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Cronaca

Ischia, tragedia in mare: annegano istruttore sub e sua allieva 13enne

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Tempo di lettura 2 minuti La ragazza, figlia di un conoscente di Emanato, frequentava il centro immersioni.

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Red. Cronaca


ISCHIA (NA) – Un subacqueo esperto e una ragazzina di 13 anni sono morti nelle acque di Ischia (Napoli). Il sub è stato il primo ad essere recuperato privo di vita, dalle squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco e della Guardia Costiera nello specchio d' acqua tra Ischia e l' isolotto di Vivara, sulla "secca delle Formiche". Poco dopo è stato individuato anche il cadavere della ragazza. Il sub deceduto era il titolare di un diving center, Antonio Emanato, di 44 anni. La ragazza, figlia di un conoscente di Emanato, frequentava il centro immersioni.

Si allunga così la scia di vittime in Campania per immersioni rivelatesi fatali. In tre persero la vita l'anno scorso a Palinuro (Salerno). Altri 4 nel 2012 sempre nella stessa località del Cilento. Insomma, 9 morti in cinque anni ed altri 7 dal 1984 al 1998. Il 19 agosto dell'anno scorso furono Mauro Cammardella, titolare di un centro diving, l'istruttore Mauro Trancredi ed il sub Silvio Anzola a morire durante un'immersione nella grotta della Saletta a Palinuro. Il corpo di Anzola fu recuperato diversi giorni dopo perché rimasto intrappolato in un cunicolo. I tre sub erano partiti con una barca a bordo della quale c'erano 12 persone ma una volta arrivati alla grotta si erano divisi in sottogruppi: Cammardella, Tancredi e Anzola erano andati in quello che era considerato il punto più pericoloso e profondo. Palinuro: grotte bellissime, angoli suggestivi di mare che ogni anno richiamano centinaia di sub nel mare della frazione del comune di Centola, in provincia di Salerno ma che però talvolta risultano pericolose anche per i più esperti.

E così il 30 giugno 2012 in una immersione, sempre nelle stesse acque, persero la vita quattro sub.
L'incidente avvenne nella zona della Grotta del Sangue. In quell'occasione altre quattro persone pero' riuscirono a salvarsi. Fu il fango che si sollevo' all'interno della grotta a far perdere l'orientamento dei quattro sub. Il 2 settembre 1998 morirono nei fondali della Grotta Azzurra di Palinuro due subacquei milanesi. Un altro incidente, invece, avvenne nel 1996 quando a perdere la vita furono tre cittadini polacchi durante una immersione nella zona nella grotta denominata "Scaletta" a Punta Iacco. Nel 1984, il 16 agosto, morirono due giovani speleologi subacquei friulani. Stavano esplorando una grotta sottomarina nelle acque della "Cala Fetente" a Palinuro, lo stesso luogo dove e' avvenuto l'incidente del 19 agosto dell'anno scorso.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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