Ventiseiesima edizione per la sagra della Ciambella al Mosto in programma domenica 15 ottobre a Marino. Un appuntamento entrato ormai nella tradizione della Città dell’uva e del vino dove si può assaporare il tipico dolce tipico marinese organizzato dal Consorzio di Tutela della Ciambella al Mosto con il partenariato del Comune di Marino.
Anche quest’anno tra gli appuntamenti il concorso, giunto alla 2° edizione, per la migliore ciambella al mosto che ha visto lo scorso anno la vittoria del forno di Roberto Frezza. Tante le curiosità da scoprire e i segreti per la preparazione del dolce di cui Marino è fiera di dare le origini e marchio De.Co. (Denominazione Comunale).
“La Sagra della Ciambella al Mosto – dichiara l’assessore alle Attività Produttive Rinaldo Mastantuono – è un appuntamento irrinunciabile per Marino, tanto che questa Amministrazione, già dallo scorso anno, nel suo 25° anniversario, si è impegnata lavorando in sinergia con le attività produttive del territorio per realizzare questo evento che invito tutti a sostenere con una grande partecipazione”.
Ieri mattina, nel cortile della Scuola Secondaria di I Grado “A. Vivaldi” a Marino, un comune dei Castelli Romani, si è consumato un drammatico episodio che ha lasciato sotto shock l’intera comunità. Una ragazzina di 12 anni ha accoltellato un compagno di classe poco prima delle 8:00. La lite, scaturita da screzi recenti legati a un’accusa di copiatura in un compito, ha portato la giovane a compiere un gesto estremo. Il ragazzo ferito, soccorso prontamente dal preside e dal personale scolastico, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale pediatrico Bambin Gesù; le sue condizioni, per fortuna, non sono gravi.
Una Tensione Crescente Finita in Dramma
Secondo le prime ricostruzioni, la tensione fra i due era nata nei giorni scorsi quando la ragazza accusava il coetaneo di aver fatto la spia raccontando all’insegnante che lei aveva copiato. Questa mattina, la disputa verbale si è trasformata in un’aggressione fisica: la dodicenne ha colpito il compagno con un coltello da cucina per poi fuggire. In un atto di disperazione e forse di pentimento, è stata proprio lei a chiamare i Carabinieri, in lacrime, per confessare quanto avvenuto e consegnare l’arma.
Il Racconto dei Testimoni e la Reazione delle Istituzioni
Gli studenti presenti hanno descritto un momento di confusione e incredulità. “C’era del sangue per terra e la maglietta era insanguinata. Prima non ci eravamo accorti di nulla”, ha riferito un gruppo di compagni. La scena ha scosso tutti, sollevando interrogativi profondi sulla sicurezza e sul clima sociale all’interno delle scuole.
Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Il sindacato dei presidi, DirigentiScuola, ha espresso la sua preoccupazione: “L’episodio di accoltellamento è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto dopo la proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Siamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni e sulla direzione verso cui stiamo andando”. La dichiarazione evidenzia una crisi di valori che sta minacciando la capacità della scuola di promuovere un modello educativo positivo e non violento.
Anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto, esprimendo la sua preoccupazione per la crescente violenza giovanile. “Questa mattina una ragazzina ha portato un coltello a scuola e ha ferito un compagno. Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta, e quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi e proteggere i nostri giovani”.
Una Crisi da Affrontare: Violenza e Educazione
L’episodio di Marino non è solo un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme di una società in difficoltà nel gestire l’emotività dei giovani e il loro rapporto con la disciplina. Si discute sempre più della necessità di interventi strutturali che vadano oltre la sola introduzione di norme. Serve un dialogo aperto tra scuole, famiglie e istituzioni per comprendere e prevenire comportamenti violenti, restituendo alla scuola il suo ruolo fondamentale di luogo sicuro, di crescita e di rispetto reciproco.
Questa aggressione ci obbliga a guardare in faccia una realtà scomoda e a interrogarci su come ristabilire una cultura del rispetto e della responsabilità, facendo della scuola non solo un luogo di apprendimento, ma un vero baluardo contro la violenza.
Il sindacato denuncia la mancata inclusione di altri operatori e il livello contrattuale insufficiente, mentre il sindaco Ferri rivendica il risultato tra le polemiche e l’assenza di dialogo
Cobas Igiene Ambientale, con un comunicato diffuso oggi, accoglie con soddisfazione la notizia che, a partire dal primo novembre, la Tekneko ha deciso di inquadrare almeno sette lavoratori con il contratto collettivo FISE Assoambiente, una vittoria importante per il sindacato e per i lavoratori coinvolti. Tuttavia, rimangono diverse problematiche non affrontate, a partire dall’esclusione inspiegabile di altri quattro operatori da questo passaggio contrattuale.
La decisione di trasformare i contratti di questi operatori ecologici da “Multiservizi” a “FISE“, scrive il sindacato, rappresenta una conferma delle rivendicazioni da loro stessi avanzate negli ultimi mesi, anche in collaborazione con MarcoCianti, il lavoratore licenziato a giugno.
Le segnalazioni inviate all’Ispettorato del Lavoro di Roma, relative a carenze igieniche e di sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno portato a un’ispezione che ha evidenziato le criticità nella gestione del magazzino di Via Fontana delle Cannetacce, poi trasferito presso l’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte.
Eppure, nonostante questa svolta, il sindaco di Monte Compatri, FrancescoFerri, ha rivendicato il risultato come un traguardo dell’amministrazione, parlando di un “lavoro meticoloso e fruttuoso” e di “importanti interlocuzioni“. Cobas smentisce questo resoconto, evidenziando come il primo cittadino non abbia mai preso posizione in merito alle problematiche denunciate dal sindacato né abbia accolto le richieste di incontro avanzate dai rappresentanti Cobas.
Come testata abbiamo più volte richiesto sia all’amministrazione comunale di Monte Compatri che alla società Tekneko la propria posizione sui fatti accaduti nell’ultimo anno senza ricevere alcuna risposta in merito.
Il sindacato non manca di segnalare come la mancanza di dialogo e la scelta di licenziare Marco Cianti siano state azioni mirate a soffocare le rivendicazioni di questo operatore, che chiedeva maggiore sicurezza, il rispetto dei diritti contrattuali e un trattamento corretto per i lavoratori del settore.
Sebbene l’inquadramento FISE rappresenti un progresso, Cobas denuncia che ai lavoratori sia stato assegnato solo il livello J, che prevede esclusivamente mansioni di spazzamento manuale, mentre è probabile che saranno impiegati in attività più complesse, senza il dovuto riconoscimento economico.
Anche il consigliere Marco De Carolis, promotore di una mozione per l’inquadramento contrattuale FISE per tutti i lavoratori Tekneko del cantiere di Monte Compatri bocciata dal Consiglio Comunale e dalla maggioranza che sostiene il sindaco Ferri, che ha parlato di “maggiore sensibilità” da parte di Tekneko, viene criticato dai Cobas: il capitolato d’appalto prevedeva già l’inquadramento FISE per gli addetti ai servizi, quindi si tratta semplicemente del rispetto delle clausole contrattuali.
Nel frattempo, sui social cresce il sostegno dei cittadini verso Marco Cianti, con molti messaggi che auspicano un suo reintegro ed in un quadro in cui le criticità sul fronte della sicurezza continuano a manifestarsi, stamattina un nuovo incidente stradale ha coinvolto un mezzo Tekneko in Via dell’Acqua Felice, sollevando ulteriori preoccupazioni.
Cobas Igiene Ambientale conclude il comunicato ribadendo il proprio impegno a proseguire le battaglie per la sicurezza e i diritti dei lavoratori e dei cittadini, nonostante le difficoltà incontrate fino a oggi.
Ribadiamo, per l’ennesima volta, la piena disponibilità di accogliere dichiarazioni da parte del Comune di Monte Compatri e dell’azienda Tekneko.
Nelle ultime ore abbiamo ufficialmente richiesto al sindacato Cobas di poter avere una intervista a Marco Cianti al fine di comprendere al meglio le motivazioni del suo licenziamento.
Monte Compatri si trova ad affrontare una situazione estremamente particolare in un momento di grande rispetto e riflessione: l’ascensore che consente l’accesso al secondo piano della parte nuova del cimitero è fermo da mesi.
Questa condizione, ormai insostenibile, impedisce l’accesso a molte persone, in particolare ai diversamente abili e agli anziani, che si trovano in difficoltà nel raggiungere i propri cari durante le commemorazioni dei defunti. Nonostante i ripetuti solleciti da parte dei cittadini all’amministrazione comunale, nessuna risposta è giunta.
Eppure, il problema dell’ascensore non è solo una questione di comodità; costituisce un vero e proprio ostacolo a un diritto fondamentale: quello di rendere omaggio a chi non c’è più, senza barriere fisiche che ostacolino il rispetto e il ricordo. La gravi modalità di questa situazione è messa in evidenza non solo dalla prolungata inattività dell’ascensore, ma anche dalla coincidenza con il mese di novembre, tradizionalmente dedicato alla commemorazione dei defunti.
Questo momento, carico di emotività e significato, dovrebbe permettere a tutti di accedere liberamente al cimitero per onorare i propri cari e, tuttavia, la realtà odierna racconta di un’ingiustizia inaccettabile. Durante una nostra recente visita al cimitero, sono emerse numerose proteste e malumori da parte dei visitatori.
Gli anziani e i familiari di persone con disabilità hanno espresso la loro frustrazione per una situazione che sembra non trovare soluzione e la mancanza di un ascensore funzionante non è solo un inconveniente logistico, ma rappresenta una “pecca” dell’amministrazione nel garantire un servizio pubblico adeguato e rispettoso delle necessità di tutti. Diventa fondamentale che l’amministrazione comunale di Monte Compatri prenda immediatamente provvedimenti per risolvere questo problema poiché, diventa inaccettabile che, in un contesto di celebrazioni e ricordi, vi siano cittadini esclusi dalla possibilità di visitare i luoghi di sepoltura dei loro cari. Le istituzioni devono ascoltare le lamentele dei cittadini e agire in modo tempestivo affinché questa situazione non si ripeta in futuro.
Il rispetto per la memoria dei defunti e per le esigenze di tutti i cittadini deve essere una priorità e la speranza è che, dopo tante promesse disattese, l’ascensore torni a funzionare al più presto, restituendo così dignità e accessibilità a un luogo sacro per la comunità di Monte Compatri.