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Cronaca

Palermo, tenta di uccidere la rivale a coltellate

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PALERMO – In manette con l’accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi la palermitana Patrizia Iones, classe 1968, che ha aggredito una 51enne palermitana tentando di ucciderla a coltellate. A intervenire sul posto – una taverna in cortile primo le chiavi s.n.c. – nella tarda serata di venerdì, i carabinieri del Nucleo Radiomobile allertati dalla locale Centrale Operativa. I militari  giunti tempestivamente sul luogo, hanno sentito testimoni e passanti al fine di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. La Iones è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio, aggravato da futili motivi. I Carabinieri del Pronto Intervento l’hanno bloccata proprio all’uscita dell’esercizio commerciale, dopo che in uno scatto d’ira, aveva colpito con un grosso coltello da cucina alla fronte la rivale, alla quale era legate da vecchi rancori di natura economica e passionale.

Presumibilmente, anche la contesa dei propri mariti

La vittima a seguito del fendente riportato nell’occorso, veniva trasportata e ricoverata presso il locale ospedale villa sofia riportava un trauma cranico con ferita da taglio alla regione frontale, giudicata dai sanitari guaribile in giorni 10 s.c. e comunque non in pericolo di vita. La stessa nella tarda serata di ieri è stata dimessa. L’episodio poteva avere un più triste epilogo se la vittima, durante l’animata colluttazione non avesse istintivamente portato indietro il capo, riuscendo così in parte a schivare il fendente.

L’arrestata alla vista dei Carabinieri che l’hanno bloccata, ha confermato di volere volontariamente compiere l’insano gesto. La Iones pertanto, dopo le formalità di rito su disposizione della competente Autorità Giudiziaria è stata accompagnata presso la propria abitazione in regime di detenzione degli arresti domiciliari, in attesa di essere giudicata con rito della direttissima tenutosi nella giornata di ieri presso il Tribunale di Palermo e conclusasi con la convalida dell’arresto. Il G.IP., in sede di udienza si è riservato della definizione della vicenda, pertanto la Iones è stata rimessa nuovamente ai domiciliari in attesa di giudizio.

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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