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Redazione Lazio

Mafie nel Lazio: Organizzazioni criminali in aumento rispetto il 2015

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Tempo di lettura 2 minuti Il settore del commercio è molto esposto a questo rischio, soprattutto quello al dettaglio e quello della ristorazione

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di Marco Staffiero

 

ROMA – Secondo il Rapporto "Mafie nel Lazio" del 2016, presentato a settembre, la situazione nel territorio regionale è allarmante. Basti pensare, che il monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Tecnico-Scientifico sulla Sicurezza e la Legalità, aggiornato al 19 maggio 2016, rileva nel Lazio 92 organizzazioni criminali. Un numero in aumento rispetto al 2015, in cui erano stati censiti 88 gruppi. Proprio per questo la Commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale ha incontrato oggi il direttore generale del Centro agroalimentare di Roma, Fabio Massimo Pallottini, e il direttore operativo Mauro Ottaviano.

 

L’audizione, richiesta dal consigliere Gianluca Perilli, era finalizzata a verificare se il grande snodo commerciale con sede a Guidonia abbia mai subìto tentativi di infiltrazioni criminali. Dopo una breve sintesi sulle attività del Car, Pallottini ha risposto alla domanda principale, riferendo che non sono mai stati ravvisati episodi chiari di infiltrazioni criminali né avuto notizie in tal senso. Tuttavia, il direttore generale ha manifestato l’impressione che, in generale, il settore del commercio sia molto esposto a questo rischio, soprattutto quello al dettaglio e quello della ristorazione.

 

"La scelta delle cosche di investire a Roma e nel Lazio – avevano spiegano i magistrati della Direzione nazionale antimafia lo scorso mese –  viene privilegiata innanzitutto per la facilità di mimetizzazione degli investimenti, in un territorio particolarmente vasto e caratterizzato dalla presenza di numerosissimi esercizi commerciali nonché di attività imprenditoriali, società finanziarie e di intermediazione, immobili di pregio99. Una presenza così analizzata dalla Dna che in un altro passaggio della relazione, all’interno del complesso scenario mafioso romano, afferma: "la malavita romana è tradizionalmente impegnata nelle attività di usura, gioco d’azzardo e commercio di stupefacenti, e non ha mai manifestato una specifica inclinazione alle attività di reinvestimento". Secondo Pallottini, al Car c’è invece un problema legato alla sicurezza in senso diverso, che richiede una collaborazione costante con le forze dell’ordine per tenere sotto controllo la situazione. Un controllo molto impegnativo, come ha sottolineato Mauro Ottaviano, perché al Centro transitano quotidianamente circa 1500 soggetti, tra fornitori e compratori.

 

E’ stato spiegato che, attraverso la vigilanza privata, si riesce a garantire sorveglianza e attività ispettiva sulla titolarità all’accesso per quanto riguarda tutti quei soggetti che operano in forma stabile presso il Car (muniti di badge con foto e dati), ma che non è possibile controllare da dove provengano le merci e i fornitori e, soprattutto, acquisire informazioni su coloro che si recano a Guidonia per acquistare i prodotti agroalimentari e ittici. Per questo motivo, entrambi i direttori hanno riferito di aver segnalato più volte alle forze dell’ordine e alle altre istituzioni la carenza di risorse per aumentare l’attività di controllo. Altro problema segnalato è quello dei tentativi di accesso abusivo all’interno del Car. Addirittura in alcuni casi si è trattato di minori che risiedono nelle case famiglie della zona. Il presidente Baldassarre Favara, in accordo con i consiglieri presenti, ha annunciato un sopralluogo della commissione a Guidonia all’interno del Centro agroalimentare.
 

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