CIAMPINO, CRISI ASP: 30 LAVORATORI A CASA. LA SOCIETA' DEL COMUNE METTE A RISCHIO IL SETTORE SOCIALE

Redazione

Ciampino (RM) – L’ASP di Ciampino licenzia 30 lavoratori. Era nell’aria da giorni, adesso è ufficiale: l’Asp, società in house del Comune di Ciampino, apre le procedura di mobilità, con il licenziamento di 30 lavoratori. La società, interamente di proprietà del Comune di Ciampino, gestisce per conto del Comune servizi di rilevanza sociale, tra cui le mense scolastiche, le farmacie, i nidi e l’assistenza scolastica agli alunni diversamente abili. Solo per il 2012 l’azienda dichiara una perdita di oltre un milione di euro, a cui si somma un altro milione solo con il primo semestre di quest’anno. Sono mesi, dichiara la CGIL FP di Roma Sud – Pomezia – Castelli, che chiediamo un incontroall’azienda, per trovare soluzioni a questo disastro, ma niente. Adesso ci inviano una nota, con l’apertura formale della crisi, e con l’elenco dei profili professionali dichiarati in esubero, gettando nel panico decine di lavoratori, e senza un confronto preventivo con le OO.SS.
E’ gravissimo tutto ciò, ma sembra studiato a tavolino. In questo modo la sciagurata scelta di dare in gestione privata i nidi passa in secondo piano. Anzi, così si potrà dire che quelle lavoratrici sono anche fortunate. Peccato che perderanno ore di lavoro e salario, se il Comune, come chiediamo da giorni, non torni sui propri passi. L’Asp al suo interno applica almeno 7 diversi CCNL , cosicchè non è stato mai possibile ragionare su un unico tavolo di relazioni sindacali. Tutto è stato così sempre frammentato, divise per i singoli servizi, e non ci è stata data la possibilità di correggere le dinamiche aziendali complessive.
Ci aspettiamo adesso che entri in campo la politica, già dal prossimo Consiglio comunale, azzerando la scelta di appaltare i nidi, ritirando i licenziamenti ed aprendo un unico tavolo sul futuro dell’azienda. Da parte nostra, insieme con CISL e UIL siamo pronti a trovare soluzioni per rilanciare l’azienda, ma la condizione è che i servizi di rilevanza sociale devono rimanere pubblici. Far fare business ai privati non è la soluzione, solo il male minore.