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Cronaca

CHOC A FIRENZE: NEONATA INGERISCE COCAINA: GRAVI LE SUE CONDIZIONI

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Tempo di lettura 2 minuti Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per stabilire come mai la bambina abbia ingerito tali sostanze

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di Mario Vito Torosantucci
 
Firenze – "La bambina è in discrete condizioni generali, è in completa autonomia delle funzioni vitali, quindi non e' in pericolo di vita". Così il direttore dell'unita' operativa complessa di rianimazione dell'ospedale pediatrico Meyer, Lorenzo Mirabile, conversando con i giornalisti al di fuori della struttura ospedaliera, nell'ambito del bollettino medico della bambina di 14 mesi ricoverata da venerdì scorso in rianimazione, in seguito ad accertamenti che hanno rilevato la presenza di cocaina e di benzodiazepine nel suo organismo.

 

Mistero: dall'otite alla cocaina La bimba era stata portata all'ospedale pediatrico per "una banale otite. I medici, al pronto soccorso, hanno visto che era un po' torpida – ha spiegato Mirabile – quindi sono state fatte indagini da cui è emersa la presenza di sostanze tossiche in circolo". Ai giornalisti che gli chiedevano come fosse stato possibile che la bambina versasse in quelle condizioni, Mirabile ha spiegato che "le possibilitè della presenza di queste tracce nell'organismo sono mille e nessuna. In via del tutto ipotetica, so che la madre non allattava piu' ma, capita, a volte, di allattare ancora a scopo consolatorio. Ma gli inquirenti staranno indagando su questo aspetto. Il livello di affettività nei confronti di questa bambina – ha proseguito Mirabile – è quello di tutti gli altri genitori, per quello che ho visto io in rianimazione. I genitori sono in apprensione quotidiana per le condizioni di salute della bambina, che è ben cresciuta. Non conosco il contesto familiare né le loro abitudini, ma credo che ci sia stupore anche da parte dei genitori". I genitori della piccola, lucchesi, sono molto giovani e hanno anche un altro figlio, di 4 anni. La madre, costantemente al fianco della piccola in rianimazione, ha 23 anni. Il dottor Mirabile ha poi lanciato un appello. "Una bambina di 14 mesi, ed uno di 4, sono difficili da gestire in una casa e quindi tutte le norme preventive vanno raccomandate: questo – ha concluso – può essere un esempio per dimostrare quanto sia importante avere mille precauzioni a cui è obbligo far ricorso".

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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