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Fitto su Pnrr: “Il coordinamento sta producendo risultati, basta polemiche”. Sindaci preoccupati

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Via libera dell’Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro delle Politiche europee Raffaele Fitto sull’attuazione del Pnrr. Il Terzo Polo ha votato con la maggioranza. “Venerdì la Commissione Ue ha dato il via libera alle proposte che il governo ha messo in campo sia relativamente all’approvazione della terza rata con modifiche che alla quarta. E’ stato un lavoro molto complesso e articolato” su cui c’è stato un “apprezzamento pubblico da parte di molti esponenti Ue. Il coordinamento e il confronto costante con l’Ue sta producendo dei risultati positivi”: così il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, nelle comunicazioni alla Camera sulla revisione complessiva degli investimenti del Pnrr. “Non considero positiva la costruzione di una polemica su questi obiettivi”, ha aggiunto.

“Abbiamo ascoltato per giorni, e di questo sono dispiaciuto e deluso, della responsabilità di questo governo sul fronte degli asili nido. Questo è surreale – ha detto Fitto -. Noi nell’ambito degli asili nido abbiamo lavorato per individuare soluzioni e modificare gli obiettivi intermedi e abbiamo individuato 900 milioni aggiuntivi per un nuovo bando che dà una risposta su questa direzione. Altro che tagli”. 

Si sta avviando “una fase che completerà il suo iter entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista”, ha spiegato il ministro riferendosi alle risorse complessive della terza e quarta rata.

Gli interventi previsti all’interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c’è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto”, ha aggiunto Fitto. “Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente”: il governo sta “garantendo il finanziamento per tutti gli interventi, perché gli interventi restano garantiti. Lo dico ai sindaci, a chi ha immaginato scenari catastrofici. Saranno oggetto di un confronto con l’Ue”.

“Sul tema dell’evasione fiscale nell’ambito del Pnrr c’è una serie di misure per incoraggiare l’adempimento degli obblighi fiscali e tra le prossime scadenze vi sono dei target definiti in termine di risultato”, ha detto il ministro Fitto nella sua replica alla Camera. “Il contrasto all’evasione fiscale rappresenta un’assoluta priorità dell’azione del nostro governo”, ha sottolineato.

“Io vi invito a leggere complessivamente le dichiarazioni del presidente Mattarella – ha proseguito il ministro – cui noi facciamo riferimento con grandissimo spirito di rispetto istituzionale. In una delle sue ultime dichiarazioni ha detto con chiarezza che quando lui ha fatto il richiamo degasperiano che ci si mettesse alla stanga lo ha fatto a tutti, al governo, alle opposizioni alle parti sociali e alle organizzazioni di categoria. Lo ha fatto al Paese. Ecco noi lavoreremo con questo spirito, nel solco del messaggio del presidente Mattarella: lo faremo con senso di responsabilità, sapendo che questa non è una partita solo del nostro governo, ma è la partita del Paese”.

Durante la replica, il ministro Fitto è intervenuto sulla giustizia civile: “Vorrei garantire e assicurare che sul tema della giustizia civile e penale sono in via di definizione, a giorni, oltre 20 decreti che saranno adottati. Non stiamo riducendo l’obiettivo, ma lo stiamo aggiornando”.
Toccato anche il tema dell’Ecobonus: “L’Ecobonus che noi immaginiamo non punta solo alle famiglie meno abbienti, che chiaramente rappresentano una priorità, ma anche ai giovani e ai condomini“. Lo ha detto il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto nella sua replica alla Camera. Lo si vedrà “nella fase di attuazione”: “quindi non soldi a pioggia, come fatto precedentemente con gravi rischi e problemi per le casse dello Stato, ma risorse mirate a chi ha bisogno di un sostegno perché ne ha realmente una necessità”.
“Sui ritardi di pagamento, confermo la sensibilità del governo su questo aspetto, e ricordo che con una norma abbiamo affrontato il punto con un sistema che prevede la rendicontazione normativa al 30 giugno 2023 e recentemente abbiamo adottato una norma nel decreto sulla governance che introduce nuove disposizioni” per la riduzione dei tempi: “la modifica proposta non è un rinvio della riduzione dei termini ma solo un rinvio della verifica in relazione all’attivazione di sistema monitoraggio molto complesso”, ha detto Fitto.
“Stiamo lavorando anche in sinergia con tutte amministrazioni locali per rispettare i termini. Non è un argomento semplice ma non c’è l’idea di un rinvio”, ha detto. Sulla Transizione 5.0, che prevede 4 miliardi per incentivi automatici, “questa misura tende ad assicurare la continuità operativa del Piano Industria 4.0 rafforzandolo”, ha puntualizzato Fitto.

“Siamo preoccupati per il Paese – ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenendo in Aula – e c’è il sospetto non solo che siate incapaci di gestirlo ma che qualcuno speri in un segnale” sul piano europeo dal fallimento del Pnrr. Ma “state giocando con la credibilità dell’Italia”. Basta “piantare bandierine ideologiche negli occhi dei più poveri” coi tagli, “se volete condurre in porto il Pnrr noi ci siamo, tifiamo per l’Italia e vogliamo metterci alla stanga: a voi la possibilità” di invertire la rotta ascoltando sindaci e opposizioni “di fermare questi tagli per non perdere questa occasione storica”.

Le parole di Decaro, presidente dell’Anci. “Il Pnrr è già stato stabilito. Sono risorse che sono state già distribuite ai soggetti attuatori che sono ministeri, Agenzie dello Stato e Comuni. Anche qui, ci sono stati tolti 13 miliardi di euro su 16 e ancora non capiamo perché”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, intervenendo alla trasmissione di La7 Omnibus. “Un mese fa – ha ricordato – abbiamo fatto vedere a tutti gli esponenti del Governo che i Comuni sono l’unico soggetto attuatore che sta spendendo le risorse. Per fare l’esempio degli asili nido: abbiamo impegnato risorse per il 92,4% dell’ammontare complessivo perché entro la fine di giugno abbiamo fatto le gare. Noi, quei soldi, li abbiamo impegnati. Sono arrivato a quella riunione con un mattone, era il mattone di un asilo nido che stiamo costruendo in un comune della provincia di Latina. Non so perché si tolgano i soldi ai Comuni che invece stanno lavorando e dimostrando che i soldi poi si spendono”. “Di quei 6 miliardi del ministero dell’Interno, 2 miliardi e mezzo li abbiamo spesi e oggi quelle risorse vengono tolte e saranno sostituite non abbiamo ancora capito come e quando”, ha continuato il presidente dell’Anci sottolineando che “ci sono soggetti attuatori come i ministeri o le agenzie dello Stato che sono ferme al palo, che non hanno ancora fatto le progettazioni esecutive di quelle opere che devono realizzare. Perché toglierle ai Comuni?”.

Il sindaco di Napoli. “E’ una decisione che mi lascia abbastanza perplesso. Non abbiamo avuto comunicazioni dal Governo e mi risulta che questa sia una proposta del Governo alla Commissione europea in tema di rinegoziazione del Pnrr, ma noi andiamo avanti come se nulla fosse per rispettare i tempi”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in merito alla rimodulazione del Pnrr a seguito della quale restano fuori i progetti di riqualificazione Re-Start Scampia e di Taverna del Ferro, precedentemente finanziati e per cui il Comune ha espletato e aggiudicato le gare.
Manfredi ha infatti riferito che per quanto riguarda Scampia l’apertura del cantiere è fissata per il mese di ottobre mentre a Taverna del Ferro entro la fine dell’anno. “Noi non vogliamo mancare questi obiettivi – ha sottolineato il sindaco – che sono estremamente importanti in primo luogo per dare una risposta a territori che hanno bisogno di questa riqualificazione e dunque non arretreremo rispetto a questa scelta e poi c’è anche il tema dei vincoli di contratti fatti con le imprese che significa anche dare opportunità di lavoro”.

“Il ministro Fitto ha dichiarato che i progetti verrebbero coperti con le risorse del Fondo sviluppo e coesione, ma dalla mia esperienza so bene che quando si spostano linee di finanziamento gli aspetti burocratici diventano molto complicati”. Così il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in merito alla rimodulazione del Pnrr che a Napoli mette a rischio i progetti di riqualificazione di Scampia e di Taverna del Ferro. “Fino a quando c’era un definanziamento di progetti che avevano difficoltà dal punto di vista dell’avvio e dei ritardi conclamati – ha aggiunto – allora questo mi trovava d’accordo, ma spostare intere linee che ammontano in questo caso a quasi 13 miliardi mi lascia abbastanza perplesso. Aspettiamo di avere indicazioni chiare”.

L’intervento di Della Vedova (+Europa). “Se oggi Meloni fosse seduta sui banchi dell’opposizione, con la benzina a 2 euro e mezzo, il record di sbarchi e il dato di crescita più basso d’Europa, avrebbe come minimo chiesto la crisi di governo. E invece oggi abbiamo ascoltato mezz’ora di arringa difensiva di Fitto sulle polemiche dell’opposizione sul Pnrr”. Lo ha detto Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, intervenendo in aula alla Camera dopo le comunicazioni del ministro sul Pnrr. “Fitto non ha dato risposte sulle riforme, che per noi insieme agli investimenti sono fondamentali per la produttività in Italia. Non ha dato risposte sulla concorrenza: non ci ha spiegato perché questa riforma è un guscio vuoto, e non sono stati affrontati neanche i temi sensibili come balneari e taxi: un danno per l’Italia. Fitto oggi doveva spiegare a noi e ai sindaci dove e come il definanziamento verrà sostituito con i finanziamenti: fondi di coesione o debito pubblico? Lei oggi doveva dare una risposta ai sindaci e non l’ha data. Sul dissesto idrogeologico, chiedevamo risposte e fondi. Lei non ha dato risposte. +Europa non voterà a favore della mozione di maggioranza ma sono comunque felice dell’accordo con la commissione: voglio ringraziare – ha concluso Della Vedova – il commissario Gentiloni che si è attivato perché si arrivasse a questa decisione: il Pnrr è per l’Europa e per la prossima generazione di europei”.

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Italia-Germania, firmato il Piano d’azione

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz hanno firmato il Piano d’azione fra Italia e Germania nell’ambito del vertice intergovernativo. La firma è avvenuta alla Cancelleria, dopo l’incontro bilaterale fra i due capi di governo.

“Oggi la cooperazione tra Italia e Germania fa un passo avanti, noi abbiamo appena firmato un piano di azione che innalza la nostra cooperazione ad un nuovo livello per rafforzarla e consolidarla”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz al termine della riunione virtuale dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi G20.

Sul dossier migranti con Scholz “condividiamo la necessità che vada implementato il lavoro relativo al cambio di visione dell’Ue. L’unico modo per risolvere la questione è lavorare sulla dimensione esterna e lavorare in modo diverso con i Paesi africani, come abbiamo cominciato a fare e portare avanti”, ha detto ancora Giorgia Meloni. “Nell’attuale scenario – ha aggiunto – il ruolo dell’Africa è fondamentale, bisogna ricostruire una cooperazione non predatoria, con un approccio non paternalistico e aiutare i Paesi africani a vivere meglio delle grandi risorse di cui dispongono anche per gestire meglio i flussi migratori sulla base del rispetto delle regole” per “combattere l’immigrazione illegale”.

Sulla questione Ita-Lufthansa, Meloni ha detto che “siamo pronti la settimana prossima ad inviare la notifica alla Commissione Ue. Avendo risolto un problema che la Commissione ci chiedeva di risolvere, auspichiamo una soluzione immediata e velocità nel chiudere il dossier perché credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro”. 

Italia e Germania condividono “la stessa posizione” sul conflitto russo-ucraino, basata su un “pieno sostegno” a Kiev. La presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità di proseguire con “l’assistenza” all’Ucraina “a 360 gradi”. Per Meloni occorre puntare sulla ricostruzione del paese di Volodymyr Zelensky per “scommettere sul futuro europeo”.

Italia e Germania sono vicini sul tema dell’allargamento dell’Ue o “come dico sempre della riunificazione, parola che in Germania assume un particolare significato”. “La capacità dell’Europa di essere inclusiva e dare risposte a chi si rivolge a noi è fondamentale”, ha concluso.

Al G20 virtuale ha partecipato anche Putin, Meloni: Se la Russia vuole pace si ritiri”

Nel corso della videoconferenza dei leader G20 sotto la presidenza indiana, cui la premier e il cancelliere hanno partecipato in collegamento da Berlino, Meloni ha nuovamente “condannato” le azioni di Mosca, anche per le loro conseguenze globali e i danni che hanno provocato alle nazioni più povere, e ha sottolineato che la Russia potrebbe in ogni momento “facilmente” riportare la pace in Ucraina “ritirandosi dai territori illegalmente occupati” e ristabilendo la “sovranità” e la “piena integrità” territoriale dell’Ucraina. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

In merito al conflitto tra Israele e Hamas, Giorgia Meloni ha sottolineato in particolare tre concetti: la “ferma condanna” di Hamas per l'”ignobile e sanguinario” assalto terroristico contro Israele dello scorso 7 ottobre, il “diritto all’autodifesa” di Israele e la convinzione che in prospettiva la soluzione del conflitto non potrà che passare attraverso la creazione di due Stati.

Clima, transizione energetica e Africa, sono inoltre i temi su cui si è focalizzato l’intervento: “L’Italia – ha detto la premier, come riferiscono fonti di Palazzo Chigi – si candida a diventare un ponte con l’Europa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, sostenendo la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e le esportazioni di energia verde verso il resto del Vecchio Continente”.

Si tratta del primo vertice intergovernativo al quale prende parte il governo Meloni, a testimonianza – sottolineano fonti di Palazzo Chigi  – “dell’importanza data dal governo italiano ai rapporti con la  Germania”. 

L’ultimo vertice Italia-Germania risale al 2016 quando a Maranello si incontrarono i due governi guidati da Matteo Renzi e da  Angela Merkel. Al vertice parteciperanno sette ministri da parte  italiana e sette da parte tedesca. Nel corso della visita, Meloni e Scholz firmeranno un Piano d’azione  per il rafforzamento della cooperazione bilaterale e in ambito europeo. L’intesa si articola in cinque capitoli (economia,  innovazione e coesione sociale; clima, energia e ambiente; politica  estera e di difesa; agenda europea e migrazione; contatti tra le  società civili e cultura) e completa la “triangolazione” tra le tre  principali nazioni europee (Italia, Germania e Francia) dopo la  conclusione dei Trattati di Aquisgrana e del Quirinale: a differenza  di quest’ultimo, il Piano d’azione non necessiterà di una ratifica parlamentare.

La giornata avrà inizio con un “Business Forum”  organizzato da Confindustria e dalla Bdi, la Lega federale  dell’industria tedesca, al quale prenderanno parte le principali aziende italiane e tedesche e che verrà aperto e concluso dai due capi di governo. Seguiranno gli incontri bilaterali tra Meloni e Scholz e parallelamente tra i vari ministri. Si terranno quindi la firma del  Piano d’azione e le dichiarazioni congiunte alla stampa da parte dei  due leader.      

Il vertice si concluderà con una sessione plenaria, nel corso della quale la presidente del Consiglio e il Cancelliere tedesco riferiranno degli esiti dei rispettivi colloqui. Al centro dei lavori vi saranno tutti i principali aspetti della cooperazione bilaterale (politica,  economica ed energetica), in ambito europeo (migrazione, tematiche  economiche e allargamento dell’Unione) e internazionale (guerra di  aggressione russa all’Ucraina, conflitto tra Israele e Hamas e crisi  africane).

Il programma:

Alle 13 Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz si collegheranno alla riunione virtuale dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi G20.

Alle 15.30 è in programma l’apertura dei lavori del Business Forum e del vertice intergovernativo. I ministri non coinvolti nel Business forum avranno incontri bilaterali con i loro omologhi nelle rispettive cancellerie.

Alle 16.30 Meloni arriverà alla Cancelleria federale per il bilaterale con Scholz e alle 17.40 è prevista la cerimonia di firma del Piano d’Azione italo-tedesco per la cooperazione strategica, a cui seguiranno dichiarazioni congiunte.

Dalle 18.30 alle 20.30 si svolgerà la sessione plenaria conclusiva del Vertice.

Camera di Commercio italo-tedesca: “Italia e Germania partner strategici, 168 miliardi scambi nel 2022”

“Il Piano d’Azione firmato oggi tra Italia e Germania rappresenta un momento storico, perché si riconoscono finalmente partner strategici in materia economica, energetica, industriale”. In occasione dell’incontro bilaterale a Berlino tra Meloni e Scholz, e della firma del Piano d’Azione, la Camera di Commercio italo-tedesca ha fornito una fotografia del ‘business’ tra i due Paesi.   

“Italia e Germania sono sempre più un unico ecosistema produttivo, come certificano periodicamente i dati di interscambio – ha rilevato Joerg Buck, consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica AHK Italien -. Occorre che i rispettivi governi dialoghino sempre di più, coordinando la loro azione europea e prevedendo misure condivise per tutelare la nostra manifattura senza venir meno agli obiettivi della transizione”.   

Buck spiega che i due Paesi hanno raggiunto 168,5 miliardi di euro di scambio nel 2022; le imprese tedesche in Italia sono oltre 1.700, con più di 75 miliardi di euro di fatturato, e occupano circa 192mila persone. Italia e Germania sono sempre più interconnesse e per questo negli scorsi anni abbiamo ripetutamente affermato, come Camera di Commercio tedesca in Italia, che il piano d’azione tra Italia e Germania doveva prevedere anche misure economiche, industriali ed energetiche per coordinare le strategie tra i nostri due Paesi: è tempo di misure condivise per gestire insieme le grandi trasformazioni del futuro, tutelando la nostra manifattura senza venir meno agli obiettivi della transizione”.

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Costume e Società

Packaging: come si incartano i dolciumi

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I dolci non sono altro che particolari tipologie di alimenti; in quanto tali per il loro confezionamento valgono tutte le normative che si applicano a qualsiasi altro cibo. Sono regole valide a livello europeo, che tutelano i consumatori, evitando così che negli alimenti si verifichino contaminazioni esterne. Grazie al packaging adatto i dolci arrivano sulle tavole dei consumatori in condizioni perfette e si possono conservare anche per vari mesi, senza subire alcun tipo di modificazione nel sapore, nell’aspetto e nelle caratteristiche che li contraddistinguono.

Come si confeziona un dolce

Chi si occupa del confezionamento di dolci deve preoccuparsi di una serie di problematiche, la cui natura dipende anche dal singolo alimento di cui ci si sta occupando. I dolci hanno consistenza morbida, sono prodotti con grassi vegetali o animali econtengono solitamente zuccheri, che sono igroscopici e devono essere conservati lontano dall’umidità.

Tutte queste caratteristiche pongono delle sfide importanti, perché una confezione non adatta può causare importanti cambiamenti in un alimento, non conservandolo in modo idoneo. Alcune tipologie di incarti si sfruttano da tantissimi anni, è il caso ad esempio del film twist per alimenti e regali o della carta. Nel primo caso si tratta di film plastici che possono essere utilizzati sia per produrre confezioni a cuscino, sia torcendone le estremità per chiudere una caramella o un dolce di dimensioni più grandi. La carta invece viene spesso utilizzata insieme ad altri materiali, ad esempio altre tipologie di film plastici o anche l’alluminio. In entrambi i casi la confezione ottenuta mantiene l’alimento al riparo dall’umidità e dagli scambi gassosi con l’ambiente esterno, preservandolo nel tempo.

Cosa dicono le norme

Le normative che riguarda il confezionamento di dolciumi sono le medesime che sono dedicate agli alimenti in genere. Riassumendole in breve si tratta di regole che obbligano i produttori di dolci a incartarli utilizzando materiali che non vadano a modificare in alcun modo le loro caratteristiche organolettiche. In pratica un incarto non deve rilasciare sostanze nocive all’interno di un alimento, ma neppure liberare sostanze che possano risultare nocive per la salute.

Proprio la presenza di zuccheri e grassi, che abbiamo citato poco sopra, rende particolarmente complessa la predisposizione di incarti per dolci, obbligando spesso i produttori a prediligere packaging multistrato. Solo in questo modo infatti si isola l’alimento da una parte dell’incarto che potrebbe rovinarsi o dal contatto con l’ambiente esterno. Queste norme ci permettono di tenere in tasca una caramella senza che questa si sciolga, o di mangiare un biscotto glassato che sembra appena preparato.

Diversi prodotti, diversi incarti

Quando si parla di dolci ci si riferisce a unampio settore alimentare e merceologico. Le aziende che producono packaging offrono diverse tipologie di confezioni a seconda del prodotto che devono incartare. Oltre a questo alcune aziende sono in grado anche di proporre ai produttori di dolciumi un servizio completo, che comprende anche la fornitura dei macchinari per il confezionamento.

Quando tale servizio coinvolge prodotti da forno, o alimenti che devono essere conservati a specifiche temperature o condizioni climatiche, il confezionamento avviene direttamente sul sito di produzione. Cosa che garantisce un’ottima conservazione dei prodotti, che si mantengono freschi e gustosi per lunghi periodi di tempo.

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Politica

Sciopero, Cgil e Uil confermano: è scontro con il governo

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Sullo sciopero di venerdì 17 novembre è scontro con i sindacati, che confermano la protesta, ad eccezione del settore degli aerei. Lo sciopero di venerdì 17 per il trasporto pubblico sarà consentito dalle 9 alle 13. È partita la lettera di precettazione firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini. Così una nota del Mit.

Muro contro muro sullo sciopero di venerdì 17 e alla fine scatta la precettazione per il settore dei trasporti. Dopo un nuovo round con Cgil e Uil che confermano lo sciopero generale contro la manovra del governo Meloni, il vicepremier e ministro Matteo Salvini interviene riducendo lo stop da 8 a 4 ore, dalle 9 alle 13.

Scatta anche l’ira dei sindacati

La precettazione “è un atto politico gravissimo”, replica il numero uno della Cgil, Maurizio Landini che sottolinea il ‘silenzio assordante’ della premier Giorgia Meloni che – afferma – potrebbe intervenire per fermare l’iniziativa come già accadde nel 2014. E come il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che dice: “è un attacco al diritto di sciopero”.

Dalla protesta resta fuori il trasporto aereo, che le due sigle avevano già escluso dopo le osservazioni del Garante. Rimane invece l’astensione di 8 ore a livello nazionale per gli altri settori: pubblico impiego, sanità, scuola, università e ricerca, poste; 4 ore anche per i Vigili del fuoco. Con loro incroceranno le braccia le altre categorie delle regioni del Centro.

Una nuova giornata di botta e risposta e di missive

Prima parte la lettera con cui il Mit chiede a Cgil e Uil di rivedere la mobilitazione, poi i sindacati rispondono confermando le ragioni dello sciopero che continuano a considerare generale e regolare nelle modalità di proclamazione. Salvini convoca quindi l’incontro al Mit: non vanno Landini e Bombardieri ma i segretari confederali. Nessuno si smuove dalle proprie posizioni. Salvini già in mattinata aveva assicurato l’intenzione di mettere in campo “tutto quello che la legge” permette “per consentire il diritto alla mobilità al lavoro, allo studio, alla salute, a 60 milioni di italiani. E se Landini si offende e mi offende, mi dispiace per lui”.

E sull’assenza al Mit rincara il senatore della Lega Claudio Borghi: “Già impegnati nel weekend lungo?”. I sindacati contrattaccano. “Non c’è alcuna ragione oggettiva né di urgenza che motiva” la precettazione, sostiene Landini: è “un esplicito attacco al diritto di sciopero”. E, per lui, mettere in discussione questo diritto “significa mettere in discussione la democrazia”. Sulla stessa linea Bombardieri: “Noi andiamo avanti, sul diritto allo sciopero non siamo disponibili a farci intimorire da nessuno”, dice sostenendo che quelli di Salvini sono “attacchi fuori luogo”. Da parte loro tornano ad accusare la commissione di garanzia (“è compiacente” con il governo). Domani pomeriggio terranno una conferenza stampa. I sindacati hanno “la totale legittimità” a scioperare, interviene anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che però tiene a difendere la manovra: dire che questo sia un governo che “non ha a cura gli interessi dei lavoratori dipendenti, questa critica proprio no”, ribatte.

Il caso diventa politico

E dopo la delibera del Garante la questione arriva anche in Parlamento. Il Pd ne chiede l’audizione in commissione alla Camera. Poi la decisione: la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Paola Bellocchi, sarà ascoltata domani mattina nelle commissioni riunite Trasporti e Lavoro di Montecitorio. “Ignobile il linciaggio” al Garante per gli scioperi, replicano i deputati della Lega in commissione Lavoro della Camera. Invece per il M5s il governo “sta facendo di tutto per non parlare delle ragioni” dello sciopero e non dà “risposte”, sostiene il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri.

“Adesso basta”, è lo slogan con cui Cgil e Uil si preparano intanto a scendere in piazza del Popolo venerdì a Roma, in concomitanza con lo sciopero: “Per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani”.

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