Connect with us

Roma

CURIOSANDO PER ROMA E DINTORNI: "LA MANO DI CICERONE"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Emanuel Galea

Quante volte si è passati da via dei Cerchi a Roma? Forse non tutti l’hanno presente. Bene, quante volte abbiamo partecipato a raduni, a manifestazioni al Circo Massimo? Il Circo Massimo è meglio conosciuto al grande pubblico. La via che costeggia il Circo, appunto, è Via dei Cerchi, nome che deriva da Circo.

Come spesso succede, non tutti notano quella struttura piatta che sovrasta il Circo. Questo fatto risulta strano, perché la struttura  è così bizzarra e di una forma stravagante. Se la  si fissa bene, può dare l’impressione di una maschera, con tanti occhi che vegliano su l’immenso Circo. Guardando i particolari di quella facciata ci si deve, per forza, incuriosire. Una grande mano, con l’indice verso l’alto, una scultura posta in cima all’edificio. Osservando più attentamente si scorge la replica di quella mano sulla cornice di una delle finestre. Cosa ha d’importante quella mano? Cosa rappresenta? A chi si attribuisce la sua appartenenza? 

La stessa struttura è ricca di storia e coinvolge nomi illustri del passato come Farnese, i Borboni. La sua storia s’incrocia con Cicerone, il Palatino, 

conventi e quant’altro.

 Accantoniamo tutto questo, magari potremo ritornarci sopra in un secondo momento, per oggi c’interessa parlare di quella mano. Le leggende si rincorrono e noi cercheremo di restare neutrali senza sposare alcuna ipotesi. Una delle leggende narra che quella mano non raffigura altro che un calco di gesso, di cui l’originale è andato perso. Si trattava, molto probabilmente, di un ex voto che fu custodito nella cappella di Santa Maria de Manu, chiesetta ormai andata distrutta. Fino al cinquecento la mano stava ancora nell’edificio sacro e si racconta che,  il popolo la chiamava “mano di Cicerone”. Questo spiega quale ruolo di primaria importanza occupava Cicerone nel mondo della politica e nella coscienza collettiva, dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina, ottenendo così l’appellativo di pater patriae.

La morte di Cicerone si presenta molto contrastata. Della sua tragica fine esistono diverse versioni. Secondo il racconto di Plutarco, Cicerone fu ucciso nella sua proprietà sotto i colpi di Erennio. Su ordine di Antonio, poi, vennero tagliate “la testa e le mani con cui aveva scritto le Filippiche” . Tito Livio, storico latino, nella sua Storia di Roma Repubblicana, di cui a noi è pervenuta solamente la parte che copre la fase più antica,  narra che la testa di Cicerone venne esposta sui rostri insieme alla mano destra. Cassio Dione, nella sua Storia Romana, libri XLIV-XLVII, terzo volume, fa anche lui riferimento alla testa ed alla mano destra ed aggiunge un particolare, spiegando che all’uccisione venne dato più di quanto era stato dovuto.

Infine, secondo Appiano, come si legge in Morte di Cicerone in Plutarco, venne tagliata solamente la mano destra. Sembrano due i punti fermi in questa leggenda. Su un particolare gli storici e gli uomini illustri del passato si trovano concordi. A Cicerone fu tagliata la mano destra. Su questo concordano tutti e per il nostro racconto questo basti. Il secondo particolare ce lo offre quella struttura a Via dei Cerchi che esporre nella sua sommità quella mano con l’indice puntato verso il cielo. 

Ad asserire che quella scultura raffigura la mano di Cicerone, ci vogliono ben altri argomenti e noi non li abbiamo. Ci atteniamo e rispettiamo quanto la tradizione popolare vi ha riconosciuto da sempre, chissà perché, la mano di Cicerone. A prescindere di chi sia veramente quella mano, a chi capita di trovarsi in quei paraggi, consigliamo di soffermarsi a riflettere. Dalle volte, le soluzioni dei misteri più fitti si celano dietro i particolari.

LEGGI ANCHE:

 19/05/2013 CURIOSANDO PER ROMA E DINTORNI: “LO SCHELETRO IN PREGHIERA”

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

Continua a leggere

Castelli Romani

Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

Continua a leggere

Roma

Roma, metro Piramide: la banchina degli impuniti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

È senza soste l’impegno della vigilanza nelle stazioni metro di Roma.
Ma come potete vedere dalle foto le difficoltà maggiori avvengono in questo preciso momento presso la stazione Piramide della Linea B (sono circa le 18) dove un folto gruppo di borseggiatori bosniaci, si ostina a restare sulla banchina incurante degli avvisi della Guardie Giurate predisposte al servizio che li stanno invitando a lasciare la stazione.
Una situazione a dir poco incresciosa che mostra in pieno i limiti di un sistema giuridico che rischia di confermare sempre di più il concetto di “impunità” per chi si macchia di tale reati.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti