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Redazione Lazio

LAZIO, TRASPORTO PUBBLICO PARALIZZATO. OGGI NUOVO VERTICE IN REGIONE CON LE AZIENDE DI TPL

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Tempo di lettura 6 minuti Il Comune di Bracciano diffida la ditta di trasporto a riprendere il servizio. Circa 1.000 utenze tra anziani, studenti e lavoratori che quotidianamente usufruiscono del trasporto pubblico comunale

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Secondo la Provincia una ristrutturazione basata sui piani di rete poteva portare ad un risparmio annuo per la Regione di circa il 20 per cento. Colaceci: "I Comuni si dimostrarono sensibili ma la Regione no, se non a parole."

 

Chiara Rai

Roma – E’ molto atteso l’incontro di oggi 12 dicembre alle 16 tra i rappresentanti delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma, Unindustria, Federlazio, Anav e l’assessore regionale al Bilancio Stefano Cetica e l’assessore alla Mobilità Luca Malcotti.

E’ iniziata lunedì e continua anche oggi la paralisi effettiva del trasporto pubblico locale su gomma in oltre 70 Comuni del Lazio, e già i disservizi sono insostenibili per i cittadini che, in provincia di Roma, subiscono il blocco a Fiano Romano, Capena, Bracciano, Velletri, Lariano, Tivoli, Artena, Valmontone, Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Bellegra, Genazzano, Cave, Segni, Anzio. Le difficoltà si incontrano soprattutto per pendolari e studenti che hanno dovuto riporre nel cassetto gli abbonamenti e organizzarsi in altra maniera sobbarcandosi  il peso dei disservizi.

Nel frattempo ai Comuni sono arrivate le lettere esplicative dell’accordo siglato il 30 novembre che rende operativa l’intesa tra Regione, Poste Italiane e Sace. E lunedì, giornata d’assedio e barricate in Regione da parte dei titolari delle società Tpl, si è risolta con una specie di intesa che impegna la Regione a risolvere i problemi di esigenza di liquidità. “Confidiamo di avere un minimo di liquidità – dice il presidente dell’associazione “Uni.A.Mo.La” che rappresenta 47 aziende Tpl del Lazio – per ripartire e togliere quelle criticità all’accordo Sace che rallentano di molto l’accesso al credito”. I titolari della aziende di trasporto infatti, non ricevono i pagamenti da oltre 14 mesi e sono rimasti senza più soldi per pagare benzina e dipendenti.

Anche Unindustria ha lanciato l'allarme, tanto che il presidente della sezione Trasporti di Unindustria Gianfranco Battisti ha incontrato l'assessore Malcotti per affrontare la gravissima situazione: ''Il ritardo dei pagamenti regionali – ha detto Battisti – che nel Lazio supera i 12 mesi, non colpisce più lo sviluppo delle aziende, ma minaccia la loro stessa sopravvivenza”, e ha ricordato che a dicembre il debito accumulato dalla Regione nei confronti delle imprese del settore arriverà a 70 milioni, per questo motivo Battisti ha sottolineato l’importanza di rendere immediatamente operativo lo strumento della certificazione e della cessione dei crediti che la Regione ha annunciato. E Malcotti ha rinnovato la sua vicinanza alle aziende: ''Siamo vicini alle imprese – ha detto – e ai lavoratori del Tpl che garantiscono sul territorio il diritto alla mobilità dei pendolari, studenti e anziani. Stiamo lavorando alacremente per consentire alle imprese di perfezionare la certificazione dei crediti nei prossimi giorni e garantire, così, i servizi e gli stipendi. La sofferenza del settore – ha concluso Malcotti – viene da lontano e, superata l'emergenza, dovremo studiare insieme gli strumenti per non ritrovarsi di nuovo in queste condizioni''.

Eppure uno studio era già stato fatto, ma a quanto pare dalla Provincia e non dalla Regione. A ricordarlo è l’assessore alla Mobilità della Provincia di Roma Amalia Colaceci, la quale ha ricordato che la Provincia di Roma ha il compito istituzionale di monitorare il Tpl sulla base della rendicontazione che i Comuni inviano su richiesta della Provincia. “Dall'analisi dei dati che abbiamo – asserisce Colaceci – risulta evidente che molti servizi sono a vuoto, che vengono effettuati sulla base di un piano di rete dei singoli Comuni assolutamente inadeguato rispetto alle urbanizzazioni più o meno recenti. La cifra di circa 70 milioni di euro che la Regione dovrebbe pagare, non solo non viene erogata ma neanche è utile a rendere ai cittadini un servizio efficiente e moderno”. A questo proposito, circa due anni fa, ci fu un incontro tra Provincia e tutti i Comuni, divisi per quadrante dove la Provincia non solo si rese disponibile a finanziare il nuovo piano di rete ai Comuni ma anche ad inviare una lettera all'allora assessore regionale Lollobrigida al fine di chiedere un incontro tutti insieme per proporre di iniziare a lavorare a consorzi tra Comuni per un servizio più efficiente e gare più competitive. Perché i Comuni attualmente sono tutti in proroga, e per loro espletare una gara solo comunale con le attuali ristrettezze economiche è davvero complicato.

Insomma secondo la Provincia una ristrutturazione basata sui piani di rete poteva portare ad un risparmio annuo per la Regione di circa il 20 per cento. “Debbo dire – conclude Colaceci – che i Comuni si dimostrarono sensibili ma la Regione no, se non a parole. Perché preferì incontrare gli imprenditori del settore, garantire loro che lo stanziamento annuo non sarebbe stato ritoccato per arrivare alla situazione attuale. Come al solito non si è colta l'occasione della crisi per ristrutturare in melius un settore che, credetemi, ne ha molto bisogno, ma si è preferito scegliere con chi parlare facendo promesse che, come era prevedibile, non si potevano mantenere. Mi dispiace moltissimo che ne paghino le spese i cittadini e i lavoratori e alle imprese mi permetto di dire, con una ironica battuta, che forse un pò più di lungimiranza anche da parte loro non andrebbe male".

Intanto ieri 11 dicembre, il Consiglio comunale di Bracciano ha approvato all’unanimità la mozione proposta dal presidente dell’assise Maurizio Capparella riguardante la vicenda della società che ha in gestione il servizio di trasporto Pubblico. La ditta Cilia che non riceve da tempo i pagamenti spettanti  dalla Regione Lazio e i cui lavoratori non ricevono stipendi da cinque mesi, dal 10 dicembre ha sospeso  il servizio che a Bracciano interessa circa un migliaio di utenti al giorno. Dopo la testimonianza diretta di uno dei lavoratori, Paolo Ercoli, al quale è stata data la parola, il Consiglio ha approvato la mozione con la quale si chiede all’amministrazione comunale di farsi carico “presso la Regione Lazio di tutte le istanze necessarie per ripristinare al più presto le condizioni utili a rispondere ai bisogni dell’utenza ed in particolare  restituire la dignità ai lavoratori della ditta”. Con la mozione si chiede inoltre “che l’amministrazione stessa verifichi tutte le possibili opportunità per ristabilire le condizioni di esercizio previste al momento della stipula del contratto con la ditta Cilia”.  Nel documento si precisa inoltre che “l’amministrazione comunale, davanti all’evidente responsabilità della giunta regionale dimissionaria che, con la propria inadempienza ha colpito il nostro Comune con circa 1.000 utenze tra anziani, studenti e lavoratori che quotidianamente usufruiscono del trasporto pubblico comunale, ha intrapreso ogni azione utile per evitare la sospensione del servizio, anche con il pagamento di tutto ciò che era di sua competenza”. Nel corso della discussione, infatti, il sindaco Sala ha precisato che il Comune ha provveduto a versare tutto l’importo riguardante l’Iva con l’augurio che ciò potesse aumentare le disponibilità economiche della società. Riguardo questa vicenda, sempre ieri mattina, il Comune ha inoltrato una formale diffida alla ditta a ripristinare il servizio.

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Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

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Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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