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Cultura e Spettacoli

Marino, successo per BiblioPop: un giorno capitale del pensiero di Gramsci

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MARINO (RM) – Sala strapiena a Marino per BiblioPop, l’incontro che ieri ha avuto al centro il pensiero e la vita di Antonio Gramsci.

La presenza del vicesindaco, assessore alla cultura del Comune di Marino, è stata lì a testimoniare l’importanza dell’appuntamento. Così come l’intervento breve, una chicca, dello scrittore Marco Onofrio ha trovato modo di inserirsi nel confronto del tema modernità del digitale e della robotica rispetto alla consegna alla nostra analisi attuale circa la connotazione di classe operaia, ovvero di classi subalterne (intervento sottolineato da Andrea Sonaglioni, segretario della Federazione Castelli romani del PCI anche in risposta a domande dal pubblico) e il tema gramsciano dell’umanesimo che vede appunto gli uomini assaltati dall’alienazione (per altro categoria ampiamente marxista).

Questo input, in realtà appartiene al volgere ultimo della serata di incontro gramsciano, ha mostrato un pathos ed una passione viva che si è dipanata nelle ore trascorse a presentare, sezionare, sviscerare, e, soprattutto – con intento pedagogico vero, alla Antonio Gramsci -, come hanno mostrato lo storico Alex Hobel e il protagonista della serata, il prof. Angelo d’Orsi, di cui si presentava l’ultima fatica (la prima edizione dopo 45 anni di studio e ricerca, la seconda ora) leggibile nel testo “Antonio Gramsci. Una nuova biografia”.

