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Cronaca

NAPOLI, QUARTIERE CHIAIA: GLI ADDETTI DEL COMUNE SVUOTANO LE CADITOIE DOPO I GIORNI DI PIOGGIA

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Tempo di lettura 2 minuti Nelle caditoie, sono stati rivenuti rifiuti di ogni genere: rifiuti organici, deezioni animali, plastica e cartone, foglie, rami secchi, acqua e fango.

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di Christian Montagna


Napoli
– Continua l'ondata di maltempo in Campania e non lascia nemmeno il tempo per poter arginare i danni provocati. Piove incessantemente da una settimana sull'intera regione e anche questa mattina la situazione è la stessa. Dopo l'esondazione del Sele, i numerosi interventi dei vigili del fuoco nel salernitano, i collegamenti marittimi con le isole interrotti, anche nel cuore della città si contano i danni. Soltanto pochi attimi di tregua intorno alle ore 10 di questa mattina hanno permesso agli addetti del Comune di Napoli di riparare i danni e svuotare le caditoie intasate che hanno causato gli allagamenti delle strade. Una situazione che ha destato non poche preoccupazioni soprattutto nei quartieri di Chiaia e Posillipo e che richiama l'attenzione sulla pulizia ordinaria delle strade. In un'ora di tregua che la pioggia ha concesso, sono stati così immortalati in alcuni scatti gli addetti ai lavori all'opera. Nelle caditoie, sono stati rivenuti rifiuti di ogni genere: rifiuti organici, deiezioni animali, plastica e cartone, foglie, rami secchi, acqua e fango. Se solo le strade fossero state pulite ogni giorno e gli abitanti della zona non avessero lasciato il senso civico a casa prima di uscire, la situazione magari non sarebbe diventata così grave! Sollecitati più volte in questi giorni dagli abitanti del quartiere, in particolare alle Rampe di Sant'Antonio, il Comune questa mattina ha finalmente dato la sua risposta. Dopo giorni di pioggia, soprattutto la zona in questione è stata oggetto di allagamenti a causa anche della conformazione del territorio: tredici ripidissime rampe infatti si susseguono collegando Posillipo al quartiere Chiaia e, immaginate cosa possa accadere quando la forza dell'acqua piovana aiutata dalla pendenza trasporti furiosamente ogni cosa a valle. Un vero e proprio "acqua scivolo" che diventa un attentato agli abitanti della zona impossibilitati a percorrere le strade a piedi, ogni qual volta le caditoie vanno fuori uso. La situazione però, salvo miglioramenti meteorologici, potrebbe ripresentarsi a breve visto che da qualche minuto ha ricominciato a piovere.

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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