Lapponia, l’Europa ascolta i Sámi

Le organizzazioni membre del Consiglio Sámi (cui partecipano organismi di Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia) hanno espresso nel tempo l’esigenza di una maggiore conoscenza e di uno scambio di esperienze su come le direttive, i regolamenti, le decisioni, i pareri e le raccomandazioni dell’UE influiscono sulla vita quotidiana del popolo Sámi.

Anche in seno al Consiglio parlamentare Sámi (SPR) è stata sollevata da tempo l’esigenza di dare ai Sámi una voce più chiara all’interno dell’UE e di organizzare un punto di contatto permanente con l’UE.

Il progetto è radicato sia a livello politico che nella società civile. Nel settembre 2019, il Consiglio lappone, in collaborazione con il Suoma Sámi Nuorat, ha ricevuto un finanziamento dal programma Interreg Nord dell’UE per il progetto Filling the EU-Sápmi knowledge gaps. L’obiettivo generale del progetto è quello di rafforzare le relazioni tra Sápmi e l’UE, attraverso la creazione di una piattaforma di conoscenze su argomenti rilevanti per l’UE-Sámi, ma anche di sviluppare un approccio più strategico nei confronti dell’UE. Il progetto prevede quattro attività principali, tra cui un programma di tirocinio, un corso basato su moduli su argomenti rilevanti per l’UE-Sápmi, una settimana Sámi pilota a Bruxelles nel 2022 e la creazione di un pensatoio UE-Sámi di esperti Sámi.

Anni Koivisto, primo vicepresidente del Parlamento Sámi finlandese, ha preso parte alla Settimana UE-Sámi che si è tenuta a Bruxelles il nei giorni scorsi. L’evento fa parte del progetto Filling the EU-Sámi knowledge gaps, organizzato dal Consiglio Sámi e dall’Associazione giovanile Sámi finlandese con l’obiettivo  che la Settimana UE-Sámi diventi un evento annuale utile a rafforzare il partenariato dei Sámi con le istituzioni dell’UE. “ Sono molto felice della Settimana UE-Sámi. Le politiche dell’UE influiscono sulla posizione del popolo Sámi ed è davvero importante che abbiamo la possibilità di influenzare le decisioni. È anche importante che i responsabili delle decisioni dell’UE diventino più consapevoli del popolo Sámi e che l’UE riconosca la competenza dei Sámi nelle politiche per le popolazioni indigene”, ha dichiarato la Koivisto.

Il Consiglio dei giovani del Parlamento Sámi era rappresentato all’evento da Anni-Sofia Niittyvuopio, Anni-Sofia Löf e Lilja Ljetoff.,  presente anche Pirita Näkkäläjärvi, membro del Parlamento Sámi e presidente della Commissione cultural, partecipando come rappresentanti del Parlamento Sámi a una tavola rotonda sul partenariato tra l’UE e i Sámi, insieme con Kalle Varis, Segretario legale del Parlamento Sámi, e Lars-Anders Baer, Segretario per gli Affari internazionali.

Il progetto Filling the EU-Sámi knowledgr gaps è finanziato da Interreg Nord, dalla Federazione della Lapponia, dal Parlamento norvegese dei Sámi, dalla Contea di Tromsø e Finnmark, dalla Regione Norrbotten e dalla Regione Västerbotten.

L’impegno finanziario UE rientra nella priorità “Promuovere la cultura Sámi e l’uso delle lingue Sámi “.

L’Istituto culturale finlandese per il Benelux ha partecipato al programma culturale, sostenendo uno spettacolo di danza Sámi di due giovani ballerini Sámi di talento, Katja e Birit Haarla. Esse creeranno un nuovo pezzo di danza appositamente per la Settimana UE-Sámi. Essendo gemelle, Katja e Birit introducono il pezzo attraverso il concetto di “simbiosi del movimento”, che può essere interpretato come una simbiosi tra gli esseri viventi negli ecosistemi. Con il duetto, creano uno spazio performativo che racchiude un’atmosfera potenziante generata dalla fisicità espressiva del corpo, a significare come la danza e il suo potere curativo sono qualcosa di molto simile a quello che emerge dalla Madre Terra.  “I Sámi hanno vissuto per decenni in accordo con la terra per perpetuare un modo duraturo e nutriente l’ abitare in modo paritario su questo pianeta. Nel contesto della Settimana Sámi dell’Unione Europea, desideriamo dedicare questo pezzo ai nostri compagni Sámi che invitiamo a condividere la nostra conquista del palco del Beursschouwburg”,




Ministero difesa Russo: “Usa preparano provocazioni per accusare la Russia di utilizzare armi nucleari tattiche”

Gli Stati Uniti starebbero preparando un piano per accusare la Russia di utilizzare armi nucleari, chimiche, biologiche o tattiche nel conflitto con l’Ucraina. Questo quanto riportato dalla Tass dove il capo delle truppe di protezione dalle radiazioni, chimica e biologica delle forze armate russe Igor Kirillov ha affermato: “Il ministero della difesa russo ha informazioni sulla preparazione da parte degli Stati Uniti di provocazioni per accusare le forze armate russe di utilizzare armi nucleari chimiche, biologiche o tattiche”.