Le copie, fornite dalla locale libreria ”Cavour” di Frascati sono andate a ruba ed è stato necessario ricorrere alla prenotazione per la consegna, tra qualche giorno, di ulteriori copie del libro. Mauro Avello, segretario del Circolo Italia Cuba “Gino Donè” (nonché portavoce della neonata proposta coalizione dei comunisti e della sinistra, “Essere Marino”), ha presentato, con domande specifiche, via via gli oratori che non hanno deluso affatto. E’ stato coadiuvato, con la solita efficacia stile BiblioPop, dalla introduzione di un breve filmato di Ascanio Celestini su Gramsci, e dalla proiezione in loop di una selezionata serie di frasi di Antonio Gramsci, leggibili sullo sfondo parete mentre c’era in atto la spiegazione e illustrazione di alcuni dei temi del libro e del pensiero gramsciano. In modo puntuale, il rappresentante dell’Ambasciata di Cuba a Roma, Mauricio Martinez Duque, ha citato, letto e commentato tre passaggi del testo di d’Orsi per mostrare gli importanti temi che mostrano come la presenza del “metodo” e delle implicazioni teoriche e politiche del pensiero gramsciano abbiano determinato le scelte della Rivoluzione cubana e la stessa prosecuzione della Rivoluzione permanente che Cuba continua a vivere: una sorta di conferma della teoria gramsciana che la Rivoluzione bolscevica nella Russia del 1917, non era ripetibile negli stessi modi nel mondo dove il capitalismo “maturo” stava evolvendo ed imperava. Del resto, tutto il dipanarsi della struttura del libro, e quindi della proposta intellettuale di Angelo d’Orsi, l’ha svolta diligentemente, chiaramente, e ascoltata in laico silenzio dalle persone che hanno affollato l’aula, Alex Hobel. Quasi a mostrare che l’ossatura che tiene tutto insieme è proprio quella intuizione del professore torinese che il pensiero di Gramsci è insieme le cose che ha scritto, quelle che ha elaborato, quelle che ha scritto per sé, intanto che i contesti della propria vita mutavano, come tutte le persone. L’infanzia e le implicazioni fisiche e cognitive del primo apprendimento; le vicende familiari e dell’economia familiare che inducono a sacrifici; la scelta traumaticamente vissuta del trasferimento “al continente” nella Torino dell’università, nella Torino operaia, nella Torino dell’impegno giornalistico ed intellettuale, nella Torino dell’impegno politico. Fino a giungere al suo matrimonio, a cruccio del padre che non potrà svolgere tale ruolo, il carcere fascista che lo condurrà alla morte per scelta del regime mussoliniano. Un tracciato, insomma, che è vita e pensiero. Perché, come illustra Hobel indicizzando schematicamente l’opera di d’Orsi, la contestualizzazione della vita, e delle situazioni, con il ruolo centrale ad esempio di Giulia, sua moglie, in libertà e nei rapporti epistolari quando era in carcere, sono essi stessi la base, il substrato che si mischia con le conoscenze del sapere e da lì si comprende quale approccio “davvero umano” il pensatore, il capo politico, il rivoluzionario, l’intellettuale “organico alla classe”, abbia potuto elaborare, non giustapponendo semplicemente asettiche logiche di pensiero “a tavolino”, ma tumultuose idee da far scaturire nel dipanarsi della vita: quella normale e quella drammatica e tragica perfino. Per questo, gli interventi, in successione, a cui è stato “costretto” dalle interlocuzioni e dalle domande del pubblico al quasi afono Angelo d’Orsi, hanno al meglio chiarito già questa ottima presentazione degli oratori precedenti. E l’autore – che oggi, tutto questo, riproporrà in modo “accattivante e affabulatorio” come è stato detto, nel racconto teatrale del suo “Un Gramsci mai visto”, con idee, pensiero, e brani di vita di Gramsci, accompagnate da musiche e voci eccellenti, che si terrà a Marino, Teatro Vittoria Colonna alle 18.00 – ha avuto platea attenta, già pronta a vedere come l’ordito di presentazione si tesseva a mostrare la figura intera che nella sostanza del pensiero e nella bellezza della verità di vita può essere mostrata per intero. Illustra il professore come nasce l’attenzione e la valutazione e la scelta della Torino operaia, della Torino delle fabbriche (sostanzialmente la Fiat e i satelliti attorno) siano diventati centrali nelle proposte teoriche e politiche di Gramsci che sostiene i consigli di fabbrica; di Gramsci che individua qui la avanguardia sia della classe operaia che della statualità (socialista) che potrà venire. Ma fallita l’analisi e la lettura – esempi lampanti, illustra d’Orsi, sono stati per Antonio Gramsci, lo sfilacciamento di quella che doveva essere l’avanguardia, e proprio nel momento più duro con l’occupazione delle fabbriche – che veniva fatta, soprattutto da Mosca, della situazione italiana, senza mezzi termini, il pensatore e guida comunista, indica una diversa lettura della realtà e mette in campo, appunto, la necessità, la possibilità, di avere approccio rivoluzionario anche perseguendo traguardi intermedi. Pure utilizzando, raggiungendo, facendo vivere fasi non socialiste, non comuniste. Dice d’Orsi, mostrando Gramsci, perfino in relazione col pensiero di Rosa Luxemburg: riformismo e ocialismo, non sono antitetici se siamo ad una fase preordinata a questi. Quindi ottenere vantaggi, per la classe degli sfruttati, ottenere democrazia invece che svolgimento in regime antidemocratico o ristretto, è giusto, coerente, realizzarlo invece che incunearsi nella teoria del socialfascismo senza soluzione. Qui, nell’area del capitalismo maturo, per semplificare: in occidente, in Europa. Forse, la maggior presa (pedagogica) illustrativa Angelo d’Orsi, l’ha ottenuta quando ha spiegato una cosa apparentemente relegata al “mondo accademico” ovvero ai famigerati “addetti ai lavori”: la questione della divisione nella trattazione del pensiero gramsciano, tra coloro che sostengono la bontà di proporre cesura tra la produzione in carcere di Gramsci e la produzione antecedente. In modo netto, d’Orsi propone come errato lo schiacciamento, per le implicazioni che ne seguono che sembra quasi si siano privilegiate a scanso della vera ricerca scientifica, solo sui quaderni. Propone invece, il nostro espositore, una posizione dialettica tra le due grandi produzioni, per altro neppure complete. Per questo egli crede che la posizione della Fondazione Gramsci sia al di sotto della necessità e possibilità della produzione di studi di merito. Del resto, forse tali scelte nascono da lontano: basti pensare al tenore (pur in assenza di nuovi apporti documentali giunti sulla scena solo dopo il 1991 come il carteggio della famiglia di Giulia) della Fondazione (Ovvero Istituto Gramsci) all’epoca della direzione di Gerratana, Spriano, Santucci; e alla svolta delle gestioni successive. Così, oggi, senza che nessuno lo abbia mai velato durante tutta la presentazione del volume di d’Orsi, si è giunti a chiudere questa davvero bella serata, coronata da successo e soddisfazione con un fare molto intrecciato tra teoria e prassi, tra aspetto di ricerca e politica. Non a caso, l’autoproclamazione di essere un “cane sciolto” da parte di d’Orsi, è stato immediatamente smentito da se stesso quando additando l’assemblea come corposamente composta da comunisti, ha detto sullo svolgimento dei lavori: bene voi intervenite, poi (come si fa nelle migliori riunioni di partito) mi assumo io l’onere delle conclusioni. E, a giudicare dagli applausi forti, calorosi e convinti sono state, conclusioni condivise. Quali erano succintamente? Lo stato della ricerca su Gramsci è in continua permanente evoluzione: 20.000 titoli che commentano e illustrano singoli aspetti o dialogano col parti o tutto il pensiero di Gramsci. Tutto ciò in 41 lingue differenti nel mondo. Quindi se questa è la mole e se le stessi fonti di documenti sono in aumento (quindi non c’è solo da interpretare criticamente il già noto, ma studiare il nuovo che riemerge dall’abbandono o dagli armadi chiusi), il vero compito di studiosi, di politici, della sinistra e dei comunisti se non vogliono trovarsi spiazzati è proprio il ricorso al riconoscimento che una base di pensiero comune – in questa disgraziata epoca di divisione dell’atomo nella galassia comunista e di sinistra – diventa necessaria ed è proprio il pensiero originale di Antonio Gramsci.

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Castelli Romani

Frascati, al via la settimana Calasanziana al santuario della Regina delle scuole pie

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Un cartellone ricco di eventi religiosi e culturali

Si parte il 18 maggio alle 19,00 con la rappresentazione sacra La Leggenda di Ognuno messa in scena dal gruppo teatrale amatoriale Amici delle Scuole Pie. A seguire il Triduo di preparazione alla Festa avrà inizio martedì 20 maggio, alle ore 17,00, con la recita del Santo Rosario al quale seguirà la Santa Messa presso il Santuario della Regina delle Scuole Pie in piazza delle Scuole Pie a Frascati.
Mercoledì 22 maggio dopo la Santa Messa ci sarà l’ inaugurazione del Portale artistico opera dello scultore tuscolano Roberto Scardella, già autore della Statua bronzea collocata sul campanile del Santuario.

La statua bronzea di Roberto Scardella posta sul campanile del Santuario

Un’ opera in ferro a maglia poligonale con inserti di terracotta realizzata dalla ditta Fiorella Caroni Ceramiche su matrice originale dello scultore che sarà collocato all’ingresso.
L’ importante è significativo evento artistico sarà accompagnato da un incontro moderato dal noto giornalista Rai Luciano Ghelfi cui prenderanno parte Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Padre Sergio Sereni Preposto provinciale d’ Italia dell’ Ordine dei Padri Scolopi e l’architetto Maria Grazia D’Amelio, docente dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Giovedì 23 maggio alle 17,30 solenne celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, vescovo di Frascati. Al termine la tradizionale processione con il quadro La Regina delle Scuole Pie, miracolosa immagine donata da San Giuseppe Calasanzio alla Casa di Frascati nel 1617
Le celebrazioni calasanziane si concluderanno domenica 28 maggio con il concerto del coro gospel One voice previsto alle ore 19,00 nella piazza e diretto dal maestro Simone Negri.

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Castelli Romani

Grottaferrata, il Coro Crypters si presenta!

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L’appuntamento è a Grottaferrata, in piazza. Ci incontriamo e li subito il mio stupore: Sei tu Benedetta Tomboletti? Non lo nascondo; sono piacevolmente meravigliato nel vedere una ragazza giovanissima – poco più di 20 anni – presidente di una Associazione di Promozione Sociale. Sono io! – la sua risposta gentile e sorridente.

Il coro Crypters, negli anni, ha saputo coniugare una modalità antica di cantare, la polifonia, con un repertorio estremamente giovane unendo il tutto dentro una compagine “orgogliosamente” mista.

I “requisiti” per farne parte: avere nel cuore e nella testa la voglia di cantare.
Benedetta sono estremamente sorpreso nel vedere una ragazza della tua età a capo di una Associazione che riporta una serie di successi davvero importanti
(sorride compiaciuta) Ti ringrazio pensa che sono diventata presidente di questa nostra associazione ben 5 anni fa.

Non ti hanno, passami il termine, tremato le gambe ad accettare questo ruolo?
Guarda sono circondata da un gruppo di persone che riesce, da sempre, a fare squadra.
Il direttore, il maestro Massimo Laurelli, che è nel contempo nostro direttore artistico insieme agli altri membri del direttivo della Associazione sono per me lo stimolo a fare meglio e le mie guide nel migliorare ogni giorno.

Partiamo proprio dal nome; perché Crypters?
Essendo anche tu dei Castelli Romani conoscerai bene la tradizione che vuole far risalire il nome di Grottaferrata alla “Grotta”, crypta in latino, con una grata, appunto ferrata che è, per la tradizione, il luogo del primo accampamento dei monaci di San Nilo da Rossano. Da lì il nome di Cryptaferrata che poi divenne “Grottaferrata”.

Quindi avete rinnovato nel nome la storia millenaria che caratterizza la vostra città collegandola poi alla meraviglia del canto polifonico che è vostra caratteristica prima?
E si! Noi siamo un giovane coro, dal punto di vista della propria storia, ma che spazia da una componente giovanile di adolescenti fino alle età più mature: un coro misto che amalgama diverse vocalità e tonalità che oggi supera il numero dei 30 componenti.
Una alchimia nata da una precedente esperienza che si è arricchiata nel corso di questo quinquennio.
Un gruppo che si è posto una serie di obiettivi che piano piano punta a raggiungere conscio e consapevole che il migliorare ed il mettersi in gioco sono gli elementi principali di questa ricetta.


Quindi mi stai dicendo che il segreto del vostro successo risiede in questo?
È uno degli elementi. Costruire un realtà necessita di scelte, di tempo, di dedizione. È un puzzle dove bisogna cercare di unire gli elementi e qualora necessario limare alcuni pezzi per renderli ancora di più importanti nella costruzione del quadro finale.
Quindi un lavoro continuo?
Certo che si. La passione che ci unisce, la voglia di migliorare, unita poi alla dedizione per questo che per noi resta, di sicuro, un gioco che ci appassiona è di certo la formula migliore per creare quella, passami il termine, magia che poi durante i nostri concerti vediamo negli occhi e nell’animo di chi ci viene a trovare.

Ricapitolando: presidente a 18 anni, oggi 23 … ma dove vuoi arrivare?
(sorride) Io mi sono messa a disposizione di un gruppo che veniva, come ti dicevo prima, da una esperienza corale. Noi tutti insieme ogni giorni ci poniamo delle sfide che servono esclusivamente ad alzare l’asticella del miglioramento. Sono più che altro una sorta di ascoltatore attento degli equilibri di questo gruppo. Cerco di capire le diversità dei singoli e farne, assieme al maestro, ed a tutti gli altri una operazione di sintesi per creare valore aggiunto. Ed ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto della necessità di imparare e fare tesoro delle esperienze che stiamo creando insieme.

Tornando alla musica ed alla vostra caratteristica principale: un repertorio moderno in chiave “classica”. Permettimi la domanda: ma non correte il rischio di annoiare?
Vedi il nostro è un repertorio principalmente pop: spaziamo dai Queen, agli Abba, alle Spice Girl, fino ad arrivare a Michael Jackson.
Ti racconto un fatto: il brano Wannabe delle Spice Girl è stato per noi una sfida davvero importante. Il nostro maestro è riuscito ad avere questa partitura con un arraggiamente stile madrigale. Di fronte a noi avevamo persone di ogni genere entuasiaste di questa nostra particolare esecuzione. Per noi tutti è stata davvero una esperienza indimenticabile. Vedere persone che si divertivamo di fronte ai nostri occhi ci ha riempito il cuore di gioia dandoci una ulteriore voglia di continuare con questo nostro progetto.


Personalmente ho apprezzato moltissimo la vostra versione della canzone “Le ragazze” de I neri per Caso durante l’ultima Fiera di Grottaferrata. Quale è stato il motivo della scelta di questo brano davvero particolare?
Viviamo in un momento storico in cui la violenza di genere, ed in particolare, la violenza sulle donne sono notizie, ahimè, che riempiono le prime pagine. Abbiamo voluto dare un segnale forte.
La musica, da sempre, ha una valenza positiva che è principalmente declinata come “portatrice di pace”.

Eseguire questo brano è stato per noi dare testimonianza di una presenza forte.
Creare questo equilibrio musicale diventa stimolo a creare quell’equilibrio sociale necessario alla nostra collettività per comprendere i rischi di questo terribile fenomeno di violenza.


Come si svolgono le attività del Coro?
(sorride ancora di più) Guarda chi viene alle prime lezioni del nostro Coro può restare stupefatto dalla capacità del nostro maestro di coinvolgere ogni persone rendendoci abili nei ruoli che dobbiamo ricoprire. Spesso passiamo intere giornate insieme, ovviamente intervallate dalle chiacchierate tra amici, perché poi questo in fondo noi siamo, che ci portano ad entrare in piena sinergia gli uni con gli altri.
Poi – e qui si lascia scappare un piccolo segreto – a volte il maestro ci “interroga” singolarmente proprio perché ognuno deve essere ben consapevole della responsabilità che la parte gli attribuisce.
Un gioco ma che permette ad ognuno di poter essere parte principale di un progetto comune.

Che si prova prima di entrare in scena?
(e qui diventa seria) La paura c’è, non lo nascondo! Poi dipende dal luogo, dalla circostanza. Ma nel momento in cui c’è l’inizio del brano ritorna quella “magia” che crea il gruppo e le paure, le ansie, le preoccupazioni lasciano lo spazio a quella fiducia che insieme riusciamo a costruire e la gioia di poter regalare a chi ci ascolta qualche minuto di serenità fa il resto.


Un Diploma Oro in un concorso di Cori. Una popolarità sempre crescente. Addirittura nell’ultima Fiera di Grottaferrata avete fatto il pienone? Ma quali sono oggi i sogni dei Crypters?
Il primo è facile: vogliamo confrontarci con tutte le altre realtà coristiche di Roma e non solo.
E poi ti do una anteprima: assieme al Comune di Grottaferrata, alla Associazione Arché e alla Associazione Nesos abbiamo in esecuzione un progetto vinto per il recupero di quella che è la cosiddetta casa del Custode.
Ti spiego meglio: noi proviamo presso il Villino delle Civette, sempre a Grottaferrata.
Esiste quel complesso che era la vecchia casa del Custode. Abbiamo vinto questo bando da 150 mila euro con il quale ristruttureremo il locale creando un vero e proprio HUB CULTURALE.
Ci sarà la sede di una redazione giornalistica, una radio ed uno studio di registrazione.
Ma non finisce qui: questo che sarà poi chiamato YOUNG HUB sarà sede di tutta una serie di corsi indirizzati ai cosidetti NEET cioè ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano.
Vogliamo creare tutta una serie di figure professionali che possano essere di corredo alla redazione, al giornale, alla radio, ect. Un progetto dentro il progetto. Vogliamo fare in modo che la passione che come Coro mettiamo in essere divenga traino anche per far riscoprire desideri e sogni ai ragazze ed alle ragazze.

Cavolo, passami il termine, un progetto davvero ambizioso ma concreto e a che punto siete?
Per questo mese di maggio dovrebbero partire i lavori di ristrutturazione dei locali e poi partiranno una serie di corsi
Beh te lo dico già da subito: il giorno in cui si sarà l’inaugurazione noi come giornale saremo li per raccontare ancora questa vostra esperienza
Sarete i benvenuti ma vi diamo già da adesso un ulteriore appuntamento, diciamo, a breve: ad ottobre nella splendida cornice delle Scuderie Aldobrandini ci sarà, organizzata dalla nostra Associazione, la II edizione della rassegna “RYCANTO”.
Un rassegna coristica che sarà davvero, come ti dicevo prima, l’occasione per confrontarci con altre realta corali.

Che dirti Benedetta, non possiamo che ringraziarti di questa splendida energia che tramite le vostre attività, la vostra passione portate avanti.

Queste realtà meritano davvero tutta l’attenzione ed il fatto stesso di trovarsi di fronte una ragazza di 23 anni con questa carica è davvero il segno che le nuove generazioni sono davvero una garanzia per il nostro futuro.
… dimenticavamo … i Crypters vi aspettano sabato 18 maggio a Villa Celimontana per la Notte Europea dei Musei … non perdeteveli.

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Cronaca

Roma, conto alla rovescia per la 4 edizione dell’Hip Hop Cinefest: un fine settimana all’insegna di cinema, musica e cultura

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio alla Casa della Cultura di Torpignattara (Via Casilina, 665 – Roma) – Ingresso Libero
 
L’unico evento italiano e uno dei cinque al mondo dedicato alle storie scritte, prodotte e dirette da amanti della cultura Hip Hop, passando per tutti i generi cinematografici compresi quelli sperimentali.
 
La forte vocazione internazionale dell’Hip Hop Cine Fest conferma l’evento come punto di incontro di culture e idee che arrivano da tutto il mondo. Come nelle passate edizioni, oltre alla proiezione delle opere cinematografiche selezionate, l’evento diventa un forum di discussione sui temi complessi della narrazione culturale attuale. La kermesse, nelle varie attività e azioni di cui si compone, è un laboratorio di creazione, condivisione, ispirazione e sperimentazione che si muove oltre le barriere geografiche, favorendo scambi artistici su scala globale. L’Hip Hop Cine Fest esplora le intersezioni tra cinema, musica e le sfide culturali del nostro tempo, celebrando la ricchezza della cultura Hip-Hop e il suo impatto trasformativo nella società.
 
Durante la due giorni, si terranno dibattiti e workshop, con una particolare attenzione ai processi educativi non formali dell’Hip-Hop come strumento pedagogico innovativo. Le categorie in gara includono documentari, fiction, video musicali, e opere sperimentali, sia lunghe che corte. Per l’edizione 2024 sono stati selezionati 112 progetti provenienti da 26 paesi: 22 documentari lunghi, 19 documentari corti, 6 cortometraggi di finzione, 20 progetti sperimentali, 6 progetti web/seriali e 39 videoclip musicali.
 
Tra le opere in concorso i documentari: “Street Heroines” di Alexandra Henry dagli Stati Uniti, la celebrazione del lavoro di tre artiste latine attive nella scena dei graffiti tra NY, Città del Messico e San Paolo, e “Olossa” diretto da F.Randrianambinana, J.O.Tsibeny E M.A.Ramangason, un viaggio nella drill del Madagascar. Tra i progetti di finzione “The last Carreo” dal Perù di P.Malek, 24 ore nella vita di Lucho freestyler di Lima, un action tra contraddizioni e dura realtà. Tra i progetti sperimentali “The graffiti mistery” dalla Francia di C.Diaz, un progetto che esplora il lettering attraverso la settima arte; per i best of the web “Fazilona” di Z.Bandido, M.A.Verdiell, E.d.G.Koperuna, web serie dedicata alla scena delle fanzine di Barcellona. Tra i videoclip musicali “Survaival” del regista cubano A.V.D’Mente.
 
Per tutte la durata della manifestazione, sarà allestita una mostra d’arte curata dalla galleria Croma e una selezione espositiva dell’Italian Hip Hop Museum.
Tutti progetti selezionati saranno trasmessi in streaming gratuito sulla piattaforma filmocracy.com dal 29 aprile al 19 maggio.
 
 
Il programma
 
venerdì 10
ore 13.00 – 21.30
Proiezioni non stop delle opere in concorso
dalle ore 15
graffiti live painting a cura dell’artista peruviano suc
ore 15.00
workshop di Djing con DJ Mixturesse dall’Olanda
ore 16.30 – 17.30
Talk “Hip Hop e Narcostati”, tra gli ospiti il regista Federico Peixoto.
All’interno dei difficili contesti del Latinoamerica dove i narcotrafficanti dettano legge, l’Hip-Hop è capace di veicolare un messaggio di resistenza e fratellanza, il tutto raccontato direttamente da un artista della Costa Rica.
Ore 18.00 – 19.30
Panel “Hip Hop e resistenza: Tunisia, Palestina e Siria”, tra gli ospiti l’artista tunisino Elyes Fatnassi. Testimoni diretti provenienti da tre paesi attualmente infiammati da guerre, oppressioni e instabilità: Palestina, Siria e Tunisia si incontrano sulla scia di un insolito filo conduttore: L’Hip Hop e la sua capacità di diventare strumento di resistenza per cultura anche nei contesti più difficili, restituendo speranza
 
 
Sabato 11
Ore 10.00 – 22.00
Proiezioni non stop delle opere in concorso.
Ore 11.00 – 12.30
Panel “Breaking: dall’arte-educazione alle olimpiadi”, tra gli ospiti il tecnico federale e giudice Edoardo Bernardini.
Partendo dal potere arte-educativo del Breaking, nato tra i vicoli delle periferie, fino alla consacrazione olimpica della disciplina, che futuro si prevede per la “original street dance”? La sua formalizzazione in disciplina olimpionica sarà preponderante, o rimarrà più forte il richiamo della strada?
Dalle ore 13
Graffiti live Painting a cura dell’artista palestinese Hamza Abu Ayyash.
Ore 13.30 – 14.30
Workshop “Hip Hop Filmaking” con il regista olandese Stephan Velema.
Ore 15.00 – 16.30
Panel “Hip Hop – Femminismo – Empowerment”, tra gli ospiti Martha Diaz dell’Hip Hop Education Center di New York.
In questa sezione si cercherà di affrontare le delicate questioni che riguardano il ruolo troppo spesso marginalizzato della donna a livello globale, tanto nella società come anche nella cultura Hip-Hop. È in questo contesto che nascono movimenti come il femminismo hip-hop e l’afro-femminismo, che promuovono l’empowerment femminile e un cambio di paradigma radicale.
18.00-19.30
Tavola rotonda “Storia del cinema hip hop vol. 4”, tra gli ospiti il professore e ricercatore Giuseppe Gatti.
Quarto appuntamento con la riflessione sulla natura e lo stato del cinema Hip-Hop, quest’anno si andranno ad analizzare le prospettive future di questo genere ibrido e le sue possibilità evolutive, sia dal punto di vista produttivo, che soprattutto distributivo.
Ore 21
Cerimonia di premiazione dei vincitori del festival.
 
Privo di virus.www.avast.com



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