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Chiara Rai
Il pizzino di don Romano parla chiaro, “chi mi ha portato fin qui si assuma le proprie responsabilità”. E prima la Rosy, poi Pier Luigi hanno lasciato. O meglio Bersani ha annunciato le sue dimissioni che saranno effettive subito dopo l’elezione del presidente della Repubblica.
Dopo oltre 50 giorni di balletti si fa nitido il siparietto del Pd che ha scoperto personaggi affatto coesi e una palese incapacità di leadership.
Adesso, se come si presume si tornerà al voto entro breve, avremo due partiti e un centrino rafforzato: Cinque Stelle e Pdl cum Lega e il professor Monti nel mezzo scortato dalle ormai quasi sbendate mummie Pierferdy Gianfry. I sarcofaghi sono ormai pacatamente e serenamente liberi, pronti ad accogliere l’ex segretario che le ha provate davvero tutte fino all’atto finale del patricidio quando ha messo sulla graticola don Romano, il fondatore dell’Ulivo, il grande traghettatore democratico che ha battuto due volte il Cav che adesso se la ride a petto rigonfio. La Bindi ha fatto karakiri da sola.
Sia Cinque Stelle che il Pdl che Scelta Civica hanno, con i loro pregi e difetti, dato prova di coerenza in questo scampolo che precede all’elezione dell’uomo del Colle. Il Pd è riuscito nel giro di due giorni a dare l’ordine di votare Marini e poi “all’unanimità” aggiungerei “utopica” a puntare tutti sul pater Prodi che dall’Africa ha detto “vi raggiungo appena posso” ma a mio parere avrebbe dovuto fare lui un passo indietro appurata la schizofrenia del Pd e il facile tradimento.
Alla quarta votazione, cento hanno tradito Pierluigi e l’intero partito troppo democratico forse per permettersi di accordarsi con le altre forze politiche in campo. Meglio che il centrosinistra, riavvolga il nastro e ricominci tutto daccapo.
Dopo il danno ci manca la beffa di attendere il nuovo segretario Pd per provare a formare un Governo di scopo. In questo sia lo psiconano che lo psicocomico ci hanno visto lungo, individuando il tallone vulnerabile di Pierluigi tirato per la giacchetta da troppe correnti, prima innocui spifferi. Oggi ancora votazioni i pentastellati avanti ad oltranza con Rodotà e al Pdl se piacerà la Cancellieri troverà l’accordo con Monti (ma ciò potrebbe rivelarsi un boomerang e produrrebbe un notevole abbassamento di consensi) altrimenti uscirà dall’aula come successo ieri quando ha subodorato che Prodi non ce l’avrebbe fatta a causa di lotte intestine. Ad uno, ad uno si stanno eliminando. Che si aspetta a tornare al voto? Tanto ad andare d’accordo per “il bene del Paese” non si è capaci, ognuno detta la sua ricetta ritenendo sia l’unica in grado di alleviare tutti i mali.
Disponibile anche nella versione sfogliabile de L'osservatore laziale edizione del 20 aprile 2013 su www.osservatorelaziale.com