Secondo Kirillov, il piano statunitense sarebbe stato ideato a seguito dei successi della Russia nell’operazione speciale. 

“Solo a marzo-aprile di quest’anno, – ha detto Kirillov – la leadership dei paesi occidentali ha regolarmente rilasciato dichiarazioni provocatorie sulla possibilità che la Russia utilizzi armi di distruzione di massa”.

Il capo delle truppe RKhBZ ha poi ricordato che lo scorso 27 febbraio la Rappresentante Permanente degli Stati Uniti presso l’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha annunciato l’intenzione della Federazione Russa di utilizzare armi chimiche e biologiche “sotto falsa bandiera” per intimidire la popolazione ucraina e il mondo. A sua volta, il Dipartimento di Stato americano ha preso in considerazione il trasferimento in Ucraina di un massimo di 400mila dispositivi di protezione individuale, 390 equipaggiamenti da ricognizione e 15 veicoli da ricognizione Stryker.

Kirillov ha evidenziato poi il fatto che “tali progetti sono stati attuati dagli Stati Uniti più di una volta per raggiungere obiettivi politici. L’esempio più eclatante di provocazione informativa è il discorso del Segretario di Stato americano Colin Powell il 5 febbraio 2003. Una provetta con il “detersivo in polvere” nelle sue mani è servita da pretesto per l’invasione dell’Iraq e la causa della morte di quasi mezzo milione di cittadini. Inoltre, – ha proseguito Kirillov –  ha citato una provocazione con il presunto uso del sarin in Siria nel 2017, che ha portato a un attacco missilistico all’aeroporto di Shayrat in Siria, e nel 2018, presumibilmente cloro a Barz e Jamrai.”

Il capo delle truppe RKhBZ ha poi detto che la testimonianza di diversi testimoni oculari di questi eventi è stata portata dalla Federazione Russa all’Aia ma che ad oggi, nessuno è stato ritenuto responsabile di queste provocazioni”

Sostanze velenose

Kirillov ha poi parlato di “consegne di centinaia di migliaia di fiale di antidoti velenosi all’Ucraina da parte degli Stati Uniti” che testimonierebbero la “preparazione deliberata di provocazioni con sostanze velenose. L’alta probabilità di mettere in scena l’uso di armi chimiche – ha detto ancora – è confermata dai fatti della fornitura di antidoti velenosi all’Ucraina. Solo nel 2022, su richiesta del Ministero della Salute dell’Ucraina, sono state consegnate oltre 220mila fiale di atropina dagli Stati Uniti.”




Ucraina, Zelensky avverte: prepararsi a minaccia nucleare russa

Il Pentagono: “Nuove armi Usa entro 24 ore”

Dobbiamo tutti essere pronti alla minaccia nucleare della Russia”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista alla Cnn che andrà in onda alle 16 ora locali (le 22 in Italia) e di cui la all news americana ha trasmesso un’anticipazione.

“Siamo preoccupati dal possibile uso di armi nucleari, ma tutto il mondo dovrebbe esserlo, non solo l’Ucraina”, ha detto il presidente.

Nel frattempo, Mosca ha espulso 18 membri della rappresentanza dell’Ue dalla Russia. Lo rende noto il ministero degli Esteri, citato dalla Tass.

E il primo volo con le nuove armi Usa destinate all’Ucraina arriverà nella “regione” nelle prossime 24 ore. Lo riporta la Cnn citando fonti della Difesa americana. Non è chiaro dove arriveranno di preciso le armi e quali faranno parte di questo primo invio.

Ucraina, Mariupol: gli abitanti nelle strade fra i militari russi

MARIUPOL SOTTO ASSEDIO – La Casa Bianca sgombera il campo dall’ipotesi di un viaggio a Kiev del presidente Joe Biden. Senza giri di parole, la portavoce Jen Psaki chiarisce: “Non manderemo il presidente in Ucraina”. È ancora sul tavolo invece il progetto di una missione a Kiev o del capo del Pentagono Lloyd Austin o del segretario di Stato Antony Blinken. Proprio Blinken, secondo la Cnn che cita fonti dell’amministrazione, ha detto agli alleati europei che la guerra in Ucraina potrebbe prolungarsi per tutto il resto dell’anno. È ancora incandescente il nodo dell’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia: “L’adesione avrebbe implicazioni negative per la pace e la stabilità nell’Europa del Nord” ha detto il ministero degli Esteri russo. Mosca ha avvertito Washington, con una nota diplomatica formale che le spedizioni americane e della Nato di sistemi d’arma “più sensibili” all’Ucraina stanno “alimentando” il conflitto e potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”. Nelle ultime ore il presidente Biden ha approvato l’invio di nuove armi, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm, per altri 800 milioni di dollari. Sul campo intanto continua l’assedio di Mariupol, dove la situazione starebbe “precipitando”. Il comandante della 36/a brigata della Marina ucraina, il maggiore Serhiy Volyna, ha lanciato un appello a “sbloccare” la città prima possibile, “militarmente o politicamente” perché sono in corso feroci combattimenti e i russi avanzano “in modo aggressivo”. E per la prima volta dall’inizio dell’invasione la Russia ha usato caccia-bombardieri a lungo raggio contro Mariupol.
Lo stabilimento siderurgico Ilyich a Mariupol è sotto il controllo dell’esercito russo. Lo ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov citato da Interfax. “L’impianto è stato liberato “da un gruppo di forze russe e unità della milizia della repubblica di Donetsk a seguito di operazioni offensive”, ha affermato Konashenkov in conferenza stampa.

