FIRENZE, ESSELUNGA: PARASSITI NEL PESCE IN BARBA ALLA NORMATIVA EUROPEA


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di M.C.I.

Firenze – In seguito alla segnalazione di un consumatore, che avrebbe trovato ospiti inattesi in una confezione di pesce acquistata in supermercato, ci siamo recati presso lo stesso punto vendita al fine di verificare. Così, giovedì 11 giugno, all’Esselunga di via Gaetano Milanesi, abbiamo acquistato due branzini eviscerati, preconfezionati, chiusi con pellicola, provenienti da allevamenti greci.

Abbiamo aperto la confezione, girato il primo branzino ed ecco la prima sorpresa: un animaletto biancastro, della lunghezza di circa 8 millimetri, simile a una cicala di mare in miniatura, morto. Dalla cavità orale del pesce abbiamo estratto altri parassiti ed è a quel punto che ci siamo messi in contatto col Dipartimento della prevenzione U. F. C. sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare.

Fissato l'appuntamento con l’ispettore Fibbi che ha provveduto a ritirare i reperti da consegnare al laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Scandicci per l’indagine ispettiva: "Si tratta di un crostaceo parassita – si legge nella relazione trasmessa dall’ASL di Firenze – appartenente all’ordine Cetatothoa, comunemente detto “zecca di mare”. Vive nella cavità orale e branchiale del pesce e si nutre del suo sangue". Presente soprattutto nei mesi più caldi della stagione estiva, questo parassita è comune negli allevamenti intensivi.

Secondo il sito Il Fatto Alimentare, occupatosi nel 2013 di un caso simile, "alcuni studi hanno dimostrato che l’incidenza di parassitismo aumenta nelle zone più sfruttate dagli uomini. Infatti il peggioramento delle condizioni ambientali e l’alta densità offrono le condizioni ottimali per la trasmissione degli isopodi".

"La presenza di questi grossi parassiti – continua il sito – all’interno della bocca interferisce con la normale attività alimentare del pesce, causando uno stato di stress cronico, con conseguente ritardo della crescita e predisposizione ad altre infezioni batteriche o parassitarie" e, nei casi più estremi, a mortalità precoce.
Tuttavia, come si legge a conclusione della relazione del medico veterinario Simone Burgassi, questo tipo di parassita risulta innocuo per la salute umana.

Ciononostante le normative europee vietano di vendere il pesce se manifestamente infestato da parassiti, imponendo ai venditori di visionare accuratamente i prodotti destinati al commercio.

Il Regolamento (CE) 853/2004, che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale, prescrive che: “Gli operatori del settore alimentare devono assicurare che i prodotti della pesca siano sottoposti a un controllo visivo alla ricerca di endoparassiti visibili prima dell’immissione sul mercato. Gli operatori non devono immettere sul mercato per il consumo umano i prodotti della pesca manifestamente invasi da parassiti”. Nessun problema per la salute pubblica dunque, ma la prossima volta che acquistate pesce sarà meglio controllarlo accuratamente.