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Montefiascone, “Passio Christi”, la mostra d’arte di Sidival Fila aperta fino al 6 novembre

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L’esposizione è visitabile nella basilica superiore di San Flaviano, tutti i giorni, dalle 9,30 alle 12,30
 
MONTEFIASCONE (VT) – Rimarrà aperta fino al 6 novembre ed è vistabile tutti i giorni, dalle 9,30 alle 12,30, “Passio Christi”, la mostra d’arte contemporanea di Sidival Fila, inaugurata il 29 settembre a Montefiascone, nella suggestiva cornice della basilica superiore di San Flaviano. L’originale esposizione si inserisce nell’ambito delle iniziative intraprese per il 2022 dall’Associazione Rocca dei Papi per una ecologia integrale, nata nel 2019 ispirandosi alla lettera enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, di cui l’arcivescovo titolare di Montefiascone Fabio Fabene è presidente. Lo stesso monsignor Fabene, appassionandosi all’opera del frate francescano dell’Ordine dei Frati Minori, ha promosso l’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Filantropica Sidival Fila. La mostra è a cura di Lydia Saraca Colonnelli, con il supporto di Cristiano Grisogoni, membro della Fondazione Filantropica Sidival Fila. Ideale lo spazio che ha accolto l’installazione nella basilica superiore di San Flaviano.
 
“Le antiche pareti della basilica romanica, nude per secoli, hanno accolto le tele, pronte a fare da supporto, a divenire materia vivente, a fondersi con le opere d’arte, a ritrovare la loro storia, a riprendere una vita dimenticata – dichiarano gli organizzatori dell’esposizione – È come se fossero state create nel momento dell’installazione”. In mostra una Passio Christi interpretata utilizzando vecchi tessuti, impiegati per derrate alimentari nell’ambito del Piano Marshall nella seconda guerra mondiale; due Sindoni appartenenti al gruppo di opere presentate in giugno nel battistero di San Giovanni in Laterano in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia; la Madonna del Divino Amore realizzata nel 2012 e un Crocifisso ligneo appoggiato e trattenuto da fili, tra trama e ordito, su tele rattoppate.
 
“Di grande effetto l’installazione del Crocifisso ancorato con sottili fili d’acciaio alle travature delle capriate della chiesa superiore – proseguono i promotori della mostra -. L’artista lo ha fatto scendere al di sopra dell’antico altare costruito per volere di Urbano IV nel 1262 e, grazie allo spazio che si apre tra la basilica inferiore e quella superiore, appare nel vuoto come una improvvisa visione per coloro che, stando al di sotto, sollevano lo sguardo. Una specchiatura sul retro del Crocifisso riflette la cattedra medievale di Urbano IV (1262). Tutto suggerisce una profonda meditazione”.
 
L’arte di fra Sidival ha in pochi anni attirato l’attenzione di critici d’arte e collezionisti. Le sue opere sono state presentate in mostre personali in Francia, Spagna, in Germania e in fiere internazionali tra le quali: Arco Madrid, Fiac Parigi, Art Basel Miami, ArtBO Bogotà. L’artista ha esposto in importanti gallerie, centri di cultura e musei. Una sua installazione ha fatto parte della Biennale d’Arte di Venezia nel 2019 (primo artista religioso nella storia della Biennale) ed è inoltre presente nella collezione permanente di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani. Con le sue opere originali, Sidival Fila entra tra i più grandi dello Spazialismo contemporaneo, senza perdere mai il contatto con il vangelo.
 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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