COLPITA UNA FABBRICA DI ARMI – Le forze russe hanno colpito ieri notte una fabbrica di armi vicino a Kiev con missili Kalibr lanciati dal mare: lo ha reso noto il portavoce della ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. “La scorsa notte, i missili a guida di precisione a lungo raggio Kalibr lanciati dal mare hanno colpito un sito militare alla periferia di Kiev”, ha detto oggi Konashenkov durante una conferenza stampa. E’ stato preso di mira lo stabilimento della Zhulyany Vizar, che produce tra l’altro razzi terra-aria anti aereo e componenti per aerei ed elicotteri: i missili russi hanno “distrutto le officine di produzione e manutenzione dei sistemi di difesa aerea a medio e lungo raggio e missili anti-nave”, ha precisato Konashenkov.

Kiev ha denunciato oggi che 7 civili sono rimasti uccisi in un attacco contro gli autobus usati per le evacuazioni vicino a Kharkiv e altri 27 sono rimasti feriti giovedì, quando “i militari russi hanno sparato su autobus di evacuazione che trasportavano civili dal villaggio di Borova nel distretto di Izium”.

L’INCROCIATORE MOSKVA – L’incrociatore missilistico russo Moskva, divorato dalle fiamme e che Kiev aveva rivendicato di aver colpito, “ha perso stabilità ed è affondato mentre veniva rimorchiato durante una tempesta”. Ad ammetterlo il ministero della Difesa russo, che spiega che la nave “ha perso stabilità a causa del danno allo scafo”. Danno, però, che viene attribuito da Mosca all’incendio seguito all’esplosione delle munizioni” trasportate a bordo. Con il Moskva, si teme possa essere finita negli abissi anche una testata nucleare che, secondo voci non confermate, avrebbe fatto parte del suo arsenale. Comunque si tratta di un duro colpo per la flotta militare russa. Il Pentagono intanto sostiene che l’incrociatore sia stato colpito da due missili ucraini. 
Il comandante del Moskva, Anton Kuprin, è morto durante l’esplosione e l’incendio a bordo della nave 
prima dell’affondamento. Lo riferisce il consigliere del ministro degli Affari interni ucraino Anton Gerashchenko citato da Nexta, il media bielorusso di opposizione che trasmette dalla Polonia. Il capitano Anton Kuprin diede l’ordine di bombardare l’Isola dei Serpenti il primo giorno di guerra.




Bracciano, al Teatro del Lago un evento per le donne che soffrono di endometriosi

Michela Califano, consigliera regionale, prima firmataria della legge: “In estate dovrebbe concludersi l’iter di approvazione della legge regionale”

BRACCIANO (RM) – Ci sarà un “salotto di confronto” con la consigliera regionale On. Michela Califano, testimonianze di donne che soffrono di endometriosi e poi un quartetto live che dedicherà alle donne un repertorio di musica italiana.

Si tinge idealmente di “giallo” il comune di Bracciano, l’incantevole borgo che si affaccia sull’omonimo lago, ricco di storia con una comunità che tesse buoni valori e aspira al benessere dei suoi abitanti. È in questo contesto che il Comune di Bracciano patrocina e ospita venerdì 8 aprile alle ore 19 nel Teatro del Lago “Delia Scala”, un evento dedicato all’Endometriosi.

A fare gli onori di casa il sindaco Marco Crocicchi e l’assessora alle Politiche Culturali e Istruzione Emanuela Viarengo. Sarà un momento di confronto dedicato alle donne, promosso dalla Regione Lazio e organizzato dall’Associazione Sinfonia dal titolo “Endometraggio”, perché si pone quasi come un “corto” dal vivo che presenta una patologia che colpisce moltissime donne, fin da molto giovani, non appena ha inizio il loro periodo di fertilità.

Ci sarà un “salotto di confronto” per conoscere la patologia e poi un  quartetto live che proporrà un repertorio di alcune tra le più belle canzoni italiane che parlano di donne.
“Il Comune di Bracciano sceglie la strada della prevenzione – dichiara l’assessora alle Politiche culturali all’istruzione Viarengo – e lo fa accogliendo un evento che servirà a far conoscere la patologia, capire come orientarsi e anche ad omaggiare tutte le donne della buona musica e belle canzoni a loro dedicate”. 

