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La Rustica RRdP (calcio, Eccellenza), Iardino: “Mi volevo rimettere in gioco in questa categoria”

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Roma – Il La Rustica RRdP è andato sul sicuro. La società del presidente Tonino D’Auria, che ha spostato la sua sede di gioco da Rocca di Papa a Roma (nel quartiere di La Rustica), ha affidato la guida della prima squadra che militerà nel campionato di Eccellenza a un tecnico di grande esperienza come Nunzio Iardino. Un allenatore tra i più qualificati della regione, considerando che cinque anni fa ha ottenuto a Coverciano il titolo di match analyst professionista, tre anni fa quello di osservatore e due anni fa la qualifica di Uefa A che gli consentirebbe di fare il vice nella massima serie e il primo allenatore in serie C. “Ma i titoli rimangono appesi sul muro, ciò che conta è continuare a formarsi – dice Iardino – E’ chiaro, comunque, che c’è voluto un impegno notevole, portato avanti con grande abnegazione e sacrificio”. Dopo l’impresa della salvezza in Promozione con l’Atletico Lariano e le due stagioni condizionate dalla pandemia, Iardino si è rimesso in gioco e lo ha fatto accettando la proposta del La Rustica RRdP: “Con la società abbiamo fatto una prima chiacchierata conoscitiva a luglio, poi entrambe le parti hanno riflettuto e qualche giorno fa abbiamo definito. Vivo a Nettuno e venire a La Rustica sarà uno sforzo non da poco, ma avevo voglia di rimisurarmi in Eccellenza, campionato che ho fatto dodici anni fa a Roviano per la prima volta”. Il La Rustica RRdP avrà un chiaro obiettivo da perseguire: “Alleno una squadra giovane con poca esperienza e chiaramente il primo pensiero è quello della salvezza, anche se quest’anno pure la formula non ci agevolerà, con tante squadre coinvolte tra play out e retrocessioni dirette. Il gruppo si allena con serietà e dedizione e non mi spaventa lavorare con i giovani, manca qualcosina per completare l’organico ma c’è tutto il tempo”. D’altronde l’intesa col presidente D’Auria sembra solida: “L’impatto è stato ottimo, lui è un grande intenditore di calcio e ci troviamo in sintonia sulla valutazione di diverse situazioni”.

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Calcio, da Krstovic a Thuram: i migliori 5 nuovi talenti della Serie A

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Un calciomercato italiano così attivo e affascinante non si vedeva da anni. Sono arrivati infatti in Serie A talenti ambiti dai migliori campionati del mondo come la Premier e la Liga. E invece giovani e meno giovani talenti del calcio mondiale hanno scelto il massimo campionato italiano per emergere e farsi notare dal calcio mondiale, mettendosi alla prova in un torneo che sicuramente ha perso i fasti di un tempo ma dall’altra parte resta di difficile interpretazione per un calciatore straniero, molto fisico ma anche estremamente tattico. E così la Serie A 2023-2024 riacquisisce fascino e interesse grazie ai tanti nomi caldi che hanno alzato il livello tecnico del torneo.

Christian Pulisic

Tra le operazioni di mercato più interessanti della Serie A 2023/2024 c’è sicuramente quella relativa al neo acquisto del Milan, Christian Pulisic. Da sempre considerato uno dei grandi talenti del calcio Pulisic fa della sua versatilità l’arma migliore, in grado di giocare sia come ala che come trequartista. Rapido, veloce e tecnico, cerca sempre l’uno contro uno e il dribbling. In attacco si rende utilissimo grazie anche a un’ottima visione di gioco e alla capacità di innescare i compagni in area, mentre in fase difensiva non lesina energie e forze, rientrando con grande veemenza sugli attaccanti avversari e dando una enorme mano ai difensori suoi compagni di squadra, creando così maggiore densità in mezzo al campo per dare meno spunti agli avversari. Quello che gli è sempre mancata è stata la continuità di rendimento, cosa che gli ha un po’ frenato la carriera ma al Milan cerca riscatto e la possibilità di dimostrare di essere un calciatore fondamentale.

Marcus Thuram

Figlio d’arte ma non per questo raccomandato. Anzi. Thuram è uno dei talenti migliori della sua generazione. Prelevato dal Borussia M’gladbach la punta francese sta dimostrando di calarsi benissimo nel campionato italiano, divenendo il talento di un’Inter che oggi più che mai pronostici e quote sulla vittoria finale in Serie A indicano come grande favorita per la vittoria finale dello Scudetto. In qualche modo non sta facendo rimpiangere Lukaku, sebbene con caratteristiche diverse si sta imponendo sui campi italiani come perfetta spalla di Lautaro Martinez, per gioco e marcature.

Timothy Weah

Da un figlio d’arte all’altro. Timothy Weah era arrivato alla Juve per sostituire Cuadrado sulla catena di destra ma il figlio del pallone d’oro liberiano ha perso la titolarità in questo inizio di campionato. Qualche difficoltà di adattamento e le scelte improvvise di Allegri ne hanno minato l’impiego dal primo minuto. Ma Weah è un talento puro e avrà solo bisogno di adattarsi meglio, trovando minutaggio, convinzione e capendo come districarsi nel complicato campionato italiano.

Nikola Krstovic

Un avvio migliore non poteva esserci per il Lecce. Nelle prime giornate di campionato i giallorossi si sono ritrovati a ridosso delle prime posizioni in classifica conquistando anche uno storico, seppur temporaneo, secondo posto. E questo per merito anche di Nikola Krstovic, attaccante montenegrino classe 2000. Un giocatore che fa dei colpi di testa e della capacità di usare entrambi i piedi con naturalezza i suoi punti di forza. Rapido, mobile e disposto al sacrificio Krstovic si è rivelato una vera e propria sorpresa per il calcio italiano mettendo a segno nelle prime sei giornate già tre gol. Un grande acquisto per i pugliesi, un giocatore da tenere d’occhio per il futuro delle big.

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Lutto nel mondo del calcio: morto Carlo Mazzone

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E’ morto oggi ad Ascoli Piceno Carlo Mazzone, storico allenatore dell’Ascoli e di tante altre squadre. Aveva 86 anni. Conosciuto come Sor Carletto, era il detentore di record di panchine in serie A: 792 quelle ufficiali, 797 considerando anche i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio “Cino e Lillo Del Duca” di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

La sua carriera da allenatore è durata quasi 40 anni, sulle panchine di Ascoli, Fiorentina, Catanzaro, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma (allenarla fu per lui un sogno realizzato), Napoli, Perugia, Brescia e Livorno, con cui ha stabilito il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 ufficiali.

Il primatista di panchine, veterano dei tecnici, ‘padre’ adottivo di tanti calciatori. L’immagine della corsa sfrenata di Carlo Mazzone sotto la curva avversaria dopo un pari in Brescia-Atalanta, a sfogare la rabbia per gli insulti ricevuti, lo ha inseguito a dispetto di una carriera a schiena dritta, povera di risultati eclatanti ma ricca di riconoscimenti personali. Ma con la morte di Mazzone, se ne va il re dei tecnici di provincia, dove per provincia si intende il cuore del calcio italiano. Li’ dove la passione regna, oltre il palmares o i soldi spesi. Mazzone e’ stato primatista di presenze sulle panchine della Serie A, con 795, oltre che veterano dei tecnici in attività prima di ritirarsi a fare il nonno nella ‘sua’ Ascoli. Il ‘sor Magara’ – epiteto guadagnato dal suo modo romano di storpiare l’esclamazione, moltiplicandola all’infinito – non è stato soltanto un allenatore di calcio ma anche, per molti ragazzi che hanno lavorato con lui, un secondo padre. Non a caso, un film dell’ottobre 2022 su di lui era intitolato proprio così, “Come un padre”. Perché tutti conoscono il tecnico, ma pochi hanno conosciuto veramente l’uomo che c’era dietro e quanto sia stato importante per la carriera e la vita di gente come Totti, Baggio, Guardiola (che gli dedicò la vittoria della Champions del 2009), Materazzi, Toni, Pirlo e tanti altri.

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Angelo Lucarella: “La nuova Lazio? Non vedo l’ora di vederla giocare”

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Le parole del tifoso laziale: “Peccato lo scudetto, ma per il Napoli ho gioito”

Sta per iniziare il campionato 2023/2024 è i motori calcistici iniziano ad accendersi.

La Lazio dell’era lotitiana, dopo l’addio di Tare, è tutta nelle mani di mister Sarri che nel giro di due anni ha riportato la squadra ai tempi di Eriksson.

Sfumato l’anno scorso lo scudetto a causa di un Napoli incandescente e di grande livello, quest’anno la compagine biancoceleste si appresta a fare un salto decisivo: confermarsi per la lotta scudetto e fare bella figura in Champions.

La redazione de L’Osservatore d’Italia ha raggiunto l’avvocato Angelo Lucarella, tifosissimo laziale, noto alle TV nazionali (spesso a LA 7 nell’ultimo anno), scrittore, ex vice pres. coord. Commissione Giustizia del Ministero Sviluppo Economico, docente alla Università Federico II di Napoli, per un commento sull’inizio di campionato biancoceleste. 

“L’anno scorso dissi che Sarri poteva fare tantissimo. Così è stato. Secondo posto di grande spessore.

Scudetto sfumato solo per un Napoli impressionante.

Dispiaciuto per la mia squadra del cuore ovviamente, ma per il Napoli ho gioito. Da meridionale e vivendo la città partenopea per impegni universitari poi è stato magico.

Quest’anno la Lazio può far meglio dell’anno scorso.

Sarri è un allenatore di sacrificio e studio tattico a cui auguro buon lavoro.

Incrociamo le dita, forza Lazio”.

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