritornare ad una discreta forma fisica?

Che tipo di alimentazione dobbiamo adottare e che tipo di attività fisica dobbiamo svolgere dopo il periodo post-natalizio?

L’Osservatore D’Italia ha voluto porre queste domande su come togliere i chili di troppo dopo la grande abbuffata natalizia a due professionisti del settore, il Dott. Biologo Nutrizionista Stefano Scafuri, laurea conseguita presso l’Università Federico II di Napoli, attualmente collabora con vari studi in tutta la Campania tra cui a Monte di Procida al “Centro Diagnostica Medica”, ed il Dott. Andrea Miele diplomato in Osteopatia, Laurea in Scienze motorie e proprietario del Club Miele Associazione sportiva, insegnante e partecipazione a vari corsi.

Dott. Stefano Scafuri come possiamo togliere i chili presi durante il periodo natalizio?

Con l’Epifania che tutte le feste porta via arriva il momento di fare un bilancio di queste feste natalizie. Come ogni anno, nonostante i buoni propositi, ci si ritrova con qualche chilo di troppo, con la sensazione di pesantezza e gonfiore addominale. Le prime regole per affrontare un felice ritorno alla normalità sono di evitare di salire sulla bilancia e di disfarsi delle montagne di dolcetti e cioccolatini che fanno bella mostra di sé all’ingresso o sul tavolo della sala da pranzo. Sono giorni infatti quelli passati che si sa, caratterizzati da prelibatezze in ogni pasto e nonostante abbiamo cercato di desistere dal consumarle c’è poco da fare: in un momento o in un altro abbiamo ceduto alla tentazione di succulenti piatti o golosissimi dolci. Sebbene abbiamo strutturato un programma integrato di alimentazione ed esercizio fisico nelle settimane precedenti le feste, il peso accumulato durante le feste natalizie può, se non si riprende immediatamente la retta via, determinare un incremento generale che contribuisce al sovrappeso e/o obesità in futuro.

Come comportarci quindi?

Il mio consiglio è di abbandonare il luogo comune di fare tutto “LENTO E GRADUALE” perché non serve a nulla, anzi, vi rema contro!

Esiste il concetto definito set-point ossia un complesso meccanismo all’interno dell’organismo umano che cerca di mantenere il livello di grasso corporeo in un intervallo più o meno stabile. Questo livello di grasso corporeo pre-determinato è dipendente da un ormone prodotto dal grasso corporeo stesso, la leptina. Per far sì che tale intervallo non si stabilizzi a nostro sfavore sono fondamentali i primi giorni post-feste per recuperare ed in particolare è vantaggioso privilegiare nel primo dei pasti con buone quantità di frutta (centrifuga di kiwi e ananas) e verdura (carota, sedano, cipolla, bietola, spinaci, radicchio sono deliziosi anche sbollentati, conditi con un filo d’olio e una spolverata di spezie) per depurarsi dalle tossine in eccesso, liberare l’intestino dalle scorie e contemporaneamente reidratare il corpo. In tal senso anche le tisane possono essere molto utili e in particolare il the verde o un infuso a base di menta, finocchio, liquirizia o cardo mariano. Il nostro organismo si svuota dall’eccesso di carboidrati sotto-forma di glicogeno ( il motivo per cui ci sentiamo gonfi) iniziando ad attingere energia dalle riserve di grasso.

Il secondo giorno post-feste può essere caratterizzato invece dall’introduzione di una minima concentrazione di carboidrati sotto forma di cereali e da pasti tendenzialmente proteici (carni bianche o pesce) accompagnati da tanta acqua e da una buona dose di verdura fresca; i CHO permettono di sostenere l’attività del fegato mentre le proteine sono fondamentali per mantenere attivo il tessuto muscolare pur permettendo all’organismo di attingere alle sue scorte adipose.

Dott. Andrea Miele che tipo di attività fisica ci consiglia dopo le feste?

Rifacendomi al discorso preciso e competente del Dott. Stefano Scafuri ritengo funzionale integrare il movimento fisico come strategia per accelerare il metabolismo e quindi il processo definitivo di dimagrimento in questo caso post festività natalizie. Dopo questi quindici giorni di festività è una buona prassi preparare la mente e il corpo ad un Gennaio all’insegna di una buona educazione alimentare e motoria.

Le domande che tutti si pongono: attività aerobica o anaerobica per perdere chili?

La risposta è tutte e due, ma dipende dall’obiettivo se è a breve, medio o lungo termine. Se l’obiettivo è rimettersi subito in forma, meglio dare subito una svolta dinamica alla giornata e preferire le attività aerobiche a quelle anaerobiche e quindi concentrarsi più sulle calorie che sui grassi. A mio avviso sarebbe opportuno scegliere un esercizio fisico basato sulla durata, sulla resistenza, in questo modo si utilizzeranno grandi quantità di ossigeno che aiuteranno i muscoli a lavorare bene e l’organismo a bruciare più calorie. Il mio consiglio è quello di praticare attività all’aperto come camminata, la corsa, il ciclismo, ma anche lo sci di fondo o il nuoto, questo perché permette di prendere una bella boccata di ossigeno soprattutto dopo le ore passate a tavola. Bisogna in questo momento puntare più sulla durata a bassa intensità, non sulla forza e la potenza, quindi camminare e pedalare sono due semplici attività che migliorano la funzionalità cardio circolatoria, l’attività respiratoria e metabolica attivando le nostre energie primordiali utilizzando i nostri schemi motori di base. Il mio consiglio è iniziare mettendoci volontà, impegno e costanza, dedicando tre-quattro volte a settimana all’esercizio fisico. Un’altra buona pratica è quella di iniziare il nuovo anno scrivendosi in palestra, prediligendo le attività aerobiche per iniziare a smaltire i chili di troppo.

Concludendo: utilizzare i nostri schemi motori di base, le nostre capacità motorie e condizionali stimoleremo il nostro sistema muscolo scheletrico attraverso l’allenamento a bruciare inizialmente le calorie e man mano i grassi

Giuseppina Ercole

 




Tutti pazzi per il “Callendismo”: boom su Twitter

La parodia in salsa castrista del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, comparsa pochi giorni fa su twitter, è riuscita. Tanto che lo stesso ministro, quello vero, ha commentato: “Ecco ho trovato la mia collocazione politica”. Tutto ha avuto inizio il cinque gennaio, quando “Carlo Callende”, rivoluzionario che si rivolge al “pueblo italiano”, ha lanciato la sua battaglia sotto le insegne dell’hashtag #callendismo. Tanto è bastato a far sì che il ministro, molto attivo sul social network, lo premiasse in visibilità aderendo pubblicamente – e ironicamente – al movimento.

Ecco ho trovato la mia collocazione politica. https://t.co/vQYqzJJsb1

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 7, 2018

La prima battaglia di Callende, il cui nome è chiaramente ispirato a quello del politico cileno marxista Salvador Allende, riguarda il canone Rai. Pochi giorni fa il ministro si era scontrato con il segretario del Pd Matteo Renzi, che aveva rilanciato la sua idea di abolire il canone sostituendolo con un finanziamento pubblico. Calenda aveva subito twittato: “Spero che l’idea di abolire il canone RAI sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del Pd per campagna elettorale. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”. Mai si sarebbe aspettato che in suo aiuto sarebbe accorso un improbabile alter ego con tanto di logo (falce e martello formata da tastiera, mouse e uccellino di twitter) e di proclami sandinisti in spagnolo maccheronico: “Caros @matteorenzi, abolires il #canonerai sostituendolos con un finanziamentos de los Statos es como farse prestar 1 euros da un amigo y duepo andares al bar y ofrir el cafe a cuel amigo. Pagamos siempre nosostros. #venceremos #callendismo”. Nell’epoca dei social network la comunicazione è un affare di inestimabile valore, e come insegna il “libretto rosso” del compañero Callende, mutuato da una celebre battuta del film “Bianco, Rosso e Verdone”: “Esto twitter po esse fero y po esse pluma.”

Caros @matteorenzi, abolires il #canonerai sostituendolos con un finanziamentos de los Statos es como farse prestar 1 euros da un amigo y duepo andares al bar y ofrir el cafe a cuel amigo. Pagamos siempre nosostros. #venceremos #callendismo

— Carlo Callende (@CarloCallende) January 5, 2018




Pietro Grasso all’assemblea di Liberi e Uguali: “Niente favole come l’abolizione del canone Rai”

“Voglio tornare a essere attivista, come lo ero a vent’anni”. Il presidente del Senato Pietro Grasso parla da “ragazzo di sinistra”, come lui stesso si era definito la scorsa estate lasciando intuire la propria discesa in campo a fianco degli ex-scissionisti Pd come candidato premier. E lo fa di fronte alla platea dei delegati di Liberi e uguali, convenuti all’hotel Ergife di Roma per l’assemblea nazionale, con un intervento relativamente breve e asciutto nello stile. Che non ha però lesinato bordate da campagna elettorale agli avversari e proposte forti, come quella sull’abolizione totale delle tasse universitarie, mutuata dal leader laburista britannico Jeremy Corbyn, il cui slogan elettorale campeggiava dietro al palco, stabilendo anche visivamente una connessione col modello inglese.
I giornalisti chiedono delle alleanze, ma all’Ergife il mantra è “si vedrà dopo il 4 marzo”. Lo ripete lo stesso Grasso: “Di alleanze si parlerà dopo il 4 marzo, saremo aperti e inclusivi per tutti quelli che la pensano come noi”. Solo Pierluigi Bersani si spinge oltre, affermando che Leu “parlerà con tutti, tranne con la destra ma per una questione di igiene mentale”.

“Noi rimedio contro i populismi”

“Sarò felice di essere il vostro caposquadra”, dice Grasso prima di illustrare la piattaforma programmatica di Leu e di citare apertamente Corbyn, affermando che la sua formazione lotterà “per i molti non per i pochi”, e che “il nostro impegno non finirà il 4 marzo, perché abbiamo un progetto molto più ambizioso”. Il neoleader prova a galvanizzare i suoi: “Ci aspettano settimane di intensissimo lavoro. È solo l’inizio per cambiare l’Italia, per dare una svolta. Vedo gente rassegnata, impaurita, delusa, con lo sguardo basso. I populismi soffiano sulle paure e noi abbiamo il coraggio di reagire e porre rimedio a tutto ciò. Siamo eredi degli uomini e delle donne che 70 anni fa ci liberarono dal fascismo dandoci la libertà, siamo orgogliosi di credere nella democrazia parlamentare e pronti a lottare fino in fondo per realizzare i principi della costituzione”.

Attacco a Renzi

Al momento di declinare le proposte, arriva la staffilata: “Faremo proposte serie e concrete, a differenza delle irrealizzabili favole che raccontano gli altri partiti. Renzi – attacca Grasso – ha detto che vuole abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta pochi mesi fa. Berlusconi ne ha dette così tante in 25 anni, scegliete voi la più clamorosa. Salvini per qualche voto in più se la prende con lo Ius Soli, e il Movimento 5 Stelle cambia sempre idea. Noi siamo l’unica alternativa credibile”. Qualche secondo dopo, però, ecco la proposta di abolire tutte le tasse universitarie, su cui già si sta sviluppando un dibattito (anche interno, stando a quanto affermato da Vincenzo Visco) sull’effettiva realizzabilità, che secondo Grasso “costerà 1,6 miliardi di euro”.

Altro elemento fondamentale della piattaforma di Leu, il lavoro, con lo smantellamento del renziano Jobs act: “La nostra battaglia – assicura Grasso – sarà far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato. Serve un nuovo contratto a tutele crescenti, che reintroduca le garanzie tolte dal Jobs Act. Gli altri aboliscono le tasse, noi aboliamo il precariato”. Un occhio di riguardo, dato il passato da magistrato, sarà ovviamente riservato alla lotta “senza quartiere” all’evasione, dove si pensa di recuperare 50 miliardi, e alla selezione dei candidati, per i quali “non basterà quanto previsto dalla legge Severino”. Sull’Europa, per Grasso “l’Italia non potrà avere un futuro fuori dalla Ue ma la Ue non potrà avere un futuro senza rivedere in profondità i trattati e senza chiudere con l’austerità”.

Boldrini: “Sullo ius soli un grande tradimento”

Nel corso del suo intervento, Grasso ha idealmente accolto Laura Boldrini in Leu, chiamando la platea all’applauso, e la presidente della Camera ha incentrato il suo intervento sui temi a lei più cari, a partire dai diritti civili e le pari opportunità, non prima di aver espresso con forza il proprio rammarico per l’affossamento dello ius soli, da lei considerato un “grande tradimento” per fini elettoralistici. Sulla questione femminile, Boldrini ha osservato che “la maggior parte delle donne in Italia oggi non ha accesso al lavoro. È il medioevo ed è inaccettabile che ci sia il soffitto di cristallo. Basta il club esclusivo per soli uomini: siamo il 51% della popolazione, non siamo una minoranza esigua, ci siamo ed esigiamo rispetto”.

Quali regole per i candidati?

L’assemblea era stata convocata anche con lo scopo di mettere ai voti la road map che porterà alla scelta dei candidati, secondo criteri approvati poi praticamente all’unanimità, come l’incandidabilità anche per gli indagati o i rinviati a giudizio per una serie di reati, tra cui quelli di mafia, terrorismo e reati ambientali. È stato anche deciso che domani e il 9 una serie di assemblee aperte valuteranno i candidati, le cui liste saranno approvate definitivamente entro il 22 gennaio. Tra la cause di incompatibilità, anche l’aver già sostenuto due mandati parlamentari, salvo la concessione di deroghe “limitate e motivate”, che saranno verosimilmente riservate a leader di lungo corso come Bersani e D’Alema.




Arcore, vertice Berlusconi, Salvini e Meloni: centrodestra unito alle prossime elezioni

“Ufficializzata la composizione della coalizione a quattro con Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e quarto Polo. Tra le decisioni di oggi anche quella di costituire due delegazioni comuni, che si incontreranno già martedì prossimo, per definire i dettagli del programma e dei collegi. Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi”. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa al termine del vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

Tra i primi passi dell’azione di governo di Centrodestra che uscirà dalle politiche del prossimo 4 marzo ci sarà “la revisione del sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero“. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa al termine del vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.

“Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi. Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per motivi personali non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato”. Lo si legge nel comunicato congiunto del vertice del centrodestra ad Arcore.

Intanto via twitter arrivano i nuovi loghi per le elezioni di Forza Italia e della Lega, pubblicati dai rispettivi leader.

“Oggi vi auguro #BuonaDomenica mostrandovi in anteprima il nostro simbolo per le #elezioni del 4 marzo. Anche con questa nuova legge elettorale votare è molto facile: basta barrare il logo di Forza Italia!”: così il leader di Forza Italia che pubblica il nuovo logo di Forza Italia dove dentro un cerchio blu e sotto la scritta “Forza Italia”, campeggia “Berlusconi presidente”.




Elezioni politiche del 4 Marzo: aggiungi un posto in aula, c’e’ un partito in piu’…

L’agognata data della “liberazione” di queste quattro ultime legislature, prive del consenso popolare, verrebbe celebrata il 4 marzo 2018. Così sembra essere deciso. Giunge finalmente ad esaurimento la manna caduta dalle segreterie dei partiti agli autonominati, salvi, naturalmente i vitalizi.

Questa legislatura sorretta e puntellata con la stampella dei transfughi, giungerebbe al suo epilogo

Il segnale “sciogliete le righe” ormai è suonato. Pisapia si è defilato definitivamente e Angelino Alfano, letteralmente fulminato e bruciato sulla strada regionale siciliana, batte la ritirata e lasciando la politica poltronificia dice di voler cercare un lavoro a marzo. L’Italia ne prende atto e riconoscente lo saluta chiedendo a chiunque lo possa e voglia aiutare a trovargli un posto, facendosi avanti…
Si voterà a marzo, per chi, per cosa?

A seguito della delibera del Consiglio dei Ministri, datata 28.12.2017, il 4 marzo si terranno le votazioni politiche per il 2018

Votazioni politiche è impropriamente detto perché per come si è impoverita la politica con il 4 marzo s’intende la data fissata per un concorso statale per un migliaio di assunzioni a Palazzo Montecitorio, un edificio storico di Roma, che si affaccia su piazza del Parlamento. Le condizioni d’ingaggio sono considerate le più allettanti, elevate remunerazioni, rimborsi, diarie, ferie pagate, riposi ad libitum, sede di lavoro confortevole e oltre alla buona uscita, una pensione dignitosa assicurata. Queste condizioni da paese di Bengodi, naturalmente, hanno scatenato il finimondo e le richieste di assunzioni aumentano a dismisura.

