NEBULOSA DI ORIONE, IL 30 SETTEMBRE 1880 HENRY DRAPER SCATTAVA LA PRIMA ASTROFOTO. PASSERA’ ALLA STORIA COME LA PRIMA FOTO DEL CIELO PROFONDO

Prima di questo scatto, Draper nel 1872 ottenne la prima immagine dello spettro di una stella Vega, nel 1874 diresse una spedizione per fotografare il transito di Venere sul disco solare. Per la sua attività ricevette numerosi premi, tra cui la laurea ad honorem dall'Università di New York e dall'Università del Wisconsin, una medaglia del Congresso per aver diretto la spedizione del 1874, e l'elezione sia alla National Academy of Science e alla Astronomische Geselleschaft.

di Cinzia Marchegiani

La Nebulosa di Orione è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Chiaramente riconoscibile ad occhio come un oggetto di natura stellare, è posta a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione, al centro della cosiddetta Spada di Orione, nell' omonima costellazione.
Henry Draper sarà il primo a scattare l’astrofoto della bellissima Nebulosa di Orione, la mattina del lontano 30 settembre 1880. Quest’istantanea passerà poi alla storia come la prima foto del cielo profondo. Un evento sicuramente straordinario sarà l'introduzione della spettroscopia ad opera di William Higgins, tramite la quale si potè appurare molto prima, nel 1865 la natura gassosa della nebulosa. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste, ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. Draper fu uno dei pionieri dell'uso dell'astrofotografia. Prima di questo scatto, nel 1872 ottenne la prima immagine dello spettro di una stella Vega, nel 1874 diresse una spedizione per fotografare il transito di Venere sul disco solare. Per la sua attività ricevette numerosi premi, tra cui la laurea ad honorem dall'Università di New York e dall'Università del Wisconsin, una medaglia del Congresso per aver diretto la spedizione del 1874, e l'elezione sia alla National Academy of Science e alla Astronomische Geselleschaft.
Lontana dalla Terra 1.270 anni luce, questa straordinaria nebulosa si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema Solare. In vecchie pubblicazioni si riferiscono alla nebulosa col nome di Grande Nebulosa, mentre in altri testi astrologici ancora più antichi riportavano lo stesso nome della stella Eta Orions Enisi (la spada), che però si trova in un'altra parte della costellazione.
La nebulosa è stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese,Nicolas Claude Fabri de Peiresc, anche se grazie alle sue dimensioni e quella spettacolare luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo infatti la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3.
La Nebulosa di Orione è un oggetto dell'emisfero australe, ma è talmente prossimo all’equatore celeste da risultare visibile a tutti i popoli della Terra. E’ ben visibile durante i mesi compresi tra novembre e marzo e può essere facilmente identificata grazie alla celebre sequenza di tre stelle nota come Cintura di Orione: a sud di quest'asterismo si nota un gruppo di stelle disposte in senso nord-sud, la cui "stella" centrale è in realtà proprio la Nebulosa di Orione. Ad occhio nudo ha un aspetto nettamente nebuloso, che continua a mostrarsi tale anche con piccoli binocoli; uno strumento più potente è sufficiente per individuare, al suo interno, un gruppo di stelline azzurre, quattro delle quali sono disposte a formare un trapezio. La Nebulosa di Orione è un esempio di "fornace" in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo.
Anche la popolazione Maya, senza l’uso dei telescopi descrivevano minuziosamente le caratteristiche diverse delle stelle, della Nebulosa di Orione esiste un racconto popolare che descrive l'area della costellazione di Orione come parte di un settore celeste noto come Xibalba, l’oltretomba, dove al centro includeva una macchia di fuoco ardente, che corrispondeva appunto alla Nebulosa di Orione. 

Friedric Nietzsche le immortavalava così, "Bisogna avere in sé il caso per partorire una stella danzante….."