La manifestazione vedrà la partecipazione straordinaria del Consigliere regionale del Lazio On. Michela Califano, prima firmataria della proposta di legge sull’Endometriosi 4.0: “È assolutamente necessario – dichiara l’on. Michela Califano – far sapere alle donne che soffrono di endometriosi che non sono da sole. Noi istituzioni abbiamo il dovere di accompagnarle in un percorso di cura e assistenza cercando di alleviare quanto più possibile il loro disagio che può e deve risolversi nel migliore dei modi. Fare prevenzione e parlare di Endometriosi è fondamentale e la proposta di legge Endometriosi 4.0, che ci auguriamo venga approvata in estate, è lo strumento concreto che ci permetterà di colmare un grande vuoto e una grande mancanza nei confronti delle tantissime donne che soffrono di questa patologia”.




ANBI100, dal Tempio di Adriano partite le iniziative per i cento anni dalla nascita della bonifica in Italia

100 anni della nascita della bonifica in Italia. Questo il leitmotiv della cerimonia che si è tenuta lo scorso lunedì a Roma presso il Tempio di Adriano dove, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ha avviato il programma di iniziative “ANBI 100”, che accompagneranno il centenario della moderna Bonifica, quando a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dal 23 al 25 marzo 1922 si riunirono esperti e studiosi da tutta Italia, nonché autorevoli esponenti politici come don Luigi Sturzo e Silvio Trentin, per precisare  i nuovi obiettivi di un’attività caratterizzante la storia della Penisola fin dagli Etruschi.



Durante l’evento è stato presentato il volume “La grande storia d’Italia raccontata dall’acqua” scritto a 6 mani dal direttore generale dell’Anbi Massimo Gargano insieme a Elisabetta Novello ed Erasmo d’Angelis.

“C’è uno straordinario, quanto drammatico obiettivo comune tra il primo dopoguerra e l’attuale contingenza internazionale” ha detto Gargano ricordando come l’autosufficienza alimentare del nostro Paese allora come oggi, vede protagonista la gestione delle acque irrigue, operata dai Consorzi di bonifica.

“Attraverso ricerca ed innovazione – ha detto il Presidente Anbi Francesco Vincenzi – dobbiamo dare risposte concrete alle esigenze del Pianeta di oggi e domani. E’ una responsabilità, che abbiamo verso le giovani generazioni.”

Una celebrazione quella dell’ANBI che non si è fermata solo alla ritualità. Infatti è stato lanciato il Progetto Terrevolute 2022 che, coinvolgendo, in 4 tavoli tecnici, esperti di 13 università italiane, oltre alle rappresentanze di Istituzioni e società civile, sta provvedendo a definire le nuove linee guida operative ed istituzionali della Bonifica, ad iniziare dagli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea.




Polizie locali in prima linea per la sicurezza. SUPL: “Meno tutele rispetto le altre forze di Polizia”

Ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia



Polizie locali in prima linea su tanti fronti della sicurezza, come le forze di Polizia statali, ma con meno tutele rispetto a queste ultime.

Di fatto le mansioni del “Vigile urbano” così come nell’immaginario collettivo che ci aveva fatto conoscere l’Albertone nazionale sono mutate dopo la riforma del 1986 che ha attribuito al Corpo anche funzioni di polizia giudiziaria, di Polizia stradale, di pubblica sicurezza trasformando di fatto i vecchi Vigili urbani addetti al traffico in agenti di Polizia locale. E a partire da quella data, i tagli al personale del pubblico impiego, che hanno fortemente interessato anche il personale delle forze Armate e delle forze di Polizia, han fatto si che sempre più spesso, le Polizie Locali venissero impiegate, almeno nelle città metropolitane, in compiti prima riservati alla Polizia di Stato e forse non è un caso che città come Roma, Torino, Bologna abbiano come comandante generale, non un dirigente interno al Corpo ma un Dirigente “prestato” proprio dalla Polizia di Stato.

E ancora oggi, nonostante la pronuncia della Corte Europea, le Polizie locali d’Italia sono le uniche, a livello europeo, a presentare un contratto privatistico e non pubblico come per le altre forze di Polizia. E la modifica alla riforma dell’86 per poter quindi cambiare questo status e garantire equità di diritti agli operatori delle Polizie locali si è arenata con alcuni veti del Ministero degli Interni.

“I punti salienti di una nuova riforma – ha detto Marco Milani Segretario Romano Aggiunto del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale – sarebbero l’entrata delle Polizie Locali nel comparto sicurezza (insieme a Polizia, Carabinieri e Finanza quale forza di Polizia sebbene ad ordinamento locale e di conseguenza il contratto pubblicistico (e non privatistico) che garantirebbe agli agenti le stesse tutele legislative, assicurative e previdenziali dei colleghi delle altre Forze dell’ordine.” Milani ha poi evidenziato anche la necessità del relativo accesso alla banca dati nazionale (SDI ex CED) che consentirebbe di conoscere i precedenti penali e l’eventuale pericolosità sociale delle persone che gli agenti si trovano ad arrestare o trattenere per motivi di servizio. Infine il segretario ritiene necessaria una sorta di  base Comune a livello nazionale che determini i requisiti di accesso ai Corpi e gli equipaggiamenti degli stessi, mutando su questo la discrezionalitá delle varie amministrazioni comunali. Su quest’ultima questione in Italia ci sono comuni che vedono i loro agenti armati con pistola, arma lunga, sfollagente, taser ed altri invece dove gli agenti di polizia locale sono  completamente disarmati.




A Milano il Grand Tour: Sogno d’Italia da Venezia a Pompei

Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo: “La mostra sul Grand Tour è la prima ideata e realizzata in Italia capace di offrire uno sguardo d’insieme su un tema così vasto”

Le Gallerie d’Italia-Piazza Scala, museo di Intesa Sanpaolo a Milano, hanno allestito fino al 27 marzo 2022 la mostra ‘GRAND TOUR. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei’, a cura di Fernando Mazzocca, con Stefano Grandesso e Francesco Leone, e con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.

L’esposizione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, presenta circa 130 opere provenienti dalla collezione Intesa Sanpaolo, collezioni private e numerose istituzioni culturali italiane e internazionali come The National Gallery di Londra, Musée du Louvre di Parigi, The Metropolitan Museum of Art di New York, Museo Nacional del Prado di Madrid, Rijksmuseum di Amsterdam, Victoria and Albert Museum di Londra, Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, Statens Museum for Kunst di Copenaghen, Musée des Beaux-Arts di Lione, Gallerie degli Uffizi di Firenze, Musei Capitolini di Roma, Musei Vaticani, Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli.

Tra i prestiti anche due opere provenienti dal Regno Unito e appartenenti alla Royal Collection della Regina Elisabetta II, oltre ad altre opere provenienti da grandi residenze reali come la Reggia di Versailles, la Reggia di Caserta e la Reggia di Pavlovsk a San Pietroburgo. Dipinti, sculture, oggetti d’arte, allestiti in un suggestivo dialogo, intendono riproporre, in una mostra di grande attualità, l’immagine dell’Italia amata e sognata da un’Europa che si riconosceva in radici comuni di cui proprio il nostro Paese era stato per secoli il grande laboratorio, un’Italia composita, raffigurata nella sua struggente bellezza dagli artisti che fecero sorgere il mito del “Bel Paese”.

Sono esposte opere dei principali artisti del tempo come Piranesi, Valadier, Volpato, Canaletto, Panini, Lusieri, Hubert Robert, Jones, Wright of Derby, Hackert, Volaire, Ducros, Granet, Valenciennes, Catel, Batoni, le due pittrici Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann, Ingres. Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “La mostra sul Grand Tour, allestita nelle Gallerie di Piazza della Scala, è la prima ideata e realizzata in Italia capace di offrire uno sguardo d’insieme su un tema così vasto. I capolavori esposti offrono al visitatore odierno l’opportunità di comprendere e rivivere l’emozione provata secoli fa dai protagonisti del Grande Viaggio di fronte alla bellezza senza tempo dei paesaggi e degli antichi luoghi d’arte italiani, elementi fondanti non solo della nostra identità nazionale, ma anche di quella europea. L’iniziativa, che si avvale della prestigiosa partnership del Museo Ermitage di San Pietroburgo e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, conferma il ruolo di primo piano che Intesa Sanpaolo ha conquistato nel corso degli anni nel panorama culturale e artistico del nostro Paese.”

Pierre-Jacques Volaire,Eruzione del Vesuvio alla luce della luna,1774,olio su tela,Centre des monuments nationaux, Château de Maisons-Laffitte, France,© Reproduction Patrick Cadet-CMN

Il Grand Tour, uno straordinario fenomeno di carattere universale, ha contribuito in modo determinante a creare quella percezione dell’Italia, legata alla bellezza del suo ambiente e della sua arte, ancora oggi di grande attualità che rende davvero unica l’identità del nostro Paese. Tra la fine del Seicento e la prima metà dell’Ottocento, l’Italia fu la meta privilegiata di letterati, artisti, giovani signori, membri della società aristocratica e colta europea.

Solo in Italia, la cultura classica poteva raggiungere una compiuta sintesi di natura e di storia. Il grande viaggio (l’espressione fu utilizzata per la prima volta nel 1697, nel volume di Lassel, An Italian Voyage) fu presto inteso come momento essenziale di un percorso educativo e formativo, nonché segno di un preciso status sociale.

L’Italia rappresentava una tappa obbligata per artisti e studiosi amanti dell’architettura, della pittura e della scultura, sia antica, sia moderna. Le straordinarie scoperte archeologiche del Settecento ad Ercolano e Pompei aggiunsero nuovi motivi di interesse. Questo momento di formazione, diventato obbligatorio per le élite europee, ma poi anche per quelle provenienti da altri continenti, ha coinvolto sovrani, aristocratici, politici, uomini di chiesa, letterati, artisti, tutti affascinati dalla varietà del paesaggio italiano ancora intatto, dalla maestà delle città, dei monumenti e delle opere d’arte che facevano, e ancora oggi fanno, del nostro territorio una sorta di meraviglioso museo “diffuso”. Particolare rilievo assumono i luoghi (le città tradizionali come Venezia, Firenze, Roma e Napoli, e i borghi storici) e i paesaggi (dalle Alpi, al Vesuvio, all’Etna). La meta principale del Grand Tour è stata certamente Roma, la città universale ed eterna, prima capitale dell’antichità e poi della cristianità, dove si venivano a studiare i segreti e i canoni del bello, depositato non solo nei marmi antichi ma anche nei capolavori del Rinascimento e del Classicismo seicentesco.

Mentre nel Lazio si ripercorrevano i luoghi celebrati dalla letteratura classica che, attraverso Orazio e Virgilio, erano entrati nel mito. La magnificenza del paesaggio del golfo e della zona vesuviana, unita al fascino delle testimonianze dell’antichità, soprattutto dopo la riscoperta delle due città di Pompei e Ercolano, sepolte dalla catastrofica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., hanno fatto di Napoli l’altra irrinunciabile meta di questo viaggio di istruzione e formazione, che si estese poi anche, sempre in Campania, alla recuperata area di Paestum dove era possibile emozionarsi di fronte allo spettacolo sublime dei magnifici templi dorici, in un periodo in cui la Grecia, ancora sotto il dominio ottomano, era interdetta ai viaggiatori. Sempre le testimonianze della Magna Grecia spinsero i viaggiatori più ardimentosi, e uno dei primi fu Goethe nel suo famoso viaggio in Italia, verso la più lontana e sconosciuta Sicilia, destinata a incantare con l’asprezza dei suoi paesaggi primitivi e l’imponenza dei templi di Segesta, Selinunte e Agrigento, o del teatro greco di Siracusa.

Altri luoghi privilegiati del Grand Tour furono città piene di eventi come Venezia; Vicenza, dove era possibile ammirare i palazzi di un genio universale come Palladio, imitato in tutto il mondo; Firenze che nelle sue chiese e nelle sue collezioni, in particolare le Gallerie medicee, schiudeva agli occhi ammirati dei viaggiatori le meraviglie dell’antico come del Rinascimento. Più avanti anche Milano, grazie soprattutto alla presenza di Leonardo e del suo leggendario Cenacolo, e i vicini laghi, per lo splendore delle loro rive e delle ville famose sin dall’antichità, diventarono delle mete per i viaggiatori più esigenti. L’Italia divenne per un lungo periodo il maggiore mercato non solo dell’arte antica, ma anche di una produzione contemporanea ispirata alla memoria dell’antico.

Sicuramente il più originale protagonista di questo gusto fu il genio di Piranesi che nelle sue incisioni visionarie, nei suoi estrosi arredi aveva proposto ad una raffinata clientela internazionale una visione molto personale dell’immaginario classico. Sulla sua scia si registra una impressionante ripresa delle manifatture artistiche più prestigiose che, dalla bronzistica all’oreficeria al mosaico alla glittica, hanno raggiunto livelli pari a quelli del Rinascimento. I prestigiosi assemblages in metalli e pietre preziosi di Valadier hanno incantato tutto il mondo, mentre le immagini delle più popolari sculture antiche sono state diffuse nelle regge e nelle dimore aristocratiche europee dai bronzetti di Boschi, Zoffoli, Righetti, Hopfgarten o dalle meravigliose statuine in biscuit di Volpato.

Dalle richieste dei collezionisti stranieri ha tratto un nuovo slancio anche la pittura, soprattutto un genere prima considerato minore come la veduta e il paesaggio. Anche in questo campo grazie ad artisti della originalità e della grandezza di Canaletto, Panini, Joli, Lusieri e degli stranieri venuti al seguito dei viaggiatori, come Hubert Robert, More, Wilson, Jones, Wright of Derby, Hackert, Volaire, Ducros, Granet, Valenciennes, Catel è stato raggiunto tra Sette e Ottocento un livello prima impensabile, passando dalla razionalità scientifica dei vedutisti all’emozione del paesaggio visto come espressione di uno stato d’animo dei romantici.

Ma il genere più richiesto e amato dai collezionisti stranieri, insieme alle vedute dei luoghi visitati, è stato il ritratto. Alla celebrazione del proprio rango si sostituisce l’esaltazione del carattere e della cultura. Da qui la scelta di farsi rappresentare accanto ai monumenti e alle sculture antiche ammirate in Italia. Assoluto maestro in questo campo è stato Batoni, uno dei maggiori ritrattisti di tutti i tempi.

I suoi ritratti hanno rappresentato uno status symbol, come quelli del suo rivale Mengs, delle due pittrici in competizione Vigée Lebrun e Angelica Kauffmann, di Von Maron, Tischbein, Sablet, Zoffany, Fabre, Gérard, Ingres. I viaggiatori erano attratti anche dalla singolarità dei nostri costumi e dalla bellezza di una popolazione, apparentemente felice, che viveva la maggior parte dell’anno all’aria aperta proprio per la mitezza del clima. Un illustratore e pittore straordinariamente popolare come Pinelli e pittori come Sablet, Géricault, Robert, Schnetz, Delaroche hanno saputo rappresentare la vita domestica nei suoi aspetti più avvincenti e commoventi, rivendicando la dignità del popolo. Il maggior giro di affari ha riguardato la scultura, a partire dal commercio dei marmi antichi, il loro restauro e spesso la produzione di copie in cui è stato il maggiore protagonista Cavaceppi.

Verso la fine del Settecento, grazie a Canova e ai suoi validissimi seguaci, si è affiancata la produzione di una scultura originale che, pur ispirata all’antichità, ha saputo interpretare la sensibilità moderna, assicurando a questa arte, diventata l’orgoglio dell’Italia, una straordinaria fortuna nel corso del XIX secolo in tutto il mondo. Il catalogo della mostra è pubblicato nelle Edizioni Gallerie d’Italia | Skira. In occasione dell’esposizione GRAND TOUR. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei è stato realizzato il libro “In missione in…Italia”, secondo volume del progetto editoriale di Edizioni Gallerie d’Italia | Skira pensato per avvicinare i bambini delle scuole primarie all’arte.

Informazioni utili

Mostra GRAND TOUR. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei. fino al 27 marzo 2022

Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Piazza della Scala 6, Milano

Orari e ingresso indicati sul sito www.gallerieditalia.com aggiornato in base alle disposizioni vigenti ; Ingresso :Biglietto: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5 euro per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e minoiri di 26 anni ; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo  

Informazioni : Modalità di visita in sicurezza, informazioni e prenotazioni su www.gallerieditalia.com, info@gallerieditalia.com,  Numero Verde 800.167619




Prima casa e riforma del catasto: una patrimoniale nascosta?

La video intervista al V. Presidente della X Commissione in Regione Lazio delle Politiche Abitative e al titolare della Ariete Immobiliare per cercare di capire cosa succede

Respinto per un solo voto l’emendamento presentato dal centrodestra in Commissione finanze che voleva cancellare l’articolo 6 della delega fiscale ovvero lo stop alla revisione del catasto con la nuova mappatura a partire dal 2026, che aggiorna i valori di mercato degli immobili.

NELLA PRIMA PARTE DI OFFICINA STAMPA ABBIAMO PARLATO DELLA RIFORMA DEL CATASTO INSIEME ALL’ON. FABRIZIO GHERA PRESIDENTE DEL GRUPPO FRATELLI D’ITALIA AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO E VICEPRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE POLITICHE ABITATIVE E AL DR. MAURIZIO ZAMBONI TITOLARE DEL GRUPPO ARIETE IMMOBILIARE

Una riforma che secondo il centrodestra nasconde una patrimoniale che andrà a pesare sulle tasche degli italiani.

La votazione è finita con un solo voto di scarto, 23 a 22, con Lega, Forza Italia e Fdi che hanno votato insieme per abrogare la riforma, spaccando quindi la maggioranza di governo.

L’articolo 6 della legge prevede la delega al Governo per l’adozione di norme dirette a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate.
Il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze, Daniele Franco hanno più volte spiegato che l’obiettivo della riforma è quello di facilitare l’individuazione e la corretta classificazione degli immobili che non si tradurrebbe in innalzamento automatico delle tasse. La norma indica, in particolare, i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati.
La vera novità della riforma è la necessità di aggiornare l’archivio con gli immobili e i terreni non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito la vecchia agenzia del Territorio, insieme con i comuni avrà quindi strumenti per andare a caccia degli immobili “fantasma” ma anche di quelli che non rispettano la reale consistenza, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita.




Magliano Romano, la nuova Malagrotta? Il territorio dice no ai rifiuti di Roma

Sindaci, associazioni e cittadini dell’area Tiberina, Flaminia e Cassia sul piede di guerra per dire no ai rifiuti della Capitale nella discarica di Magliano Romano.

Prevista una nuova manifestazione per la prossima settimana, dopo quella dello scorso 16 febbraio promossa dall’Associazione Monti Sabatini a Magliano Romano che ha visto partecipare tanti giovani del liceo di Morlupo, sito molto vicino all’attuale discarica di inerti.

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Questa volta direttamente di fronte il Consiglio regionale del Lazio, per cercare di contrastare l’ultimo “lasciapassare” della Regione Lazio che ha detto “sì” alla Valutazione di Impatto Ambientale  (Vas) dichiarando la compatibilità ambientale del progetto “discarica per rifiuti speciali non pericolosi” a Magliano, territorio di quasi 1.500 anime che confina con Calcata, Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Mazzano Romano, Morlupo, Rignano Flaminio, Sacrofano.  

DA SINISTRA IL SINDACO DI MAGLIANO ROMANO FRANCESCO MANCINI, LA SINDACA DI SACROFANO E PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ PARCO DI VEIO PATRIZIA NICOLINI E LA GIORNALISTA E CONDUTTRICE DI OFFICINA STAMPA CHIARA RAI

Il sito in questione, vicino anche ai popolosi comuni di Fiano Romano e Capena è stato autorizzato dalla Regione nel 2007 per accogliere materiale edilizio e da anni vede pendere una richiesta di trasformazione in discarica, e qui il motivo della protesta, per rifiuti speciali non pericolosi.

“Se la Regione non dovesse ascoltarci – promettono associazioni e primi cittadini – andremo a Montecitorio oltre che batterci in Europa”.

Il sindaco di Magliano Romano Francesco Mancini tira dritto e punta il dito sul presidente Zingaretti e l’assessore Valeriani: “Vorrebbero risolvere così la possibile apertura di una procedura di infrazione comunitaria che incombe sulla Regione colpevole di non essere stata in grado di pianificare una rete impiantistica in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti, né di avere la forza di commissariare il Comune di Roma che continua a colpi di ordinanze a riempire la provincia di rifiuti senza proporre nessun tipo di soluzione.” Mancini ha inoltre definito La compatibilità ambientale rilasciata dalla Regione come “un insulto alle norme di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, basata su presupposti inventati e sostenuta con argomentazioni contraddittorie”.

Una battaglia che non ha colori politici e che vede contrari anche la Asl Roma 4, il Parco di Veio e la Città Metropolitana per via del fatto che il sito si trova nelle immediate vicinanze del centro abitato.




Anguillara Sabazia, cava di basalto: polemica sulla recente convenzione stipulata dal Comune

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Continua lo sfruttamento delle cave di basalto ad Anguillara Sabazia, comune che si affaccia sul Lago di Bracciano a nord di Roma. Una attività, quella estrattiva che rischia di determinare conseguenze per la salute di migliaia di cittadini esposti alle polveri oltre che a compromettere anche la stabilità delle abitazioni.

Un dato quest’ultimo già evidenziato nel rapporto stilato da Legambiente nel 2011, dove si è anche evidenziato il fatto che oltre all’impatto derivante dalle attività estrattive, polveri ed inquinamento acustico determinato dalle esplosioni, è sempre più allarmante l’intensità del traffico pesante per il trasporto del materiale cavato.

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L’attività estrattiva, stando a quello che si legge sulla convenzione, risulta essere quella prevalente e principale

Ed polemica su una recente convenzione tra il Comune e un’impresa estrattiva per il recupero di una cava situata in località Casaletto di Sopra” nel Comune di Anguillara Sabazia dove l’attività estrattiva stando a quello che si legge sulla convenzione risulta essere quella prevalente e principale con attività previste dal Lunedì al Venerdì dalle 7 alle 18 escluse le domeniche e i giorni festivi e in via eccezionale, non continuativa, anche nelle giornate di sabato dalle 7 alle 13.

I Consiglieri Comunali da sinistra: Francesco Falconi, Sergio Manciuria e Michele Cardone ospiti a Officina Stampa di giovedì 17 febbraio hanno parlato della convenzione stipulata dal Comune per la cava di basalto – CLICCARE SULL’IMMAGINE PER GUARDARE

Una attività quella che si svolge ad Anguillara Sabazia che anche dal punto di vista economico, sempre secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente, porrebbe seri dubbi sulla gestione del territorio visto il grande valore commerciale di pietre come il basalto per il quale le aziende autorizzate all’estrazione verserebbero solamente 2 euro al metro cubo nelle casse pubbliche. Oltre al fatto che mancherebbero i controlli da parte dell’amministrazione comunale riguardo le quantità di basalto effettivamente estratte lasciando quindi alle imprese estrattrici il compito di autodeterminare il compenso da corrispondere al Comune.




Nutriscore contro Nutrinform, le battaglie di Italia e Francia sulla diffusione della consapevolezza alimentare si scontrano sull’etichettatura

Cinzia Leone (M5s): “Nutriscore risulta ingannevole e penalizzante per la nostra economia”

Fino a qualche tempo fa la battaglia della tavola tra Italia e Francia si combatteva a colpi di Champagne, Chianti, Parmigiano reggiano, carbonara o intingoli raffinati: una sana rivalità senza mai vincitori né vinti.

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Oggi la sfida è ben più strategica, contrappone due mondi che mirano allo stesso obiettivo, la diffusione di un concetto di alimentazione sana ed equilibrata, ma gli strumenti messi in campo per raggiungerlo sono divergenti.

La Francia punta sul progetto Nutriscore e l’Italia replica con il Nutrinform battery

Due diversi tipi di etichettature degli alimenti per indirizzare il consumatore verso una dieta salutare, con risvolti economici e culturali sfaccettati.

Nutriscore quota gli alimenti sulla base di sette parametri relativi ai valori nutrizionali ma con dei limiti di semplificazione, per esempio sulla mancata distinzione dei grassi che penalizzerebbe in questo modo un prodotto eccellente come l’olio d’oliva.

NutrInform contiene invece indicazioni per singola porzione in rapporto al fabbisogno giornaliero, non si sostituisce all’etichetta tradizionale e valorizza la qualità di prodotti che sono il caposaldo della dieta mediterranea, da sempre presa a modello alimentazione corretta e bilanciata.

“Ingannevole e penalizzante per la nostra economia” così è stato definito il sistema nutriscore dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Cinzia Leone durante la seduta in Senato di martedì scorso.

L’INTERVISTA DI CHIARA RAI ALLA SENATRICE CINZIA LEONE (M5S) – CLICCARE SULL’IMMAGINE PER GUARDARE

Dunque l’Europa dovrà scegliere tra due tipi differenti di etichettatura, se sarà meglio adottare il Nutriscore o la NutrInform Battery.  Una questione importante da cui può dipendere un settore importantissimo per il nostro Paese.