Il primo ad affrettarsi è stato Pietro Grasso, presidente del Senato, lasciando il Pd, si è iscritto all’aggregazione “Liberi e Uguali”

Non ha tardato ad aggregarsi alla kermesse di Grasso la presidente (presidenta/presidentessa?) dell’altra aula istituzionale, la signora Boldrini, meglio conosciuta come lady Montecitorio,indefessa guerriera e sostenitrice della crociata contro le fobie, meritevole anche lei di una menzione vicino alle grandi donne, la Giovanna d’Arco 2.0 accanita avversaria delle fake news.
Strano caso però dei due presidenti delle due camere con due cuori che battono all’unisono verso la sinistra. I presidenti delle due camere dovrebbero essere come la moglie di Cesare, apparire oltre che essere. Per i presidenti è stata cosa impossibile perché spesso sono andati dove li portava il cuore. I circensi hanno eretto le loro tende in piazza e all’unisono urlano: entrate, entrate, non c’è scandalo, solo da ridere. Invece lo scandalo c’è ed anziché ridere c’è solo da piangere.

Sono arrivati da ogni angolo della Penisola, spuntati fuori da ogni ceto sociale, lasciando dietro carriere, attività ed interessi

La meta da raggiungere è golosa, e così al bando di Montecitorio si sono iscritti animalisti, liberi cacciatori, personaggi dello spettacolo, comici e soubrette, personaggi dello sport, dell’informazione, allevatori, commercianti e consumatori. A casa sono rimasti i bambini, i senzatetto, gli indigenti e i disoccupati. Liste surrogate, simboli di partiti in comodato d’uso per raggirare la legge, unione incestuosa tra radicali e democristiani, tanta confusione per destabilizzare l’opinione pubblica.

In tutto questo “bazaar festival” del bene del Paese non si fa il minimo cenno

La folle corsa al primo posto non si arresta, come nel gioco infantile delle sedie. Tutti sgomitano alle prove senza nemmeno munirsi, a dirla con il presidente, con la cassetta degli attrezzi. Si presentano impreparati ignari di cosa devono fare, cosa devono dire, come devono rispondere. Ai vecchi arnesi della politica tutto ciò fa comodo, cosa si deve dire glielo diranno loro, cosa dovranno fare ci penserà la segreteria centrale, come si dovrà votare basta seguire le istruzioni del capo bastone. In effetti, alla gente cosa si deve dire? Niente di specifico, tutto sproloquio generico, discorsi per sommi capi. Parola d’ordine: denigrare l’avversario politico, criticare quanto già è stato fatto dagli altri e promettere di planare laddove altri non hanno osato volare. Sacchi e pacchi pieni zeppi di cianfrusaglie, cose irrealizzabili, promesse colorate e multiformi, odoranti, da mille miglia, di merce elettorale avariata.

Il debito pubblico, le partecipate, i vitalizi e altri fili di alta tensione se ne guardano bene dal toccarli

I veri temi, nodi da sciogliere dai futuri legislatori: lavoro, abitazione, giustizia, immigrazione e sicurezza, sono mete irraggiungibili ai candidati di questa tornata elettorale. In parte perché a tanti manca l’attrezzatura e poi perché sono temi fino ad ora lasciati sotto il tappeto e sollevando quel tappeto si provocherebbe un violento impatto fra grandi e piccoli interessi di bottega, un’insurrezione delle lobby, cosa che fino ad oggi nessun governo ha osato sollevare, restando sempre e cautamente distante da una spending review degna di quel nome.

E’ abbastanza scontato, c’è solo d’ attendere. E’ la solita storia, tutto cambia affinché nulla cambi

Per il 4 marzo, Rossella O’Hara. avrebbe sospirato con ottimismo: “domani è un altro giorno” e il Paese , incrociando le dita sta mormorando: Chi vivrà vedrà dove porterà questo vento del Levante, rafficoso e foriero di malessere e depressione, vento che sta insidiando il già compromesso equilibrio sociale ed economico del Paese.

Emanuel Galea




Nemi, più rifiuti e meno residenti: chi paga?

NEMI (RM) – Un aumento di quasi l’8% in soli tre anni della quantità di rifiuti urbani non differenziati raccolti nel comune di Nemi e trasportati in discarica. La piccola cittadina, situata nel cuore del parco regionale dei Castelli Romani ha visto aumentare i propri rifiuti indifferenziati dalle 1.532,960 tonnellate del 2013 alle 1.649,340 tonnellate del 2016, registrando quindi un aumento assoluto pari a 116,38 tonnellate di rifiuti. E la popolazione di Nemi, nel periodo 2013/2016, se rapportata alla produzione di rifiuti non è affatto aumentata, anzi è diminuita. Infatti al 31 dicembre del 2013 il paese delle Fragole contava 1967 unità e 844 famiglie per scendere successivamente alle 1910 unità di popolazione residente e 818 famiglie al 31 dicembre del 2016.

Come spiegare allora il sostanzioso aumento della produzione di rifiuti indifferenziati?

Occorre considerare diversi fattori, primo fra tutti quello della mancanza di raccolta differenziata sull’intero territorio comunale che ancora oggi non è decollata a causa di scelte sbagliate riguardo l’individuazione di un sito idoneo per la collocazione di un’isola ecologica indispensabile per far partire una raccolta virtuosa dei rifiuti, come accade nella restante area castellana, raccolta virtuosa che a Nemi viene effettuata su una piccola parte del territorio comunale nella misura di circa il 4%. E così, la cittadina delle fragole per molti incivili si trasforma in “un’isola felice” dove andare a gettare rifiuti di ogni genere per sfuggire, probabilmente, al censimento del proprio comune di appartenenza, quindi evadere la tassa sui rifiuti.

E Nemi offre tanti angoli dove poter gettare indiscriminatamente la mondezza abusiva

Uno di questi si trova in via della Radiosa, alle spalle dello stadio comunale, dove esiste un’area recintata, provvista di cassonetti, utilizzata per lo scarico e il carico dei rifiuti cittadini. Un’area che non dovrebbe esistere in quel posto in quanto nelle immediate vicinanze è presente un pozzo di acqua che serve la popolazione. E la legge, quella che dovrebbe essere uguale per tutti, vieta espressamente qualsiasi attività legata ai rifiuti in presenza di pozzi di acqua. Ma ad oggi, nonostante tutte le Autorità competenti siano al corrente di questa situazione di degrado, quest’area prosegue ad ospitare un’attività di gestione dei rifiuti e con i suoi cancelli spalancati in alcune ore della giornata sembra invitare gli incivili ad abbandonarci la mondezza. E la società incaricata dal Comune di Nemi del servizio per la raccolta, lo spazzamento e smaltimento dei rifiuti la Lazio Ambiente S.p.A. intanto sembra arrancare nello svolgimento delle proprie manzioni

Nel recente passato sono emerse, infatti, per detta degli stessi amministratori comunali delle pesanti criticità

La mancanza di operatori durante determinati periodi di tempo, il mancato ritiro dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata che non viene regolarmente eseguita, il mancato svuotamento dei cassonetti da 2400 litri per la rottura del camion di carico laterale, non prontamente rimpiazzato e/o sostituito e il mancato passaggio della spazzatrice per la pulizia ordinaria delle strade. Criticità queste che hanno comportato un pubblico disservizio stimato in 13.500,00 euro.

Ma anche il Comune sembra arrancare con i pagamenti

Lo scorso dicembre la società Lazio Ambiente S.p.A. risultava creditrice nei confronti dell’Ente locale della somma di 135.289,71 Euro per le ultime fatturazioni e per una fattura del marzo del 2015 che pare, per detta degli amministratori, non essere mai pervenuta. Una questione, tra disservizi e mancati pagamenti che si è conclusa con un atto di transazione.

Un fenomeno quello dell’abbandono dei rifiuti che grava interamente sulle spalle dei nemesi

Pur diminuendo, tra il 2013 e il 2016, come popolazione, i cittadini di Nemi hanno visto aumentare il carico dei rifiuti conferiti in discarica. Un problema annoso dunque per l’unico paese dei Castelli Romani che non attua la differenziata sull’intero territorio comunale e che nonostante qualche proclama elettorale non è riuscito ancora ad associarsi con altro Comune per far partire la raccolta virtuosa.

Rifiuti, foto trappole e casse comunali

E intanto, senza troppa pubblicità che potrebbe essere un buon deterrente, si contrasta il fenomeno dell’abbandono rifiuti con qualche foto trappola, che porta il vantaggio di rimpinguare le casse comunali grazie alle sanzioni amministrative. Monnezza come risorsa per fare le multe?

L’ordinario, lo straordinario e l’assuefazione

Storie ormai di normale dis-amministrazione per le quali l’assuefazione la fa da padrona e ciò che dovrebbe essere l’ordinario lo si confonde con lo straordinario e viceversa.
Probabilmente fra altri 4 anni ci troveremo ancora a scrivere di proclami e progetti per il futuro, di navi che affiorano dal lago portando Nemi alle cronache mondiali, di altri gemellaggi, chissà se con New York, di parcheggi multipiano, di completamento edifici scolastici e chi più ne ha più ne metta.

“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”. Così è scritto sul Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR a Roma. Visti i fatti manca: “d’ingenui”.




Marsala, il Vicesindaco Agostino Licari tira un primo bilancio sull’anno appena concluso

MARSALA (TP)“Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno” disse Gramsci. La città di Marsala ha salutato il 2017 con la consapevolezza che dietro la porta di un capitolo appena chiuso vi sono gioie e dolori, due facce della stessa medaglia che convivono e si controbilanciano; da un lato c’è un’amministrazione che ha saputo rafforzare la sicurezza, implementando le pattuglie per le strade, a piedi ma soprattutto ha ripristinato e potenziato il sistema di videosorveglianza; dall’altro lato invece vi sono stati episodi di violenza che hanno interessato diverse aree del centro storico.

Il sistema dei trasporti pubblici è stato migliorato tra il 2016 e il 2017 con l’acquisto di 6 nuovi mezzi e la sostituzione di altri che erano usati; diverse strade sono state messe in sicurezza attraverso il riempimento delle cavità presenti. Per quanto riguarda la raccolta differenziata il Comune di Marsala è intorno al 55-60%. L’illuminazione pubblica rimane ancora un problema in molte zone della città, dal centro alle periferie. Il Comune si è certamente adoperato nella riparazione dei lampioni e semafori non funzionanti. Sicuramente i furti di rame, che si sono susseguiti, hanno ulteriormente gravato i problemi d’illuminazione, ma ad oggi, in molte zone del marsalese, il buio permane su amplia scala e certamente i cittadini chiedono sicurezza delle strade da loro percorse. L’altra faccia della medaglia è che 248 precari del Comune di Marsala saranno stabilizzati.

Si è parlato anche del Porto Turistico e nel 2017 si è concluso l’Iter burocratico, con l’auspicio che nel corso dei primi sei mesi del 2018 si possano iniziare i lavori. Una medaglia con due facce; quella attiva dell’amministrazione che si adopera quanto più possibile nel rendere fruibili i servizi per i cittadini e la triste e spietata realtà che non sempre va di pari passo con la legge applicata; una bilancia che non è ancora riuscita a trovare un equilibrio stabile, che spesso pende sul lato sbagliato ma che attraverso la mistura di tutti gli elementi sopracitati e grazie anche agli errori e le imperfezione, cerca di migliorarsi quanto più possibile.

 

Noi abbiamo intervistato il Vicesindaco Agostino Licari

– Che anno è stato il 2017 per il Comune di Marsala?
Un anno positivo perché abbiamo nella pianificazione abbiamo alcune cose che man mano si stanno attuando su diversi fronti per quanto riguarda le deleghe di mia competenza. Abbiamo avviato la procedura per la stabilizzazione, grazie alle leggi del Governo regionale precedente e del Governo nazionale attuale, per stabilizzare i 248 lavoratori precari del Comune di Marsala.

– Avete raggiuto tuti gli obiettivi che vi eravate prefissati?

Si. Per esempio in termini di rifiuti, siamo riusciti a incrementare ulteriormente la raccolta differenziata, passando al 55% e determinando un ulteriore riduzione del costo complessivo della raccolta. Ricordiamo che nel 2015 avevamo un costo della raccolta dei rifiuti che si aggirava intorno ai quasi 15 milioni di euro, a fine 2017 siamo a 13 milioni e mezzo. Una riduzione sensibile del costo, nonostante il costo medio del conferimento in discarica sia quasi raddoppiato, considerando che nel 2015 era di 80 euro a tonnellata, nel 2017 siamo a 140 euro. Quasi raddoppiato il costo. Nonostante ciò, grazie a questo obiettivo che ci eravamo prefissati, ci siamo riusciti.  

– La sicurezza è senz’altro un tema che sta molto a cuore ai cittadini marsalese, anche a seguito di tristi episodi di violenza urbana che si sono verificati in pieno centro storico. A tal proposito ci eravamo sentiti lo scorso anno: come reputa il lavoro svolto su questo fronte?

Abbiamo implementato la videosorveglianza e anche quella per le discariche. Così come abbiamo implementato ulteriormente l’integrazione ai Vigili delle ore più un tavolo della sicurezza a Marsala, in sinergia con le altre forze dell’ordine e ci sono stati dei presidi. Questo tavolo tecnico tra Vigili Urbani, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia ha permesso di avere un maggiore controllo in alcuni momenti dell’anno, concentrato principalmente nei weekend, venerdì e sabato che di solito erano quelle giornate un po’ più a rischio

– Sul fronte dei trasporti pubblici invece?

Per quanto riguarda i trasporti pubblici sono stati acquistati dei pullman, è aumentato il parco mezzi che era completamente disastroso e ancora lo è per la verità, non è una situazione idilliaca. Gli acquisti hanno un po’ migliorato la situazione, così come abbiamo creato i parcheggi gratuiti nella zona della stazione ferroviaria e all’altezza del campo sportivo. Ci sono poi gli autobus che girano costantemente per portare gli automobilisti che parcheggiano in quelle zone e poi raggiungono il centro.

– Si è parlato tanto del Porto Turistico e nel 2017 si è concluso l’Iter burocratico…

L’Iter è chiuso, nel 2017 sono state affidate le aree, era l’ultimo tassello. L’ultimo tassello era l’affidamento dell’area demaniale alla nuova società che dovrà fare il porto. Loro presumono che verso la nel 2018 inizieranno i lavori, si prevedono un paio d’anni per completare l’opera.  

– Quali sono gli obiettivi per il 2018?

Migliorare la situazione della raccolta dei rifiuti, nuovi bus, pista ciclabile che era messa nella programmazione 2018. Un ulteriore risanamento dei conti come lo abbiamo avuto nel 2017, sicché abbiamo ridotto il disavanzo e il debito del Comune, continuiamo nel 2018 ancora questa operazione di spending review e quindi una parte d’investimenti che entro fine 2018 dovremmo metterla in campo.

– Vige ancora il problema sicurezza a Marsala…

Ci sono parti del territorio poco controllate e nonostante l’impegno, la videosorveglianza, rimane ancora una situazione di poca sicurezza dovuta al fatto che mancano risorse umane. Siamo con il comando dei Vigili Urbani al di sotto del 50% . Nel 2017 avevamo previsto le assunzioni, i primi due che hanno vinto il concorso verranno assunti nel gennaio 2018, altri ne sono previsti. Indubbiamente sono sempre pochi rispetto a quelli di cui si ha necessità. Rimangono comunque zone non molto sicure.  L’ultima legge finanziaria ha sbloccato le assunzioni e speriamo che possa, il governo nazionale, procedere con l’impegno che aveva di aumentare le forze dell’ordine.

Angelo Barraco

 




7 Gennaio 1978, si poteva morire ma era bello lottare: domenica la Santa Messa e il presente per il quarantennale della strage di Acca Larentia

“Si poteva morire… ma era bello lottare… si sognava a 19 anni certo che si sognava un futuro un mondo migliore… ma un infausto destino spezzò la nostra giovinezza e giovani vite… usati come carne da macello… perchè al potere occulto servivano delle vittime sacrificali… non fu più come prima maledetti coloro che uccisero i nostri sogni….”

Parole sgorgate dal cuore e postate sul social Fb quelle di Marco Valerio Aquila, pseudonimo usato da uno dei sopravvissuti alla strage di via Acca Larentia il 7 Gennaio del 1978.

E quei momenti drammatici che hanno segnato una delle pagine più buie della storia d’Italia le ha raccontate Maurizio Lupini in una lunga video intervista del 2013 rilasciata a Chiara Rai e che riproponiamo in questo articolo

Domenica prossima, 7 Gennaio 2018 ricorrerà il quarantennale della strage e Lupini fa sapere che parteciperà alle seguenti iniziative commemorative:

ore 15,00 : Concentramento fermata Metro Arco di Travertino;
ore 15.30 : Santa Messa, celebrata dal frate Attilio Gennaro Russo presso la Chiesa di San Gaspare del Bufalo (via Borgo Velino 1).
Al termine del rito religioso, i partecipanti si congiungeranno al corteo partito da piazza Asti che culminerà con il presente ai caduti nella piazzetta antistante la Sezione.