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Costume e Società

L’età della pietra è fra di noi: i Greta friendly, danzatori della pioggia della Generazione X

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Il 15 marzo scorso nelle piazze delle città principali d’Italia e non solo, si è consumato un vecchio rito medioevale  che si pensava appartenesse ai tempi “bui” della preistoria, tempi che ci si augurava non sarebbero più tornati. Nell’antico Egitto si praticava la cultura della “danza della pioggia” e nelle culture slave esistevano balli dedicati alla dea Perperuna, richiamando la caduta della pioggia e la purificazione della terra dagli spiriti maligni. Oggi, la generazione del millennio ha affidato questo gravoso compito ai giovani studenti, che guidati dal guru Greta, li ha fatti marciare, implorando gli dei di concedere a questa umanità condizioni climatiche più miti. Ora si aspetta con ansia il responso della dea Perperuna. Scriveva lo storico russo Oleg Chlevnjuk: “Bisogna marciare compatti, eliminando, in ogni senso, ogni residuo del passato.

Barney: Wilma dammi la clava-Triptorelina  che devo bloccare la pubertà a Ciottolina

Proprio qui sta l’ incoerenza della generazione millennio, anziché eliminare ogni residuo sta proprio ripiombando nell’era preistorica, promuovendo ed abbracciando principi ed usi di quell’era remota. L’uomo preistorico esce dalla sua caverna, questa volta non con la clava ma con la siringa pronta ad iniettare una dose di Triptorilina a degli adolescenti per bloccare loro la pubertà e disporli alle novità del “gender policy”. Qui non ci sono i Greta friendly per difendere la natura ma i cavernicoli moderni con tanto di via libera del Comitato di Bioetica , ribellandosi contro la natura e con la presunzione di fermarne il corso naturale.

La “dolce morte” ed i sepolti vivi della cultura persiana dei tempi di Erodoto

La propensione della generazione millennio verso culture e riti appartenenti a tempi passati emerge anche nell’accanimento verso l’eutanasia. In un interessantissimo studio di Emanuele Vaj, “Riti funebri degli indiani d’America”, capitatomi per caso, trovo il seguente passaggio: “Tra i Comanche, i vecchi e gli ammalati venivano abbandonati da tutti ad eccezione delle loro famiglie, non già per crudeltà ma nella convinzione che gli spiriti stavano invadendo i loro corpi.” Quanta coincidenza con la “pietas” dei fautori della “dolce morte” verso i sofferenti e gli anziani stanchi della vita! Il millennio scivola verso la cultura persiana attestata da Erodoto e cioè l’usanza rituale della sepoltura di persone vive e questa volta come offerta a qualche “ragione umanitaria”. Fino a qualche decennio fa l’Italia era un paese di fede cattolica. Un vento forte laicista ha spazzato via le buone pratiche di una civiltà cristiana e gradatamente sta confezionando un essere libero, libero e senza regole  come il suo antenato che vagava tra le caverne. Libero e senza legami.

La famiglia da smantellare e un “divorzio breve” per facilitare la sua  disgregazione

Verità naturali vengono contestate e dire che la procreazione che scaturisce dall’unione di un uomo con una donna rischia di finire al rogo, fine di tutti gli eretici. Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole.

I tempi di Wilma e Barney, di Fred e Betty rivivono fra di noi

La vita ha perso il suo valore  peggio di quello che ha fatto la lira contro l’euro. Per la Generazione X, un cane randagio fa più pena che un bambino abortito e gettato nel bidone dei rifiuti. Gli aborti non si contano, sono milioni di vite che mancano all’appello. Anche nelle lontane culture precolombiane e come si legge con più enfasi in quelle mesoamericane e sudamericane i sacrifici dei bambini è ben documentato sia da rilievi archeologici che da fonti scritte. A titolo esemplificativo si possono documentare interi scheletri di neonati e di feti, oltre a femori e crani smembrati rinvenuti presso la torbiera sacrificale di El Manati, oltre ad altri referti macabri rinvenuti nella regione Maya di Comalcalco. Bene dice il Siracide – 9  Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole.

Il passato è fra di noi, l’uomo è libero, senza vincoli e senza legami

Scippi e violazioni di domicilio privato riempiono la cronaca giornaliera della stampa e fatti delittuosi non allarmano più le coscienze. L’uomo con la sua clava abbatte chiunque gli ostacola la rapina o il furto  ed il ragazzo bullo del quartiere terrorizza la scolaresca e osa minacciare il suo professore. Il Giudice supremo giudica, analizza, pondera e poi concede leattenuanti generiche. Motivo della concessione dell’attenuante perché il criminale  ha agito preso da una tempesta emotiva. Fu questa la  tempesta che invase Caino il giorno che uccise suo fratello Abele? Chi non la pensa come loro o è xenofobo, o è omofobo, o è razzista, o è fascista. Ancora si sente l’eco della voce sonora di Amedeo Nazzari nella Cena delle Beffe: Chi non beve con me peste lo colga. Oggi si sente dare dell’omofobo oppure dello xenofobo, del fascista oppure del razzista.

Nei tempi bui si trascinavano nelle arene i “fanatici cristiani”

Nel medioevo venivano timbrati con segni d’infamia, ebrei, saraceni,eretici, lebbrosi, la popolazione dei cagots al confine franco-spagnolo e  le prostitute. I fautori del dilagante “pensiero unico” non stanno facendo altro che copia incolla del medioevo. Ogni era ha avuto i suoi discriminati e i sopranominati  sono le categorie marginali che più di tutte hanno subito nel Medioevo questo tipo di discriminazione.

Ha ragione Siracide, nulla cambia, oggi come ieri

L’Italia langue e chi pensa di risolvere il suo malessere spostando la lancetta del tempo indietro nell’ora degli antenati Wilma e Barney, Fred e Betty, a noi familiari perché animati nella produzione di Hanna-Barbera, sbagliano. Non si può, perché  si rischia di peggiorare la situazione.

L’occhio al futuro lo sguardo al passato

Il paese sente il vuoto di grandi uomini imprenditori e politici come Enrico Mattei, come gli Agnelli, il Ferrari, il Del Vecchio e l’Adriano Olivetti , solo per citarne alcuni, personaggi capaci di trainare il paese verso la crescita economica ed un sviluppo tecnologico. I moderni predicatori  del pensiero unico sinistroidi e radical chic, hanno creduto di portare progresso, lavoro, welfare, sanità e sicurezza  con la loro eutanasia, unioni civili, uteri in affitto, divorzi brevi e quant’altro.

Non sono questi, certo, i temi in cima ai pensieri degli italiani. Se questa è l’agenda che si prospetta in alternativa, allora la ripresa dell’Italia deve attendere ancora.

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A Roma, AALTO – Aino Alvar Elissa La dimensione umana del design

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Una mostra attualmente in corso al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma da dicembre a maggio prossimo, ripercorre la storia dell’idea progettuale di Alvar, Aino ed Elissa Aalto, caratterizzata da un’architettura e un design in armonia con le persone e il mondo circostante. Architettura, arte e design sono tutti interconnessi nel pensiero degli Aalto. Gli edifici progettati dallo studio di architettura del finlandese Alvar Aalto continuano a ispirare gli architetti di tutto il mondo; le idee di design degli Aalto possono essere viste in oggetti prodotti in serie in molte case, con diversi pezzi degli anni ’30 ancora in produzione oggi.
La mostra presenta 11 progetti edilizi completati dallo studio di Aalto nel corso della sua lunga carriera. L’allestimento sperimentale offre ai visitatori diversi modi per esplorare queste opere di fama mondiale. Nella visione di Aalto, architettura, arte e design sono parti inscindibili di un unicum. Edifici divenuti icone che influenzano gli architetti di tutto il mondo e oggetti di design che, anche grazie all’attenzione dell’azienda alla produzione di massa a basso costo, sono entrati nelle case di molte persone e sono ancora oggi in produzione. “La vera architettura esiste solo dove l’essere umano si trova al centro”, Alvar Aalto, 1958.
Sono esposti un numero considerevole di disegni originali provenienti dalle vaste collezioni della Fondazione Alvar Aalto. Oltre ai disegni, la mostra comprende documenti in prestito dal fondo documentario della Fondazione e oggetti, come vetri, mobili e apparecchi di illuminazione, dalla sua collezione di oggetti. Il prestito di quasi 250 oggetti per questa mostra è il più grande realizzato dalla Fondazione Alvar Aalto nel 2023.
La visita alla mostra può essere integrata con la lettura di un libro appena uscito in Italia, con un’eccellente versione di Nicola Rainò per l’editore Salani, una biografia visiva di Aino e Alvar Aalto. “Aalto nomina sempre le sue mostre e firma le sue opere con il nome di Aino e Alvar Aalto. Non è solo un gesto da gentiluomo mettere al primo posto il nome di tua moglie; fin dai primi anni di studio, la base del loro matrimonio solido e stabile è stata la collaborazione e la condivisione degli obiettivi. Al di là di questo, il loro vero segreto forse è il fatto che, pur essendo persone completamente opposte, erano allo stesso tempo anche uguali. Alvar Aalto è inquieto, esuberante, imprevedibile, così come Aino è sempre stato concentrato, diligente e riservato. È come se uscissero dal Kalevala. Meno male che attorno a un vulcano scorre ancora acqua.” ‘Aino e Alvar Aalto. Una storia di amore e architettura’, un libro del nipote dei due grandi architetti e designer che segue il dipanarsi di un progetto di vita che ha unito amore e lavoro, idee e genio.
La mostra è curata da Space Caviar.
Contemporaneamente alla mostra, e dal 27 febbraio 2024 al 24 marzo 2024, due film raccontano ed esplorano la vita e le opere dei maestri finlandesi dell’architettura e del design moderno. Dedicato a un’unica e straordinaria opera di Aalto – l’unica realizzata in Italia dall’architetto finlandese – il documentario di Roberto Ronchi e Mara Corradi, ‘Non abbiamo sete di scenografie – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola’ va alla ricerca del prezioso e complesso progetto la cui realizzazione ha richiesto ben tredici anni, fino alla sua inaugurazione nel 1978 dopo la morte dell’architetto, ripercorrendo in parallelo le vicende sociali ed economiche che hanno caratterizzato la provincia di Bologna tra gli anni Sessanta e Settanta. AALTO di Virpi Suutari, invece, ci conduce in un incantevole viaggio attraverso i processi creativi e i progetti più iconici di Alvar e Aino Aalto tra Finlandia, Russia e Parigi, fino agli anni ’50, che aprirono una nuova fase nel lavoro di Alvar, segnata dalla perdita della prima moglie e successivo matrimonio con Elissa. Attraverso materiale d’archivio inedito e le testimonianze di amici e studiosi, il film ripercorre i momenti più significativi della vita di Aalto e la straordinaria progettazione riguardante la storia del modernismo.
Proiezioni:
Non abbiamo sete di paesaggi – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola (2018 – 63′)
regia di Roberto Ronchi, Mara Corradi, lingua: italiano con sottotitoli in inglese, tutti i giorni, ciclo dalle 11:30;
AALTO (2020 – 103′), diretto da Virpi Suutari
lingua: finlandese con sottotitoli in italiano, realizzato da Fondazione In Between Art Film.
Informazioni sull’evento
14.12.2023–26.05.2024
MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma
A cura della Fondazione Alvar Aalto, MAXXI
https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=OVFCsjT2A4M&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fwww.maxxi.art%2F&source_ve_path=Mjg2NjY&feature=em
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La gestione di una Azienda Sanitaria in chiave sostenibile

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La gestione di un’azienda sanitaria locale è un compito complesso e cruciale per garantire la fornitura di servizi sanitari di alta qualità alla comunità. In questo contesto, l’implementazione di pratiche innovative e sostenibili, supportate da ricerca e programmazione efficace, è fondamentale per affrontare le sfide attuali e future del settore sanitario.

La ricerca è il motore trainante dell’innovazione nel settore sanitario

Investire in ricerca scientifica permette di sviluppare nuove terapie, tecnologie diagnostiche e approcci terapeutici che migliorano la qualità delle cure e la salute complessiva dei pazienti. Ad esempio, la ricerca può portare alla scoperta di nuovi farmaci più efficaci, procedure chirurgiche meno invasive o dispositivi medici avanzati che ottimizzano i risultati clinici.

Integrare l’innovazione nella gestione di un’azienda sanitaria locale significa adottare tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza operativa, come sistemi di gestione elettronica delle cartelle cliniche, telemedicina e strumenti di monitoraggio remoto dei pazienti. Queste soluzioni non solo ottimizzano i processi interni, ma anche migliorano l’accesso ai servizi sanitari e la comunicazione tra pazienti e operatori sanitari.

Programmazione Efficace

Una programmazione efficace è essenziale per garantire l’allocazione ottimale delle risorse e la pianificazione strategica delle attività all’interno di un’azienda sanitaria locale. Ciò implica la definizione di obiettivi chiari, la valutazione delle esigenze della comunità, la previsione delle tendenze epidemiologiche e la pianificazione delle risposte a emergenze sanitarie.

Una programmazione oculata permette di identificare aree prioritarie di intervento e di assegnare risorse in modo equo ed efficiente, assicurando che i servizi sanitari soddisfino adeguatamente le esigenze della popolazione. Inoltre, una pianificazione a lungo termine consente di adattarsi ai cambiamenti demografici, tecnologici e normativi, garantendo la sostenibilità nel tempo dell’azienda sanitaria locale.

Sostenibilità

La sostenibilità è un imperativo etico ed economico per le aziende sanitarie locali. Essa implica non solo l’adozione di pratiche ambientali responsabili, ma anche la promozione di equità nell’accesso ai servizi sanitari, la gestione efficiente delle risorse e la creazione di un ambiente lavorativo sano e sicuro per il personale.

Integrare la sostenibilità nella gestione di un’azienda sanitaria locale comporta l’implementazione di politiche volte a ridurre gli sprechi, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche e idriche, l’adozione di pratiche di riciclo e il supporto a iniziative di mobilità sostenibile per il personale e i pazienti. Inoltre, promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari significa garantire che tutti i membri della comunità abbiano accesso a cure di qualità, indipendentemente dalla loro situazione economica, sociale o geografica.

Tirando le somme

La ricerca, l’innovazione, la programmazione e la sostenibilità sono pilastri fondamentali nella gestione di un’azienda sanitaria locale. Questi elementi non solo migliorano la qualità delle cure fornite ai pazienti, ma anche l’efficienza operativa e la sostenibilità economica dell’organizzazione nel lungo termine. Investire in queste aree è essenziale per affrontare le sfide emergenti nel settore sanitario e per garantire un sistema sanitario equo, efficiente e orientato al futuro.

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Arte pittorica e jazz: due mondi apparentemente diversi, ma che in realtà condividono molti elementi fondamentali

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L’arte pittorica e il jazz sono due forme espressive che hanno in comune la libertà creativa, l’improvvisazione e l’originalità. Non è quindi sorprendente che questi due mondi si siano spesso intrecciati, dando vita a collaborazioni e opere straordinarie.

Il rapporto tra arte pittorica e jazz ha radici profonde nella storia dell’arte moderna e contemporanea. Artisti come Jackson Pollock e Willem de Kooning nel corso del XX secolo hanno tratto ispirazione dal mondo musicale del jazz per creare opere che catturano il ritmo, l’energia e la vitalità di questa musica innovativa.

Il connubio tra arte pittorica e jazz è stato particolarmente evidente durante il movimento dell’espressionismo astratto negli anni ’50 e ’60, quando molti artisti erano attratti dal processo creativo dell’improvvisazione, simile a quello utilizzato dai musicisti jazz durante le loro performance.

Alcuni artisti, come Romare Bearden e Stuart Davis, hanno addirittura incorporato elementi musicali direttamente nelle loro opere, creando una sintesi unica tra suono e immagine. Altri, come Jean-Michel Basquiat, hanno sperimentato con materiali e tecniche pittoriche ispirate dalla libertà e dalla creatività del jazz, creando opere che vibrano di energia e movimento.

In tempi più recenti, artisti contemporanei come Mark Bradford e Julie Mehretu hanno continuato a esplorare le connessioni tra arte e jazz, utilizzando la musica come fonte di ispirazione per le loro opere astratte e immersive.

Il connubio tra arte pittorica e jazz non si limita solo alle opere d’arte

Spesso, le performance musicali di artisti jazz sono accompagnate da proiezioni di opere d’arte visive, creando un’esperienza multisensoriale in cui suono e immagine si fondono in un’unica forma di espressione artistica.

In conclusione, l’arte pittorica e il jazz sono due mondi apparentemente diversi, ma che in realtà condividono molti elementi fondamentali. Il connubio tra queste due forme artistiche è un mix vincente che continua a ispirare artisti e spettatori in tutto il mondo, dimostrando che la creatività e l’innovazione possono fiorire quando si lascia spazio alla libera espressione artistica.

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