Outriders Worldslayer, la prima espansione dello shooter di People Can Fly

Outriders Worldslayer, ossia l’espansione dello sparatutto in terza persona di People Can Fly (qui la nostra recensione del gioco base), è finalmente arrivato ed è pronto ad ampliare l’universo di gioco. Chi è giunto ai titoli di coda di Outriders ricorderà bene che, pur avendo sventato una terribile minaccia, la situazione sulla superficie di Enoch è lungi dall’essere sotto controllo, giacché alle feroci guerriglie tra fazioni si aggiunge un problema che è poi la scintilla che dà il via alla campagna di Worldslayer: il dilagare delle tempeste. I peculiari fenomeni atmosferici del pianeta sono sempre più fuori controllo ed è necessario quanto prima trovare una soluzione, onde evitare che i pochi superstiti vengano fritti da un fulmine, nella migliore delle ipotesi, o trasformati in mostri dotati di grandi poteri come la bella Ereshkigal. La donna dai capelli rosso fuoco, comandante dei ribelli, si frapporrà tra gli Outriders e il loro obiettivo. In sostanza, parliamo di un’occasione sprecata per raccontare e approfondire un personaggio interessante sia dal punto di vista estetico, sia per quanto concerne il background narrativo. Oltre a essere poco elaborata, la trama dell’espansione del titolo People Can Fly fatica a decollare nelle circa tre ore e mezza che separano i guerrieri dai titoli di coda e persino quei pochi colpi di scena presenti risultano essere più che prevedibili. Dal punto di vista ludico non vi sono grosse differenze tra la campagna di Outriders e quella di Worldslayer, con l’espansione che conduce i giocatori in luoghi dai confini sempre ben delineati e con percorsi molto lineari. Si tratta di aree mai esplorate prima e popolate prevalentemente dalle stesse creature già sconfitte nel corso del primo viaggio, con qualche piccola eccezione rappresentata dai tre boss che si incontrano lungo il percorso. Oltre a una landa ghiacciata e a un canyon dalle rocce rosse parzialmente coperto dalla neve, il DLC ci fa esplorare anche la desolata Black Gulch, il territorio sotto il controllo dei ribelli capitanati da Ereshkigal. Citiamo infine la città di Tarya Gratar, che invece ripropone l’estetica e le architetture dei Pax con maggiore cura e attenzione rispetto a quanto visto nelle fasi finali del gioco base. L’aspetto più interessante di Worldslayer non è quindi la campagna ma ciò che le ruota attorno. L’accesso al contenuto aggiuntivo include anche e soprattutto nuovi metodi per rendere sempre più forte il protagonista e migliorarne in maniera smisurata le capacità. Eliminando i mob e accumulando esperienza si ottengono due tipi di punti abilità inediti, da spendere nelle schermate relative a Pax e Ascensione. Il primo sistema concede al giocatore l’opportunità di potenziare in piccola percentuale qualsiasi parametro, che va dal danno inflitto con le armi al potere curativo delle abilità, fino al quantitativo massimo di salute e scudo. Più vicino allo skill tree di base è il menu Ascensione, che è di fatto un mini-albero parallelo al primo che può essere resettato in qualsiasi momento e che pure contribuisce alla diversificazione delle build. Legato all’accumulo di potere da parte del protagonista è anche il Grado Apocalisse, che va a rimpiazzare i livelli del mondo con una meccanica che, pur essendo simile, propone una crescita del personaggio meglio distribuita. Il funzionamento è sempre quello: si ammazzano nemici, si raggiunge un nuovo grado e si accede a dell’equipaggiamento più efficace.

Vero punto di forza di questa prima espansione e, a dirla tutta, anche a giustificarne il costo, è la nuovissima modalità endgame che prende il nome di “Prova di Tarya Gratar”. Questo luogo mistico che si raggiunge dopo la fine della breve campagna è infatti al centro dell’attività principale dell’espansione e propone una struttura di gioco completamente differente dalle Spedizioni. Quando l’enorme porta della città si spalanca di fronte al gruppo di Outriders, questi si ritrovano ad affrontare un vero e proprio dungeon che alterna aree liberamente esplorabili con vie d’accesso multiple: alcune conducono a vicoli ciechi con boss e ricompense, altre permettono invece di proseguire nel cammino verso il cuore della città per scoprirne i terribili segreti. La peculiarità di questa prova consiste nella casualità dei nemici: sebbene le stanze siano sempre le stesse, ciò che troverete al loro interno è del tutto casuale e nella stessa arena potreste affrontare una volta le creature di Enoch e un’altra i pericolosi ribelli, giusto per fare un esempio. È impossibile stabilire oggi la tenuta di un’attività del genere ma siamo comunque di fronte a un endgame più consistente rispetto alle ripetitive Spedizioni, che sono comunque giocabili ai livelli di sfida introdotti con Worldslayer e ampliano il ventaglio di missioni che i guerrieri possono affrontare per accumulare bottino. Se state leggendo questa recensione dopo aver finito Outriders, è molto probabile che vogliate risposte sul loot, elemento gestito con superficialità sia nella prima versione del gioco, che col debutto di New Horizons. Il looter shooter di People Can Fly è stato aspramente criticato per avere un drop rate di oggetti leggendari troppo basso per la sua categoria d’appartenenza. Da questo punto di vista Worldslayer mitiga il problema ma non lo risolve del tutto, soprattutto se si tiene in conto la probabilità di trovare un leggendario non apocalittico. I forzieri di Tarya Gratar contengono fiumi di bottino epico e non è detto che al loro interno vi sia un pezzo dorato. Fortunatamente, però, abbiamo notato che l’avanzare della difficoltà incide in maniera netta sul drop rate: questo dovrebbe garantire l’accesso a un bel po’ di armi e armature d’oro a chi è sufficientemente coraggioso e abile da superare le sfide più ardue. Sempre a proposito dell’equipaggiamento, gli sviluppatori hanno introdotto una modifica parecchio interessante alla sola campagna di Worldslayer e che, quindi, non va a coinvolgere il resto dell’avventura. Per l’intera durata della storia tutti i nemici più resistenti lasciano cadere un oggetto epico, il che rende più fluido l’avanzamento dei Gradi Apocalittici grazie al continuo ricambio di bocche da fuoco e corazze. Non possiamo infine non spendere qualche parola sul design di armi e armature, che continua a essere uno degli elementi meglio riusciti della produzione. Worldslayer include tantissimo nuovo equipaggiamento e ciascun item – in particolar modo quelli leggendari – propone uno stile estetico accattivante anche grazie alla presenza di ossa, stracci, maschere tribali, dispositivi luminosi e altri orpelli, che rendono unici i vari set. Tirando le somme, Outriders Worldslayer non è un’espansione rivoluzionaria e manca delle capacità di attirare tutti quei giocatori che non hanno apprezzato il gioco lo scorso anno. Sorvolando sulla campagna trascurabile sia in termini di qualità che di longevità, però, il primo dlc a pagamento del looter shooter di People Can Fly introduce una modalità endgame in grado di intrattenere ancora per una manciata di ore tutti quegli utenti che hanno amato alla follia il gioco e vogliono tornare a tutti i costi su Enoch per migliorare le caratteristiche del loro personaggio e creare build folli. La speranza è che nel futuro il titolo venga supportato meglio e con contenuti sempre più interessanti.

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise