Connect with us

Cronaca

“Percorsi Diagnostici in Ematologia: al Santo Spirito presentato il manuale dedicato ai non ematologi

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Giuseppe Quintavalle, Commissario straordinario della ASL Roma 1: “Un manuale che oltre a colmare un vuoto formativo è coraggiosamente antesignano perché sottolinea l’esigenza di formare a livello specialistico i medici di medicina generale affinché possano evidenziare in maniera precisa i sintomi dei pazienti per una vera presa in carico di territorio”
 
Il Salone del Commendatore di Borgo Santo Spirito ha ospitato la presentazione del volume “Percorsi Diagnostici in Ematologia”, manuale che si propone di aiutare i non ematologi ad interpretare dati di laboratorio e manifestazioni cliniche che possano essere segni di malattie ematologiche.
 
L’evento, moderato dal giornalista Rai Gerardo D’Amico, ha visto la partecipazione di numerosi professionisti sanitari.
 
Gli autori Umberto Recine, Angela Rago, Tommaso Caravita di Toritto e Claudio Gambetta, con questo testo, vogliono offrire un supporto al “vuoto formativo in ematologia” per i non specialisti, patologi clinici, medici di medicina generale. Un manuale, dunque, che traccia delle flow chart semplificate per raggiungere una conclusione diagnostica e dei criteri semplici e il più possibile oggettivi per valutare il rischio clinico del paziente. I coordinatori dell’opera, tutti docenti della Scuola Medica Ospedaliera, hanno raccolto in questo manuale i contenuti delle lezioni che ogni anno tengono nel corso omonimo, incoraggiati dagli stessi studenti, che lamentano la mancanza in commercio di un manuale cui fare riferimento.
 
“È un manuale che oltre a colmare un vuoto formativo è coraggiosamente antesignano perché sottolinea l’esigenza di formare a livello specialistico i medici di medicina generale affinché possano evidenziare in maniera precisa i sintomi dei pazienti per una vera presa in carico di territorio” dichiara il Commissario straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle.
 
La Dott.ssa Angela Rago e il Dott. Tommaso Caravita di Toritto sottolineano come sia importante guidare il non specialista ad inquadrare il problema perché oggi la richiesta di prime visite ematologiche è sproporzionata rispetto all’offerta e molte richieste risultano inappropriate. Tale situazione, di conseguenza, non fa che aumentare le persone in lista d’attesa, portando anche chi realmente ha bisogno di una visita specialistica ad attendere per il proprio consulto.
 
L’appropriatezza prescrittiva è un tema toccato anche dal Dott. Umberto Recine “Non è un lavoro di quattro persone ma di ben diciotto specialisti, con l’obiettivo di costruire un percorso semplice, anche in nome dell’appropriatezza prescrittiva e della diagnostica, per arrivare o vicino ad una diagnosi ematologica o vicino ad una diagnosi che non è ematologica. Lo specialista, ad un certo punto va coinvolto, ma serve colmare il gap tra specialista e i vari professionisti che si trovano quotidianamente davanti i diversi casi. Questo libro è una scommessa in cui crediamo molto e pensiamo possa far del bene anche in termini di costi e di risparmio perché l’appropriatezza significa risparmio, l’appropriatezza significa riduzione dell’affollamento delle liste d’attesa e potrebbe fare da apripista in altri ambiti e altre specialità. È inoltre fondamentale – conclude il Dott. Recine –  trovare il sistema per coinvolgere i medici di medicina generale altrimenti la frattura tra ospedale e territorio ci sarà sempre.”
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

Continua a leggere

Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

Continua a leggere

Cronaca

Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti