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Castelli Romani

Frascati: approvato il rendiconto della gestione per l’esercizio 2023

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Un Consiglio Comunale, quello di ieri 23 maggio, che inizia carico di commozione: il ricordo di Giovanni Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo, e degli uomini della scorta viene salutato dall’applauso dei presenti.
Ma c’è un altro momento pregno di emozioni nella sala del Consiglio Comunale: il presidente, Corrado Spagnoli, nel ricordare la figura del professor Raimondo del Nero, recentemente scomparso, storico della città e consigliere comunale, fa onorare, con un minuto di silenzio, la memoria dell’insegne cittadino di Frascati.
Poi la parola passa immediatamente all’assessore al Bilancio, Dario de Santis che illustra il rendiconto della gestione 2023 del Comune di Frascati.

C’è, da parte sua, dapprima una premessa doverosa nel “ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questi obiettivi”.
Nelle parole dell’assessore De Santis trova ampio spazio un grazie sentito all’intera macchina amministrativa del Comune di Frascati che è stata capace di fare sintesi: “uno sforzo comune” sono le parole che vengono pronunciate.
Si parla con estrema attenzioni di “sacrifici”, di “impegni presi … salvaguardando con attenzione l’aspetto sociale”.
Un “lavoro alacre degli uffici” capaci di “correre dietro agli adempimenti”.
Un vero lavoro di squadra.
Un impegno preso sulla base di una programmazione di “disavanzi che sapevamo” ma che sono stati raggiunti e visibilmente migliorati pur mantenendo i piedi per terra.
“Non ci illuda la situazione” ripete attento e prudente ai consiglieri comunali presenti, oggi, nell’aula consigliare Falcone e Borsellino di Frascati dimostrando un atteggiamento prudente ma soprattutto concreto e necessario alla salvaguardia dei conti pubblici della città di Frascati.
Un volume ampio di accantonamenti prudenziali ma che, sempre stando alle serie parole dell’assessore, potrebbero “liberare risorse” per il bene della città.
Quello di oggi che si è tenuto in Consiglio Comunale, ripete più volte, è “un adempimento formale” già ampiamento discusso e snocciolato in sede di Commissione Bilancio nei giorni antecedenti l’assise odierna.
Precisi gli interventi delle opposizioni: Matteo Angelantoni parla di “discussione proattiva” e di “un’opposizione responsabile per il risanamento e la salvaguardia della città” e nel concludere, prima di allontanarsi dall’aula durante il voto, dichiara “restiamo vigili ed attenti”.
Marco Lonzi, anche lui prima di uscire dall’aula, ringrazia gli uffici e poi aggiunge “non vedo segnali chiari … il nostro ruolo è vigilare, daremo il nostro contributo per uscire fuori da questo dissesto”.
Ultimo a parlare, sempre per le opposizioni, è Gelindo Forlini che dichiara di uscire dall’aula.
Il capogruppo PD, Alessio Ducci, focalizza due punti: “un’azione coerente ed efficace” da parte dell’amministrazione ed il suo personale focus è “sull’indicatore delle tempestività dei pagamenti” giunto a “34 giorni medi” segno di un buon andamento della macchina amministrativa frascatana che sta utilizzando “cautele giuste, procedure giuste”.
Il voto favorevole della maggioranza conclude la discussione del punto e ne decreta poi l’immediata esecutività della delibera.
A fine consiglio abbiamo incontrato l’assessore Dario de Santis al quale abbiamo rivolto alcune domande.

L’assessore al bilancio, patrimonio e partecipate, dottor Dario De Santis

Assessore, il lavoro è stato impegnativo ma si stanno raggiungendo gli obiettivi.
Quale è il segreto, se esiste, di questo cambio di marcia?

Come avrà sentito in Consiglio Comunale c’è stato un federare le istanze. Abbiamo percepito tutti, noi amministratori e gli uffici, il compito gravoso.
Abbiamo promosso un dialogo tra le vari componenti la macchina amministrativa.
Le dico una cosa: questa esperienza di Frascati è stata unica e di grande insegnamento.
Ho percepito, da parte di tutti, la volontà concreta di uscire fuori da tale situazione.
Una sinergia davvero importante che oggi, anche se rinnovo la cautela, ci sta portando fuori da questo problema che la stessa cittadinanza ha percepito come davvero importante.

Assessore Le porgo una domanda che può sembrare in apparenza una provocazione contro di Lei, me lo permetta. “Qualcuno” la apostrofa “il Maradona di Supino”: Maradona quando entrava in campo cambiava il corso della partita.
Quindi, va da se che, anche questa persona, si è accorta del suo valore, al di là delle mere e sterili polemiche?

(sorride divertito) Guardi l’ho detto già molte volte: io non so palleggiare e quindi sono assai lontano da Maradona. Ma se si vuole far percepire tale paragone con il fatto di avere “fatto squadra, con fatti e testimonianze, beh il discorso cambia di molto.
Questa è una domanda che in seguito farò anche alla sindaca, Francesca Sbardella: quali strumenti ha messo in opera l’Amministrazione affinché questo non succeda più nel nostro Comune?
(torna serio) Noi abbiamo lavorato in modo attento eliminando le cause che hanno portato al dissesto.
In primis i mancati accantonamenti, poi abbiamo percepito la necessità di un maggiore e più attento dialogo tra gli uffici tecnici e noi amministratori e non solo; un dialogo maggiore tra la macchina amministrativa e la società municipalizzata STS.
È mancata, mi passi il termine, l’abitudine al dialogo tra strutture.
Le visite periodiche, la sindaca che presiedeva alle riunione con i dirigenti è stato un continuo interagire per il bene della città.
Oggi, me lo lasci dire, abbiamo trovato dirigenti-diligenti.
Sono questi gli anticorpi necessari affinché ciò non si ripeta nel nostro Comune.

In seguito, anche la sindaca, Francesca Sbardella, ha risposte alla nostre domande.
Sindaca, si è presa una bella responsabilità con la sua amministrazione decretando il dissesto finanziario del Comune di Frascati. Come dicevo prima con l’assessore si vede la luce fuori dal tunnel.
Quando ne saremo fuori resterà per Frascati una esperienza davvero unica ed indimenticabile.
Quali strumenti ha messo in opera la sua Amministrazione affinché questo non succeda più nel nostro Comune?

Ci siamo assunti una grossa responsabilità su una strada già tracciata dalla bocciatura del piano di riequilibrio finanziario. La nostra non è stata un scelta politica ma dettata proprio da questo fatto.
Tutto ciò ci è servito per impostare un lavoro diverso con più attenzione. Quindi, al di là dei sacrifici richiesti un po’ a tutti, ai cittadini in primis ma anche agli stessi uffici che hanno dovuto lavoro dentro “paletti estremamente stringenti”, tutto ciò ci ha aiutato a formare una azione amministrativa e l’azione politica ad una maggiore oculatezza, ad una maggiore attenzione.
Debbo però dire che tutto ciò è servito a darci una maggiore consapevolezza delle possibilità della nostra Città che sono comunque tante.
Il fatto di avere chiuso il bilancio dimezzando il disavanzo previsto dal piano stabilmente riequilibrato ci fa capire che Frascati è una città dalle potenzialità importanti dal punto di vista economico e che, quindi, averla messa sui binari giusti, di controlli maggiori e più efficienti, di una spesa più attenta e di un migliore e diverso utilizzo delle risorse importanti che ci sono nella nostra città, ci fa sperare di avere dato “correzione al tiro” e di avere messo Frascati sulla strada giusta.
Quindi più attenzione, più consapevolezza della ricchezza della nostra città ed un importante gioco di squadra tra uffici, tra amministrazione. La difficoltà ci ha reso più squadra.

Un grazie per la disponibilità all’assessore Dario de Santis ed alla sindaca Francesca Sbardella.

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Frascati, Libri in Osteria: Michele Bovi presenta “Anche Mozart copiava”

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Nel raccontare i pomeriggi di Libri in Osteria c’è sempre un carico forte di emozioni.
Piazza dell’Olmo e l’Osteria, già da soli, ti portano in una dimensione onirica davvero speciale.
Poi appaiono dietro i tavoli “spartani”, li chiama cosi la sempre elegante e sorridente padrona di casa, Emanuela Bruni, due giganti della musica e della televisione, Paolo Dossena e Michele Bovi: stasera (ieri per chi legge nds) l’incantesimo è completo.
Si parte dal titolo del libro che, lo stesso Michele Bovi, presenta a Frascati: Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles.
“Infatti, spiega Bovi, è sempre difficile capire chi copia chi” e la conclusione della tesi che emerge dal libro, grazie al fattivo contributo di due avvocati, Giorgio Assumma e Gianpietro Quiriconi, del criminologo, Vincenzo Mastronardi, del musicologo, Girolamo De Simone e del cosiddetto “melomanipolatore” Nicola “DjBatman” Battista è semplice: “fascinazione, spiega un sorridente Michele Bovi, in fondo se guardiamo il mondo della musica, anche nelle stesse posture di molti esecutori, si nota con estrema chiarezza l’essere affascinati da chi li ha preceduti”.
Cita a proposito la somiglianza nella gestualità tra Victoria de Angelis dei Måneskin e la bassista del gruppo punk inglese The Killjoys, Ghislaine “Gil” Weston ed aggiunge “tra queste due bravissime bassiste c’è una gestualità simile segno sicuro di una fascinazione avvenuta su Victoria da parte di Gil”.
La simpatica chiacchierata prosegue raccontando un Mozart copione “in fondo ai suoi tempi sui pezzi c’era scritto alla maniera di, e prosegue, anche i Beatles e Paul Mc Cartney vennero fascinati da Mozart”.
Il racconto diventa sempre più interessante: “George Martin, racconta Bovi, in un video pubblicato sulla pagina facebook dei mitici Abbey Road Studios racconta di un divertito Paul Mc Cartney che sullo spartito originale di Yesterday, dapprima mise il suo nome poi quello di John Lennon, di seguito quello di George Martin stesso e, ridendo, aggiunge il nome di Mozart”.
Un applauso deciso accompagnato dalle risate saluta questa perla raccontata dal “papà” di Techetechetè e di altri fantastici spettacoli di Mamma Rai.

Michele Bovi mostra una pagina del Corriere della Sera

Ma nel clamore generale tira fuori una pagina del Corriere della Sera dove legge un simpatico avvenimento: “sapete qualche giorno fa uno studente della Bocconi è stato scoperto a copiare. È stato bloccato per 6 mesi durante i quali non potrà sostenere alcun esame ma nel caso in cui dedicasse il suo tempo ad opere di bene pentendosi del fatto la pena sarebbe ridotto a tre mesi. Ma volete sapere il perché di tutto cio? La Bocconi riconosce come grave illecito il plagio. Ovvio, aggiunge, sembra più la solita storia del colpisci uno per educarne cento ma sfido chiunque oggi a non copiare o non farsi fascinare da chi lo ha preceduto.”
La serata prosegue con le “ispirazioni sanremesi”, le chiama così, passando ad un Tony Renis che nel 1963 venne denunciato per plagio. “Sapete cosa disse, aggiunge Bovi, dopo tanti anni è difficile scrivere qualcosa di originale. Potete immaginare ora con altri 60 anni di musica leggera.”
Emanuela Bruni, che stasera torna a vivere, per sua stessa ammissione, i ricordi della musica della sua giovinezza chiede: Ma pure Claudio Baglioni è stato accusato di plagio?
Qui l’istrionico Michele Bovi dona il meglio di se: “Certo Emanuela e sai chi lo salvò? Il sindaco di Ariccia che nella causa scaturita dalla denuncia di Ricky Gianco affermo che l’anno prima della pubblicazione lo stesso Baglioni, al festival della Porchetta di Ariccia aveva presentato il brano e che quindi le accuse di Gianco dovevano ritenersi completamente non veritiere”.
Poi Paolo Dossena, uno dei più grandi produttori italiani, oggi patron dell’etichetta Compagnie Nuove Indye (Almanegretta, Agricantus, Radiocanto, etc) apre il cassetto dei ricordi e racconta: “… ero un giovane dirigente in RCA. Gli americani hanno sempre preteso un successo immediato dei pezzi che producevano. Un giorno mi chiamano e mi chiedono perché stavamo continuando a produrre due artisti che con i primi due album non avevano avuto ancora successo. Mi chiesero di “tagliarli” ma sapete chi erano? Lucio Dalla, che aveva iniziato la carriera come sassofonista di Gino Paoli, e Renato Zero. Per fortuna che non gli ho dato ascolto”.
L’atmosfera che si respira in piazza dell’Olmo è di certo un continuo ricordare geni e personaggi che hanno lasciato una traccia indelebile nel panorama musicale nazionale ed internazionale.

nella foto da sinistra Michele Bovi e Paolo Dossena

Paolo Dossena ha collaborato con artisti del calibro di Dalida, Charles Aznavour, “l’armeno” ricorda lo stesso Dossena.
E poi ancora Alain Barriere, Sylvie Vartan “donna straordinaria e soprattutto di una delicatezza e raffinatezza unica, ci ha legato un’amicizia profondissima” racconta commosso Paolo Dossena.
La parola poi torna a Michele Bovi che racconta il Far West dei diritti d’autore italiani negli anni sessanta: “gli artisti ci hanno rimesso e la responsabilità forte, dice, ricade nelle case di produzione che grazie a ciò hanno fatto miliardi” e cita i casi di Gino Paoli “i suoi pezzi venivano firmati da Mogol” e di Guccini “ci ha messo più di trent’anni per tornare ad essere proprietario dei diritti d’autore di Auschwitz”.
“Ma, aggiunge, ciò deriva da una cattivissima abitudine nata già nei primi del ‘900 negli Stati Uniti: la musica italiana, i classici italiani sono stati prodotti, negli Stati Uniti, da Cosa Nostra facendole firmare da americani. Pezzi come Santa Lucia che facevano parte della tradizione melodica italiana diventano brani americani che poi tornano in Italia e noi ne facciamo una cover con Celentano, roba davvero incredibile”.

l’elegantissima Emanuela Bruni con la copia del libro “Anche Mozart copiava” e Michele Bovi

Ed in fondo, spiega poi Paolo Dossena, autore tra l’altro di molti brani di Patty Pravo, tra tutti Pazza Idea e I giardini di Kensigton, spiega che ormai la comunicazione invasiva sta creando una situazione di cui origine stessa è proprio questa totale contaminazione che è figlia di una globalizzazione mondiale: “scoprire oggi chi è l’autore della scintilla che genera un brano è diventato davvero quasi impossibile proprio sono migliaia le contaminazione a cui tutti siamo soggetti.”
E poi ci racconta come nacque l’album Pazza Idea: “10 tracce ma non me ne piaceva nessuna. Mi chiudo con Patty Pravo in un piccolo studio ed in una notte buttiamo giù Pazza Idea. Arriva Ulli (Giovanni Ulli paroliere italiano nds) al quale il testo non piace minimamente. Fui gentile: lo invitai ad andarsene!”
Un grande applauso sommerse un sorridentissimo Paolo Dossena che si emoziona a questo ricordo.
In conclusione della serata si ricordano i 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini e Michele Bovi chiude raccontando due aneddoti: “Sapete Sir Andrew Lloy Webber, autore di musical come Fantasma dell’Opera, Jesus Christ Superstar, Evita, Cats, è uno degli autori che ha attinto a mani basse dalle opere pucciniane ma non è mai stato oggetto di una causa di plagio, sapete perché? Agli eredi di Puccini non importa” e chiude ricordando il finale di Turandot scritto da Franco Alfano ma aggiunge: sapete qualche tempo una azienda che si occupa di intelligenza artificiale disse di avere realizzato grazie ad essa il finale dell’opera. Sapete quale fu la risposta a tale azienda … ve la lascio solo immaginare”.
Si conclude davvero con estrema simpatia questo pomeriggio con queste due colonne della storia della musica e della televisione italiana, Paolo Dossena e Michele Bovi.
Ma nel salutare Paolo Dossena ripercorriamo con lui i momenti splendidi della sua collaborazione con Iolanda Gigliotti, Dalida.

un emozionatissimo Paolo Dossena

C’è emozione nei suoi occhi ed è palpabile ed il ricordo va ad un altro grande amico di Dossena, Luigi Tenco, “scomparso troppo in fretta”, ci dice e poi insieme chiudiamo gli occhi rivedendo Dalida che ogni volta che canto dopo la morte di Tenco Ciao amore, ciao “lo faceva ad occhi chiusi perché, ci racconta Dossena, Iolanda così cantava abbracciando ancora un volta il suo Luigi”.

nella foto, tra gli altri, Mario Gori, CEO di Miss Italia Lazio, e l’ex sindaco di Frascati, Stefano Di Tommaso

Grazie a Libri in Osteria, grazie all’ospitalità di Remigio Sognatesori e della sua Osteria dell’Olmo, un grazie alla Libreria Cavour Ubik, ma soprattutto un grazie amichevole e fraterno a Michele Bovi e Paolo Dossena, veri giganti della nostra storia.

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Frascati, Alessandro Mulieri ha presentato il suo libro “Contro la democrazia illiberale”

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Non è facile raccontare l’Europa a poche ore dalle elezioni che hanno visto impegnate le 27 nazioni che la compongono.
Ed è ancora più difficile farlo quando, per la prima volta in Italia, il numero dei votanti è minore di quelli chiamati ad esercitare il proprio diritto/dovere al voto.
Nella splendida cornice della Sala degli Specchi di Palazzo Marconi a Frascati provano a chiarire questo apparente mistero Alessandro Mulieri, autore del libro “Contro la democrazia illiberale, storia e critica di un’idea populista”, Francesca Sbardella, sindaca di Frascati, Daniele Archibugi, economista del CNR, assieme a Lisa di Giuseppe, giornalista; moderatore dell’incontro Stefano Milano, direttore di Collettiva.
I primi ringraziamenti per questa iniziativa provengono dal consigliere comunale della città di Frascati, Michele Arganini, organizzatore della settimana dell’Europa che presenta una commossa Elisa Longobardi, neodelegata dalla sindaca Sbardella alle Relazioni con le Istituzioni Europee.
“Il mio ruolo riveste una importanza focale: un ponte tra l’amministrazione locale e l’Europa in seno alla più grande Assemblea Democratica al Mondo” sono le sue parole commosse ed aggiunge “tante lingue, tante culture ma c’è un pensiero a cui tengo moltissimo UNITI NELLE DIVERSITÀ ed oggi essere europei non è più una scelta come avvenne decenni orsono, ma un dato di fatto portatore di una serie di diritti di cui l’Europa è garante”.
C’è un pensiero estremamente attente nelle parole della dottoressa Longobardi circa l’importanza dell’Europa che è oggi lo spunto vivo a circa il 60% delle leggi approvate dal nostro parlamento.
L’ Europa, spiega, non è solo PNRR, è diritti, è agricoltura, è una intuizione che ci permette di poter vivere all’interno della più grande area di sviluppo e di pace dell’occidente.
Ed, aggiunge, quello che diventa necessario per noi italiani è far si che la nostra rappresentanza parlamentare europea non venga più utilizzata come un “cimitero degli elefanti”
Poi la parola passa ad Alessandro Mulieri, docente all’università Ca’ Foscari di Venezia, autore del libro “Contro la democrazia illiberale, storia e critica di un’idea populista” che dapprima ringrazia l’amministrazione di Frascati per questo evento e ricorda di essere legato a Frascati, sede del primo lavoro di suo padre.
Il suo pensiero è lucido e diretto “Democrazia illiberale è un termine abusato e super ambiguo in quanto non esiste una democrazia liberticida”
“Una democrazia illiberale, spiega, uccide i fondamenti stessi che la compongono” ed in più aggiunge “una democrazia al 50% è una democrazia in crisi e quindi diventa necessario recuperare il valore autentico che la caratterizza”.
Un attenzione “attenta”, la sua, alla necessità di coinvolgere, in questa iniziativa, sia gli intellettuali, sia i docenti che gli insegnanti, ruoli che sappiano mostrare e far comprendere l’importanza vera della parola “democrazia”.
Poi la parola passa a Daniele Archibugi, economista italiano e studioso dell’economia e delle politiche dell’innovazione e della teoria politica delle relazioni internazionali.
Spiega in modo semplice e diretto che le ultime elezioni europee “hanno punito i governi dell’austerità”.
Quello che i cittadini europei hanno recepito in questo ultimo quinquennio è stata una “Europa distante ed assente alle problematiche che investono molti cittadini europei”, parla, insomma, di “un’assenza di risposte” .
Bisogna ricordarci, spiega, che “la democrazia è un sistema fragile e minacciato” e propone, come prima soluzione a questa “Europa distante, un politica dei redditi capace di un aumento degli stipendi ed in grado di lavorare ad una attenta politica salariale”.
Cita poi Benjamin Costant con la “Libertà degli Antichi e la Libertà dei Moderni”:
i primi vivono la virtù nella partecipazione ed è li, quindi la libertà.
I moderni
, invece, delegano nella democrazia rappresentativa per poter avere “più tempo, dice, per il loro privato”.
La virtù quindi non è solo il votare ma riaffermare questa libertà degli antichi nella partecipazione e si sofferma, con estrema attenzione, al mondo dei giovani capace ancora di “partecipare e, quindi, essere libero”.
Una lectio suprema quella che arriva in questa ora di narrazione lucida e soprattutto in grado di centrare, con estrema attenzione, i problemi che l’Europa porta nel proprio DNA.
E poi, Lisa di Giuseppe, in un video trasmesso agli organizzatori dell’incontro, compie una analisi del voto che dimostra, oltre la buona tenuta del governo, un ottimo risultato del Partito Democratico di Elly Schlein che mettendoci la faccia ha garantito la tenuta ma soprattutto ha messo in campo una forte pattuglia di amministratori del PD che hanno conseguito ottimi risultati.
Perdono i centristi ma nel contempo perde quel Movimento Cinque Stelle che ancora oggi non ha una sua collocazione all’interno delle correnti in cui è diviso il parlamento europeo.
La forte affermazione di Giorgia Meloni dimostra che il voto giunto a Fratelli d’Italia è principalmente un voto alla leader che dimostra di essere un valore aggiunto.
Interessante la valutazione compiuta dalla sindaca Francesca Sbardella “il PD che ha governato in Italia non vincendo le elezioni in quel frangente si è, purtroppo, allontanato dal paese reale”.
Una analisi attenta che fa comprendere come oggi essere all’opposizione nel paese consenta alla segreteria di Elly Schlein di misurarsi con le difficoltà reali della nazione e, la riprova, è il risultato ottenuto in queste Elezioni Europee.

nella foto da sinistra il professor Daniele Archibugi, l’autore del libro, Alessandro Mulieri, il direttore di Collettiva, Stefano Milano, e la sindaca di Frascati, Francesca Sbardella

Infine la Francia di Macron: è pur vera l’onda lunga del Rassemblement National, spiega Alessandro Mulieri, ma se si somma tutta la cosiddetta destra francese si ritrova quel 41% di consensi che la pone ancora oggi come minoranza del paese.
Lo scioglimento del Parlamento Francese da parte di Macron, aggiunge Mulieri, è un appello alle forze progressiste e liberali del paese.
La riflessione che giunge da questo incontro è chiara: “occorre tornare ad una partecipazione attiva all’azione politica ove le forze politiche stesse debbono ancorarsi, dice il professor Archibugi, ai problemi locali”.
Quindi alla fine, conclude “parlare di Democrazia illiberale”, conclude Mulieri, è sottolineare un ossimoro, una contraddizione piena, che oggi, i regimi autocratici elettorali, come quello di Orban, vogliono trasmettere al mondo per ricreare quel principio di democrazia che invece non gli appartiene.

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Frascati, Libri in Osteria: giovedì 13 giugno con Paolo Dossena e Michele Bovi

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Torna, come ogni settimana, l’appuntamento con il salotto letterario di Libri in Osteria.
C’è una “Pazza Idea” dietro a questo incontro di giovedì 13 giugno sempre alle ore 18,00 nella splendida cornice di Piazza dell’Olmo a Frascati davanti ad un bicchiere di vino della storica Osteria dell’Olmo di Remigio Sognatori: raccontare i plagi musicali.
E già! Alzi la mano chi di noi non abbia mai detto, ascoltando un brano, “mi ricorda quel pezzo di …”.
Paolo Dossena, storico paroliere di brani come Pazza Idea ed I giardini di Kensington, autore tra l’altro di Techetechetè, e Michele Bovi, giornalista e scrittore, indosseranno i panni degli investigatori musicali alla ricerca del plagio.
Da Mozart fino ad arrivare ai Beatles, dai canti sacri alle canzoni politiche, Faccetta Nera e Bella Ciao in testa, dalle filastrocche ai brani di Sanremo.
Ampio spazio alla ormai celebre querelle tra Albano e Michael Jackson.
Quindi se anche tu sei uno di quelli che è capace di affermare: questo brano assomiglia a … non perdere tempo e ricordati l’appuntamento giovedì 13 giugno ore 18 piazza dell’Olmo a Frascati.
Emanuela Bruni, la straordinaria padrona di casa, Remigio Sognatesori, l’oste, Libreria Ubik Cavour Frascati ma soprattutto Paolo Dossena e Michele Bovi, autore di Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles, ti aspettano per questa indagine sulla musica “al di sopra di ogni sospetto”.

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